Piovono anelli

Scritto da in data Dicembre 28, 2018

 

Il cielo di dicembre segna una fine dell’anno ricca di eventi. La cometa e all’asteroide di Natale ne sono stati i protagonisti, ma le osservazioni più interessanti hanno interessato Saturno che, secondo a una nuova ricerca della Nasa, sta perdendo il proprio caratteristico aspetto.
Raffaella Quadri per Radio Bullets. Musica di Walter Sguazzin.
Photo credits: NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute

Nel bel mezzo delle feste mentre ci stiamo avviando ad archiviare l’anno che è agli sgoccioli e siamo in procinto di iniziarne uno nuovo, arriva il tempo scrutare il cielo alla ricerca di indizi propizi per i mesi a venire. Niente oroscopo però, piuttosto guardando il cielo di dicembre si possono fare osservazioni molto interessanti.

La prima protagonista di questo ultimo periodo dell’anno è stata certamente la “Cometa di Natale” chiamata così perché compare sopra le nostre teste nei giorni che precedono il 25 dicembre, ma il cui nome in realtà è 46P/Wirtanen, dall’astronomo statunitense Carl Alvar Wirtanen che la individuò per la prima volta nel 1948.
Una cometa che attraversa il nostro cielo a circa 16,5 milioni di chilometri dalla Terra, ma che a metà dicembre con la sua traiettoria si è trovata a 11,6 milioni di chilometri – al cosiddetto perigeo, il punto a noi più vicino. Questo ha permesso agli osservatori di vedere e fotografare il nucleo del corpo celeste che è definito anche una “cometa di breve periodo”, perché compie un’orbita completa attorno al Sole in circa cinque anni e mezzo.

A farle concorrenza, sempre nel cielo di dicembre, c’è stato anche l’“Asteroide di Natale”, alias 2003 SD220, che quest’anno è passato a 2,9 milioni di chilometri da noi. La distanza minima sinora registrata dall’asteroide che viene continuamente monitorato anche perché considerato “potenzialmente pericoloso” date le sue dimensioni e la vicinanza della sua orbita al nostro pianeta. Tuttavia, sostengono gli astronomi della Nasa, non sembrano esserci pericoli per la Terra.
La vicinanza registrata quest’anno ha permesso di studiarne meglio la superficie e le dimensioni, grazie a una serie di nuove immagine radar: l’asteroide risulta lungo circa 1,6 chilometri e con una forma che agli astronomi ha ricordato quella di un ippopotamo che spunta dalla superficie di un fiume. Un’occasione speciale per studiarlo, dunque, anche perché per il prossimo appuntamento che sarà ancora più ravvicinato si dovrà attendere il 2070.

Ma l’evento più interessante rilevato in questo fine anno è il fenomeno che sta accadendo a Saturno. Il pianeta che riconosciamo facilmente grazie ai suoi anelli sta mutando proprio questa parte così distintiva del proprio aspetto e li sta lentamente perdendo.
Il fenomeno non è sconosciuto agli esperti – era stato posto in luce già dalle osservazioni delle sonde Voyager 1 e 2 – ma una nuova ricerca condotta dalla Nasa permette di saperne di più.
Il sistema degli anelli saturnini, a quanto risulta, non c’è da sempre e non ci sarà per sempre: pare abbia circa 100 milioni di anni – mentre Saturno ha già sulle spalle più di 4 miliardi di anni – ma soprattutto le previsioni dicono che gli anelli saranno completamente spariti tra circa 300 milioni di anni o forse anche molto meno, stando alle rilevazioni della sonda Cassini che li colloca a metà della loro vita.

La causa è l’attrazione del campo magnetico del pianeta che provoca una pioggia di anelli sulla sua superficie o meglio una pioggia di polvere formata da particelle di ghiaccio; di questo sono fatte, per l’appunto, le corone che circondano Saturno, che si pensa si siano formate dalla collisione di alcune lune ghiacciate che gravitavano attorno al pianeta.
Una quantità d’acqua in caduta verso la sua superficie notevole che, secondo i calcoli degli esperti, sarebbe sufficiente a riempire una piscina olimpionica nell’arco di appena mezz’ora.
Anelli a tempo, dunque, che aprono la strada anche a un’altra ipotesi, secondo la quale in un lontano passato persino Giove, Urano e Nettuno possano avere avuto un aspetto simile a quello attuale di Saturno e che poi, per la stessa ragione, l’abbiano perso.

Tempi duri anche per i pianeti, dunque, ma almeno questi eventi potranno fornire utili scappatoie a qualche umano, se fidanzate e compagne dovessero lamentarsi di non avere ricevuto a Natale il tanto atteso dono, la scusa sarà bella che pronta: gli anelli non sono più di moda, tanto che persino Saturno sta perdendo i suoi!

 

Tagged as

[There are no radio stations in the database]