Il video di Ben-Gvir che insulta Barghouthi

Scritto da in data Agosto 19, 2025

Il ministro della Sicurezza Nazionale israeliano, Itamar Ben-Gvir, è stato criticato per aver affrontato in carcere il noto prigioniero palestinese Marwan Barghouti.

Il ministro in un video dice a Barghouti che chiunque agisca contro Israele verrà “annientato”.

Barghouti era un tempo considerato un potenziale leader palestinese.

All’inizio degli anni 2000 è stato condannato a cinque ergastoli da Israele.

Da allora non era più apparso in pubblico.

Il video

Le riprese video che mostrano il ministro della Sicurezza Nazionale israeliano Itamar Ben-Gvir mentre insulta e provoca il leader palestinese Marwan Barghouthi faccia a faccia all’interno di una prigione israeliana sono inaccettabili, dice oggi in una nota il portavoce dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani Thameen Al-Kheetan.

“Il comportamento del ministro e la pubblicazione del filmato costituiscono un attacco alla dignità di Barghouthi”.

Il diritto internazionale “richiede che tutti i detenuti siano trattati con umanità, con dignità e che i loro diritti umani siano rispettati e tutelati”.

Tale condotta da parte del ministro responsabile del Servizio Penitenziario Israeliano “potrebbe incoraggiare la violenza contro i detenuti palestinesi, consentendo violazioni dei diritti umani nelle strutture di detenzione israeliane”.

Gaza

L’esercito israeliano nel frattempo, dice ancora Thameen Al-Kheetan, “ha intensificato i suoi attacchi nel nord della Striscia”.

L’esercito israeliano “ha anche continuato a emettere ordini di sfollamento per i palestinesi, compresi quelli di Gaza City, intimando loro di trasferirsi nella zona di Al Mawasi, nonostante gli attacchi continuino”.

Il 16 e 17 agosto “abbiamo registrato cinque attacchi contro tende di sfollati interni ad Al Mawasi, che hanno ucciso almeno nove persone”.

Centinaia di migliaia di palestinesi sfollati ad Al Mawasi “hanno scarso o nessun accesso a servizi e beni essenziali, tra cui cibo, acqua, elettricità e tende”.

Il rischio di morire di fame “è ovunque a Gaza“.

Questo “è il risultato diretto della politica del governo israeliano di bloccare gli aiuti umanitari”.

Nelle ultime settimane, le autorità israeliane hanno consentito l’ingresso di aiuti “solo in quantità ben al di sotto di quelle necessarie per evitare una carestia diffusa”.

Raggiungere le scarse scorte disponibili “può essere un’impresa mortale”.

Dal 27 maggio al 17 agosto “abbiamo documentato che 1.857 palestinesi sono stati uccisi mentre cercavano cibo, di cui 1.021 uccisi nelle vicinanze dei siti della Gaza Humanitarian Foundation e 836 uccisi lungo il percorso dei camion di rifornimento”.

La maggior parte di queste uccisioni “sembra essere stata commessa dall’esercito israeliano”.

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