27 novembre 2025 – Notiziario Mondo
Scritto da Barbara Schiavulli in data Novembre 27, 2025
- Gaza: Ospedali al collasso, aiuti bloccati.
- Guinea-Bissau: Colpo di Stato dopo le urne.
- Lo scontro tra Asia e Pacifico.
- Honk Kong: brucia un palazzo, 44 morti, centinaia di dispersi.
- Papa Leone in Turchia: Pace e unità nel primo viaggio del nuovo pontefice.
- Ucraina: I bambini entrano nel quarto anno scolastico sotto invasione.
- USA: Attacco vicino alla Casa Bianca, stop totale all’immigrazione afghana.
- Il team di Trump annulla i finanziamenti per le commemorazioni della Giornata mondiale contro l’AIDS dopo 37 anni.
Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets a cura di Barbara Schiavulli
Introduzione: L’Occidente in svendita – La pace secondo Trump e Putin
Il mondo si risveglia dentro un nuovo equilibrio — o forse dentro un vecchio inganno.
Il piano di pace russo-americano per l’Ucraina, negoziato in segreto tra Washington e Mosca, segna una svolta: non solo nella guerra, ma nel modo in cui gli Stati Uniti concepiscono se stessi.
Non più il “leader del mondo libero”, ma un potere che tratta, anche con i propri nemici, purché ci sia qualcosa da guadagnare.È un déjà-vu di Doha: allora con i talebani, oggi con il Cremlino. Le guerre finiscono nelle stanze chiuse, senza gli alleati, senza le vittime, senza le verità.
Trump ripropone la sua idea di politica estera: l’America non come garante, ma come giocatore. E chiunque creda di avere un’alleanza stabile — dall’Australia a Taiwan, fino all’Europa — deve chiedersi quanto valga davvero una firma americana.Il nuovo asse del mondo non si costruisce più sulla difesa dei valori, ma sul prezzo della convenienza.
E mentre Xi Jinping osserva e impara, forse già scrive il suo personale “piano in 28 punti” per Taiwan, offrendo non minacce ma affari, in quella diplomazia del baratto che oggi sembra governare tutto.È l’ora delle scelte: per l’Occidente, per chi ancora crede nelle democrazie, per chi sa che la pace non è solo assenza di guerra, ma il coraggio di non venderla al miglior offerente.
Israele e Palestina
■ GAZA: Le consegne di aiuti a Gaza restano quasi impossibili mentre i combattimenti continuano in tutto il territorio. L’ONU avverte che nessun ospedale è pienamente operativo: solo 18 su 36 funzionano parzialmente, mentre oltre 16.500 pazienti necessitano di evacuazione urgente.
Martedì, su otto missioni umanitarie pianificate, solo una è stata autorizzata da Israele. Le altre sono state bloccate o cancellate. L’ONU è riuscita comunque a far entrare 200 pallet di medicinali e cinque autobotti di carburante, ma il sistema sanitario resta al limite del collasso.
“Ogni consegna fa la differenza”, dice il portavoce Stéphane Dujarric, “ma serve accesso umanitario senza ostacoli.”
Intanto l’UNRWA tenta di mantenere viva l’istruzione per 47.000 bambini sfollati in 350 spazi provvisori: tra le macerie, l’aula resta l’ultimo rifugio possibile.
Il Ministero della Salute guidato da Hamas ha affermato che Israele ha consegnato i corpi di 15 palestinesi nell’ambito dello scambio di prigionieri-ostaggi, aggiungendo di aver identificato 99 corpi sui 345 restituiti da Israele finora.
Le IDF hanno dichiarato di aver colpito sei militanti che “molto probabilmente sono emersi dall’infrastruttura terroristica sotterranea” a Rafah, a Gaza, “mentre tentavano di fuggire”.
Il corpo dell’ostaggio deceduto Dror Or è stato restituito da Gaza a Israele martedì sera, ha dichiarato mercoledì l’ufficio del Primo Ministro Netanyahu, dopo l’identificazione forense.
Or, 48 anni, è stato assassinato insieme alla moglie Yonat nel kibbutz Be’eri il 7 ottobre 2023e il suo corpo è stato portato a Gaza.
Due dei loro figli, Noam e Alma, erano stati rapiti e rilasciati nel primo accordo di cessate il fuoco/presa di ostaggi nel novembre 2023.
■ CISGIORDANIA: L’ IDF ha dichiarato di aver ha avviato un’operazione di “ampia antiterrorismo” in Cisgiordania con lo Shin Bet e la Polizia di Frontiera.
Il Ministro della Difesa Israel Katz ha dichiarato, in una seduta a porte chiuse della Commissione Affari Esteri e Difesa della Knesset, che “le Forze di Difesa israeliane stanno lavorando con determinazione per prevenire” una possibile escalation in Cisgiordania.
Secondo l’Ufficio Stampa dei Prigionieri Palestinesi, 22 palestinesi sono stati arrestati dalle forze israeliane nella città di Tubas.
La Mezzaluna Rossa Palestinese ha riferito che i medici hanno curato 10 persone ferite da “brutali percosse” in seguito all’operazione, e quattro di loro sono state trasferite in ospedale per ulteriori cure.
Lunedì un riservista delle IDF è stato filmato mentre prendeva a calci un palestinese che giaceva sul ciglio di una strada dopo che i militari avevano arrestato lui e diversi altri palestinesi vicino a Ramallah.
Le IDF hanno dichiarato che “la condotta delle forze è sotto esame “.
Secondo filmati ottenuti da Haaretz e dalle testimonianze degli abitanti del villaggio, i coloni hanno molestato i palestinesi nella regione di Masafer Yatta, in Cisgiordania .
Un video mostra diversi coloni, tra cui uno armato di manganello e uno a cavallo, che imprecavano contro gli abitanti del villaggio e cercavano di scacciarli. Quattro persone sono rimaste ferite nell’attacco.
Più tardi mercoledì, i coloni hanno attaccato degli agricoltori palestinesi in un villaggio a sud di Betlemme e dopo l’arrivo degli abitanti del posto e il tentativo di respingere i coloni, le forze dell’IDF presenti sul posto hanno sparato gas lacrimogeni per disperdere la folla.
■ ISRAELE: Dal 7 ottobre 2023, Israele ha intensificato le violazioni della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, secondo un rapporto inviato alle Nazioni Unite dalle organizzazioni israeliane per i diritti umani .
Secondo il rapporto, “Israele ha smantellato le garanzie esistenti e ora impiega la tortura durante l’intero processo di detenzione… con alti funzionari che sanzionano questi abusi mentre i meccanismi giudiziari e amministrativi non riescono a intervenire”.
Tre mesi dopo che la Corte Suprema ha stabilito che ai prigionieri palestinesi deve essere fornito cibo a sufficienza per mantenersi in salute, nulla è cambiato, secondo i prigionieri .
Due gruppi israeliani per i diritti umani – l’Associazione per i diritti civili in Israele e Gisha – hanno presentato una petizione alla corte affinché il Commissario del Servizio Penitenziario Kobi Yaakobi venga multato o incarcerato per oltraggio alla corte, citando le conclusioni delle loro recenti visite in carcere.
Turchia
Il Papa statunitense Leone, al suo primo viaggio all’estero, è partito oggi per la Turchia, dove lancerà un appello per la pace in Medio Oriente e per l’unità tra le Chiese cristiane.
La visita celebra i 1.700 anni del Concilio di Nicea, dove nacque il Credo ancora recitato da milioni di fedeli. Dopo Ankara, dove incontrerà Erdogan, Leo volerà a Istanbul per riunirsi con il patriarca Bartolomeo I, simbolo del dialogo tra cattolici e ortodossi divisi dal 1054.
Missionario in Perù per decenni, Leo è un volto nuovo sulla scena geopolitica: in molti attendono le sue prime parole su guerra e diplomazia.
Domenica sarà in Libano, in un Paese devastato dalla crisi e dalle tensioni con Israele, per ribadire che senza giustizia non c’è pace, e senza pace non c’è fede.
Guinea Bissau
In Guinea-Bissau, la fragile democrazia è crollata di nuovo. Mercoledì i militari hanno annunciato di aver preso il controllo totale del Paese, arrestato il presidente Umaro Sissoco Embaló, chiuso le frontiere e sospeso il processo elettorale, a soli tre giorni dalle elezioni generali.
Il generale Denis N’Canha, circondato da soldati armati, ha letto l’annuncio in diretta televisiva: “Un comando composto da tutte le forze armate assume la guida del Paese fino a nuovo ordine”.
Poche ore prima, pesanti scontri a fuoco erano stati segnalati nei pressi del palazzo presidenziale. Embaló, favorito per la rielezione, è stato portato nel quartier generale dell’esercito “dove è trattato bene”, secondo fonti militari. Arrestati anche il ministro dell’Interno e il capo di Stato maggiore.
Le frontiere terrestri, marittime e aeree sono state sigillate, i media sospesi, e un coprifuoco imposto in tutto il Paese. Le strade della capitale Bissau si sono svuotate nel giro di poche ore.
L’esercito afferma di aver sventato un piano di destabilizzazione “legato a signori della droga” che avrebbe previsto l’ingresso di armi per alterare l’ordine costituzionale.
Tra i fermati anche Domingos Simões Pereira, storico leader dell’opposizione, escluso dal voto da una decisione della Corte Suprema considerata politica. Le elezioni, già bollate come farsa da osservatori internazionali, avevano visto sia Embaló sia il suo sfidante Fernando Dias autoproclamarsi vincitori in attesa dei risultati ufficiali.
L’ONU, l’Unione Africana e la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS) hanno espresso “profonda preoccupazione” per un “palese tentativo di sabotare la transizione democratica”.
Il Paese, uno dei più poveri al mondo, è da tempo crocevia del traffico di droga tra America Latina ed Europa, un affare che alimenta potere e corruzione.
Con questo golpe, la Guinea-Bissau segna il suo nono colpo di Stato o tentativo dal 1980.
In un’Africa occidentale sempre più militarizzata – da Mali a Niger, da Burkina Faso a Guinea – Bissau si aggiunge alla lista dei Paesi in cui la democrazia resiste solo a parole, mentre i generali tornano a dettare legge.
Sudafrica
Il presidente Donald Trump ha annunciato che il Sudafrica non sarà invitato al G20 del 2026, che si terrà a Miami. La decisione — definita da Pretoria “un affronto diplomatico senza precedenti” — nasce dal rifiuto di Cyril Ramaphosa di passare simbolicamente la presidenza del gruppo agli Stati Uniti, come da tradizione.
Trump ha accusato il Paese di “orribili abusi dei diritti umani contro i bianchi” e di non essere “degno di appartenere a nessuna organizzazione internazionale”.
Pretoria respinge con forza le accuse di “genocidio bianco”, definite “false e razziste”, ricordando che la violenza nelle aree rurali colpisce tutte le comunità.
Il G20 di Miami — ospitato nel resort di proprietà della famiglia Trump — rischia così di diventare il vertice più divisivo della storia del forum, trasformando la diplomazia in una guerra culturale planetaria.
Bulgaria
Migliaia di persone sono scese in piazza a Sofia per protestare contro la bozza di bilancio presentata dal governo del premier Rosen Zhelyazkov. Convocati sui social dal partito riformista “Continuiamo il Cambiamento”, i manifestanti hanno circondato il Parlamento gridando slogan contro la coalizione di governo.
Il bilancio, redatto per la prima volta in euro in vista dell’ingresso nell’eurozona nel 2026, è accusato di essere inflazionistico e di penalizzare il settore sociale, aumentando i contributi e congelando i redditi.
Le bandiere bulgare ed europee sventolano insieme: la protesta chiede trasparenza e giustizia sociale, in un Paese che teme di entrare in Europa con le vecchie disuguaglianze di sempre.
Ucraina
Quasi 4,6 milioni di bambini ucraini stanno vivendo il quarto anno scolastico sotto le bombe. Le sirene interrompono le lezioni, molti istituti restano chiusi o distrutti — oltre 2.800 dall’inizio dell’invasione russa, secondo l’ONU.
Quasi un milione di studenti segue le lezioni online, spesso da rifugi o cantine. “La scuola deve restare uno spazio sicuro anche in guerra”, ricorda l’UNICEF, che ha garantito programmi educativi a più di mezzo milione di bambini e aiuti economici invernali a decine di migliaia di famiglie.
In un Paese devastato, studiare è diventato un atto di resistenza: un modo per affermare che, nonostante tutto, il futuro dei bambini ucraini non può essere bombardato.
Stati Uniti
Le autorità per l’immigrazione statunitensi hanno arrestato Bruna Caroline Ferreira, cittadina brasiliana e madre del nipote della portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt. La donna, ex beneficiaria del programma DACA, è detenuta in un centro ICE in Louisiana dopo aver oltrepassato i limiti di un visto turistico.
La vicenda, definita dagli avvocati “deportazione di massa casuale”, mette in luce la stretta migratoria senza precedenti di Trump, che punta a record storici di espulsioni: oltre due terzi dei 53.000 detenuti non hanno precedenti penali.
Il caso diventa politico: la retorica del “nessuno è al di sopra della legge” ora bussa alla porta stessa della Casa Bianca.
- Dopo l’attacco armato di un cittadino afghano contro due membri della Guardia Nazionale a Washington, il governo statunitense ha annunciato la sospensione immediata e a tempo indeterminato di tutte le richieste d’immigrazione di cittadini afghani.
Il responsabile, Rahmanullah Lakanwal, 29 anni, arrivato negli USA nel 2021 con il programma Operation Allies Welcome, è stato ferito e arrestato. Le autorità parlano di un’azione solitaria.
Il presidente Donald Trump, da Mar-a-Lago, ha definito l’attacco “un crimine contro la nazione e contro l’umanità”, ordinando l’invio di 500 soldati aggiuntivi per proteggere la capitale.
La decisione dell’USCIS segna un nuovo giro di vite sull’immigrazione, mentre l’amministrazione intensifica deportazioni e controlli.
A pagare il prezzo dell’attacco, ancora una volta, rischiano di essere migliaia di afghani che avevano trovato rifugio dopo la caduta di Kabul.
- Per la prima volta in oltre trent’anni, il Dipartimento di Stato americano non celebrerà la Giornata mondiale contro l’AIDS, interrompendo una tradizione che risaliva al 1993.
Una direttiva interna vieta di usare fondi federali o canali pubblici per promuovere l’evento, in linea con la nuova politica di “non celebrare giornate commemorative”.
Il portavoce ha spiegato che “una giornata di sensibilizzazione non è una strategia”, mentre l’amministrazione Trump continua a ridurre i fondi del programma PEPFAR, che in vent’anni ha salvato oltre 26 milioni di vite.
Le Nazioni Unite avvertono: i tagli rischiano di lasciare milioni di persone senza cure, segnando un passo indietro nella lotta globale contro l’HIV.
Perù
Il Quarto Tribunale Penale del Perù ha condannato l’ex presidente Martín Vizcarra a 14 anni di carcere per corruzione nei casi Lomas de Ilo e Ospedale di Moquegua. L’ex capo di Stato è stato riconosciuto colpevole di aver ricevuto 2,3 milioni di soles in tangenti — circa 590 mila euro — quando era governatore di Moquegua.
La sentenza è a esecuzione immediata: Vizcarra è stato arrestato in aula e dovrà anche restituire la somma delle mazzette, oltre a 9 anni di interdizione dai pubblici uffici.
Secondo i giudici, avrebbe chiesto il 2% del valore delle opere pubbliche a imprese edilizie in cambio di appalti.
Dal suo account su X ha denunciato una “vendetta politica”, dichiarando di “non essere disposto a piegarsi”.
Con la condanna di Vizcarra, un altro ex presidente peruviano finisce dietro le sbarre, in un Paese dove la corruzione sembra più stabile del potere stesso.
Myanmar
La giunta militare del Myanmar ha concesso la grazia a oltre 3.000 detenuti politici e ha ritirato le accuse contro altri 5.500, a poche settimane da elezioni giudicate farsa dalla comunità internazionale.
Il regime afferma di voler “garantire il diritto di voto”, ma per gli osservatori si tratta di una mossa di propaganda per legittimare un voto sotto controllo militare.
Dal colpo di Stato del 2021, più di 30.000 persone sono state arrestate e Aung San Suu Kyi resta in carcere.
Le liberazioni “condizionate” permettono alla giunta di mostrarsi clemente, ma restano un’arma politica: chi osa ancora parlare, rischia di tornare subito dietro le sbarre.
Corea del Sud
La Corea del Sud ha lanciato con successo la sua quarta navetta spaziale Nuri, mettendo in orbita più di una dozzina di satelliti. Per la prima volta, il lancio è stato condotto insieme a un’azienda privata, la Hanwha Aerospace, che ha guidato produzione e assemblaggio grazie a tecnologie trasferite dal governo.
Il razzo è decollato nella notte dal Naro Space Center e ha segnato un passo decisivo verso l’autonomia tecnologica del Paese.
Il presidente Lee Jae-myung ha parlato di “fondamento per le generazioni future”, mentre Seul punta a sei lanci entro il 2027 per consolidare la propria posizione nel mercato spaziale asiatico.
Cina e Stati Uniti
Per avere la prova che ci troviamo in un momento critico per la diplomazia asiatica, si legge sul NY Times, basta guardare alle telefonate di Trump di questa settimana con Xi Jinping, il massimo leader cinese, e Sanae Takaichi, il primo ministro del Giappone.
Xi e Trump hanno parlato lunedì, dopo che Takaichi ha compiuto il più grande sforzo dalla Seconda guerra mondiale per affermare pubblicamente che la sicurezza di Taiwan è anche la sicurezza del Giappone.
Ore dopo la conversazione con Xi, Trump ha parlato con Takaichi. Entrambi hanno espresso valutazioni positive sulla loro conversazione successiva, ma hanno fornito pochi dettagli.
Dopo mesi di contesa con gli Stati Uniti sui dazi, Cina e Giappone ora si contendono il sostegno americano alle rispettive posizioni su Taiwan.
Questo è insolito. Il forte sostegno americano a Taiwan, su cui Pechino rivendica la sovranità, è storicamente un dato di fatto, così come l’alleanza dell’America con il Giappone. Ma Trump ha una lunga storia di sovvertimento delle posizioni statunitensi. E si è mostrato reticente nel rivelare le sue opinioni su Taiwan.
Il risultato è che Cina e Giappone sono in una resa dei conti , con Trump nel mezzo.
La posizione dura del Giappone
Negli ultimi anni la Cina ha fatto tutto il possibile per isolare Taiwan. Paesi come la Lituania e la Repubblica Ceca che osano avere contatti informali con l’isola subiscono rapide ritorsioni. Pattuglie aeree e navali cinesi circumnavigano Taiwan con frequenza crescente.
Pochi osservatori si aspettavano che Takaichi assumesse immediatamente una posizione dura. Ma questo mese, ha dichiarato al Parlamento che un tentativo della Cina di bloccare o invadere Taiwan sarebbe stato un problema di “sopravvivenza” per il Giappone. Questo termine ha implicazioni legali, perché consente la mobilitazione delle forze armate giapponesi.
I commenti di Takaichi sono stati tra i più forti mai pronunciati da un leader giapponese in merito al suo contributo alla difesa di Taiwan.
La Cina ha risposto con una serie di misure economiche, militari e diplomatiche. Ha bloccato le importazioni di pesce dal Giappone, cancellato concerti di artisti giapponesi in Cina, bloccato molti voli per il Giappone e scoraggiato turisti e studenti cinesi dal visitare il Paese.
Tre navi da guerra cinesi hanno sorvolato un’isola giapponese quattro giorni dopo le dichiarazioni di Takaichi. Da allora, quattro navi armate della Guardia Costiera cinese sono passate vicino alle isole amministrate dal Giappone a nord di Taiwan. E la Cina ha chiesto alle Nazioni Unite di esprimere una dura critica alle dichiarazioni di Takaichi.
Ma i funzionari giapponesi non intendono arretrare.
Il Giappone ha presentato una risposta scritta all’ONU. E durante una visita domenica a una base militare sull’isola di Yonaguni, nel Giappone meridionale, a circa 110 chilometri a est di Taiwan, il ministro della Difesa giapponese ha confermato l’intenzione di schierare lì missili antiaerei.
I missili non hanno la gittata necessaria per raggiungere anche solo metà strada tra Taiwan e la Cina continentale, ma potrebbero proteggere i territori più meridionali del Giappone. Martedì, il Giappone ha dichiarato di aver fatto decollare i suoi aerei da combattimento dopo aver individuato un drone, presumibilmente cinese, nei pressi dell’isola.
Rivisitando la seconda guerra mondiale
Le chiamate presidenziali giungono “nel mezzo di quella che è probabilmente la crisi più grave nelle relazioni tra Cina e Giappone degli ultimi dieci anni”, ha affermato David Sacks, ricercatore per gli studi asiatici presso il Council on Foreign Relations.
La crisi è stata segnata anche da una notevole mossa retorica da parte della Cina.
Quando si parla di Taiwan, la Cina viene solitamente presentata come il Paese che cerca di sconvolgere lo status quo. Xi e il suo ministro degli Esteri hanno invece iniziato a presentare la Cina come il garante dell’ordine globale del secondo dopoguerra, e a dipingere Taiwan e i suoi difensori come gli sfidanti di tale ordine.
Secondo una dichiarazione di Pechino, durante la telefonata Xi ha sottolineato a Trump che “Cina e Stati Uniti hanno combattuto fianco a fianco contro il fascismo e il militarismo; ora dovrebbero lavorare insieme per salvaguardare i risultati della vittoria nella Seconda guerra mondiale”.
È una mossa insolita. La maggior parte delle interpretazioni convenzionali dell’ordine postbellico tende a includere tra i suoi pilastri le alleanze degli Stati Uniti con Giappone e Corea del Sud.
Ma fa parte di un più ampio sforzo da parte della Cina per riformulare la narrazione della Seconda Guerra Mondiale, assegnandosi un ruolo più importante nella lotta contro il fascismo e il Giappone imperialista. Questo è stato il messaggio di una parata militare a Pechino a settembre, dove Xi ha accolto i leader di Russia e Corea del Nord.
Quell’evento ha anche messo in luce tre paesi dotati di armi nucleari – Cina, Russia e Corea del Nord – che si sono uniti nello scontro con Giappone, Corea del Sud e Taiwan, nessuno dei quali, su insistenza degli Stati Uniti, ha sviluppato un proprio arsenale nucleare. Si presume che siano sotto la protezione dell’ombrello nucleare americano.
Per ora, Trump ha evitato di rivelare se cederà alle pressioni cinesi per modificare decenni di sostegno americano a Taiwan. Ha solo affermato che prevede di recarsi a Pechino ad aprile.
Hong Kong
Un enorme incendio ha devastato un complesso residenziale di otto torri a Tai Po, a nord di Hong Kong: finora si contano almeno 44 morti — tra cui un pompiere — oltre 60 feriti e circa 279 persone dichiarate disperse.
Le fiamme sono divampate mercoledì pomeriggio su un’impalcatura esterna in bambù durante lavori di ristrutturazione e si sono propagate rapidamente grazie a materiali altamente infiammabili applicati sulla facciata, rendendo la vittima-mattanza la più grave dal 1996.
Tre dirigenti di un’impresa edile e un suo consulente sono stati arrestati con l’accusa di omicidio colposo per “negligenza grossolana”; la rabbia pubblica monta: molti vedono in quella impalcatura e quelle scelte economiche una trappola per poveri.
Le operazioni di salvataggio proseguono sotto condizioni estreme, con decine di squadre di soccorso impegnate tra fumo, calore e detriti. Nel frattempo, la tragedia rilancia il dibattito — già acceso — sulle politiche di edilizia sociale e sicurezza negli stabili popolari di Hong Kong
Australia
L’Australia ha bloccato tre siti “nudify” che usavano IA per creare immagini di sfruttamento sessuale minorile. Le piattaforme, visitate da circa 100.000 utenti australiani al mese, permettevano di “spogliare chiunque”, inclusi studenti, e offrivano opzioni come “schoolgirl” o “sex mode”.
Dopo un avvertimento ufficiale e la minaccia di multe fino a 49 milioni di dollari australiani, i siti si sono ritirati dal Paese.
La commissaria Julie Inman Grant ha definito queste tecnologie “devastanti per le scuole”, sottolineando che l’IA senza regole è diventata un’arma di abuso e umiliazione.
Canberra guida la battaglia globale contro le derive digitali: stop ai social sotto i 16 anni e tolleranza zero verso i deepfake sessuali.
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