14 luglio 2022 – Notiziario
Scritto da Barbara Schiavulli in data Luglio 14, 2022
Ascolta il podcast
- Biden giunto in Israele, un tour di quattro giorni per corteggiare dittatori e alleati di guerra.
- Bielorussia: giornalista condannata a otto anni per tradimento.
- Le donne iraniane protestano contro la Giornata della modestia togliendosi il velo.
- Regno Unito: la storia del campione Mo Farah dovrebbe spingere i paesi a rivedere le proprie politiche sui rifugiati.
- Sri Lanka: il presidente Rajapaksa non rispetta la scadenza delle dimissioni.
- Haiti nel caos, novanta morti per la violenza delle bande.
- Afghanistan: almeno trentanove morti per inondazioni improvvise.
Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli.
Regno Unito
Trent’anni fa un ragazzo fu portato illegalmente nel Regno Unito da Gibuti per lavorare come schiavo domestico. Hussein Abdi Kahin è oggi un eroe britannico, tranne per il fatto di essere identificato con un nome diverso, datogli da coloro che lo hanno introdotto di nascosto nel paese utilizzando documenti di viaggio falsi. Mohamed Farah, ora trentanovenne, è probabilmente il più grande atleta di atletica leggera a rappresentare la Gran Bretagna. Ha vinto quattro medaglie d’oro olimpiche, due ciascuna ai giochi estivi 2012 e 2016. È stato nominato cavaliere ed è un nome familiare nel paese adottato con la forza, di cui è comunque un cittadino orgoglioso. Rivelazioni scioccanti sulla sua storia passata appaiono in un documentario di BBC intitolato The Real Mo Farah, nel quale il corridore di fondo racconta di aver vissuto le ricadute della guerra civile nel proprio paese natale, il Somaliland, quasi appena nato, inclusa la perdita del padre in guerra all’età di quattro anni e la separazione dalla madre. La tratta avviene in tutto il mondo, anche nei paesi più stabili. Nel Regno Unito, per esempio, quest’anno la tratta di bambini è aumentata di quasi il 10%, per un totale di 5.468 ragazzi. I dati recenti ci offrono uno sguardo preoccupante sul futuro. Secondo Save the Children, un gruppo di difesa, oggi più di quattrocento milioni di bambini vivono in zone di conflitto. Un rapporto Unicef pubblicato il mese scorso rivela che circa trentasei milioni e mezzo di bambini sono stati sfollati nel mondo, il numero più alto dalla Seconda Guerra Mondiale. La decisione di Farah, scrive The Natonal News, di trovare il coraggio di raccontare la propria storia è ancora più ammirevole e fonte di ispirazione per migliaia di individui meno fortunati che hanno avuto esperienze simili. Dovrebbe anche spingere i governi, sicuramente quello di Londra, a rivedere le proprie politiche di detenzione dei rifugiati e la gestione dei casi di minori sfollati dai loro paesi.
Afghanistan
Almeno trentanove persone sono morte durante le improvvise inondazioni delle scorse settimane nelle regioni orientali, meridionali e centrali del paese colpito da forti piogge. Nove delle persone morte erano minori, ha affermato l’ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli affari umanitari. Le forti piogge hanno danneggiato o distrutto circa duemilanovecento case, e hanno anche impedito l’arrivo dei soccorsi. Il movimento della terra causato dalle piogge, che l’ha fatta scivolare, ha trasportato ordigni inesplosi in diversi villaggi di Paktya e i rischi aumentano.
In reazione al servizio di BBC sulle ripetute uccisioni di uomini disarmati in circostanze sospette da parte delle SAS inglesi in Afghanistan, Amnesty International ha affermato che i risultati sono “orribili” e ha chiesto «un’indagine efficace e trasparente» su queste accuse. BBC ha riferito che gli agenti della SAS in Afghanistan hanno ripetutamente ucciso detenuti e uomini disarmati in circostanze sospette. BBC ha affermato che il suo programma “Panorama” ha analizzato centinaia di pagine di resoconti operativi della SAS, inclusi rapporti che coprono più di una dozzina di incursioni “uccidi o cattura” effettuate da uno squadrone SAS a Helmand nel 2010/2011. TOLOnews ha contattato il distretto di Musa Qala, nella provincia meridionale di Helmand, dove i residenti hanno affermato che ogni famiglia ha perso almeno un membro nei raid delle truppe straniere negli ultimi venti anni. «Amnesty International richiede un’indagine efficace e trasparente sulle accuse mosse contro le forze speciali britanniche in Afghanistan, che forniscano giustizia alle vittime e ritengano responsabili gli autori di reati», ha affermato Zaman Sultani, ricercatore per l’Asia meridionale di Amnesty International, citato in una dichiarazione di Amnesty International. «Oltre all’omicidio in sé, è scioccante, davvero scioccante che sia emersa la prova che alti funzionari militari abbiano coperto i crimini», ha affermato John Sifton, Direttore dell’advocacy per l’Asia presso Human Rights Watch.
Iran
In Iran, le donne stanno protestando contro l’hijab obbligatorio, pubblicando video di loro stesse che si tolgono il velo in segno di protesta contro il presidente intransigente del paese. Le attiviste martedì si sono rivolte ai social media per protestare contro la Giornata nazionale dell’hijab e della modestia del paese, celebrata il 12 luglio, e hanno pubblicamente rimosso i loro veli chiedendo l’annullamento delle leggi sull’hijab obbligatorio. Indossare l’hijab e abiti modesti è diventato obbligatorio per le donne e le ragazze di età superiore ai nove anni, in Iran, dopo la rivoluzione islamica del 1979, ma l’attuazione della legge dipende dal governo al potere.
https://twitter.com/AlinejadMasih/status/1546800911154089985
All’inizio di questo mese il vice procuratore di Mashhad, nel nord-est dell’Iran, ha vietato alle donne di frequentare uffici e banche o di usare la metropolitana se non indossano l’hijab. Le donne sono state regolarmente prese di mira dalla polizia morale della repubblica, nota come Gasht-e Ershad, per aver mostrato i capelli in pubblico o per aver indossato “in modo improprio” l’hijab.
Today (12 July) I remove my hijab to protest against compulsory hijab which is crime in Iran. Forcing women to wear hijab is not part of Iranian's culture.
It is the culture of Taliban, ISIS and Islamic Republic. Enough is enough.
#No2Hijab#WalkingUnveiled#حجاب_بی_حجاب pic.twitter.com/CDWQ58TYuY— Nagging Shrew (@Naggingshrew) July 12, 2022
Biden in Medio Oriente
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato che userà la forza come ultima risorsa per impedire all’Iran di ottenere un’arma nucleare, mentre inizia un viaggio in Medio Oriente. Parlando in un’intervista con Channel 12, tv israeliana, registrata prima che lasciasse Washington martedì (12 luglio) ma andata in onda ieri, Biden ha detto che manterrà il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC) dell’Iran nell’elenco delle organizzazioni terroristiche straniere (FTO) degli Stati Uniti, anche se questo ha di fatto “ucciso” l’accordo nucleare iraniano del 2015.
Biden è poi arrivato in Israele mercoledì per iniziare un viaggio di quattro giorni il cui scopo principale è allineare i principali stati “clienti” degli Stati Uniti in Medio Oriente — Israele e Arabia Saudita — con i piani di Washington per la guerra contro Russia e Iran. Nelle osservazioni fatte dopo l’atterraggio del suo aereo, il presidente ha affermato che il legame tra israeliani e americani è “profondo all’osso” e ha espresso il fermo sostegno allo stato ebraico. Il presidente ha confermato il suo impegno per una soluzione a due stati del conflitto tra Israele e palestinesi. Una proposta a due stati avanzata durante l’amministrazione Trump, soprannominata “Vision for Peace”, avrebbe consentito a Israele di mantenere i suoi insediamenti, annettere gran parte della Valle del Giordano e avrebbe creato strade di accesso solo israeliane attraverso il territorio palestinese , tutti termini che i palestinesi non accetteranno mai.
Dopo due giorni in Israele e in Cisgiordania, Biden si sposterà a Riyadh, in Arabia Saudita, per incontrare i leader sauditi e i rappresentanti del Consiglio di cooperazione del Golfo, che comprende gli altri cinque sceicchi del Golfo Persico oltre a Egitto, Giordania e Iraq. Nel perseguire questa agenda militare, Biden sta semplicemente abbandonando le questioni dei “diritti umani”. In particolare, Biden terrà un incontro faccia a faccia con il sovrano saudita de facto, il principe Mohammed bin Salman, che una volta ha denunciato come un “paria” a causa del suo ruolo di mandante nell’omicidio del dissidente saudita e giornalista di The Washington Post Jamal Khashoggi. Anche a Israele è stato concesso uno sdoganemanto per le azioni omicide contro la popolazione palestinese della Cisgiordania e di Gaza, sebbene ciò non sia una novità per il governo degli Stati Uniti. Solo una settimana prima che Biden partisse per la sua visita a Tel Aviv e Gerusalemme, il Dipartimento di Stato ha pubblicato un rapporto sull’omicidio della giornalista palestinese-americana Shireen Abu Akhlef, uccisa a colpi di arma da fuoco da un cecchino israeliano mentre riferiva di operazioni militari israeliane nella città di Jenin, in Cisgiordania, per Al Jazeera Arabic. Al presidente è stato anche chiesto di parlare dell’uccisione di Shireen Abu Akleh. L’amministrazione Biden ha ignorato la richiesta di incontrare la famiglia di Akleh e invece li ha invitati a visitare Washington.
Siria
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che prevede una proroga di sei mesi del meccanismo di aiuti transfrontalieri per la Siria, fino al 10 gennaio, periodo imposto dalla Russia mentre tutti i partner avevano chiesto un anno.
La risoluzione è stata adottata con dodici voti su quindici, con il voto favorevole di Russia, Cina e dei dieci membri non permanenti del Consiglio di Sicurezza. Gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Francia si sono astenuti per sottolineare il loro disaccordo con una durata che considerano insufficiente per pianificare adeguatamente l’erogazione degli aiuti.
Libia
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha rinnovato il mandato della missione d’inchiesta indipendente (Independent Fact-Finding Mission, Ffm) sulla Libia. Il prolungamento, approvato all’unanimità, è fino al novembre 2023, precisa sempre su Twitter la tv Al Jazeera.
Marocco
Gli almeno ventitré migranti che il 24 giugno hanno perso la vita forzando le barriere di confine fra il Marocco e la Spagna nell’enclave di Melilla, sono «con ogni probabilità morti per soffocamento, per asfissia meccanica»: a questa conclusione è giunto il perito medico inviato dall’organizzazione per i diritti umani marocchina Cndh, appoggiata dallo stato, secondo la quale «le forze dell’ordine non hanno usato armi da fuoco».
Germania
Due ristoratori italiani, entrambi cinquantatreenni, sono stati ritrovati morti nella cantina di un ristorante a Stoccarda. I due sarebbero morti a causa di ferite da taglio, scrive Stuttgarter Zeitung.
Ungheria
Diverse migliaia di ungheresi hanno protestato ieri contro il governo del primo ministro Viktor Orban, nella seconda giornata di manifestazioni antigovernative dopo che l’accelerazione della legislazione che aumenta drasticamente le tasse per le piccole imprese. Martedì, un blocco durato un’ora di un ponte a Budapest non è riuscito a fermare l’approvazione di una mozione del governo nazionalista di Orban per aumentare l’aliquota fiscale per centinaia di migliaia di piccole imprese. La manifestazione di ieri è ricominciata di nuovo fuori dal parlamento, prima che i manifestanti bloccassero temporaneamente i principali nodi del traffico e un altro ponte sul fiume Danubio.
Bielorussia
La Bielorussia ha condannato una giornalista, che ha seguito le proteste contro il presidente Alexander Lukashenko, ad altri otto anni di carcere per “tradimento di stato”, secondo il canale per cui ha lavorato. Katerina Bakhvalova — che usava lo pseudonimo di Katerina Andreyeva — stava già scontando una condanna a due anni per “violazione dell’ordine pubblico” e doveva essere rilasciata a settembre. La ventottenne è stata arrestata nel novembre 2020 con la collega giornalista Daria Chultsova durante le riprese di una delle manifestazioni antigovernative che hanno colpito la Bielorussia quell’anno. Bakhvalova è una dei 1.244 prigionieri politici nel paese. La leader dell’opposizione bielorussa in esilio Sviatlana Tsikhanouskaya ha affermato che la sentenza è una punizione per aver mostrato “la verità”.
Ucraina – Russia
«Due milioni di ucraini sono stati deportati in Russia, sono stati intimiditi e i loro documenti sottratti». Lo ha denunciato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, rivolgendosi ai partecipanti alla conferenza “Asian Leadership”, che si svolge a Seoul, stando a quanto riporta Unian. Zelensky ha osservato che tra i deportati ci sono «diverse centinaia di migliaia di bambini», precisando che è difficile fornirne un numero esatto. Secondo il leader ucraino la Russia ha creato dei campi di filtraggio attraverso i quali costringe le persone a passare nei territori occupati.
L’Ucraina ha bisogno di almeno 165,1 miliardi di dollari per la ricostruzione del dopoguerra. Lo stima la Kyiv School of Economics (Kse), come riporta The Kyiv Independent. Le abitazioni danneggiate rappresentano quasi il 40% delle perdite, che ammontano a 36,6 miliardi di dollari, secondo l’ultimo aggiornamento di Kse del suo studio “Russia Will Pay”.
Si è concluso l’incontro a Istanbul tra le delegazioni militari di Kiev, Mosca, Ankara e i rappresentanti dell’Onu riguardo i corridoi nel mar Nero per permettere l’esportazione di grano dai porti dell’Ucraina.
La Corea del Nord ha formalmente riconosciuto l’indipendenza di due “repubbliche popolari” separatiste filo-russe nell’Ucraina orientale, diventando la terza nazione al mondo a farlo, secondo i media statali del Nord. Russia e Siria hanno già sostenuto la loro indipendenza. In precedenza, l’Ucraina aveva annunciato di aver interrotto i rapporti diplomatici con la Corea del Nord per la decisione di riconoscere le regioni separatiste.
Stati Uniti
Joshua Schulte, ex ingegnere informatico della Cia, è stato dichiarato colpevole da una giuria federale di Manhattan di aver causato «uno dei più audaci e dannosi atti di spionaggio nella storia americana», secondo le accuse del procuratore Damian Williams. Schulte, che ha detto di essere un capro espiatorio di Cia e Fbi, era stato arrestato dopo la rivelazione, nel 2017 da parte di Wikileaks, di una serie di documenti confidenziali che dettagliavano i metodi segreti dell’agenzia per penetrare nei network informatici di governi stranieri e terroristi. Gli sono state attribuite altre nove imputazioni, compresa la raccolta di informazioni sulla difesa nazionale e la loro trasmissione illegale.
Haiti
Una settimana di violenza tra bande nella capitale di Haiti ha provocato la morte di almeno ottantanove persone, ha affermato un gruppo per i diritti umani. Con l’aumento dei prezzi, la carenza di carburante e la guerra tra bande che accelerano una brutale spirale discendente per la sicurezza a Port-au-Prince. I disordini sono scoppiati il 7 luglio tra due fazioni rivali a Cite Soleil, un quartiere povero e densamente popolato di Port-au-Prince. Mentre gli spari negli slum hanno echeggiato per quasi una settimana, la polizia, a corto di personale e mal equipaggiata, non è intervenuta, mentre le organizzazioni umanitarie internazionali hanno lottato per fornire scorte alimentari essenziali e cure mediche alle vittime. Migliaia di famiglie che vivono nei bassifondi sorti in questa zona, negli ultimi quattro decenni non hanno avuto altra scelta che nascondersi all’interno delle proprie case, incapaci di andare a prendere cibo o acqua e, con molte case fatte di lamiera, decine di residenti sono rimaste vittime di proiettili vaganti.
Sri Lanka
Il presidente dello Sri Lanka Gotabaya Rajapaksa ha mancato la scadenza annunciata dal presidente del parlamento per presentare le sue dimissioni, dopo essere fuggito dal paese diretto alle Maldive, mentre mesi di proteste alimentate dall’inflazione hanno preso slancio. Il presidente del Parlamento Mahinda Yapa Abeywardena ha affermato di non avere la lettera di dimissioni del presidente che è partito dallo Sri Lanka poche ore prima delle dimissioni previste. Il settantatreenne si era nascosto dopo che folle di manifestanti avevano preso d’assalto la sua residenza il 9 luglio, e aveva annunciato che si sarebbe dimesso il 13 luglio. Le autorità dello Sri Lanka hanno successivamente confermato che Gotabaya era volato alle Maldive con sua moglie e due guardie del corpo dopo la piena approvazione del ministero della Difesa del paese.
Il primo ministro dello Sri Lanka Ranil Wickremesinghe, ora presidente ad interim, ha dichiarato lo stato di emergenza nel paese ed è stato imposto il coprifuoco nella provincia occidentale. Ha prestato giuramento come presidente per un periodo temporaneo fino a quando un nuovo presidente non sarà eletto dal Parlamento il 20 luglio, e le nomine per la presidenza saranno richieste il 19 luglio. Lo Sri Lanka, paese di ventidue milioni di persone, è vittima di una turbolenza economica senza precedenti, la peggiore degli ultimi sette decenni, paralizzato da un’acuta carenza di valuta estera che lo ha costretto a lottare per pagare le importazioni essenziali di carburante e altri beni essenziali. Per sfuggire alla rabbia pubblica, mercoledì il presidente Gotabaya Rajapaksa è fuggito alle Maldive da dove ha nominato il primo ministro Ranil Wickremesinghe come presidente ad interim, il che ha inasprito la crisi politica e innescato nuove proteste nel paese.
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