2 luglio 2024 – Notiziario in genere
Scritto da Angela Gennaro in data Luglio 2, 2024
La band metal musulmana tutta al femminile dell’Indonesia va a Glastonbury. Biden sale sul palco con Elton John per celebrare i traguardi LGBTQIA+. Messico, discriminazione sul posto di lavoro.
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Indonesia
La band metal indonesiana Voice of Baceprot, composta da tre donne musulmane, si è esibita al prestigioso Festival di Glastonbury.
Quando tre ragazze indonesiane hanno formato una band metal 10 anni fa per cantare di uguaglianza di genere e pace al suono di chitarre e tamburi, difficilmente avrebbero potuto sognare di suonare un giorno a Glastonbury.
Eppure, un decennio dopo, le tre donne musulmane delle Voice of Baceprot sono la prima band indonesiana a esibirsi al festival di fama mondiale in Gran Bretagna, dove gli headliner includono Coldplay e Dua Lipa.
La carriera
Il loro set segna l’ultimo momento clou di una carriera sfrenata che ha visto Firda Kurnia (chitarra e voce), Widi Rahmawati (basso) ed Euis Siti Aisah (batteria) accumulare un’enorme fanbase sfidando gli stereotipi di genere nella società indonesiana dominata dagli uomini.
“Onestamente, Glastonbury non era nella nostra lista dei desideri perché lo consideriamo un sogno troppo grande”, ha detto prima dell’esibizione venerdì mattina Euis, 24 anni, all’AFP.
Voice of Baceprot è nata da umili origini in un villaggio vicino alla città di Garut, a Giava occidentale.
Hanno conquistato i e le fan con le loro chiassose cover dei Rage Against the Machine – la parola “baceprot” significa rumoroso in sundanese, una lingua tradizionale indonesiana – e con il loro materiale originale.
Poi è arrivata una più ampia attenzione internazionale, compresi i complimenti di alcune superstar.
Il sogno di un tour in Indonesia
I conservatori musulmani in Indonesia hanno criticato la band per il fatto di essere composta da sole donne e hanno anche affermato che i loro vestiti sono inappropriati.
Ma le Voice of Baceprot sono rimaste fedeli alle loro convinzioni e hanno risposto con la loro musica.
Il loro più grande successo – “Dio, Permettetemi (Per favore) di suonare” – ha collezionato milioni di ascolti su YouTube e Spotify e prende di mira i detrattori conservatori che dicono che le donne non dovrebbero suonare quella musica.
La band ha anche scritto canzoni sul cambiamento climatico e sui diritti delle donne.
“Creiamo canzoni basate su ciò che vediamo, ascoltiamo, leggiamo e sperimentiamo noi stesse”, ha detto Firda.
L’ascesa del gruppo è arrivata con un rischio che non avevano previsto: fan “ossessionat3” curiosi di ogni aspetto della loro vita.
Alcuni si sono addirittura presentati a casa loro per cercare di incontrarle.
“Noi diciamo: ‘OK, forse questo è uno dei rischi del lavoro.’ Le nostre famiglie a volte si confondono”, ha detto Firda, 24 anni.
Dopo essersi formate nel 2014, le Voice of Baceprot hanno suonato in piccoli festival intorno a West Java, una delle province più conservatrici dell’Indonesia.
Successivamente si sono trasferite nella capitale Giakarta e hanno anche suonato concerti online durante la pandemia di Covid.
Da allora sono tornate nella loro città natale, dove stanno costruendo il proprio studio.
Widi ha detto che la band ha ricevuto “molte” offerte per suonare all’estero.
E uno dei loro sogni è radicato in casa.
“In realtà vogliamo davvero fare un tour in Indonesia”, ha detto Widi. “Ma non ne abbiamo ancora avuto l’opportunità”.
Stati Uniti
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha reso omaggio all’attivismo pioniere LGBTQIA+ e alla leggenda della musica britannica Elton John che ha eseguito i suoi successi mentre i due hanno inaugurato venerdì un sito storico a New York City di celebrazione delle “rivolte di Stonewall del 1969”.
Apparendo più tagliente di quanto non avesse fatto nel disastroso dibattito contro Donald Trump la sera prima, l’81enne Biden ha elogiato chi si è ribellat3 il 28 giugno 1969 contro l’ennesimo raid della polizia nel bar gay Stonewall Inn del Greenwich Village – un momento fondamentale nella lotta per i diritti LGBTQ.
Stonewall Inn
“Ha segnato un punto di svolta per i diritti civili in America e ha ispirato il cuore di milioni di persone in tutto il mondo. Ad oggi, Stonewall rimane il simbolo di un’eredità di leadership per la comunità LGBTQ+, in particolare per le donne trans di colore”, ha affermato.
Le sei notti delle rivolte di Stonewall hanno segnato la nascita del moderno movimento per i diritti gay. Sulla loro scia è nato il Gay Pride.
Il bar esiste ancora ed è stato designato monumento nazionale dall’ex presidente Barack Obama nel 2016.
Da venerdì è stato aggiunto un piccolo museo gratuito: chi lo visita ha la possibilità di conoscere la storia del sito.
“Proprio come la cittadinanza americana visita l’Independence Hall, la Liberty Bell o la Statua della Libertà per abbracciare la storia del nostro Paese, ora possiamo rendere omaggio a un luogo dove abbiamo iniziato a lottare per la nostra libertà, i nostri diritti, la nostra uguaglianza”, ha detto Mark Segal , che ha fatto parte della rivolta di Stonewall.
Elton John, lui stesso un’icona LGBTQ, ha detto: “Il lavoro non è finito”.
Il musicista 77enne ha concluso un trionfante tour d’addio lo scorso anno, ma è tornato sul palco venerdì con un breve recital.
Ha dedicato il classico “Don’t Let the Sun Go Down on Me” al suo amico Larry Kramer, uno dei co-fondatori dell’organizzazione Act Up, e a “tutte le persone LGBTQ+ che ci hanno preceduto e hanno aperto la strada per arrivare dove siamo ora”.
Messico
Almeno il 42% dei lavoratori e lavoratrici appartenenti a diversità sessuali segnalano, in Messico, discriminazione sul posto di lavoro: a dirlo è un sondaggio pubblicato in questi giorni.
I numeri
L’Istituto Nazionale di Statistica e Geografia (INEGI) sottolinea che più di 5 milioni di persone (su una popolazione totale di 126 milioni) dichiarano di appartenere alla comunità LGBTQIA+: il 61% ha un lavoro.
Almeno il 33% dei dipendenti e delle dipendenti delle aziende intervistato per questa indagine ha affermato che di solito è oggetto di “battute di carattere sessuale” e il 25% subisce “commenti dispregiativi”.
Allo stesso modo, 1 su 5 ha affermato di sentirsi “escluso/a socialmente”.
Il 79% afferma che le leadership delle realtà lavorative spesso mostrano l’intenzione di promuovere l’inclusione attraverso le loro politiche del lavoro. Ma questi obiettivi non sono stati ancora raggiunti poiché esistono ancora “pregiudizi e culture su cui bisogna lavorare” attraverso strategie “radicate nel DNA di un’organizzazione e nella cultura del lavoro”.
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