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- Colombia: primo leader progressista, ex ribelle, a diventare capo dello Stato.
- Forte terremoto colpisce Taiwan.
- Afghanistan: l’Isis rivendica l’attentato al tempio sikh.
- I profughi rohingya in Bangladesh chiedono il rimpatrio.
- Gli Stati Uniti chiedono al Vietnam il rilascio dell’attivista ambientale Nguy Thi Khanh.
- Il parlamento ucraino approva nuove leggi per eliminare la cultura russa.
Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli.
Afghanistan
Lo Stato Islamico ha rivendicato l’attacco di due giorni fa al tempio sikh di Kabul, in Afghanistan, nel quale sono morti un membro della comunità e un combattente talebano − sette i feriti − affermando che si è trattato di una rappresaglia per gli insulti contro il profeta Maometto. Le proteste in diversi paesi musulmani sono scoppiate in seguito ai commenti fatti all’inizio di giugno da una portavoce del partito del premier indiano Narendra Modi sulla relazione tra il Profeta e la moglie più giovane, Aisha. L’attacco è avvenuto a seguito di una visita di una delegazione indiana a Kabul per discutere della distribuzione degli aiuti umanitari dall’India all’Afghanistan.
Almeno due persone sono rimaste uccise domenica in un’esplosione che ha colpito un’auto nella capitale afghana, hanno riferito funzionari: è il terzo attacco mortale nel paese in tre giorni.
Israele e Palestina
Un concerto della comunità Lgbt palestinese, che doveva tenersi venerdì in un circolo culturale di Ramallah (Cisgiordania), è stato annullato all’ultimo momento in seguito alle contestazioni di un gruppo di attivisti guidati da un esponente di Hamas. Ne da notizia The Jerusalelm Post, secondo il quale a suscitare la ostilità dei contestatori è stata in particolare la presenza del musicista di Gerusalemme Est e attivista politico Bashar Murad.
Un palestinese è stato ucciso ieri nei pressi del muro di separazione vicino alla città di Qalqilya, in Cisgiordania. Lo ha riferito il ministero della Sanità locale, citato dall’agenzia Wafa che ha identificato il ragazzo in Ahmed Taysir Ghanem di Nablus. Secondo l’esercito, citato dai media, il palestinese stava tentando di danneggiare la barriera.
Centinaia di persone hanno partecipato a un evento commemorativo per celebrare i quaranta giorni dall’uccisione da parte delle forze israeliane della nota giornalista di Al Jazeera Shireen Abu Akleh, uccisa a colpi di arma da fuoco il mese scorso nella città occupata di Jenin, in Cisgiordania. La corrispondente di Al Jazeera Nida Ibrahim, da Ramallah, in Cisgiordania, ha detto che centinaia di persone si sono radunate domenica all’evento commemorativo in cui i partecipanti hanno firmato una petizione per chiedere pubblicamente giustizia per la giornalista uccisa.
Egitto
La Ue finanzierà la guardia costiera egiziana con ottanta milioni di euro nel tentativo di prevenire l’aumento dei livelli di migrazione attraverso il Mediterraneo, secondo un documento interno: lo si legge su Al Araby. Finora, oltre tremilacinquecento egiziani sono fuggiti dal paese quest’anno, quasi tutti prendendo la pericolosa rotta marittima verso l’Italia. Il numero di traversate dall’Egitto è quadruplicato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e, secondo i dati della Ue, gli egiziani sono ora la prima nazionalità per i migranti che arrivano attraverso rotte irregolari. Si ritiene che l’aumento della fame, la stagnazione della crescita economica e la diffusa preoccupazione per le violazioni dei diritti umani siano tra i fattori chiave che spingono all’aumento della migrazione attraverso il Mediterraneo.
Tunisia
Migliaia di sostenitori del “Fronte di salvezza nazionale”, collettivo che racchiude cinque partiti politici e cinque associazioni della società civile, hanno manifestato davanti al Teatro Municipale di Tunisi per protestare contro le misure del presidente Kais Saied, per «rivendicare la necessità di preservare i valori della libertà, le conquiste democratiche del popolo tunisino e l’indipendenza della magistratura».
Etiopia
Testimoni in Etiopia hanno riferito domenica che più di duecento persone, per lo più di etnia amhara, sono state uccise in un attacco nella regione dell’Oromia e ne incolpano un gruppo ribelle, che invece lo nega. È uno degli attacchi più mortali della memoria recente, poiché le tensioni etniche continuano nel secondo paese più popoloso dell’Africa.
Zanzibar
C’è stato un rinvio a giudizio e martedì, davanti a un tribunale di Zanzibar, in Tanzania, si terrà la prima udienza del processo a carico di Francesca Scalfari e di suo marito Simon Wood. La donna, nata nel milanese, e il britannico sono in carcere nel paese africano sotto accusa per riciclaggio di denaro e falso nell’ambito di una disputa legale con loro ex-soci italiani. La coppia, che da 15 anni vive a Zanzibar dove gestisce un hotel, come noto, era stata arrestata la mattina del 7 giugno.
Francia
Il presidente francese Emmanuel Macron ha perso il controllo dell’Assemblea nazionale nelle elezioni legislative di ieri, una grave battuta d’arresto che potrebbe gettare il paese in una paralisi politica, a meno che non sia in grado di negoziare alleanze con altri partiti. La coalizione centrista Ensemble di Macron, che vuole aumentare l’età pensionabile e approfondire ulteriormente l’integrazione nella Ue, puntava a ottenere il maggior numero di seggi alle elezioni di domenica, che invece saranno ben al di sotto della maggioranza assoluta necessaria per controllare il parlamento, come hanno mostrato i risultati quasi finali. È tallonato da Nupes, la coalizione di sinistra guidata da Jean-Luc Mélenchon (170-190 seggi). Il successo più vistoso è quello di Marine Le Pen, rieletta, che riesce a decuplicare il numero di deputati: erano otto, saranno fra settantacinque a novantacinque, terza forza del paese.
Germania
Le autorità tedesche hanno annunciato di aver evacuato quasi settecento persone vicino Berlino, a causa di vasto incendio che si è esteso su quasi cento ettari di una zona boschiva, mentre un’ondata di caldo eccezionale ha colpito il paese e parte dell’Europa.
Ucraina – Russia
«La guerra in Ucraina potrebbe durare per anni». A dirlo è il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg in un’intervista pubblicata dal quotidiano tedesco Bild. «Dobbiamo essere preparati che duri anni» ha detto, suggerendo di «non indebolire il sostegno all’Ucraina, anche se i costi sono elevati non solo in termini di supporto militare, ma anche a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari».
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha avvertito che è probabile che la Russia intensifichi la sua “attività ostile” questa settimana, poiché Kiev attende una decisione storica dell’Unione europea sulla sua domanda di adesione. Quasi tre mesi dopo che la Russia ha lanciato una sanguinosa invasione del suo paese, Zelensky ha affermato che ci sono state «poche decisioni così importanti per l’Ucraina» come quella che si aspetta dalla Ue questa settimana. «Solo una decisione positiva è nell’interesse dell’intera Europa», ha detto domenica nel suo discorso serale. «Ovviamente, ci aspettiamo che la Russia intensifichi l’attività ostile questa settimana… Ci stiamo preparando. Siamo pronti», ha proseguito.
Il parlamento ucraino ha approvato due proposte di legge che limiteranno la musica e i libri russi. Se il presidente Volodymyr Zelensky firmerà le proposte, sarà un significativo passo avanti nel tentativo di Kiev di epurare la cultura russa. Il primo disegno di legge impone pesanti restrizioni a qualsiasi autore che detenga la cittadinanza russa dopo il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991. La legge vieterà la stampa di libri da parte di cittadini russi, vieterà l’importazione commerciale di qualsiasi libro stampato in Russia, Bielorussia, o “territorio ucraino occupato” e richiederà un permesso speciale per importare qualsiasi libro in russo. In futuro, i libri in Ucraina potranno essere pubblicati solo in ucraino e nelle lingue ufficiali dell’Unione Europea. Il russo non è una delle ventiquattro lingue ufficiali della Ue. I libri in altre lingue possono essere stampati solo nella lingua originale o tradotti in una delle venticinque lingue consentite. La legge prevede un’esenzione per gli autori russi che rinunciano al passaporto russo e ottengono la cittadinanza ucraina. La seconda legge vieta la riproduzione di qualsiasi tipo di musica russa sui media o sui mezzi pubblici. La legislazione aumenta anche le quote per la musica e il parlato in lingua ucraina in televisione e alla radio. Le indicazioni sono che Zelensky firmerà i progetti di legge. Il ministro della Cultura ucraino Oleksandr Tkachenko – membro del partito Servent of the People di Zelensky – ha accolto favorevolmente le proposte di legge. «Le leggi sono progettate per aiutare gli autori ucraini a condividere contenuti di qualità con il più ampio pubblico possibile che, dopo l’invasione russa, non accetta alcun prodotto creativo russo a livello fisico», ha affermato. Le bozze non sono il primo tentativo di Kiev di soffocare la cultura russa in Ucraina. Dopo il colpo di Stato del 2014 in Ucraina, il governo appoggiato dagli Stati Uniti ha approvato diverse restrizioni alla lingua russa. Nel 2018, un film con Zelensky – Love in the Big City 2 – è stato bandito perché prodotto in russo. Come presidente, Zelensky ha portato avanti la guerra culturale. Dopo l’invasione russa, Zelensky ha rimosso i membri del parlamento dai partiti ritenuti “filorussi”. Ha anche nazionalizzato i media ucraini, dandogli un ulteriore controllo sulla narrativa in Ucraina.
Stati Uniti
Un agente e almeno due civili sono rimasti feriti, ieri sera, in una sparatoria a Washington Dc, nell’area nordoccidentale della capitale, vicino al Moechella Music Festival. In un’altra sparatoria, sempre a Washington Dc, è stata uccisa una ragazzina di 16 anni.
Primo negozio Apple ad aderire al sindacato, sugli oltre duecentosettanta negli Stati Uniti. È successo a Tonwson, nell’area di Baltimora, in Maryland, dove sessantacinque dipendenti hanno votato a favore e trentatré contro. I lavoratori si uniscono per chiedere salari più alti, maggiori benefit e per avere più voce sulle misure anti pandemia.
Ecuador
Centinaia di indigeni sono entrati domenica nella capitale dell’Ecuador, Quito, dopo quasi una settimana di proteste contro le politiche economiche e sociali del presidente Guillermo Lasso, che non è stato in grado di rimuovere blocchi stradali e violenze in tutto il paese. Manifestanti indigeni sono arrivati in camion, auto e a piedi in mezzo allo stato di emergenza dichiarato da Lasso in tre province − compresa quella di Quito − un po’ per frenare le proteste, che a volte hanno visto violenze, con la polizia bloccata e attacchi all’industria petrolifera e coltivazione di fiori.
Colombia
Il candidato di sinistra Gustavo Petro, ex membro del movimento di guerriglia M-19, che ha promesso un cambiamento sociale ed economico, ha ottenuto ieri la presidenza della Colombia, primo progressista a riuscirci nella storia del paese. Petro, 62 anni, ha sconfitto il magnate delle costruzioni Rodolfo Hernandez con un margine inaspettatamente ampio di oltre settecentomila voti. Petro, ex sindaco della capitale Bogotà e attuale senatore, si è impegnato a combattere la disuguaglianza con l’istruzione universitaria gratuita, riforme pensionistiche e tasse elevate sui terreni improduttivi. Ha vinto con il 50,5% contro il 47,3% di Hernandez. Le proposte di Petro, in particolare il divieto di nuovi progetti petroliferi, hanno spaventato alcuni investitori, sebbene abbia promesso di rispettare i contratti attuali. La sua vittoria causerà nervosismo sui mercati fino all’annuncio del suo gabinetto, hanno detto analisti a Reuters ieri.
Chi è il nuovo presidente della Colombia
Brasile
Cinque sospettati hanno aiutato a nascondere i corpi del giornalista britannico Dom Phillips e dell’esperto indigeno Bruno Pereira dopo che sono stati assassinati in Amazzonia, ha detto la polizia brasiliana. La coppia è stata vista l’ultima volta sulla propria barca sul fiume Itaquai − vicino all’ingresso del territorio indigeno della valle di Javari, che confina con Perù e Colombia − il 5 giugno, scomparendo poco dopo. I loro corpi sono stati ritrovati dieci giorni dopo. L’autopsia ha suggerito che siano stati uccisi da una «arma da fuoco con le tipiche munizioni da caccia» e tre uomini sono già stati arrestati.
Bangladesh
Musulmani rohingya che vivono nei vasti campi profughi nel sud-est del Bangladesh hanno organizzato manifestazioni per chiedere il rimpatrio nella loro patria etnica dello stato di Rakhine, in Myanmar. Domenica le autorità del Bangladesh hanno consentito a diversi gruppi di rohingya di tenere manifestazioni simultanee del “Go Home”, prima della Giornata mondiale del rifugiato di lunedì. Gli organizzatori hanno detto che più di mille rohingya hanno preso parte a ciascuno degli eventi in almeno ventinove campi. La polizia ha dichiarato che migliaia di rifugiati si sono uniti alle marce, in piedi su strade e vicoli con cartelli che dicevano: “Basta! Andiamo a casa”. Il ministero degli Esteri del Bangladesh ha affermato che durante l’incontro il governo del Myanmar è stato incoraggiato a rimpatriare i rifugiati rohingya entro la fine dell’anno. I precedenti tentativi di rimpatrio sono falliti, con i rohingya che si sono rifiutati di tornare a casa fino a quando il Myanmar non avrà fornito garanzie di sicurezza alla minoranza in gran parte musulmana. I leader rohingya affermano di voler tornare ai loro villaggi originari nel Rakhine.
Almeno nocentoventimila rifugiati rohingya rimangono bloccati in condizioni squallide nei campi profughi di Cox’s Bazar. Ciò include circa settecentocinquantamila rohingya che sono stati costretti a lasciare la loro patria a causa della repressione guidata dai militari contro la loro comunità nel 2017. Migliaia di persone sono state uccise, violentate, torturate o arrestate durante la repressione, perpetrata con “intento genocida”, secondo le Nazioni Unite che hanno descritto la comunità come la minoranza più perseguitata al mondo. Ai rohingya, che da generazioni vivono in Myanmar, viene negata la cittadinanza e vengono bollati come immigrati clandestini dal Bangladesh, che allo stesso modo nega loro la cittadinanza.
Inondazioni devastanti stanno affliggendo la nazione dell’Asia meridionale del Bangladesh. Almeno venticinque persone sono morte e milioni sono stati sfollati a causa delle forti piogge.
Vietnam
Il governo degli Stati Uniti si è detto “profondamente preoccupato” per la condanna dell’attivista ambientale vietnamita Nguy Thi Khanh, e ha chiesto al Vietnam di rilasciarla. Khanh, il prima vincitrice del Vietnam del prestigioso premio ambientale Goldman, sarebbe stata arrestata a febbraio con l’accusa di evasione fiscale. Il fondatore del Green Innovation and Development Center è stato arrestato a gennaio. Il dipartimento di Stato non ha detto per cosa sia stata condannata. Khanh, che ha vinto il premio Goldman nel 2018, ha fatto una campagna affinché il Vietnam adotti strategie energetiche più ecologiche, mettendosi in contrasto con le ambizioni del paese di aumentare la produzione di carbone. A gennaio il suo ufficio e la sua casa sono stati perquisiti e documenti e dispositivi confiscati. Khanh è stata l’ultima attivista a essere arrestata dalle autorità per accuse fiscali.
Filippine
Sara Duterte-Carpio, figlia del presidente filippino uscente Rodrigo Duterte, ha prestato giuramento domenica come 15° vicepresidente del paese, chiedendo l’unità nazionale dopo una campagna elettorale fortemente divisiva. Duterte-Carpio, 44 anni, era la compagna di corsa di Ferdinand Marcos Jr., che ha vinto anche lui alle elezioni del 9 maggio e presterà giuramento come presidente del paese il 30 giugno, quando inizierà il suo mandato di sei anni. Anche Marcos, figlio e omonimo del dittatore caduto in disgrazia cacciato dal potere in una rivolta nel 1986, ha preso parte alla cerimonia di inaugurazione a cui hanno partecipato parenti, alleati e sostenitori di Duterte-Carpio.
Taiwan
Un terremoto di magnitudo 6,0 ha colpito lunedì a est di Taiwan, 38 chilometri a sud della città di Hualien, ha affermato l’US Geological Survey. Non ci sono state segnalazioni immediate di danni o feriti.
Hong Kong
La Cina ha presentato domenica i nuovi alti funzionari di Hong Kong sotto la guida del leader entrante John Lee, che ha promesso di portare l’hub finanziario globale a nuovi livelli, scrollandosi di dosso le preoccupazioni per le sanzioni che gli Stati Uniti gli hanno imposto. In segno di continuità per il settore finanziario, che aveva seguito da vicino la nomina, il segretario alle finanze Paul Chan, libero dalle sanzioni statunitensi, manterrà il suo incarico nel territorio governato dalla Cina. Il nuovo segretario alla giustizia di Hong Kong sarà Paul Lam, al posto di Teresa Cheng, mentre Eric Chan diventerà il nuovo segretario capo, hanno affermato l’agenzia di stampa ufficiale, Xinhua, e il governo del territorio. Lee, l’ex vice leader di Hong Kong, presterà giuramento per sostituire l’amministratrice delegata Carrie Lam il primo luglio, un giorno dopo la fine del suo mandato di cinque anni. Lam ha curato uno dei periodi più tumultuosi del territorio, caratterizzato da manifestazioni a favore della democrazia, una nuova e radicale legge sulla sicurezza nazionale e la battaglia contro il coronavirus.
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