20 maggio 2025 – Notiziario in genere
Scritto da Angela Gennaro in data Maggio 20, 2025
Le donne sudanesi “sostengono il peso della guerra mentre aumentano le morti materne”.
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Sudan
La brutale guerra in Sudan tra le Forze Armate Sudanesi (SAF) e le Forze di Supporto Rapido (RSF) paramilitari, giunta ormai al terzo anno, ha avuto un impatto devastante sulle donne, le cui sofferenze si stanno aggravando a causa del collasso quasi totale del sistema sanitario nazionale.
Lo scrive Azza Mohammed per il Sudan Media Forum.
La mortalità materna è aumentata vertiginosamente, con donne incinte e neomamme tra le più vulnerabili in un paese afflitto da sfollamenti, fame e povertà.
Il tasso di mortalità materna è salito a 295 decessi ogni 100mila nati vivi, secondo i dati del ministero Federale della Salute.
Il ministro della Salute Haitham Mohammed Ibrahim ha dichiarato che “il numero di decessi di donne incinte osservati tra giugno 2023 e luglio 2024 ha raggiunto gli 870 decessi, di cui 350 avvenuti all’interno di ospedali e strutture sanitarie”.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che oltre 1,1 milione di donne incinte in Sudan non abbiano più accesso a servizi di base come l’assistenza prenatale, il parto sicuro e l’assistenza post-partum.
“La perdita di una madre”
Nora, una madre in lutto di Gereida, nel Darfur meridionale, conosce fin troppo bene questa sofferenza.
Sua figlia incinta, gravemente malata negli ultimi mesi di vita, è stata trasferita all’ospedale di Merowe, nello Stato settentrionale del Sudan, dopo un viaggio di migliaia di chilometri.
È morta poco dopo il parto.
Con il dolore dipinto sul volto e la nipotina neonata legata alla schiena, Nora è stata vista pregare mentre aspettava il trasporto a Ed Debba, nel Darfur settentrionale, iniziando il doloroso ritorno a Gereida da sola con la bambina.
Aveva trascorso cinque mesi bloccata a causa della mancanza di fondi, passando la notte nel campo di Housh Melit nel Darfur settentrionale prima di proseguire il suo viaggio.
Gli abitanti del posto hanno riferito a Radio Dabanga che i servizi sanitari a Gereida sono praticamente inesistenti.
Le tre unità amministrative della zona condividono un unico ospedale rurale, privo di attrezzature essenziali, personale medico e persino di una macchina a raggi X, costringendo i e le residenti a compiere faticosi viaggi a Nyala, nel Darfur meridionale, per esami medici di base.
“La guerra aggrava la crisi sanitaria”
“La questione della mortalità materna dovuta alla guerra è una delle più preoccupanti per tutti coloro che lavorano nel settore sanitario e dei diritti umani”, ha dichiarato il ministro della Salute Ibrahim.
Ha confermato un tasso di mortalità infantile di 51 decessi ogni 1.000 nati vivi.
Le Nazioni Unite avevano precedentemente stimato il tasso di mortalità materna in Sudan a 270 decessi ogni 100.000 nati vivi.
Dalla guerra, il ministero Federale della Salute riporta ora una cifra impressionante di 100 decessi ogni 10.000 nascite, un numero condiviso dall’OMS e dall’UNICEF.
Adiba Ibrahim, dell’Associazione Medica Sudanese, ha avvertito che il 90% delle istituzioni sanitarie del Paese è al collasso.
“Questo ha peggiorato la situazione sanitaria, soprattutto nelle zone di conflitto”, ha affermato.
Secondo lei, l’Organizzazione per la Lotta contro la Violenza contro le Donne e i Bambini ha registrato oltre 316mila decessi per colera e 576mila per dengue.
Ha inoltre citato 176mila donne incinte affette da malnutrizione, 850mila donne in allattamento decedute e 45mila bambini e bambine deceduti a causa della malnutrizione.
Parlando a Madaniya News, Adiba ha segnalato 679 casi di violenza sessuale, di cui 256 riguardanti minorenni di età compresa tra i 5 e i 16 anni.
“Vita in un limbo”
Per le famiglie sfollate, la lotta per accedere anche alle cure più elementari continua.
Nella città settentrionale di Tanqasi, un villaggio situato sulla riva occidentale del Nilo, a circa 17 chilometri a valle di Merowe, la settantenne Radia del Darfur settentrionale ora dorme per terra davanti a un ospedale con la figlia e il figlio piccolo feriti.
Sono fuggiti da un bombardamento aereo a Melit, nel Darfur settentrionale, ma il trauma non è terminato con lo sfollamento.
Sua figlia giace su un letto in affitto, con una ferita al piede non curata.
La famiglia non può permettersi la retta giornaliera dell’ospedale di 25mila SDG, per non parlare del costo dell’operazione di 500mila SDG.
“Condividiamo i pasti con altri pazienti”, ha detto Radia, “ma di notte sopporto il freddo da sola, pregando che basti a salvare mia figlia”.
La storia di Radia rispecchia quella di migliaia di sudanesi che hanno perso casa, mezzi di sussistenza e dignità a causa degli incessanti combattimenti tra le SAF e le RSF.
La guerra ha devastato l’accesso delle donne all’assistenza sanitaria, costringendole a percorrere lunghe distanze in condizioni pericolose, spesso con esiti tragici.
Il Sudan Media Forum richiama l’attenzione sulla crisi in aggravamento e sull’urgenza di coinvolgere le parti interessate per affrontare l’emergenza sanitaria che colpisce donne e bambini.
Questo rapporto fa parte di un più ampio impegno del Sudan Media Forum per evidenziare il costo umano della guerra in Sudan e l’urgente necessità di interventi umanitari e medici, in particolare per le donne che continuano a sopportare il peso di questo conflitto in corso.
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