24 settembre 2020 – Notiziario

Scritto da in data Settembre 24, 2020

  • La famiglia del palestinese autistico ucciso chiede che i soldati israeliani che gli hanno sparato siano processati (in copertina).
  • Iran: nonostante le gravi condizioni, riportata in carcere l’avvocata dei diritti umani detenuta.
  • L’Onu taglia gli aiuti sanitari in Yemen.
  • Russia: “Navalny se vuole può tornare”.
  • Sono 14 milioni le persone sfollate negli ultimi sei mesi.
  • Dopo un anno di carcere, rilasciato giornalista algerino.
  • Alcuni dei detenuti talebani rilasciati in Afghanistan sono tornati a combattere.
  • La Volkswagen risarcisce le vittime della dittatura brasiliana.

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin

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Coronavirus e informazione

L’iniziativa delle Nazioni Unite, chiamata “Verified”, combatte la disinformazione con la verità. «Il coronavirus non è solo un’emergenza di salute pubblica, è anche un’emergenza di comunicazione. Non appena il Covid-19 si è diffuso in tutto il mondo, messaggi inaccurati e persino pericolosi sono proliferati selvaggiamente sui social media, lasciando le persone confuse, e mal consigliate», ha detto il Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, in un evento virtuale a margine dell’Assemblea Generale organizzato dall’Oms. «L’antidoto sta nell’assicurarsi che i fatti sostenuti dalla scienza e le linee guida sanitarie circolino ancora più velocemente e raggiungano le persone ovunque abbiano accesso alle informazioni».

Gli sfollati nel mondo

Milioni di persone sono state sfollate a causa di conflitti e disastri naturali quest’anno, secondo il Centro di monitoraggio dello spostamento interno (IDMC) che ha sede in Svizzera, che ha affermato nel suo rapporto che più di 14 milioni di persone sono state sradicate dalle loro case durante i primi sei mesi del 2020. La maggior parte di questi spostamenti interni, 9,8 milioni, sono stati causati da disastri naturali tra cui cicloni, inondazioni, incendi e infestazioni di locuste. Altri 4,8 milioni – un milione in più rispetto alla prima metà del 2019 – sono stati causati da conflitti, soprattutto in Siria, Repubblica Democratica del Congo e Burkina Faso. Alla fine dello scorso anno, il totale globale ammontava a 50,8 milioni di sfollati interni.

Il rapporto prevede che altri milioni di persone diventeranno sfollati nei prossimi mesi tra condizioni meteorologiche estreme e violenze in corso. «Le cifre sbalorditive registrate nei primi sei mesi dell’anno testimoniano la persistente volatilità delle crisi di sfollamento in tutto il mondo», ha detto la direttrice dell’IDMC Alexandra Bilak. «Ad aggravare questo è la pandemia Covid-19, che ha ridotto l’accesso all’assistenza sanitaria e aumentato le difficoltà economiche e i rischi di protezione per le comunità sfollate».

Yemen

L’ONU ha affermato mercoledì di aver tagliato aiuti vitali a 300 strutture sanitarie in tutto lo Yemen; effettuati tagli anche ai servizi di distribuzione alimentare delle Nazioni Unite. Si tratta di tagli che arrivano mentre la guerra saudita, sostenuta dagli Stati Uniti, continua a imperversare. La guerra ha distrutto le infrastrutture mediche dello Yemen, ha causato la più grande epidemia di colera dei giorni nostri e ha lasciato la popolazione civile gravemente insicura dal punto di vista alimentare. Tra aprile e agosto, le Nazioni Unite hanno chiuso o ridotto più di un terzo dei programmi umanitari in Yemen. Se l’ONU non riceverà ulteriori finanziamenti nelle prossime settimane, sono previsti ulteriori tagli. Il coordinatore umanitario delle Nazioni Unite per lo Yemen ha affermato di aver ricevuto solo 1 miliardo di dollari dei 3,2 miliardi di dollari necessari per finanziare questi programmi. Nel 2018, Save the Children aveva pubblicato un rapporto che diceva che ben 85.000 bambini sotto i cinque anni sono morti di fame nello Yemen tra aprile 2015 e ottobre 2018.

Arabia Saudita

Un gruppo di dissidenti sauditi esiliati in Gran Bretagna, negli Stati Uniti e altrove, ha annunciato ieri il lancio di un partito di opposizione, la prima resistenza politica organizzata sotto il governo di re Salman. L’Arabia Saudita è una monarchia assoluta che non tollera alcuna opposizione politica, ma la formazione del Partito dell’Assemblea Nazionale, nell’anniversario della fondazione del regno, arriva nel pieno di un crescente giro di vite statale contro il dissenso e la libertà di espressione. È improbabile che la nascita di questo nuovo partito possa minare seriamente l’autorità della famiglia dominante più potente del mondo arabo, ma rappresenta una nuova sfida per i governanti dell’Arabia Saudita alle prese con i bassi prezzi del petrolio greggio mentre si preparano a ospitare un vertice del G20 a novembre, nel mezzo della pandemia di coronavirus.

Iran

L’eminente avvocata per i diritti civili Nasrin Sotoudeh, ricoverata in ospedale per una grave condizione cardiaca e in sciopero della fame da più di 40 giorni, è stata trasferita ieri nella prigione di Evin, come rivela il Centro per i diritti umani in Iran (CHRI). La sua famiglia resta all’oscuro dei dettagli delle sue condizioni cardiologiche. «Ci è stato impedito di incontrarla e discutere la sua situazione con lei mentre era in ospedale», ha detto suo marito Reza Khandan al CHRI ieri. «Ho appena scoperto che è stata rilasciata e portata fuori dall’ospedale dalle forze di sicurezza in modo di non farcela vedere. Credo che venga riportata a Evin. È estremamente debole a causa dello sciopero della fame. Ho il sospetto che l’abbiano portata alla clinica medica di Evin data la sua situazione disastrosa», ha detto il marito.

Israele e mondo arabo

L’ambasciatrice degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, Kelly Craft, mercoledì ha detto che un nuovo Paese riconoscerà Israele “nei prossimi due giorni”. «Be’, potrebbe essere oggi – ce ne sarà uno nei prossimi giorni o due», ha detto Craft in un’intervista ad Al Arabiya, un canale di notizie di proprietà saudita. La Craft non ha rivelato quale possa essere il paese in questione. I ministri degli esteri degli Emirati Arabi Uniti e del Bahrein hanno partecipato alla cerimonia della Casa Bianca la scorsa settimana, diventando il terzo e il quarto paese arabo a riconoscere Israele.

Israele e Palestina

I genitori di Iyad Hallaq, il ragazzo palestinese autistico disarmato e ucciso a colpi di arma  da fuoco dalla   polizia israeliana il maggio scorso, hanno presentato una petizione all’Alta Corte di Giustizia israeliana affinché siano completate le indiagini sul caso e siano messi sotto processo i due agenti coinvolti nell’omicidio. La polizia ha ucciso il 32enne Hallaq nella Città Vecchia di Gerusalemme mentre si recava in una scuola per bisogni speciali che frequentava. La polizia sostiene di aver pensato che il telefono cellulare che stava trasportando fosse un “oggetto sospetto”. L’incidente è stato oggetto di un’indagine, condotta dall’unità, per cattiva condotta della polizia del ministero della Giustizia israeliano, avviata quasi quattro mesi fa, il giorno della sparatoria.
Fonti vicine alle indagini hanno detto al quotidiano israeliano Haaretz che l’indagine si ridurrà in procedimenti disciplinari per gli agenti coinvolti, o che il caso sarà chiuso del tutto. Nella loro petizione dell’Alta Corte, Rana e Khairy Hallaq cercano una spiegazione sul motivo per cui non sono state presentate accuse penali contro gli ufficiali.

Il giudice della Corte Suprema, Yosef Elron, ha chiesto che il caso sia ascoltato il prima possibile. Ha inoltre ordinato al governo di dare una risposta alla petizione non meno di 14 giorni prima all’udienza, per la quale non è stata ancora fissata una data. I genitori di Hallaq hanno già espresso critiche nei confronti delle indagini, dopo che è stato detto loro che non ci sono riprese della sparatoria perché le telecamere di sicurezza della zona non funzionavano. Haaretz ha scoperto che ci sono almeno dieci telecamere di sicurezza nei 150 metri tra la Porta dei Leoni della Città Vecchia – dove la polizia israeliana ha iniziato a inseguire Hallaq – e il deposito della spazzatura dove è avvenuto l’omicidio.

Egitto

Tre poliziotti egiziani sono stati uccisi mentre cercavano di impedire a quattro militanti islamisti nel braccio della morte di fuggire da una prigione de Il Cairo, ha detto ieri il ministero degli Interni. Tutti e quattro i militanti sono stati uccisi nel tentativo di fuggire dalla prigione di Tora. Tre dei detenuti erano stati condannati nel 2018 per aver fondato un gruppo militante chiamato Ansar al-Sharia e ucciso almeno 10 poliziotti in una serie di attacchi tra agosto 2013 e maggio 2014. Il quarto è stato condannato nel 2018 per l’omicidio di un medico cristiano, si legge sui giornali locali.

Algeria

Il giornalista algerino Belkacem Djir, condannato a tre anni di carcere, è stato assolto mercoledì e dovrebbe essere rilasciato dopo oltre un anno dietro le sbarre, ha detto il suo avvocato. «Il tribunale di Algeri ha annunciato che il giornalista Belkacem Djir è stato assolto», ha scritto su Facebook Fatiha Rouibi. Djir era stato accusato di “falsa identità” e”ricatto”. Nessun’altra informazione è disponibile sul caso contro di lui, con gli avvocati che si rifiutano di discuterne pubblicamente pur riconoscendo che il suo caso è “sensibile”. Djir, giornalista di 34 anni, del canale televisivo privato Echourouk News, è stato arrestato nel luglio 2019. È uno dei tanti giornalisti algerini attualmente in carcere. Tra loro Khaled Drareni, redattore del sito web di notizie Casbah Tribune e corrispondente per TV5 Monde in lingua francese, e Abdelkrim Zeghileche, capo di una stazione radio online. Sono perseguiti in casi legati a “Hirak”, il movimento di protesta anti-regime iniziato nel febbraio 2019. Drareni è stato condannato il 15 settembre a due anni di carcere per la sua copertura del movimento, che l’anno scorso ha rovesciato il presidente di lunga data algerino Abdelaziz Bouteflika. Zeghileche è stato condannato a fine agosto a due anni di prigione per “aver minato l’unità nazionale” e “aver insultato il capo dello Stato”. 61 persone sono attualmente dietro le sbarre per atti legati all’ “Hirak”, secondo la CNLD, un gruppo per i diritti che elenca i prigionieri di coscienza in Algeria.

Austria: è stato annullato a causa della pandemia il Ballo dell’Opera di Vienna. La 65° edizione dell’evento mondano per eccellenza doveva svolgersi l’11 febbraio 2021, ma il governo austriaco oggi ne ha deciso la sospensione.

Bulgaria

La Bulgaria ha espulso due diplomatici russi che i pubblici ministeri sospettano coinvolti in spionaggio, dando loro 72 ore per lasciare il Paese balcanico, ha detto ieri il ministero degli Esteri. La Bulgaria, membro dell’Unione Europea e della NATO, che di solito ha buoni rapporti con la Russia, lo scorso ottobre ha cacciato altri tre diplomatici russi per accuse di spionaggio. Ha inoltre rifiutato di concedere un visto all’addetto alla difesa in arrivo dalla Russia a dicembre.

Regno Unito

Durante il processo di estradizione per il fondatore di WikiLeaks Julian Assange, James Lewis, il procuratore capo, ha fortemente ipotizzato che Assange leggesse The British Medical Journal per aiutarsi a esagerare i sintomi psichiatrici. L’idea è che Assange abbia consultato i suoi avvocati su come ingannare efficacemente i medici. Lewis ha anche ripetutamente fatto pressioni su uno psichiatra forense perché salisse sul banco dei testimoni nell’Old Bailey Courthouse, affinché alterasse la sua diagnosi su Assange in modo che corrispondesse al punto di vista dell’accusa sulla salute di Assange. Assange è accusato di 17 capi di imputazione per aver violato l’Espionage Act.

Russia

Qualora Alexei Navalny volesse tornare in Russia, è libero di farlo, ha detto il portavoce del Cremlino, Peskov che ha aggiunto di essere felice che il dissidente avvelenato si stia riprendendo. La portavoce di Navalny, che è stato dimesso dall’ospedale di Berlino, ha detto che resterà in Germania almeno fino alla fine delle cure. I medici prevedono una piena guarigione.

Bielorussia

Il presidente Lukashenko ha giurato come presidente per la sesta volta e la gente è scesa in piazza per manifestare. Immediata la reazione della polizia che ha usato gas lacrimogeni. Diversi gli arresti. Stati Uniti e Germania non riconoscono Lukashenko presidente.

Afghanistan

Un certo numero di prigionieri talebani, che sono stati rilasciati dal governo afghano come condizione per i colloqui di pace, hanno ripreso le armi: lo ha detto Abdullah Abdullah, che presiede l’Alto consiglio afghano per la riconciliazione nazionale e sovrintende agli sforzi di pace del governo. Alcuni – anche se non la maggioranza – dei 5.000 prigionieri talebani rilasciati dal governo come condizione per i colloqui avrebbero ripreso la lotta contro Kabul. «So che alcuni sono tornati sul campo di battaglia, il che è una violazione dell’accordo che avevano fatto», ha detto Abdullah durante una conferenza online con il Council on Foreign Relations degli Stati Uniti. Abdullah ha affermato che i colloqui tra le due parti sono iniziati a Doha con una nota positiva, poiché le delegazioni hanno acquisito familiarità tra loro. Tuttavia il livello di violenza all’interno dell’Afghanistan non è diminuito e ha invitato gli Stati Uniti, che hanno avviato il processo di pace con il proprio accordo con i talebani a febbraio, a fare pressione sul gruppo armato affinché accetti un cessate il fuoco. Gli Stati Uniti hanno coinvolto anche il Pakistan, che mantiene legami con i talebani, nell’accordo di Doha.

Stati Uniti

A Louisville, in Kentucky, hanno sparato contro due agenti durante una manifestazione per Breonna Taylor, l’afroamericana uccisa dalla polizia lo scorso marzo. Il Gran Giurì non ha incriminato due dei tre agenti che hanno fatto irruzione nella casa di Taylor in piena notte. Un terzo agente è stato incriminato non per la morte dell’afroamericana ma per condotta negligente, avendo sparato nella direzione di una casa nelle vicinanze, mettendo a rischio la vita di altre persone.

Gli Stati Uniti vieteranno l’importazione di sigari e rum, e proibiranno ai viaggiatori americani di soggiornare in strutture di proprietà del governo cubano: lo ha annunciato Donald Trump alla Casa Bianca in una cerimonia per ricordare l’invasione della Baia dei Porci, il fallito tentativo di rovesciare il governo di Fidel Castro con la regia della CIA.

Brasile

La tedesca Volkswagen VOWG_p.DE pagherà circa 36 milioni di reais (5,1 milioni di sterline) in risarcimento e donazioni per espiare la persecuzione degli ex dipendenti durante la dittatura militare brasiliana del 1964-1985: lo ha dichiarato la casa automobilistica mercoledì. Una commissione nominata dal governo che indaga sugli abusi durante la dittatura brasiliana ha trovato prove che aziende, inclusa la Volkswagen, aiutavano segretamente i militari a identificare sospetti “sovversivi” e attivisti sindacali sui loro libri paga. Molti dei lavoratori vennero poi licenziati, arrestati o perseguitati dalla polizia, e sono stati in grado di trovare un nuovo posto di lavoro solo anni dopo, come un’indagine Reuters ha dimostrato nel 2014.

Corea del Sud

Un funzionario sudcoreano scomparso da una nave governativa vicino al confine marittimo conteso con la Corea del Nord questa settimana, potrebbe essere in Corea del Nord, ha detto il ministero della Difesa della Corea del Sud. Il ministero ha dichiarato che il funzionario, di 47 anni, era a bordo di una nave che stava controllando la potenziale pesca non autorizzata vicino a un’isola di confine sudcoreana. I colleghi hanno notato che l’uomo era scomparso all’ora di pranzo e hanno trovato solo le sue scarpe ancora sulla nave, innescando una ricerca, finora infruttuosa, che ha coinvolto aerei e navi. Il ministero della Difesa ha dichiarato di avere informazioni che il funzionario scomparso si trovava sulle coste della Corea del Nord martedì pomeriggio. Il ministero non ha detto come ha ottenuto tali informazioni.

Giappone

Il nuovo primo ministro giapponese, Yoshihide Suga, ha tenuto una teleconferenza con il presidente della Corea del Sud, Moon Jae In, ieri, una settimana dopo aver preso le redini del governo giapponese. Il primo incontro dei due capi dei rispettivi governi includeva argomenti come la questione dei lavoratori coreani in tempo di guerra, ha annunciato lo stesso Suga. I due hanno discusso del coronavirus, delle questioni relative alla Corea del Nord e dell’importanza della relazione bilaterale giapponese-sudcoreana e della cooperazione Giappone-Corea del Sud-Stati Uniti.

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