25 settembre 2020 – Notiziario Africa

Scritto da in data Settembre 25, 2020

  • Sudan: BNP Paribas accusata di complicità in crimini contro l’umanità (in copertina).
  • Kenya: funzionari indagati per corruzione: spariti i fondi per ila lotta alla pandemia. E intanto il Paese è sull’orlo di una nuova crisi costituzionale.
  • Mali: Johnatan prova a mediare la transizione.
  • Camerun: cresce la repressione del dissenso.
  • Repubblica Democratica del Congo: proseguono le manifestazioni contro l’ambasciatore ruandese. Allarmante anche l’aumento dei discorsi d’odio a sfondo tribalista.
  • Botswana: individuata la causa della morte di oltre trecento elefanti.

Questo e molto altro nel notiziario Africa, a cura di Giusy Baioni

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Kenya

Alti funzionari rischiano di essere perseguiti per corruzione nel quadro di una inchiesta relativa al piano di risposta al coronavirus nel Paese: almeno 15 funzionari e uomini d’affari kenyoti sono stati identificati e potrebbero essere posti sotto indagine, in relazione alla sottrazione di decine di milioni di dollari destinati all’acquisto di materiale sanitario per la lotta contro la pandemia. Gli inquirenti hanno scoperto come alcuni bandi del governo siano stati assegnati a individui e imprese dietro probabile clientelismo o corruzione. Si tratta di una violazione del codice degli appalti. In un rapporto presentato mercoledì a una commissione senatoriale congiunta sulla gestione del covid-19, la Commissione etica e di lotta contro la corruzione (EACC) dichiara che «le indagini hanno stabilito la colpevolezza penale dei funzionari nell’acquisto e nella fornitura di prodotti per l’emergenza covid-19 all’autorità keniota di forniture mediche (Kemsa), fatto che ha provocato una spesa irregolare nei fondi pubblici».

E intanto il paese è di nuovo a rischio di una crisi costituzionale: lunedì 21 settembre il presidente della Corte Suprema ha chiesto al capo dello Stato Uhuru Kenyatta di sciogliere il Parlamento perché non rispetta la Costituzione del 2010. Il testo prevede infatti che nessun sesso possa occupare più di due terzi dei seggi, ma a oggi le donne sono solo il 22% alla Camera e il 31% al Senato. Il Kenya aveva 5 anni per mettersi in regola, ma nonostante diversi ricorsi nulla è cambiato. La richiesta del presidente della Corte Suprema ha in ogni caso provocato clamore. Il giudice supremo, David Maraga, in una lettera ufficiale accusa il parlamento di discriminazione e di violazione della Costituzione ricordando che quattro tribunali avevano già chiesto alle due camere di mettersi in regola. Il capo dello stato, Uhuru Kenyatta, non ha ancora reagito ufficialmente, ma l’opinione pubblica non ha reagito positivamente.

Francia – Sudan

La Federazione internazionale dei diritti dell’uomo (FIDH) ha annunciato ieri di aver ottenuto l’apertura di un’inchiesta in Francia sulla banca BNP Paribas, accusata di complicità in crimini contro l’umanità in Sudan. L’inchiesta è stata aperta il 26 agosto al tribunale di Parigi, circa un anno dopo il deposito di una causa da parte della Federazione internazionale dei diritti dell’uomo e di altre ong costituitesi parte civile. La notizia si è avuta ieri sera ed è stata annunciata dalla France Press.
BNP Paribas, prima banca europea, già colpita da un’inchiesta per complicità in crimini contro l’umanità durante il genocidio in Ruanda, è ora accusata di non aver rispettato l’embargo contro il regime di Omar al Bashir, destituito nel 2019.
La banca si sarebbe resa complice di crimini commessi fra il 2002 e il 2008, in particolare in Darfur, regione colpita da una guerra civile che ha provocato circa 300mila morti. Il 26 settembre 2019 era stata depositata una causa da 9 militanti sudanesi. Davanti al giudice di istruzione del tribunale di grande istanza di Parigi, gli avvocati della Federazione internazionale dei diritti dell’uomo avevano raccolto la testimonianza di queste vittime di tortura. Le persone chiedevano alla giustizia francese di aprire  un’inchiesta penale sui comportamenti della banca tra il 2002 e il 2008 e rimproveravano a BNP Paribas di avere continuato in questo periodo a offrire i servizi bancari al governo sudanese malgrado le sanzioni dell’ONU, degli Stati Uniti e dell’Unione Europea. Questa causa segue la condanna della stessa banca davanti alla giustizia americana nel 2014 per aver violato l’embargo: importanti transazioni finanziarie tra Sudan, Iran e Cuba. BNP Paribas aveva riconosciuto di aver giocato il ruolo di prima banca straniera per il governo sudanese nel 2002-2008 e di essersi occupata di transazioni per il valore di miliardi di dollari. In seguito a un accordo con le autorità, BNP Paribas era stata condannata al pagamento di una multa di oltre 8,8 miliardi di dollari.

Mali

Goodluck Jonathan, ex presidente della Nigeria e ora mediatore della Cedeao, è giunto a Bamako mercoledì e ieri ha incontrato le due figure chiave della transizione: il capo della giunta che ha rovesciato Keita e attuale vice presidente a interim, Assimi Goita, e in seguito Bah N’Daw, il nuovo presidente a interim, che da quando è stato designato sta mantenendo un basso profilo. Secondo il programma ufficiale, Goodluck Johnatan gli ha reso una visita di cortesia di 45 minuti, perché non è ancora stato ufficialmente investito. L’insediamento è previsto per oggi.
Al cuore degli incontri, la richiesta della Cedeao per una transizione rapida e gestita da civili, con una dissoluzione della giunta militare che ha rovesciato Boubacar Keita. Jonathan ha anche chiesto la liberazione di diversi altri responsabili arrestati durante il colpo di stato e tuttora detenuti, tra i quali l’ex primo ministro Bucci.
Il mediatore non si è espresso sulla questione cruciale, le sanzioni: l’embargo pesa particolarmente sulla popolazione. Il presidente del Ghana, Nana Akufo-Addo, si pronuncerà su una eventuale rimozione dell’embargo sul Mali in quanto presidente di turno dell’organizzazione subregionale.

Camerun

Le manifestazioni indette dal Partito di opposizione di Maurice Kamto sono state vietate e represse in un clima di intimidazione, come denuncia lo stesso oppositore. Il governo risponde che i manifestanti hanno infranto la legge. La protesta è stata lanciata da Kamto dopo l’arresto del suo tesoriere, del portavoce e anche di diverse dozzine di altre persone che avevano raccolto l’invito a manifestare martedì. La manifestazione era stata indetta per chiedere le dimissioni del presidente Paul Biya.
L’MRC (il partito di Kamto) denuncia un clima di intimidazione che era iniziato già prima delle manifestazioni. È difficile stabilire il numero preciso di persone agli arresti, poiché alcuni sono stati fermati prima delle manifestazioni e condotti verso destinazione sconosciuta; altri invece si sono nascosti per paura di rappresaglie. Approssimativamente all’appello mancano fra le 100 e le 120 persone. Tre o quattro giorni prima delle marce, le città erano già militarizzate: «Pareva di essere in uno stato d’assedio», affermano gli oppositori.
Il governo risponde che le marce erano state vietate e quindi chi ha sfidato questa disposizione si è posto al di fuori della legge.

Inquieta anche la situazione dei giornalisti in Camerun: alcuni di loro hanno passato due notti in prigione in seguito proprio al loro tentativo di documentare le manifestazioni di martedì. Alcuni sono stati anche arresti violenti, come quello del corrispondente di RFI (Radio France International), che ha ricevuto diversi colpi dalle forze di polizia, che l’hanno poi arrestato in compagnia di altri due giornalisti dell’agenzia France Press. Tutti e tre sono stati rilasciati più tardi, lo stesso giorno; altri 4 giornalisti arrestati quel medesimo giorno sono stati liberati tra mercoledì sera e giovedì mattina. Una situazione grave di guerra alla stampa, che preoccupa il Comité pour la Protection des Journalistes.

Repubblica Democratica del Congo

Proseguono in Repubblica Democratica del Congo le manifestazioni contro l’ambasciatore ruandese Vincent Karega, accusato di negare il massacro di oltre 1.000 persone avvenuto a Kasika, nel Sud Kivu, il 24 agosto 1998: un massacro che secondo le Nazioni Unite fu commesso dall’RCD e dai suoi alleati militari ruandesi. Le manifestazioni per chiedere l’espulsione dell’ambasciatore proseguono ormai da un mese. Mercoledì decine di militanti dei movimenti della società civile sono di nuovo scesi in piazza con megafoni e le foto di vittime dei massacri.
I manifestanti lamentano anche la repressione delle marce: mercoledì volevano infatti depositare un memorandum al ministero degli Affari Esteri, ma dopo lunghe negoziazioni con la polizia solo una trentina di persone sono state autorizzate a recarsi al ministero, dove il capo di gabinetto li ha ricevuti.
Oltre all’espulsione di Karega, i militanti esigono la creazione di un Tribunale Penale Internazionale per il Congo per giudicare i crimini di guerra avvenuti negli ultimi vent’anni: una richiesta supportata anche dal Premio Nobel per la pace, Denis Mukwege.

E sempre in Congo, preoccupa il fenomeno crescente degli appelli all’odio tribale, che si moltiplicano e si diffondono, allarmando le istituzioni e le organizzazioni non governative. Il governo denuncia che tale comportamento sarebbe tenuto anche da alcuni attori politici e da leader sociali. La “Voix de sans Voix” (nota associazione della società civile congolese) ha programmato una campagna per combattere queste degenerazioni. Il Consiglio Superiore della Comunicazione ha dichiarato che tutte le persone che terranno discorsi di odio tribale o simili si vedranno interdire la diffusione sui media. Secondo l’Istituzione di appoggio alla democrazia, i discorsi di odio tribale sono ritornati in auge nel paese da circa un anno.

Repubblica Democratica del Congo – Uganda

La Corte Internazionale di Giustizia ha ordinato, martedì 22 settembre, una perizia per valutare i danni dell’occupazione ugandese nell’est della Repubblica Democratica del Congo fra il 1998 e il 2003. L’Uganda era stata condannata a pagare un indennizzo, ma manca l’accordo fra le parti, per cui la Corte Internazionale di Giustizia ha ordinato la perizia.
Gli esperti dovranno rispondere a una serie di domande, per esempio quale fosse il costo della vita all’epoca dell’occupazione ugandese della regione dell’Ituri; dovranno stimare il numero di morti civili provocati dall’esercito ugandese.
L’Uganda era già stata condannata nel 2005, i giudici riconoscevano che l’esercito ugandese aveva ucciso e torturato civili congolesi, distrutto villaggi, arruolato bambini, saccheggiato e sfruttato le risorse naturali. La perizia dovrà anche permettere ai giudici di misurare l’ampiezza della spoliazione del sottosuolo dell’est del Congo, in particolare per quanto riguarda oro, diamanti, legno pregiato e coltan, che l’Uganda è stata riconosciuta colpevole di aver esportato illegalmente.
Gli esperti dovranno poi valutare il numero di beni danneggiati o distrutti dall’esercito di Kampala in Ituri, e dagli scontri tra l’esercito rwandese e ugandese nel giugno 2000 nella città congolese di Kisangani. Dovranno stimare il costo della ricostruzione delle scuole, degli ospedali, delle abitazioni. I quattro periti, che non sono ancora stati designati, non si recheranno nell’est del Congo, ma dovranno appoggiarsi alle fonti che hanno ampiamente documentato la guerra, tra cui numerosi rapporti delle Nazioni Unite. L’obiettivo dei giudici è di stabilire un prezzo per l’indennizzo.
L’Uganda durante l’estate ha cercato di opporsi a questa perizia. Dopo che era stata riconosciuta colpevole 15 anni fa, i due stati dovevano trovare un compromesso, ma davanti al fallimento è seguita una domanda di Kinshasa presso la Corte Internazionale di Giustizia, che ha ripreso in mano la questione e ordinato questa perizia.

Botswana

Oltre 300 elefanti sono morti quest’anno, allarmando gli scienziati. Gli studiosi, incaricati ufficialmente dal governo di comprendere l’accaduto, hanno affermato ora di aver identificato la causa: si tratterebbe di tossine nell’acqua, prodotte da un cianobatterio, che sarebbe dunque responsabile della morte di questi elefanti. Secondo il Wildlife Department del Botswana, gli elefanti avevano iniziato a morire misteriosamente nella regione del delta dell’Okavango attorno a marzo, allarmando chi si occupa della protezione dell’ambiente. Sono 330 gli elefanti morti da allora. I cianobatteri sono microscopici organismi presenti nell’acqua e a volte anche nel suolo. Alcuni di loro producono neurotossine. Restano tuttavia ancora molte domande a cui rispondere, ad esempio, perché siano solo gli elefanti a morire a causa di questo batterio. Ci sono diverse ipotesi in campo che sono in corso di studio. Gli scienziati notano che le varietà pericolose di questi cianobatteri stanno diventando più frequenti a causa dei cambiamenti climatici. Nelle regioni meridionali dell’Africa le temperature stanno crescendo il doppio della media globale, secondo il Panel intergovernativo sul cambiamento climatico.

Gambia

Come ogni anno il Time Magazine stila un elenco delle 100 personalità più influenti nel mondo. Quest’anno vengono citati diversi africani. Tra loro, l’uomo d’affari nigeriano Tony Elumelu, il medico congolese Jean-Jacques Muyembe; anche alcuni meno conosciuti, come l’ex ministro gambiano della Giustizia, Aboubacar Tambadou: 47 anni, magistrato, dopo gli studi nel Regno Unito è stato procuratore al Tribunale penale internazionale per il Ruanda dal 2003 al 2008. Nel 2017, nel momento di avviare un nuovo corso in Gambia dopo 22 anni di dittatura di Yaya Jammeh, il nuovo presidente lo ha scelto come Ministro della Giustizia. Inoltre, il magistrato si è dedicato alla causa del popolo dei Rohingya. Lo scorso anno, il Gambia ha infatti depositato una denuncia a nome dell’Organizzazione della Conferenza islamica contro il Myanmar, accusato di genocidio contro la minoranza musulmana birmana.
Le testimonianze dei sopravvissuti raccolte da Aboubacar Tambadou in un campo di rifugiati in Bangladesh hanno colpito la redazione del Time Magazine. Il giurista aveva rapidamente fatto un parallelo con la sua esperienza in Rwanda, depositando una causa alla Corte Internazionale di Giustizia. Tambadou voleva evitare che tali drammi si potessero riprodurre di nuovo.

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Opinioni dei Lettori
  1. Carla Casiroli   On   Settembre 28, 2020 at 10:06 am

    Analisi molto dettagliate sulle condizioni sociopolitiche, economiche di vari Stati Africani. Notizie che raramente appaiono su quotidiani e riviste di

    • Radio Bullets   On   Settembre 28, 2020 at 5:35 pm

      Grazie, cerchiamo di fare un lavoro di qualità, sperando che questo venga apprezzato.
      Barbara Schiavulli

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