Dirty Wars, il videogioco su Salvador Allende
Scritto da Valentina Barile in data Settembre 18, 2020
Cile, 11 settembre 1973. Dalla storia al videogioco. Salvador Allende, la sua politica economica, il colpo di Stato e la dittatura militare di Pinochet: gli avvenimenti storici di un Paese raccontati attraverso Dirty Wars, il videogioco ideato da Jorge Olivares.
Valentina Barile ne parla su Radio Bullets. Giuliano Terenzi al doppiaggio
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Perché guerre sporche?
«Il Cile, più che un Paese, è un latifondo costruito su un cimitero di lavoratori», recita nel monologo di presentazione la voce femminile fuori campo. È da questo punto che si apre la ragione del racconto, della scelta tematica, della creazione di un videogioco che ha come fuoco il dolore di un popolo. Dei popoli che nei secoli dei secoli restano schiavizzati dal potere. Dirty Wars, un videogioco storico, che narra anche la parentesi di pace e di indipendenza che cercava di restituire al Cile un grande uomo, Salvador Allende. Le vicende di un popolo che resiste alle efferate dinamiche del potere globale, un popolo ribelle che fa sentire la sua voce, i suoi canti, la sua forza, la corrente che è capace di creare per le strade delle sue città. Donne e uomini, insieme, nella portata di un unico fiume in piena contro il potere economico.
Jorge Olivares parla attraverso un videogioco. Decide di raccontare le voci di un popolo – del suo popolo – che lotta per la propria libertà. Prende parte alla lotta quando comincia a occuparsi di comunità vulnerabili e senza risorse, come sociologo, subito dopo gli studi universitari.
Già nel mondo dei videogiochi con le colonne sonore da lui prodotte per Play Station 4, Nintendo Switch e Xbox One, nello specifico per i giochi Xenon Valkyrie, Riddled Corpses, Fly Punch Boom e Demon’s Tier.
Olivares ai microfoni di Radio Bullets: «Sostanzialmente, ho scelto questo tema per due fattori: in primo luogo, sono un sociologo, e ho cominciato ad approfondire la storia del Cile, in particolare la dittatura di Pinochet, quando già ero all’università. Ad aumentare il mio interesse è stata la conoscenza, durante la mia vita universitaria, di persone che hanno fatto la resistenza, le quali sono state la mia maggiore fonte di ispirazione per la costruzione di Dirty Wars. In secondo luogo, credo che il mondo dei videogiochi sia basato su storie, fatti, argomenti che riguardano il primo mondo e, per questo, mi è sembrato interessante e stimolante portare la storia di un piccolo Paese, il Cile, all’industria cilena dei videogiochi per creare un precedente e un’alternativa che potesse essere forte rispetto ai contenuti della cultura dei videogiochi, e nei confronti dei contesti culturali e storici che esistono in altri Paesi più lontani, che trattano contenuti storici importanti quanto questo, e che comunque vengono trasferiti nei videogiochi».
La storia si può studiare così?
Come può una storia, un testo, un fatto, essere raccontato e, allo stesso tempo, capire se è stato compreso, accettato, appreso. Se una comunità di interlocutori, utenti, lettori lo abbia fruito.
È utile, per costruire una identità sociale, cercare canali, mezzi, strumenti adeguati che siano capaci di formare, educare, ricordare? È possibile migliorare la coscienza sociale impegnandosi a proporre contenuti diversi in maniere sempre più nuove, colorate, semplici? Innovative? È possibile che la verità storica possa essere tale nell’individuazione di forme adatte all’ascolto, all’assimilazione?
Raccogliere i fatti, tramandarli e diffonderli attraverso un videogioco. Jorge Olivares: «Ho deciso di sviluppare questa tematica attraverso la costruzione di un videogioco perché mi sembra una piattaforma molto potente per trasferire la storia alle nuove generazioni. E poi perché le dinamiche della dittatura militare si confanno alle tecniche proprie di questo progetto elettronico, perché sono abbastanza semplici da sfruttare. Il videogioco è stato sviluppato e costruito da me; quando ho ottenuto le risorse per la produzione iniziale, ho potuto contattare alcune persone, le quali mi hanno aiutato a costruire aree specifiche. Attualmente, sto lavorando da solo per mancanza di risorse economiche, altrimenti avrei potuto aprire altre collaborazioni. Il videogioco è pensato in lingua spagnola con i sottotitoli in inglese, ed eventualmente in altre lingue come francese, italiano, tedesco».
Dal Cile al mondo
I fatti accaduti un anno fa, in Cile, quando il popolo è sceso in strada per avviare una lotta sociale ancora in corso contro le misure neoliberiste del governo Piñera, hanno risvegliato le coscienze di chi non ha mai dormito abbastanza sulla finta tregua dalla fine della dittatura a oggi. Il colonialismo va dritto per la sua strada senza mai incontrare resistenza se non quella dei piccoli uomini. E Dirty Wars parte dalla storia di una coppia di giovani – i protagonisti – che si uniscono alla lotta contro la dittatura di Pinochet e cominciano a vivere in clandestinità per sopravvivere e distruggere il regime.
Olivares conclude su Radio Bullets: «Il tema del videogioco oltrepassa i confini cileni, nel senso che oggi ci sono molti giochi, compresi quelli più venduti, ispirati alla guerra fredda. E il caso del progetto socialista democratico legato a Salvador Allende e la sua sconfitta a causa della dittatura crudele e sanguinosa, che ha dato impulso a un capitalismo feroce nel Paese, è un esempio paradigmatico di un conflitto di guerra fredda, in quanto erano comprese anche altre potenze statali come la CIA con gli Stati Uniti e il blocco comunista o sovietico. Di conseguenza, mi sembra che il gioco non solo esce dai confini cileni, ma interessa l’intero globo perché la sua tematica è attuale. A maggior ragione, per la rivolta sociale che è scoppiata da un anno a causa della politica economica promossa ed ereditata dalla dittatura di Pinochet. Pertanto, osservando quanto potente sia la portata di questa lotta sociale, credo che abbia urgenza di essere raccontata, e soprattutto, diffusa su diversi canali. In questo caso, ho scelto di riportare gli eventi attraverso un videogioco».
(La colonna sonora del videogioco – utilizzata nel podcast – è di Jorge Olivares)
I consigli letterali della settimana di Radio Bullets
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