Comunicazioni subacquee

Scritto da in data Settembre 23, 2020

Un dispositivo molto speciale, capace di funzionare anche negli abissi. È l’idea sviluppata da Hydromea, spin-off dell’EPFL (Politecnico Federale di Losanna), un modem ottico subacqueo capace di trasmettere e ricevere dati anche a una distanza di oltre 50 metri e spingendosi nelle profondità marine sino a seimila metri. Il suo nome è Luma.
Musica: “Shallow” (A Star Is Born) – Lady Gaga, Bradley Cooper
Foto: EPFL, Alain Herzog

Ascolta il podcast per vivere un’esperienza più coinvolgente

 

Connessione che ossessione

Quale ritenete che sia l’ossessione dei tempi moderni? Probabilmente molti di noi risponderebbero: la connessione. Non è solo per lo spasmodico bisogno – a tratti persino patologico – di essere sempre in comunicazione con il resto del mondo, bensì per una vera e propria necessità del mondo di oggi, o meglio, per una miriade di necessità, anche tecniche e scientifiche. Esiste, però, ancora un luogo in cui la connessione non è cosa semplice da risolvere… almeno fino a ora.
La connessione e lo scambio di dati tra due o più sistemi sono indispensabili per diverse attività che si svolgono quotidianamente, soprattutto a livello scientifico. Basti pensare che perfino la prima funzione per cui fu inventato il web, trent’anni fa, era proprio lo scambio di informazioni scientifiche.
Da allora i passi avanti fatti in campo informatico e tecnologico sono stati enormi, e oggi è possibile connettersi e comunicare con diversi dispositivi praticamente da ogni angolo del mondo. O quasi, perché in effetti esiste ancora un luogo in cui tutto questo non è impossibile ma indubbiamente arduo: quella parte del pianeta che è sommersa.

Connessione sott’acqua con un modem subacqueo

Sott’acqua il ricorso agli strumenti che ci consentono la connessione è impresa difficile.
Le onde radio, solitamente utilizzate per la comunicazione wireless tra più dispositivi, hanno un raggio d’azione molto ridotto nell’acqua, mentre i sistemi cablati richiedono la realizzazione di impianti più complessi e, soprattutto, la necessità di rimuovere i dispositivi dall’acqua per recuperare i dati raccolti, per esempio, attraverso sensori.
A spiegarlo sono i ricercatori di Hydromea, un’azienda spin-off dell’EPFL (École Polytechnique Fédérale de Lausanne), il Politecnico Federale di Losanna (Svizzera), che hanno ideato una tecnologia capace di superare queste difficoltà.
Si chiama Luma ed è un modem ottico per la connessione wireless sott’acqua. Si tratta di un dispositivo dalle dimensioni compatte ma capace di trasferire un elevato volume di dati, rapidamente.

Luma: nato per l’offshore aperto alla scienza

È stato pensato, in primo luogo, per l’impiego nel settore energetico offshore, con la finalità di raccogliere e trasmettere dati durante la costruzione delle piattaforme offshore e, successivamente, per poterne ispezionare le strutture, intervenire con eventuali attività di manutenzione e riparazione, e per effettuare un monitoraggio continuo.
Allo stesso modo, però, Luma è ideale per essere impiegato in campo scientifico e nella ricerca. Può captare e trasmettere rapidamente i dati raccolti da sensori o telecamere collocati sui fondali senza la necessità di rimuoverli ogni volta; anche con il ricorso a robot sottomarini su cui viene collocato per spostarsi sott’acqua.

Dunque può essere impiegato per una serie di applicazioni sottomarine, garantendo un monitoraggio di ciò che accade sott’acqua perfino in tempo reale, grazie all’elevata velocità di trasmissione dati.
La capacità di Luma di comunicare con altri sistemi in acqua – ovvero trasmettere ma anche ricevere informazioni – supera i 50 metri di distanza. Inoltre il piccolo modem può operare fino a seimila metri di profondità. A questo scopo è stato dotato di una corazza di plastica trasparente che gli permette di resistere alla pressione in immersione.

Come funziona Luma

La comunicazione di Luma con altri dispositivi è possibile grazie al ricorso a una luce intermittente blu, quindi con una banda ottica in grado attraversare l’acqua, a differenza della luce rossa o di quella gialla che, invece, sono assorbite nel raggio di pochi metri.
Gli inventori spiegano che Luma è in grado di convertire i dati in impulsi luminosi che poi invia ai dispositivi collocati sui fondali e, allo stesso modo, converte gli impulsi luminosi ricevuti da questi in dati.
Si è detto che il modem ottico è in grado di operare a più di 50 metri di distanza. Considerando che le condizioni ambientali in mare sono spesso variabili, Luma è stato pensato perché fosse particolarmente sensibile, così da riuscire a captare a distanza e in ogni contesto anche i più piccoli impulsi luminosi, garantendo in questo modo dati sicuri.
Luma è già stato testato a oltre quattromila metri di profondità nell’Oceano Pacifico. Per questo esperimento i signori di Hydromea hanno collaborato con l’Istituto Alfred Wegener per la Ricerca marina e polare, un centro di ricerca tedesco. Stanno però già lavorando con diverse aziende del settore energetico offshore, particolarmente interessate all’utilizzo del loro dispositivo.

Ascolta/leggi anche:

Tagged as

[There are no radio stations in the database]