Fibra e pere
Scritto da Massimo Sollazzini in data Luglio 17, 2020
Portare la banda larga tra i campi del Lancashire sembrava una chimera. Finché qualcuno non ha pensato di farlo in proprio. Sette anni dopo, in 7mila case, internet va come una scheggia. E il senso di comunità, anche di più.
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Contea del Lancashire, Inghilterra del nord, esterno campagna. Il postino di zona conosce tutti i residenti e, con una di questi, si intrattiene a fare due chiacchiere. Quella mattina la donna è corrucciata: vorrebbe una connessione internet decente a casa sua e nella altre della zona, sparse in campagna. Però il costo per posare i cavi sotto terra rende l’obiettivo fuori dalla loro portata. “Ma scusa, siete agricoltori, avete tutti trattori e badili – osserva a quel punto il postino – perché non lo fate da voi?”.
È l’uovo di colombo, una lampadina che si accende o meglio, una luce a led, di quelle che animano i router o i modem. Accade circa sette anni fa: da quel giorno prende quota il progetto B4RN, che nel pandemico 2020 assicurerà a più di 20 comunità rurali una connessione da realtà urbana, ma anche molto altro.
B4RN, dove un 4 fa il verso di una A, è un acronimo che sta per Broadband in the rural north, ovvero banda larga per il nord rurale. È un progetto di gestione dei beni comuni fatto realtà: i cittadini che ne beneficiano, all’inizio ne acquistano una quota; poi, a seconda delle capacità, apportano energie fisiche o competenze, e il beneficio è quello della connettività.
1000
Sono i megabit al secondo, la velocità media di internet nelle case servite da B4RN, a fronte dei 63 che mediamente interessano le città inglesi, o i 28 oltre cui normalmente non si va nei piccoli borghi dove a volte, tutt’ora, la copertura è del tutto assente. Non è così nelle 24 comunità di provincia già raggiunte dall’iniziativa, con altrettante che dovrebbero seguirle prossimamente. La prima tra queste è stata Wray, un piccolo villaggio a nord di Manchester, dove per anni un manipolo di residenti si è battuto per avere internet. Non per puro vezzo: per la signora Conder, una di loro, potersi connettere al bisogno significava garantire cure indispensabili alla madre, affetta da demenza senile. Testata e scartata la soluzione “internet senza fili”, l’incontro con un appassionato docente dell’Università di Lancaster rivelò la fibra come unica soluzione: risolutiva, ma apparentemente insormontabile per via dei costi. Quelli della posa in opera, in particolare, fino a quella mattina di sette anni fa e all’intuizione del postino.
Con B4RN, che formalmente è una “Common benefit society”, buona parte dell’installazione è dunque a carico dei diretti interessati. Gran parte di loro ha provveduto personalmente allo scavo delle condutture in cui srotolare i cavi, o “just flippin’ do it”, per dirla col loro slogan. Chi non può scavare traccia sulla mappa i percorsi di posa, appiccica etichette sui cavi, gira tra i campi per coinvolgere altri residenti, o magari prepara tè e pasticcini nel settimanale “computer club” di paese.
Oggi in Inghilterra questa soluzione serve già 7000 case in campagna, a nord ma anche a sud, e la sua gestione corrente dà lavoro a circa 60 persone. A ogni utente costa circa 170 euro di attivazione, e 30 euro di canone mensile. Nelle aree rurali che non ne beneficiano, il costo medio per megabit può arrivare a 10 volte tanto. Ma probabilmente, il beneficio maggiore non è tanto economico quanto sociale. Dov’è avvenuto, il percorso di realizzazione della fibra-fai-da-te ha obbligato i cittadini a incontrare i vicini, confrontarsi e aiutarsi reciprocamente, conoscersi meglio, fare più comunità. E nel 2020, con l’avvento del lockdown, la tanto auspicata resilienza ha trovato in queste lande una formidabile case history.
Di questi tempi c’è chi teorizza che lo smartworking, e quindi la connessione a banda larga, rilancerà i piccoli centri a svantaggio dei grandi. Riporterà un po’ di giovani in luoghi che proprio dai giovani sono stati abbandonati. Non sappiamo ancora se succederà davvero, ma intanto Wray e altri centri della sperduta campagna inglese, sono in pole position per farlo.
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