4 ottobre 2024 – Notiziario Mondo

Scritto da in data Ottobre 4, 2024

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  • Libano: evacuare il sud del paese, Israele pronto a nuovi attacchi anche via terra
  • Iran: i funerali di Hassan Nasrallah officiati dalla guida suprema Khamenei
  • Venezuela: proseguono gli arresti di politici che si oppongono al governo Maduro, mentre i venezuelani sognano l’estero
  • Ucraina: visita a sorpresa del neosegretario Nato Mark Rutte e pieno appoggio a Zelensky
  • Australia: la nave italiana Amerigo Vespucci approda a Darwin durante il tour mondiale

Questo – e non solo – nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Raffaella Quadri.

Libano

Prosegue l’offensiva israeliana in Libano.
L’esercito di Tel Aviv ha intimato alla popolazione che vive nel sud del paese di lasciare le terre poste al confine della zona cuscinetto istituita dal Consiglio di sicurezza dell’ONU dopo il conflitto dell’estate del 2006.

Migliaia di persone sono fuggite dai villaggi e dalle città nel sud in cerca di aree più sicure.
Il rischio altrimenti è di rimanere coinvolte negli attacchi contro il gruppo militante Hezbollah.

All’inizio di questa settimana Israele ha infatti annunciato l’inizio dell’incursione di terra in territorio libanese.
Al momento gli scontri tra le forze delle due parti si sono limitati a una stretta striscia lungo il confine.
Ma attacchi e contrattacchi si susseguono con morti e feriti da entrambe le parti in guerra.

Secondo la Croce Rossa libanese, anche alcuni suoi paramedici sarebbero rimasti feriti in un attacco israeliano, mentre un soldato libanese sarebbe stato ucciso durante le operazioni di evacuazione dei feriti dalle zone sotto attacco.

E i morti si contano anche sul fronte opposto: le notizie più recenti parlano di almeno otto soldati israeliani uccisi negli scontri con Hezbollah.

Intanto l’Idf (Israeli Defense Forces), l’esercito israeliano, ha dichiarato di aver ucciso Khider al Shaebia.
Si tratta di un capo di Hezbollah, considerato il responsabile – tra le varie azioni – del lancio di un razzo sul nord di Israele la scorsa estate.
Il razzo aveva provocato la morte di 12 ragazzi che stavano giocando su un campo di calcio.

Le forze armate israeliane hanno dichiarato, inoltre, di avere colpito a Beirut anche il cuore dell’intelligence del gruppo militante libanese.
L’attacco dei caccia israeliani ha colpito alcuni agenti dei servizi e diverse strutture del quartier generale dell’unità d’intelligence.

Iran

L’Iran si prepara a dire addio al leader libanese di Hezbollah.
In Libano venerdì scorso Hassan Nasrallah era stato eliminato dall’esercito di Tel Aviv.
Alcuni media libanesi parlano di preparativi a Teheran per la celebrazione dei suoi funerali.

La cerimonia – si legge su Ansa – dovrebbe tenersi nella capitale iraniana proprio oggi, a una settimana dalla morte, in occasione della preghiera del venerdì nel mausoleo dedicato a Khomeini.
A officiare la cerimonia dovrebbe essere l’Āyatollāh Ali Khamenei, attuale guida suprema dell’Iran.

Teheran pronto a rispondere a Israele

Ma il paese si prepara anche alla controffensiva verso Tel Aviv.
«Più forte e schiacciante». È questa la risposta che Teheran attraverso le parole del suo presidente, Masoud Pezeshkian, promette di dare a Israele se il governo di Benjamin Netanyahu commetterà anche solo il «minimo errore».

Il presidente iraniano, oltre a condannare le atrocità commesse da Israele a Gaza e in Libano, ha accusando apertamente anche gli Stati Uniti e i paesi occidentali per il sostegno dato a Tel Aviv.
Ha definito le loro «promesse vuote», che non hanno portato ad alcun cessate il fuoco, né fermare gli attacchi di Israele a Gaza.

In ultimo Pezeshkian ha fatto un appello per una maggiore unità tra i paesi musulmani.

Stati Uniti e petrolio iraniano

Intanto a Washington, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, parlando con i giornalisti, ha dichiarato che sono in corso alcune importanti valutazioni con Israele.

Il riferimento era alla possibilità di Tel Aviv di organizzare attacchi contro le installazioni petrolifere iraniane.
Il presidente non si è sbilanciato, ha dichiarato però di ritenere che ci sia ancora spazio per evitare una guerra totale.
Ha sottolineato, inoltre, come ci sia ancora molto da fare e che gli Stati Uniti, comunque, proteggeranno Israele.

Netanyahu dal canto suo non ha mai nascosto le proprie intenzioni.
L’obiettivo ultimo, da lui dichiarato, è la fine del regime.

 

Venezuela

Proseguono le difficoltà per i partiti di opposizione al governo.
Hanno denunciato una nuova ondata di arresti di politici e militanti da parte di agenti governativi.

Il sindaco di Maracaibo Rafael Ramírez Colina sarebbe stato arrestato nottetempo insieme a David Barroso, suo assessore alla sicurezza cittadina e a due agenti della scorta.
E dopo poche ore sarebbe finito in manette anche Julio Itriago, coordinatore politico del partito Vente Venezuela nel comune di Anaco.

Il suo arresto è stato denunciato proprio dal suo partito, secondo il quale i politici e attivisti dell’opposizione detenuti in carcere prima e dopo le elezioni presidenziali del 28 luglio sarebbero almeno 151.

Sono soprattutto collaboratori dei due leader politici avversari di Maduro: Maria Corina Machado e dell’ex candidato Edmundo González Urrutia, che è attualmente esiliato in Spagna.

Intanto un’indagine condotta in tutto il Venezuela tra il 13 e il 18 settembre dalla società di sondaggi Poder y Estrategia conferma il diffuso malcontento.
Dai dati risulta che, dopo le elezioni che si sono tenute nel paese a luglio, è aumentata l’intenzione dei venezuelani di emigrare.
Una fuga dalla crisi economica, ma anche una motivazione politica.
Già prima delle elezioni molti venezuelani avevano dichiarato che, in caso di vittoria di Nicolás Maduro, avrebbero lasciato il paese.

Secondo i dati forniti dall’Unhcr, l’Agenzia ONU per i rifugiati, sarebbero già otto milioni i venezuelani emigrati. Praticamente uno su quattro.

Il sondaggio condotto a settembre da Poder y Estrategia rileva che il 26% degli intervistati vorrebbe andare altrove in cerca di “un futuro migliore”.
Si parla di un numero rilevante di persone, tra i due e i tre milioni.

Stati Uniti e Spagna sembrano essere i due approdi più sognati dai venezuelani.

Bolivia

Lotta al contrabbando di carburante in Bolivia.
A causa dei continui furti, l’Agenzia nazionale per gli idrocarburi (Anh) e il Ministero della Difesa boliviani hanno annunciato un piano straordinario di controlli.
Obiettivo: evitare i furti e limitare il fenomeno del contrabbando.

Per raggiungerlo saranno attivati, ogni settimana, ben mille soldati che verranno impiegati nella scorta delle autocisterne dai centri di stoccaggio fino alle stazioni di servizio.

Il contrabbando di carburante è una delle conseguenze della crisi economica del paese e dello scarseggiare di benzina e gasolio sul suo mercato.

Colombia

La Colombia punta tutto sulla transizione energetica e decide investimenti per circa 40 miliardi di dollari.
Con l’obiettivo di liberarsi della dipendenza dal petrolio e dal carbone, il governo colombiano ha annunciato ambiziosi piani per la transizione energetica.
L’hanno definita “Transizione socioecologica” e può contare su un portafoglio consistente.
Non solo lotta ai carburanti fossili, ma anche piani per abbandonare lo sfruttamento intensivo delle montagne per l’estrazione del rame.
Mentre si darà spazio allo sviluppo del territorio puntando su biodiversità e reindustrializzazione mirata alla decarbonizzazione.

Ucraina e Nato

Pieno appoggio della Nato all’Ucraina di Volodymyr Zelensky.
Questo nelle parole pronunciate da Mark Rutte il nuovo segretario Nato, ex primo ministro olandese, che ha preso il posto del norvegese Jens Stoltenberg alla guida dell’Allenza.

Lo ha affermato durante una conferenza stampa a Kiev, nel corso di una visita non programmata, ribadendo il sostegno dell’Alleanza al paese che dal febbraio del 2022 è in guerra contro la Russia.

Rutte ha sottolineato la vicinanza tra Ucraina e Nato, dicendosi ansioso di assistere in futuro all’ingresso nell’Alleanza del paese di Zelensky.
Una questione di sicurezza per tutti, l’ha definita Rutte, ma anche un obiettivo condiviso dal presidente ucraino, che chiede agli alleati più armi a lungo raggio.

Questa posizione della Nato porterà agli ucraini un appoggio concreto con un maggiore supporto, più equipaggiamenti e più addestramento da parte degli alleati.
Il segretario ha affermato che si sta lavorando proprio su questi aspetti.

Intanto, però, continua l’offensiva russa.
Il Ministero della Difesa moscovita ha annunciato di avere preso il controllo di Vuhledar, città ucraina del Donetsk.

Regno Unito

Storico accordo nell’Oceano Indiano tra Mauritius e Regno Unito.
Quest’ultimo ha deciso di cedere al piccolo stato insulare la sovranità sinora detenuta sulle isole Chagos – situate a circa 500 chilometri da Mauritius.

Composto da oltre 60 isole, l’arcipelago di Chagos è stato a lungo conteso.
Ora l’accordo raggiunto consentirà di garantire il futuro della base militare britannica e statunitense di Diego Garcia.

Costruita negli anni Settanta, è la più grande dell’arcipelago e considerata di importanza strategica in quell’area.
Costituisce infatti una piattaforma per le operazioni americane e britanniche di sicurezza in Medio Oriente, Asia meridionale e Africa orientale.

L’accordo, che le parti si sono impegnate a completare il più rapidamente possibile, prevede che il Regno Unito mantenga però la sovranità sulla base militare per un periodo iniziale di 99 anni.
Ora dovrà essere ratificato e firmato in un trattato.

Irlanda: nuove relazioni inglesi

Il Regno Unito si rende protagonista di un’altra svolta storica: i nuovi rapporti con la vicina Irlanda.

Un comunicato del Ministero degli Esteri, che ha annunciato la visita a Dublino del ministro degli Esteri David Lammy, parla di “una nuova era” nelle relazioni diplomatiche con l’Irlanda.

Il governo laburista britannico, del resto, sta cercando di riallacciare rapporti più stretti con l’Unione Europea e i paesi che ne fanno parte.
L’obiettivo è una maggiore collaborazione, senza tuttavia mettere in discussione la Brexit.

Australia

La nave scuola della Marina Militare italiana Amerigo Vespucci è giunta a Darwin, in Australia nel corso del suo tour mondiale.

Quella australiana è la ventiquattresima tappa per il veliero tricolore, che ha già viaggiato per 35 mila miglia e 460 giorni di navigazione.
Il tour attorno al mondo è iniziato il 1° luglio 2023 da Genova.

La nave della Marina Militare è stata accompagnata al porto dallo “Spirito di Stella”, il primo catamarano completamente accessibile per i disabili e impegnato anch’esso nel giro del mondo con l’associazione Wheels On Waves.

Da sabato 5 ottobre il Darwin Convention Centre ospiterà inoltre il Villaggio Italia, l’expo itinerante delle eccellenze italiane. Dall’arte al cibo, dal cinema alla ricerca scientifica, l’esposizione permette di fare conoscere un pezzo d’Italia ai visitatori.

Foto in copertina: Al Jazeera

 

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