5 maggio 2025 – Notiziario Mondo
Scritto da Radio Bullets in data Maggio 5, 2025
- Israele si prepara ad aumentare la pressione su Gaza, migliaia di riservisti richiamati. Un missile Houthi supera lo sbarramento israeliano e raggiunge l’aeroporto di Tel Aviv.
- Il Nicaragua si ritira dall’UNESCO per protesta ad un premio per la libertà di stampa.
- USA: ritrovata viva e vegeta donna scomparsa da 63 anni.
- Romania al voto, dopo l’annullamento delle scorse elezioni.
- Maldive: conferenza stampa del presidente per 15 ore.
Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets a cura di Barbara Schiavulli
Israele e Palestina
■ GAZA: Il Ministero della Salute controllato da Hamas ha riferito che 40 palestinesi sono stati uccisi e 125 sono rimasti feriti a Gaza nelle ultime 24 ore. Secondo il Ministero, dall’inizio della guerra sono state uccise 52.535 persone .
Hamas ha giustiziato diversi presunti saccheggiatori dopo diversi incidenti in cui bande pesantemente armate hanno attaccato negozi di alimentari e mense comunitarie, hanno riferito alla Reuters fonti vicine al gruppo militante.
■ ISRAELE: Sabato, le IDF hanno iniziato a emettere avvisi di chiamata a migliaia di riservisti in preparazione dell’imminente operazione militare estesa di Israele a Gaza.
Domenica, Netanyahu ha dichiarato che le IDF stanno operando a Gaza nell’ambito del loro “Piano d’azione decisivo” e ha convocato il gabinetto di sicurezza domenica sera per discutere l’espansione delle operazioni.
Un altro detenuto palestinese è morto domenica in una struttura israeliana, portando il bilancio delle vittime dall’ottobre 2023 a 66, hanno affermato le associazioni per gli affari dei prigionieri.
Muhi al-Din Fahmi Saeed Najm, 60 anni, della città di Jenin in Cisgiordania, è morto presso il Soroka Medical Center nel sud di Israele, hanno affermato la Commissione palestinese per gli affari dei detenuti e la Società dei prigionieri palestinesi in una dichiarazione congiunta.
Najm, che era in carcere dall’agosto 2023 senza accusa né processo in base alla famigerata politica israeliana di detenzione amministrativa, aveva trascorso quasi 19 anni nelle prigioni israeliane a seguito di molteplici detenzioni, si legge nella dichiarazione.
A Tel Aviv, migliaia di persone hanno marciato da piazza Habima a Begin Street, accanto al quartier generale del Ministero della Difesa, passando davanti a una manifestazione che esponeva foto di bambini palestinesi uccisi a Gaza durante la guerra.
■ HOUTHI: Un missile lanciato dagli Houthi, sostenuti dall’Iran, è caduto all’aeroporto internazionale Ben-Gurion, nel centro di Israele , ferendo otto persone , dopo che né il sistema antimissile israeliano Arrow né quello statunitense THAAD sono riusciti a intercettarlo.
I voli da e per l’aeroporto sono stati sospesi per un’ora.
I voli da e per Israele previsti per domenica sono stati cancellati da Austrian Airlines, Delta Air Lines, Air France, Air Europa, Ryanair, LOT Polish Airlines e Azerbaijan Airlines. Transavia e Iberia hanno cancellato i loro voli fino a martedì;
British Airways, Lufthansa, SWISS, Air India, Wizz Air e ITA Airways hanno sospeso i voli fino a mercoledì; e United Airlines ha prorogato le cancellazioni fino a giovedì.
Netanyahu ha affermato che Israele si unirà agli Stati Uniti nell’intraprendere azioni contro gli Houthi, affermando in un video pubblicato su X: “Non posso rivelare tutti i dettagli, non è un ‘boom e siamo finiti’, ma ci saranno dei ‘boom'”.
Più tardi, domenica, il presidente degli Stati Uniti Trump ha scritto che “ogni colpo sparato dagli Houthi sarà considerato, da questo momento in poi, come un colpo sparato dalle armi e dalla leadership dell’IRAN”, e che ci saranno “conseguenze disastrose”.
Netanyahu ha risposto a Trump scrivendo che “Israele risponderà all’attacco degli Houthi contro il nostro aeroporto principale e, nel momento e nel luogo da noi scelti, ai loro padroni del terrorismo iraniano “.
Malta
La nave Conscience, della coalizione umanitaria Freedom Flotilla, è stata colpita da due droni israeliani al largo delle acque territoriali maltesi mentre si preparava a consegnare aiuti a Gaza.
L’attacco, secondo la ONG, ha danneggiato la prua e provocato una perdita di potenza, ma non rischi di affondamento.
L’organizzazione accusa Israele, che non ha commentato, mentre Hamas ha parlato apertamente di “pirateria” e “terrorismo di Stato”.
La Conscience avrebbe dovuto imbarcare una trentina di attivisti internazionali e trasportare cibo e medicine verso la Striscia di Gaza.
Dopo un iniziale scambio di accuse, Malta si è detta disposta ad accogliere la nave per riparazioni, a patto che il carico venga verificato.
La Freedom Flotilla ha confermato la disponibilità a collaborare e ad accogliere un ispettore a bordo.
Quando persino le navi umanitarie devono negoziare attracchi tra accuse di sabotaggio e attacchi a distanza, viene da chiedersi se il Mediterraneo non sia diventato più ostile alle ambulanze che alle armi.
Sud Sudan
Almeno sette persone sono state uccise e 20 ferite nell’attentato che ha colpito un ospedale di Medici Senza Frontiere a Old Fangak, in Sud Sudan. MSF ha condannato l’attacco definendolo “una chiara violazione del diritto internazionale umanitario”, mentre cresce il timore di un ritorno alla guerra civile.
Regno Unito
Nel Regno Unito, l’antiterrorismo ha arrestato cinque uomini, quattro dei quali iraniani, con l’accusa di pianificare un attentato a Londra.
Il presunto obiettivo è ancora top secret, ma le perquisizioni si estendono da Londra a Manchester e Swindon.
Tutti i sospetti sono ancora sotto interrogatorio, e al momento non è stata formalizzata alcuna accusa.
Separatamente, altri tre uomini iraniani sono stati arrestati nella capitale per reati contro la sicurezza nazionale, in un’indagine distinta.
Il governo britannico, con la ministra dell’Interno Yvette Cooper, parla di “eventi gravi” e promette di rafforzare la risposta alla minaccia.
Il capo dell’MI5 aveva già lanciato l’allarme: dal 2022, sarebbero almeno venti i complotti “potenzialmente letali” legati a Teheran, spesso diretti contro dissidenti iraniani nel Regno Unito.
Insomma, la diplomazia langue, i coltelli no: basti ricordare l’accoltellamento del giornalista Pouria Zeraati nel marzo scorso.
Romania
In Romania, il leader dell’estrema destra George Simion ha conquistato un ampio vantaggio nel primo turno delle presidenziali, ottenendo il 40% dei consensi.
Il trentottenne capo dell’Alleanza per l’Unità dei Romeni (AUR), alleato ideologico di Donald Trump, ha cavalcato l’indignazione popolare dopo l’annullamento delle elezioni di novembre, avvenuto tra accuse di ingerenze straniere e propaganda pilotata via TikTok.
Molto distaccati gli altri due candidati principali: il sindaco pro-UE di Bucarest, Nicusor Dan (20,9%), e Crin Antonescu della coalizione di governo (20,3%).
Il ballottaggio, previsto per il 18 maggio, vedrà lo scontro tra Simion e Dan.
Simion ha centrato la sua campagna sull’anti-europeismo, il rifiuto dell’invio di armi all’Ucraina e la retorica populista, promettendo di “restituire il Paese al popolo”.
Alle sue spalle, come consigliere e possibile membro del governo, c’è Calin Georgescu, escluso dalle precedenti elezioni per presunte interferenze russe. L’ombra del Cremlino, insomma, aleggia ancora.
L’UE e la NATO osservano con preoccupazione: una vittoria di Simion potrebbe significare un cambio di rotta nella politica estera del Paese, con possibili ripercussioni sull’intero fianco orientale dell’Alleanza.
Secondo gli analisti, il sindaco Dan avrà vita dura nel cercare di arginare l’ondata nazional-populista, specie nelle aree rurali.
Ucraina
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che un cessate il fuoco con la Russia è possibile “in qualsiasi momento”, a patto che Mosca subisca maggiori pressioni da parte della comunità internazionale.
Intervenendo a Praga accanto al presidente ceco Petr Pavel, Zelensky ha ricordato che la Russia ignora da 54 giorni la proposta statunitense per una tregua di 30 giorni, considerata l’unica chance reale per far ripartire la diplomazia.
Putin, da parte sua, ha offerto un cessate il fuoco simbolico di tre giorni per l’anniversario della vittoria sovietica nella Seconda guerra mondiale.
Ma Zelensky ha liquidato l’iniziativa come inutile, chiedendo invece una tregua vera, incondizionata, sostenuta da nuove sanzioni, cooperazione militare e difesa europea rafforzata.
Il governo ceco, tra i più attivi sostenitori dell’Ucraina, ha fornito oltre 1,6 milioni di munizioni pesanti nell’ultimo anno. Kiev spera di riceverne 1,8 milioni nel 2025, con estensione dei programmi all’aviazione militare.
Zelensky ha anche incontrato l’ex presidente Donald Trump durante i funerali di Papa Francesco, ottenendo il suo sostegno a una tregua di 30 giorni.
Stati Uniti
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato domenica di aver incaricato il Federal Bureau of Prisons di ricostruire e riaprire la famigerata prigione di Alcatraz nella baia di San Francisco per “ospitare i criminali più spietati e violenti d’America”.
La prigione federale di Alcatraz ha ospitato noti criminali americani come Al Capone, prima della sua chiusura nel 1963. Oggi è una delle mete turistiche più popolari di San Francisco.
Il presidente Donald Trump sta aprendo una nuova salva nella sua guerra tariffaria, prendendo di mira i film realizzati all’estero.
In un post pubblicato domenica sera sulla sua piattaforma Truth Social , Trump ha dichiarato di aver autorizzato il Dipartimento del Commercio e l’Ufficio del Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti a imporre una tariffa del 100% “su tutti i film in arrivo nel nostro Paese prodotti in terre straniere”.
Non era chiaro come una simile tariffa sulle produzioni internazionali possa essere applicata. È comune che film, sia di grandi che di piccole dimensioni, includano produzioni sia negli Stati Uniti che in altri Paesi.
Film ad alto budget come l’imminente “Mission: Impossible – Il giudizio finale”, ad esempio, vengono girati in tutto il mondo.
Donald Trump ha fatto infuriare il mondo cattolico pubblicando un’immagine generata con l’intelligenza artificiale in cui appare vestito da papa, completo di paramenti bianchi e sguardo da… pontefice wannabe.
Il post è stato condiviso su Truth Social e poi rilanciato perfino dall’account ufficiale della Casa Bianca.
— The White House (@WhiteHouse) May 3, 2025
La tempistica è tutt’altro che casuale: mancano pochi giorni al conclave per scegliere il successore di Papa Francesco, scomparso il mese scorso.
E Trump, che non è cattolico né noto per la frequentazione assidua delle chiese, aveva già detto – ridendo, ma non troppo – che gli “piacerebbe diventare papa”.
La reazione? Rabbia e imbarazzo. I vescovi cattolici di New York hanno parlato di “insulto alla fede”, e persino i Repubblicani anti-Trump hanno parlato di “presa in giro dei credenti”.
Dal Vaticano, silenzio diplomatico. Nessun commento ufficiale, forse nella speranza che l’algoritmo smetta di generare papi digitali prima che arrivi l’Apocalisse…
Intanto, da West Palm Beach, una sostenitrice ha minimizzato: “Stava chiaramente scherzando”. Certo, ha fatto divertire tutti.
Scomparsa nel nulla nel 1962, Audrey Backeberg è stata ritrovata viva 63 anni dopo. La donna, oggi 82enne, aveva lasciato volontariamente la sua casa nel Wisconsin dopo aver denunciato per violenze il marito, sposato a soli 15 anni.
Il giorno della sua sparizione, aveva detto che andava a ritirare lo stipendio, ma poi salì su un autobus per Indianapolis con la babysitter di famiglia, che tornò indietro. Di Audrey, da quel momento, nessuna traccia.
Solo una recente revisione del caso ha portato a una svolta: grazie a un profilo genealogico online della sorella, un detective ha rintracciato Audrey, che ora vive fuori dallo stato e ha confermato di aver lasciato tutto alle spalle senza rimpianti.
A volte non c’è bisogno di una scena del crimine: basta una porta chiusa, un biglietto di sola andata e una vita nuova. Audrey Backeberg non è scomparsa. È semplicemente scappata da un mondo che non la proteggeva.
Colombia
Una zona di pace nel cuore del conflitto colombiano: il presidente Gustavo Petro ha annunciato un accordo con il 33° Fronte dello Stato maggiore per creare una Zona di Schieramento Temporaneo (Zut) a Tibú, nel dipartimento di Norte de Santander, nella tormentata regione del Catatumbo.
“È l’inizio della pace”, ha scritto Petro su X. Speriamo non sia solo l’inizio di una nuova stagione di promesse non mantenute.
La zona è strategica per i gruppi armati, vista la vicinanza con il Venezuela e le rotte del narcotraffico. Tra gennaio e marzo, gli scontri tra l’Esercito di liberazione nazionale (ELN) e lo Stato maggiore centrale hanno provocato 94 morti civili e 56.000 sfollati.
Nicaragua
Il Nicaragua ha annunciato il ritiro dall’Unesco, indignato per l’assegnazione del premio per la libertà di stampa al quotidiano La Prensa, voce critica del regime di Ortega e costretto all’esilio.
La decisione sarà effettiva dal 31 dicembre 2026. L’Unesco, perplessa, ricorda che difendere la libertà di espressione è proprio il suo mestiere.
“Peccato per i nicaraguensi, che perderanno opportunità in cultura e istruzione”, ha commentato la direttrice Audrey Azoulay.
Il governo sandinista, però, ha bollato il premio come “vergognoso” e La Prensa come una “diabolica creazione dell’antipatriottismo”.
Più che una nota diplomatica, sembra il trailer di un film horror anni ’80.
Intanto, il Nicaragua precipita al 172° posto su 180 nella classifica mondiale sulla libertà di stampa di Reporter Senza Frontiere.
Brasile
Tentato attentato a ritmo pop: due persone sono state arrestate in Brasile con l’accusa di aver pianificato un attacco dinamitardo contro il concerto gratuito di Lady Gaga sulla spiaggia di Copacabana.
Tra i fermati, un uomo adulto e un adolescente: entrambi fan della cantante, ma con idee esplosive… letteralmente.
Secondo la polizia, i due appartenevano a un gruppo online che promuoveva odio, reclutamento giovanile e – tanto per non farsi mancare nulla – uno dei due è stato trovato in possesso di materiale pedopornografico.
Le autorità brasiliane non hanno trovato esplosivi, ma hanno comunque lanciato l’Operazione Falso Mostro, con perquisizioni in varie città e un video promozionale degno di Netflix.
Il concerto, che ha attirato oltre due milioni di persone, si è svolto senza incidenti. Il team di Lady Gaga ha dichiarato di non essere stato informato della minaccia fino al giorno dopo.
Insomma, la Poker Face non era solo una canzone: era lo stato d’animo di tutti, inconsapevoli della bomba che – per fortuna – non è mai scoppiata.
Maldive
Alle Maldive, il presidente Mohamed Muizzu ha parlato per quasi 15 ore di fila in conferenza stampa, battendo – secondo il suo ufficio – il precedente record di Volodymyr Zelensky.
L’evento, iniziato sabato mattina e protrattosi fino a oltre mezzanotte, ha coinciso con la Giornata mondiale della libertà di stampa e ha visto Muizzu rispondere senza sosta a domande di giornalisti e cittadini.
La performance ha incluso una celebrazione per il lieve miglioramento delle Maldive nella classifica mondiale sulla libertà di stampa (passaggio dal 106° al 104° posto su 180), e un richiamo all’importanza di un’informazione “fattuale e imparziale”.
Presenti circa due dozzine di giornalisti, cibo incluso. Il record si aggiunge a un altro primato maldiviano: nel 2009, l’ex presidente Nasheed tenne la prima riunione di governo sottomarina, per denunciare l’emergenza climatica.
Dal fondo dell’oceano alle maratone di parole, alle Maldive sembra che per attirare l’attenzione serva un’impresa da Guinness.
Singapore
A Singapore, il People’s Action Party ha stravinto le elezioni, assicurando al nuovo primo ministro Lawrence Wong un mandato quasi totale: 87 seggi su 97, con il 65,57% dei voti. Un risultato che lascia ben poco spazio all’opposizione… e alla suspense.
Wong ha definito il voto un segnale di “fiducia, stabilità e sicurezza” nel governo. Difficile dargli torto: con numeri del genere, più che un’elezione è sembrata una ratifica.
Il premier ha promesso di guidare il paese tra le turbolenze economiche, anche a causa dei dazi USA. Intanto, da Bruxelles, Ursula von der Leyen si è congratulata e ha elogiato la cooperazione tra UE e Singapore, lodando le partnership commerciali, di difesa e innovazione.
Australia
Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha ottenuto un secondo mandato dopo una rimonta sorprendente contro i conservatori, ribaltando i sondaggi che fino a febbraio lo davano in svantaggio.
La vittoria del partito laburista – che ora guida in almeno 85 dei 150 seggi della Camera bassa – è stata accolta da una “calda conversazione” con il presidente USA Donald Trump, secondo quanto dichiarato da Albanese, che ha definito il colloquio “positivo” e incentrato sul patto di difesa AUKUS e sui dazi.
Al centro del rapporto tra i due Paesi c’è infatti AUKUS, l’accordo strategico con Stati Uniti e Regno Unito che prevede l’acquisizione di sottomarini a propulsione nucleare, per un costo stimato di 238 miliardi di dollari.
Ma la recente imposizione da parte di Washington di una tariffa del 10% ha creato tensioni, spingendo Albanese a definire la misura “non degna di un Paese amico”.
Nonostante l’atteggiamento cordiale, l’influenza di Trump è stata uno dei fattori determinanti nel voto: il 48% degli australiani ha indicato le sue politiche come una delle principali preoccupazioni, soprattutto per l’impatto economico sui fondi pensione e la stabilità dei mercati.
Il tentativo dell’opposizione conservatrice di cavalcare lo stile trumpiano – con proposte come il taglio del pubblico impiego e il divieto di lavoro da remoto – si è rivelato un boomerang. Secondo gli analisti, l’“effetto Trump” potrebbe aver fatto perdere il seggio al leader dell’opposizione Peter Dutton.
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