Badiucao: flash mob #TankMan2018

Scritto da in data Giugno 2, 2018

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Il noto disegnatore cinese Badiucao ha lanciato un flash mob internazionale per commemorare il 29 anniversario del Massacro del 4 giugno a piazza Tiananmen. Serena Console ha intervistato l’artista dissidente per farsi spiegare come partecipare il 4 giugno all’iniziativa.

Il noto disegnatore cinese Badiucao ha lanciato un flash mob internazionale per commemorare il 29 anniversario del Massacro del 4 giugno a piazza Tiananmen. Serena Console ha intervistato l’artista dissidente per farsi spiegare come partecipare il 4 giugno all’iniziativa globale.

Lo chiamano il Bansky cinese, ma Badiucao ha qualcosa di diverso: fugge da Pechino e dal governo cinese. Sotto falsa identità, si esprime attraverso la sua arte dall’Australia per mantenere sempre accesi i riflettori su quanto accade in Cina. Lo fa attraverso i disegni di esplicita denuncia politica, ma anche con installazioni e varie iniziative, con l’obiettivo di sollevare la voce di una opinione pubblica sempre più forte e rumorosa contro le oppressioni dei diritti umani per mano di Pechino. Per l’artista dissidente che ha perso la nazionalità cinese, l’arte è il linguaggio universale per rappresentare in modo personale la libertà di espressione. Famosi in tutto il mondo grazie alla diffusione sui social, i disegni di Baduicao sono caratterizzati dalle linee spesse dei contorni e dai colori rosso e nero simili ai poster della propaganda cinese.

Contattare Badiucao non è stato difficile: gli ho semplicemente espresso il mio entusiasmo per il flash mob internazionale che sta organizzando per commemorare del massacro di Tianammen, e che sta lanciando sui canali social per raggiungere chi nel mondo voglia ricordare la forza del Tankman del 1989.

Alla mia richiesta di una intervista, l’artista ha replicato con entusiasmo, apprezzando come in Italia qualcuno si interessi a ciò che accaduto a Pechino, la notte tra il 3 e il 4 giugno del 1989, a differenza di quanto accade nel suo Paese natale. Mi ha però chiesto di modificare la sua voce, per questo, quella che sentirete tra poco non è la sua vera voce.

Lo definisce qualcosa di straordinario, l’attivismo che solo 29 anni anni fa ha mosso numerosi giovani a chiedere una maggiore democrazia e tutela dei diritti umani. Una richiesta che l’artista sente ancora viva e per questo ha deciso di organizzare un flash mob internazionale in programma il 4 giugno, dove i partecipanti non dovranno fare altro che posare come l’ignoto Tank man che il 5 giugno del 1989 bloccò l’ingresso della fila dei carri armati in piazza Tiananmen dopo il massacro operato dall’esercito popolare di liberazione. La storia, almeno quella occidentale, racconta cosa è accaduto nella più grande piazza della capitale cinese, mentre sui libri che circolano dentro i confini della Grande muraglia non è fatta alcuna menzione su una delle tragedie che ha fatto conoscere al mondo l’altra faccia del Partito Comunista Cinese. “Sfortunatamente, questa parte di storia non è correttamente analizzata in Cina perché il Governo cinese continua a negare quanto accaduto quella notte, oltre a proibire le persone di parlarne o a scambiare informazioni di questa storia all’interno della Cina utilizzando la censura”

L’artista dissidente cinese aveva già dato il via a questa iniziativa nel 2016, ad Adelaide, in Australia, dove con volto coperto e con due buste in mano, ha ricordato il coraggioso TankMan del 1989.

I vaghi riferimenti alle vicende della notte tra il 3 e il 4 giugno sono controllate dai censori sia sui social network, sui offline. Ma la censura non riesce a bloccare l’immaginazione e l’iniziativa intellettuale, così, da quell’anno, chi vuole commemorare le migliaia di vittime cadute sotto i colpi dell’esercito nazionale, lo fa attraverso espedienti che si rinnovano annualmente. Ne avevo già parlato qualche anno fa in questa rubrica, e se solo siete curiosi di capire cosa è successo a Pechino quella notte, andate ad ascoltare il podcast dal titolo “Cina: una verità che non può essere cancellata”.

Anche l’immagine del TankMan si sta lentamente sbiadendo e sta perdendo la sua potenza d’urto perché, come ricorda l’artista “il copyright dell’immagine del Tankman appartiene a una compagnia cinese ormai, ciò significa che possono influenzare legalmente il dibattito pubblico”.

Il partito comunista cinese definisce gli episodi di quella notte un “incidente”, proprio perché, all’indomani degli scontri tra civili e militari, Deng Xiaoping invitava il suo popolo a dimenticare quanto accaduto per unire tutte le forze nello sforzo economico promosso dalle riforme del 1978. Da quel momento in Cina chi chiedeva giustizia è ora esiliato o è stato in prigione.

Ma il gesto del Tank Man deve essere vivo nella memoria collettiva per glorificare chi da quella notte chiede giustizia al Partito Comunista Cinese e per questo, come spiega Badiucao, prendere parte al flash mob internazionale è davvero semplice “basta scegliere una zona affollata della propria città e posare come il tank man, indossando una maglietta bianca, un pantalone nero e afferrare 2 borse. Sul mio sito ho spiegato le modalità di partecipazione, scaricando anche le istruzioni per la performance in modo da mostrare e spiegare alle altre persone in strada cosa sia l’immagine del tankman perché credo che in molti non la ricordino. Ma soprattutto è importante scattare una foto della performance e condividerla su facebook, instagram twitter con l’hashtag #Tankman2018. Quest’anno voglio invitare tutte le donne a partecipare perché, se generalmente si riconosce il tankman come figura maschile, non bisogna dimenticare che in quel periodo anche l’attivismo femminile aveva un forte impatto. Come sta accadendo anche ora, con il movimento femminile #metoo, molto attivo in Cina, nonostante stia subendo una pressione dal governo. Per questo sarebbe fantastico che le donne partecipino a questa iniziativa come tankwoman. Inoltre ho realizzato dei disegni da stampare sulle borse che simboleggiano la censura sul web: uno di queste immagini rappresenta winnie the pooh, associato da un paio di anni al Presidente Xi Jinping, ed è una figura censurata perché naturalmente non si può deridere il presidente cinese; inoltre c’è il cartone inglese Peppa Pig, anche questo censurato; il logo del #motoo cinese, rappresentato da una ciotola di riso e un coniglio; ma c’è anche il logo dell’uccellino di Twitter, per indicare che i social media occidentali sono proibiti”.

Per non limitare il suo attivismo politico, l’artista cinese è andato oltre la sua matita, abbracciando nuove forme di rappresentazioni artistiche, come il flash mob appunto: lo spazio pubblico e la società prendono così il posto delle gallerie d’arte, da tradursi in una luogo di incontro inclusivo con l’obiettivo di far riflettere sulla negazione dei diritti umani in Cina, perché, come mi dice Badiucao, l’attivismo è la vera forma d’arte.

I diritti umani non sono stati mai rispettati in Cina, ma con il consolidamento di Xi Jinping le cose stanno peggiorando. A subire maggiormente la pressione della leadership di Xi, continua a raccontarmi Baduicao, sarà la libertà di espressione soprattutto con gli investimenti nel campo dell’intelligenza artificiale che rientrano nel piano “Made in China 2025”.

Al lancio della call to action, dovrebbe seguire una risposta. Andate quindi sul sito personale di badiucao e seguite le direttive per partecipare al flash mob internazionale. Forse solo così Pechino potrebbe iniziare a considerare l’evento del 4 giugno non più come un incidente.

“È davvero importante non dimenticare, perché altrimenti la giustizia non sarà mai restituita a tutte le persone che sono morte”.

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