Crescite Disegual
Scritto da Massimo Sollazzini in data Dicembre 2, 2018
Tesla non è solo il nome di una macchina innovativa, è anche quello di una bambina che come Mikael e altri mille bambini è stata aggregata alla “caravana de migrantes”, in cammino dal Centroamerica agli Stati Uniti. E’ un caso di “diseguaglianza educativa”: estremo, ma non isolato. Per Save the Children sono un miliardo i minori esposti ad un’infanzia indegna di questo nome. E non tutti sono così lontani da noi. Massimo Sollazzini su Radio Bullets
C’è un lungo serpente umano, un termitaio brulicante esteso in lunghezza, che da quasi due mesi sta risalendo verso nord il continente americano. E’ la caravana des migrantes, qualche migliaio di persone che un giorno – non bello – hanno deciso di partire da un esistenza di stenti e muovere a piedi verso un futuro ignoto, negli intenti migliore, forse illusorio, sicuramente rischioso.
Appena ci posiamo gi occhi, o la mente, questa carovana ci ricorda da vicino quei flussi che – in modo più frammentario e frequente – percorrono il nostro mare in direzione dell’italia, dell’europa, di un nord comunque migliore, almeno negli auspici. Ma a differenza di quel che accade da noi, questo movimento – in senso fisico più che metaforico – si muove all’unisono, come un unico serpente umano appunto; che a volte perde pezzi per motivi di salute o rassegnazione, ma che altre volte si infoltisce ulteriormente. E che ora punta a valicare l’impossibile, ovvero la frontiera tra Messico e Stati uniti.
Avviata a metà ottobre a San pedro Sula, in Honduras, questa “caravana” sarebbe già inquietante se a farne parte fossero solo uomini, adulti, nel pieno delle forze. Ma a farne parte loro malgrado sono anche persone tutt’altro che virgulte. E tra loro, molti bambini.
Il 25 per cento dei circa 6mila migrantes sono minori, secondo la stima dell’organizzazione umanitaria Save the Children. Circa 900 di questi sono stipati in questi giorni tra le città frontaliere di Tijuana e Mexicali, dove la testa della carovana – ovvero gli adulti che la compongono, indugiano ora sul da farsi per ottenere accesso al territorio statunitense.
Tesla è una di loro: a La Vanguardia sfoggia il sorriso di chi si ritrova tra le mani una bambola, dopo tanto tempo, recuperata in uno dei centri di accoglienza. Bambole, peluche e piccoli giocattoli sono importanti come il pane per queste giovani vite che stanno affrontando un viaggio non proprio da favola. Non sempre però si trovano giocattoli lungo questo cammino, e non sempre si trova il pane.
Quella della carovana americana è una delle situazioni più recenti ed eclatanti in cui i minori si ritrovano in diseguaglianza educativa, ovvero a beneficiare in misura insufficiente di ciò che a quelle età sarebbe dovuto. Ma è tutt’altro che un caso isolato
Attualmente nel mondo c’è più di un miliardo di bambini che rischia di non avere un infanzia degna di definizione. Lo stima Save the Children nel rapporto “Le mille facce dell’esclusione”: bambini che non mangiano abbastanza, che sono costretti a lavorare anziché andare a scuola, a diventare donne molto prima del tempo, se sono femmine. La maggior parte di questi vive in africa, spesso in condizioni di miseria estrema; ma anche nei paesi più sviluppati ci sono 30 milioni di creature in stato di povertà relativa.
Non a caso, vivere in un paese ricco non garantisce un accesso equo ad una istruzione di qualità: lo evidenzia la Report Card 15 del Centro di ricerca Unicef, altra copiosa serie di dati raccolta in 41 paesi dell’area europea, e resa nota esattamente un mese fa.
La diseguaglianza educativa tra i bambini di Israele, Malta o della Francia è molto più pronunciata che in Irlanda, Lettonia o Spagna, paesi dove reddito medio procapite è decisamente più basso. E, dato non marginale, la capacità di apprendimento dei bambini è normalmente più alta nei pesi dove tra ricchi e poveri c’è meno distanza.
Ci sono bambini che muoiono prima di compiere 5 anni. E, riporta Save the Children, 1/5 di loro lo far colpa delle armi, della fame, di malattie per cui non ha cure. Il disordine sociale è il contesto più rischioso: nel Venezuela dell’inflazione da record, gli accessi ai centri di accoglienza per bambini che vivono in strada sono cresciuti del 60 per cento nel 2018.
Ma si può crescere con difficoltà anche in paesaggi più quieti, e più vicini a noi.
Openpolis ha reso nota questa settimana la mappatura dei servizi per minori presenti nelle aree montane dell’Italia. Partendo da un parametro fissato a livello europeo: Più di 15 anni fa, il Consiglio Ue fissò nel 33 per cento la quota minima di popolazione con 3 anni o meno di età, alla quale uno stato deve garantire i servizi di prima infanzia, ovvero l’accesso agli asili nido.
Oggi, gran parte dei comuni del mezzogiorno classificati come montagna interna e litoranea non riescono a raggiungere quella soglia. Se in provincia di Ragusa ci sono realtà montane che eguagliano i comuni del nord, nell’entroterra di Olbia non si arriva al 10 per cento, in quello beneventano non si arriva al 5, in Irpinia ci si ferma poco sopra. E come evidenzia il rapporto, la carenza dei servizi peggiora la qualità della vita e disincentiva ad abitare, tanto più in località dove i minori sono in minoranza: non oltre l’11 per cento della poplazione totale, in media.
Maikol è un altro dei bambini in carovana nel centroamerica. In occasione di questa intervista, qualche settimana fa, raccontava sorridendo le incursioni di spiderman e superman nei suoi sogni. Non sappiamo dove la marcia lo abbia portato nei giorni successivi, ma difficilmente ora si troverà in una cameretta piena di giocattoli. Ora che l’abbiamo distrattamente ascoltato, possiamo voltare pagina, canale o podcast, e convincerci che questi sono problemi lontani da noi, e dai nostri figli. Ma un giorno di questi magari faremo un giro in una periferia delle nostre città, o in una frazione di montagna di cui abbiamo un vago ricordo, e chiederci se un giorno non potrebbe accadere anche qua. Salvo che non accada già.
Questa era un’altra puntata di Minori report – fatti per la crescita. Riascoltate questa e le altre puntate su www.radiobullets.com, o nel canale dedicato su spreakers. E se vi piace ciò che questa radio vi propone, vi aspetta la sezione “sostienici” dello stesso sito.
Per saperne di più:
An Unfair Start: Inequality in Children’s Education in Rich Countries
https://www.unicef-irc.org/publications/995-an-unfair-start-education-inequality-children.html
Le tante facce dell’esclusione
I servizi per i minori nelle aree montane
https://amp.openpolis.it/i-servizi-per-i-minori-nelle-aree-montane/