Dalla parte degli ultimi
Scritto da Barbara Schiavulli in data Luglio 17, 2019
C’è qualcosa di strano che sta accadendo, e succede già da un po’ di tempo. Noi di Radio Bullets eravamo stati lasciati in pace perché siamo piccoli, ancora poco conosciuti e ci occupiamo di qualcosa che interessa a pochi: gli Esteri.
Il problema è che gli Esteri sono sempre più vicini, i confini sempre più sottili, il mondo sempre più interattivo. Non è veramente un problema per noi, ma per qualcuno pare che lo sia. Non era successo prima, ma sembra che in corso ci sia un’ondata di razzismo, omofobia, sdoganamento della volgarità e dell’istigazione alla violenza a 360 gradi.
E ora siamo stati colpiti anche noi, su Facebook per il momento. Leoni da tastiera che a guardare i loro profili, hanno poche foto, pochi amici, più uomini che donne, ma anche donne. Non leggono quello che facciamo, non ascoltano quello che faticosamente raccontiamo, si scagliano e basta solo perché si scrive la parola migranti, Libia, guerra.
E noi ci interroghiamo su cosa fare: rispondere? Ragionare? Cancellare. Si può fermare il razzismo e la violenza da tastiera parlando? O meglio andare avanti e continuare a dimostrare con il proprio lavoro, con fatti e numeri come gira il mondo, senza lasciarsi prendere dalla rabbia che probabilmente vogliono accenderci?
"L’affidamento alla Libia del controllo dell’immigrazione da parte delle istituzioni dell’Unione europea e dei suoi…
Posted by Radio Bullets on Saturday, July 13, 2019
L’unica cosa che so è che il razzismo non va normalizzato come stanno tentando di fare. Così come per gli insulti e la violenza. Che non si abbia in mano un martello, ma una tastiera non significa che non sia altrettanto grave. E non ci si può nascondere dietro alla libertà di espressione, perché la libertà di dire stupidaggini, di istigare alla violenza, di umiliare, non ha niente a che vedere con la libertà di espressione.
Per quanto piccola, siamo una testata giornalistica a tutti gli effetti. Non dipendiamo da nessuno e non dobbiamo sottometterci a nessuno. Una volta, in pochi avrebbero manifestato rabbia, odio, disprezzo come si fa ora, perché esisteva ancora un senso di vergogna che la politica ha svincolato. Ma ripeto, una testata giornalistica è un luogo di discussione civile, moderato, dove i fatti e le storie che raccontiamo seguono una linea editoriale che può essere contestata solo se è conosciuta, non a prescindere perché parliamo di immigrati, diritti, violenza sulle donne.
Ma questo fanno i leoncini da tastiera, sparano a raffica contro tutto quello che non ingloba il loro mondo chiuso, medievale, arretrato. E non si può ragionare perché come per qualsiasi forma di estremismo che sia politico, religioso o ideologico: o c’è un percorso serio di deradicalizzazione o non si può rispondendo con solo un messaggio.
Una delle quattro democratiche del Congresso americano attaccate da Trump perché di origini straniere (come lui, tra l’altro), ha detto: “Non ci lasceremo travolgere da questo ma non staremo zitte”. E non lo staremo nemmeno noi. Donne e uomini di Radio Bullets. Più ci attaccate, più noi diventiamo forti.
Dunque invitiamo quelli a cui non piacciamo, che è più che lecito, a non leggerci, non ascoltarci, non filarci, esattamente come succedeva una volta: si cambia canale, non si spacca la televisione o si insulta il giornalista. Non si insultano le persone in generale. I messaggi fuori luogo scompariraranno, non perché facciamo censura, ma perché esiste l’educazione, accuratezza di alcune informazioni e i numeri, se non basta il buon senso.
Il dibattito comunque è aperto. Ne parliamo noi nel nostro piccolo, ne parlano colleghe/i che si occupano di immigrazione ogni giorno e sono bersagliate. Se ne parla in Europa e nel resto del mondo. Penso, ma è il mio parere personale, che una testata giornalistica non dovrebbe dare spazio a commenti razzisti e violenti. Va benissimo non essere d’accordo e possiamo ragionare solo in un dibattito serio, sereno e in buona fede.
Altrimenti no, non ci si abbassa al livello di chi vuole fare propaganda, di chi ha una missione, anche solo di infastidirci e stancarci, magari di umiliarci perché ci occupiamo del mondo, perché ci occupiamo degli ultimi, di quelli che non hanno voce, di quelli che troveranno da noi sempre le porte aperte. E continueremo a farlo, che lo vogliano o no, i leoni da tastiera.
Ci sono onde e ci sono gocce, le onde tornano indietro, le gocce sono inesorabili. E le gocce hanno la forma delle nostre parole e dei nostri volti che ogni giorno mettiamo in gioco cercando di fare un buon lavoro.
Barbara Schiavulli
Ascolta anche:
- Se vi interessano le ultime notizie dal Venezuela o gli editoriali di Barbara Schiavulli, non vi resta che andare su Parole Scompigliate
- Gli approfondimenti di Sportcast ma anche sulle serie televisive con Giuliano Terenzi
- La rubrica Technomondo, con le più curiose e interessanti novità di scienza e tecnologie, raccontate con passione da Raffaella Quadri.
E se credete in un giornalismo indipendente, serio e che racconta dai posti, potete sostenerci andando su Sostienici