Le Nazioni Unite compiono 80 anni

Scritto da in data Giugno 28, 2025

Nel 1945, usciti dalla Seconda guerra mondiale, 50 nazioni firmarono a San Francisco la Carta delle Nazioni Unite con un obiettivo tanto semplice quanto ambizioso: “salvare le generazioni future dal flagello della guerra”.

Oggi, a 80 anni da quella promessa, il mondo appare più che mai diviso, segnato da conflitti prolungati, sfide globali ignorate, e un sistema multilaterale spesso paralizzato dai veti, dalle ipocrisie e da interessi contrastanti.

Eppure, le Nazioni Unite restano — con tutte le loro fragilità — uno dei pochi spazi in cui il mondo intero è chiamato a parlarsi, a mostrare il meglio e il peggio della diplomazia internazionale.

L’Assemblea generale è spesso teatro di tensioni, provocazioni e colpi di scena; ma anche luogo di cooperazione, memoria e, talvolta, risposte concrete a crisi umanitarie.

Il racconto dei momenti salienti di questi 80 anni non è solo un omaggio al passato, ma anche uno specchio delle contraddizioni del presente.

Dietro ogni episodio — da Krusciov che batte i pugni al podio, a Gheddafi che straccia la Carta, da Arafat con la pistola e il ramoscello d’ulivo a Netanyahu con il disegno di una bomba — si leggono le tensioni irrisolte del mondo contemporaneo.

Eppure, tra le rovine di Baghdad, le macerie di Haiti o la diplomazia che prova a ricucire tra guerre e crisi, si intravede il senso profondo (e ancora necessario) di questa istituzione imperfetta.

Ecco, allora, alcuni dei momenti che hanno segnato la storia — e l’identità mutevole — delle Nazioni Unite. Una storia fatta di ideali altissimi e dure collisioni con la realtà geopolitica.

Una storia che, nel bene e nel male, riguarda tutti noi.

Giugno 1945: Firma della Carta delle Nazioni Unite

Delegati di 50 paesi si riunirono a San Francisco sulle ceneri della Seconda Guerra Mondiale per istituire un’organizzazione internazionale volta a prevenire il ripetersi di un conflitto simile e a promuovere la pace globale. La Carta delle Nazioni Unite rimane il fondamento delle Nazioni Unite, che ora contano 193 paesi membri.

Le parole iniziali della Carta esprimono la determinazione di “salvare le generazioni future dal flagello della guerra”.

Luglio 1950: primo tentativo delle Nazioni Unite di sicurezza collettiva

Le forze nordcoreane invasero la Corea del Sud il 25 giugno 1950. Dodici giorni dopo, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite adottò una risoluzione che autorizzava gli Stati Uniti a istituire e guidare forze militari per respingere l’attacco e ripristinare la pace nella penisola coreana.

Il Comando ONU è stato il primo tentativo al mondo di garantire la sicurezza collettiva sotto le nuove Nazioni Unite. È ancora operativo perché esiste un armistizio – ma non ancora un trattato di pace – tra la Corea del Nord e la Corea del Sud.

Ottobre 1960: il leader sovietico batte i pugni

Era il culmine della Guerra Fredda e il leader dell’Unione Sovietica, Nikita Krusciov, si recò all’incontro annuale dei leader mondiali presso l’Assemblea generale delle Nazioni Unite e ascoltò con crescente fastidio le critiche rivolte al blocco comunista.

In un intervento, in cui picchiava ripetutamente il pugno sul podio nell’aula magna, dichiarò: “Non riuscirete a soffocare la voce dei popoli”.

Novembre 1974: Arafat si presenta armato all’ONU

Il leader palestinese Yasser Arafat fu invitato a parlare alle Nazioni Unite, nonostante i territori non fossero uno stato membro dell’ONU.

Arafat disse ai diplomatici nell’aula dell’Assemblea Generale: “Oggi sono venuto con un ramoscello d’ulivo e la pistola di un combattente per la libertà. Non lasciate che il ramoscello d’ulivo mi cada di mano”.

Agosto 2003: la missione ONU in Iraq viene bombardata

L’attentato alla sede centrale delle Nazioni Unite presso il Canal Hotel di Baghdad è stato l’attacco terroristico più mortale contro il personale delle Nazioni Unite nella loro storia e ha causato la morte di molti membri del team, nonché di Sergio Vieira de Mello, una stella nascente che era responsabile dei diritti umani delle Nazioni Unite e che temporaneamente ha guidato le operazioni in Iraq.

Il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha affermato, in occasione del 20° anniversario della tragedia, che essa “ha segnato un cambiamento nel modo in cui operano gli operatori umanitari”.

Settembre 2009: Gheddafi straccia la Carta delle Nazioni Unite

Moammar Gheddafi, il dittatore autocratico della Libia, ricca di petrolio, ha fatto a pezzi il documento nel suo unico discorso all’assemblea annuale dei leader mondiali dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite: un discorso prolisso di 90 minuti che è andato ben oltre i 15 minuti a lui concessi.

Affermò di non riconoscere l’autorità della Carta delle Nazioni Unite. L’allora Primo Ministro britannico Gordon Brown replicò nel suo discorso successivo: “Sono qui per riaffermare la Carta delle Nazioni Unite, non per stracciarla”.

Gennaio 2010: l’ONU si reca sul luogo del devastante terremoto di Haiti

Un terremoto di magnitudo 7.0 che ha colpito Haiti il ​​12 gennaio 2010 ha ucciso 102 membri dello staff delle Nazioni Unite, tra cui il capo della missione di mantenimento della pace delle Nazioni Unite ad Haiti e il suo vice, quando l’edificio che ospitava i loro uffici è stato distrutto.

Pochi giorni dopo, l’allora Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon visitò la scena a Port-au-Prince.

L’ONU lo ha definito “uno dei giorni più bui” della sua storia. Il governo di Haiti ha stimato il bilancio delle vittime a 316.000, ma alcune stime sono inferiori.

Settembre 2010: il leader iraniano mostra il Corano e la Bibbia

Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha criticato gli americani che hanno minacciato di bruciare il libro sacro musulmano, affermando: “La verità non può essere bruciata”. Ha poi mostrato il Corano e la Bibbia, affermando di rispettarli entrambi.

Gli Stati Uniti e circa altri 30 Paesi hanno abbandonato il palazzo durante il discorso di Ahmadinejad, dopo che quest’ultimo aveva falsamente affermato che gli Stati Uniti erano gli ideatori degli attacchi dell’11 settembre 2001, in cui persero la vita quasi 3.000 persone.

Settembre 2012: Netanyahu esprime preoccupazione per le ambizioni nucleari dell’Iran

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha mostrato un grande diagramma caricaturale di una bomba divisa in sezioni, affermando che la sezione contrassegnata al 70% era quella in cui l’Iran si stava avviando ad arricchire l’uranio per un’arma nucleare.

Ha esortato il mondo a tracciare una netta “linea rossa” sotto l’altra sezione contrassegnata dal 90% e a fermare il programma nucleare iraniano, affermando che il paese avrebbe raggiunto quel punto entro l’anno successivo.

Le sfide del presente

Negli ultimi dieci anni, l’ONU ha affrontato sfide nuove: dal cambiamento climatico alla pandemia di Covid-19, passando per la guerra in Siria, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, e le gravi crisi umanitarie in Yemen, Sudan, Gaza e Afghanistan.

Nel 2015, è stata adottata l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, un piano ambizioso articolato in 17 Obiettivi globali. Tuttavia, molti di questi risultano oggi in ritardo rispetto ai target iniziali, ostacolati da instabilità geopolitiche, pandemie e ineguaglianze crescenti.

2018: Il Global Compact for Migration

Nel 2018, l’ONU ha lanciato il Global Compact for Migration, il primo accordo internazionale non vincolante per una gestione comune dei flussi migratori, firmato da oltre 160 paesi. Anche se accolto con resistenze da alcuni stati membri, ha aperto un dialogo concreto su un tema cruciale del nostro tempo.

2020: Appello globale al cessate il fuoco

Nel 2020, durante l’apice della pandemia di Covid-19, il Segretario Generale António Guterres ha lanciato un appello globale al cessate il fuoco, chiedendo alle parti in conflitto di mettere da parte le armi per combattere il nemico comune: il virus. Anche se solo parzialmente accolto, l’iniziativa ha rappresentato un raro momento di unità etica.

2022: Il diritto a un ambiente sano

Nel 2022, l’Assemblea Generale ha adottato una storica risoluzione che riconosce l’accesso a un ambiente pulito, sano e sostenibile come diritto umano universale, rafforzando il legame tra diritti umani e giustizia climatica.

Eppure, nonostante limiti evidenti e lentezze burocratiche, l’ONU resta l’unica piattaforma in cui 193 Paesi — spesso divisi da tutto — possono ancora incontrarsi, parlare, ascoltarsi (talvolta) e contraddirsi (spesso).

Ecco, allora, alcuni dei momenti che hanno segnato la storia — e l’identità mutevole — delle Nazioni Unite.
Una storia fatta di ideali altissimi e dure collisioni con la realtà geopolitica.
Una storia che, nel bene e nel male, riguarda tutti noi.

2024-2025: La Corte Internazionale di Giustizia e il caso Gaza

Nel 2024, il Sudafrica ha presentato un ricorso presso la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ), accusando Israele di violare la Convenzione sul genocidio durante le operazioni militari nella Striscia di Gaza.

A gennaio 2024, la Corte ha riconosciuto che esiste un rischio plausibile di genocidio, ordinando a Israele di adottare misure urgenti per prevenire ulteriori danni alla popolazione palestinese, pur senza entrare ancora nel merito finale della questione.

Il procedimento ha riacceso il dibattito internazionale sul ruolo dell’ONU nel far rispettare il diritto internazionale umanitario, mettendo in evidenza la frattura tra giustizia internazionale e geopolitica, con Stati profondamente divisi sulle responsabilità e sull’efficacia delle risposte multilaterali.

Ottant’anni dopo la sua fondazione, l’ONU continua a vivere nel paradosso della sua esistenza

Nata per garantire la pace, troppo spesso è spettatrice della guerra; nata per dare voce ai popoli, spesso è ostaggio dei potenti. Eppure, in un mondo dove i leader minacciano con armi e algoritmi, e le bombe piovono mentre si twitta sulla de-escalation, resta il solo palcoscenico globale dove l’umanità può ancora provare a guardarsi negli occhi.

Ma la sola esistenza dell’ONU non è più sufficiente. Serve il coraggio di riformarla, di svincolarla dai veti paralizzanti, di restituirle il ruolo di coscienza collettiva. Perché se il diritto internazionale continua a essere ignorato, svilito o manipolato, allora la Carta delle Nazioni Unite non sarà più una promessa di pace, ma una reliquia in una teca.

E quel “salvare le generazioni future dal flagello della guerra” rischia di restare solo una frase incisa sul marmo dell’ingresso, mentre fuori, il mondo cade sotto il peso delle bombe.

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