10 dicembre 2021 – Notiziario

Scritto da in data Dicembre 10, 2021

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  • Afghanistan: Save the Children, madre disperata dà via un gemello per sfamare l’altro.
  • Messico: decine di migranti morti al ribaltamento di un camion che li trasportava illegalmente.
  • Indonesia: vittime di stupro in collegio islamico danno alla luce 9 bambini.
  • Terminata formalmente la missione USA in Iraq, ma le truppe restano.
  • Stamattina la sentenza sull’appello USA per l’estradizione di Assange.
  • Filippine: giornalista ucciso.

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli

Afghanistan

Una madre afghana è stata costretta a rinunciare a uno dei suoi gemelli per sfamare i suoi altri figli, mentre la crisi alimentare in Afghanistan sta diventando così grave che un numero crescente di famiglie è costretto a misure disperate: lo riferisce Save the Children. Bibi, 40 anni, ha dato alla luce due gemelli − un maschio e una femmina − pochi mesi fa. Ma Bibi e suo marito Mohammad, 45 anni, hanno deciso che non avevano altra scelta che rinunciare a uno di loro non avendo abbastanza soldi per sfamare i loro otto figli. Hanno dato il bambino a una coppia senza figli. La straziante storia è stata scoperta dallo staff di Save the Children in Afghanistan, ed è l’ultimo episodio segnalato di genitori colpiti dalla povertà costretti ad abbandonare i propri figli. Si prevede che oltre il 97% degli afghani scenderà al di sotto della soglia di povertà entro la metà del prossimo anno. Il paese sta affrontando la peggiore crisi alimentare mai registrata e un numero crescente di famiglie, come quella di Bibi, è spinta a prendere decisioni disperate e che cambiano la vita per sopravvivere. Quasi 14 milioni di bambini non sanno da dove verrà il loro prossimo pasto questo inverno, mettendo a rischio la vita di milioni di giovani.
Milioni di bambini sono a rischio di malattia o addirittura di morte perché non hanno abbastanza da mangiare, avverte Save the Children, con una stima di 3,2 milioni di bambini sotto i cinque anni che dovrebbero soffrire di malnutrizione acuta entro la fine dell’anno.

L’Afghanistan sprofonda nel baratro

L’Emirato Islamico ha negato di aver promesso agli Stati Uniti di formare un governo inclusivo entro il marzo 2022. In precedenza diversi media avevano detto che nell’ultimo incontro Usa-talebani a Doha, qualche giorno fa, era stato deciso di fare una tabella di marcia per formare un governo inclusivo. L’Emirato ha detto che si tratta solo di speculazioni.

Iraq

Giovedì il Pentagono ha annunciato la fine formale della missione di combattimento degli Stati Uniti in Iraq, ma tutti i 2.500 soldati che sono attualmente nel paese rimarranno con un ruolo consultivo. L’amministrazione Biden aveva concordato con l’Iraq a luglio di porre fine alla missione di combattimento degli Stati Uniti entro la fine di quest’anno, ed è stato chiaro subito che i soldati sarebbero rimasti e nulla sarebbe davvero cambiato. Il governo iracheno è sotto pressione per espellere gli Stati Uniti dal gennaio 2020, quando gli Stati Uniti hanno ucciso il generale iraniano Qasem Soleimani e il leader della milizia irachena Abu Mahdi al-Muhandis in un attacco di droni a Baghdad. Sulla scia dell’assassinio, il parlamento iracheno aveva votato all’unanimità per cacciare gli Stati Uniti. Poi le tensioni sono esplose all’inizio di quest’anno, quando il presidente Biden ha bombardato le milizie sciite irachene nella Siria orientale e poi di nuovo in Iraq. L’accordo per porre fine formalmente al ruolo di combattimento degli Stati Uniti ha lo scopo di placare le milizie che gli Stati Uniti hanno preso di mira, ma senza un significativo ritiro di truppe probabilmente non saranno soddisfatte.

Israele e Palestina

Una nuova ricerca sui bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza nel maggio 2021 ha rivelato il costo dell’uso di armi altamente esplosive in aree densamente popolate, con il monitor Airwars con sede nel Regno Unito che mostra esattamente dove e come sono stati uccisi quasi 200 civili palestinesi. Il rapporto afferma che tra 151 e 192 civili sono stati uccisi in tutto il territorio assediato dall’esercito israeliano durante il suo assalto all’inizio di quest’anno. Hanno aggiunto anche che tra 15 e 20 morti civili a Gaza potrebbero essere state causate da incendi palestinesi. Secondo le ultime informazioni ufficiali da fonti palestinesi e israeliane, circa 300 persone sono state uccise a causa del conflitto. La stragrande maggioranza è morta a Gaza, con il ministero della Salute dell’enclave che ha riportato 259 morti, tra cui 66 bambini e 41 donne, insieme a 2.211 feriti. Tredici persone sarebbero state uccise in Israele da razzi lanciati da Gaza, tra cui 2 bambini. In modo schiacciante, Israele ha bombardato obiettivi in ​​aree densamente popolate, con il rapporto che avverte come colpire obiettivi militari in ambienti non militari ha avuto “effetti devastanti” sulla popolazione civile. Airwars ha prodotto una mappa interattiva che illustra le posizioni e l’entità del bilancio delle vittime civili, qui il link.

Il dipartimento investigativo della polizia interna israeliana ha assolto due agenti di polizia per l’uccisione di un palestinese mentre questi giaceva a terra vicino alla porta di Damasco a Gerusalemme Est. Sabato la polizia militare israeliana, un uomo e una donna, aveva ucciso a colpi di arma da fuoco il venticinquenne Mohammad Shawkat Salima, dopo aver presumibilmente accoltellato e ferito un colono israeliano. L’uomo era già a terra ferito e non rappresentava una minaccia quando gli è stato sparato nuovamente, come si vede in un filmato. Il dipartimento per le indagini interne della polizia israeliana, noto come Machash, ha affermato che la sparatoria da parte degli agenti di polizia era “giustificata” e che nessuna accusa doveva essere sollevata contro di loro. Le indagini di Machash non hanno superato le due ore. Un capo della polizia intende premiare gli agenti con “medaglie d’onore”. In qualsiasi altro paese sarebbe un caso di esecuzione extragiudiziale.

Tunisia

Un incendio nella sede del più grande partito islamista della Tunisia, nella capitale Tunisi, giovedì ha ucciso una persona e ne ha ferite diciotto, hanno detto le autorità e il partito. Tra i feriti c’era un ex primo ministro che è saltato da una finestra. Il movimento Ennahdha ha affermato che l’attivista del partito Sami Sifi, 51 anni, è morto e diversi membri dello staff e politici sono rimasti feriti. Secondo le autorità una persona si era data fuoco provocando poi l’incendio. Ex partito di governo tunisino con la maggioranza dei seggi in parlamento, Ennahdha è da mesi in preda a una crisi interna innescata dalla presa di potere del presidente tunisino Kais Saied quest’estate. Il 25 luglio, a seguito di proteste anti-governative a livello nazionale che hanno preso di mira in parte anche gli uffici di Ennahdha in tutto il paese, Saied ha bruscamente licenziato il suo governo e congelato il parlamento, assumendo ampi poteri. Il leader di Ennahdha Rached Ghannouchi ha paragonato le misure a un “colpo di Stato”.

Nigeria

Cinque persone sono morte per un focolaio di colera scoppiato a Ofoni, un insediamento costiero nell’area di Sagbama. Finora sono stati segnalati almeno ventidue casi.

Bosnia

Due ex appartenenti alle unità serbo-bosniache sono stati arrestati ieri nella Bosnia orientale perché sospettati di aver commesso crimini contro l’umanità a Ilijas, vicino a Sarajevo, durante la guerra del 1992-95 uccidendo almeno ventidue civili.

Regno Unito

WikiLeaks ha ha dichiarato che la sentenza nell’appello degli Stati Uniti contro l’ordine di non estradare l’editore detenuto Julian Assange sarà letta all’Alta Corte di Londra questa mattina. I due giudici dell’Alta Corte, Lord Chief Justice Ian Duncan Burnett e Lord Justice Timothy Holroyde, devono decidere se il giudice distrettuale Vanessa Baraitser ha applicato correttamente la legge, ritenendo che sarebbe opprimente estradare Assange, che manifesta chiari propositi di suicidio, in una dura prigione statunitense.

I giudici possono prendere una delle cinque possibili decisioni, secondo la sezione 28 (e) del Senior Courts Act 1981:

  • possono confermare la decisione della prima corte e respingere il ricorso statunitense;
  • possono consentire l’appello degli Stati Uniti e annullare l’ordine di non estradizione;
  • possono rinviare la causa in pretura con istruzioni sull’osservanza della legge;
  • possono modificare la sentenza.

La quinta possibilità è che i due giudici non riescano a trovare un accordo e una nuova giuria dell’Alta Corte riveda l’appello degli Stati Uniti.

Stati Uniti

Il Consiglio della città di New York ha approvato una legge per dare ai residenti della città che non sono cittadini statunitensi il diritto di voto nelle elezioni locali, decisione che potrebbe alterare in modo permanente la politica di New York. Il controverso disegno di legge, approvato giovedì dal consiglio a stragrande maggioranza democratico di New York City, sarà ora inviato al sindaco di New York City Bill de Blasio, che ha espresso opposizione alle modifiche proposte ma non dovrebbe porre il veto.

Il presidente Joe Biden ha detto giovedì al presidente ucraino Volodymyr Zelensky che gli Stati Uniti adotteranno misure “forti” per punire la Russia in caso di invasione dell’Ucraina l’anno prossimo, scrive The Hill. L’intelligence statunitense ha affermato che la Russia sta pianificando un’offensiva multifronte già all’inizio del prossimo anno coinvolgendo fino a 175.000 soldati, secondo funzionari statunitensi e un documento di intelligence ottenuto dal The Washington Post il 3 dicembre. Biden ha anche parlato giovedì con i leader dei “Nove di Budapest” — Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Slovacchia — in merito alla sua conversazione con Putin. La Russia ha annesso la penisola di Crimea dall’Ucraina nel marzo 2014, approfittando del caos che circondava la guerra nel Donbas causato dai separatisti di lingua russa, ha scritto Brookings Institution. Secondo la CNN, l’annessione della Crimea da parte della Russia è illegale a livello internazionale, e la Russia è stata estromessa dal Gruppo internazionale degli Otto (G-8) poco dopo.

Messico

Sono almeno 53, per lo più centroamericane, le persone rimaste uccise dopo che il camion su cui si trovavano si è ribaltato nel sud del Messico, in uno dei peggiori incidenti capitati ai migranti che rischiano continuamente la vita per raggiungere gli Stati Uniti. Il rimorchio si è aperto e ha riversato i migranti in seguito allo schianto del camion su una curva a gomito fuori dalla città di Tuxtla Gutierrez, nello stato del Chiapas. Diverse decine di persone sono rimaste ferite e portate negli ospedali del Chiapas, al confine con il Guatemala. Più di 100 persone erano all’interno del rimorchio, hanno detto le autorità. Tra loro anche donne e bambini.

Nicaragua

Il Nicaragua giovedì ha interrotto le sue relazioni diplomatiche con Taiwan ristabilendo le relazioni con la Cina, che rivendica Taiwan come parte del suo territorio. In una dichiarazione, il ministero degli Esteri di Taiwan si è detto «profondamente rammaricato per la decisione del Nicaragua di recidere i legami unilateralmente».
I rappresentanti del governo del Nicaragua e della Cina si incontreranno oggi nella città cinese di Tianjin. Reuters ha osservato che la Cina ha recentemente intensificato gli sforzi per allontanare gli alleati di Taiwan, in particolare in America Latina e nei Caraibi. La maggior parte dei paesi che riconoscono Taiwan si trova in questa regione, tra questi Guatemala, Honduras, Haiti, Paraguay e Belize. Con la decisione del Nicaragua di giovedì, a Taiwan rimangono solo 14 alleati diplomatici formali.
Questa decisione è anche un colpo per gli Stati Uniti, con l’amministrazione Biden che ha sollevato allarmi sulla crescente tensione tra Cina e Taiwan. Venerdì scorso, il Segretario di Stato Antony Blinken ha avvertito che se la Cina si fosse mossa per prendere l’isola con la forza, avrebbe dovuto affrontare “terribili conseguenze”.

India

I contadini hanno cessato la loro protesta durata quattordici mesi: lo ha annunciato il portavoce dell’organizzazione che riunisce varie sigle sindacali. Domani ci sarà la “marcia della vittoria”.

Indonesia

Maggiori dettagli sono emersi dal triste caso che coinvolge un presunto stupratore seriale che era anche l’insegnante di un collegio islamico (pesantren) a Bandung, West Java, le cui vittime hanno dato alla luce nove bambini, con altri due in arrivo. Mentre la notizia del crimine ha conquistato i titoli nazionali, è stata rivelata l’identità del 36enne Herry Wiryawan. È accusato di aver violentato ragazze di età compresa tra i 16 e i 17 anni in varie occasioni dal 2016 in diversi collegi in cui ha insegnato, tra cui il Madani Boarding School nel distretto di Cibiru. Quattro delle vittime sono rimaste incinte e hanno dato alla luce un bambino ciascuna, mentre una vittima ha partorito due volte. Herry, il cui processo è in corso, deve affrontare diverse accuse ai sensi della legge indonesiana sulla protezione dell’infanzia, tra cui stupro e violenza contro i bambini. Rischia una pena fino a 15 anni di carcere.

Filippine

Un giornalista filippino che aveva lavorato con Reuters è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco, hanno detto le autorità giovedì: è uno dei 12 giornalisti uccisi nel paese negli ultimi cinque anni. Jesus “Jess” Malabanan, 58 anni, che lavorava con Manila Standard, tra gli altri giornali, è stato ucciso mercoledì tardi da uomini armati mentre guardava la televisione a casa sua, a Calbayog nella provincia di Samar. La polizia ha riferito che il movente dell’attacco non è chiaro e che due uomini armati sono fuggiti dalla scena. Il portavoce del presidente Rodrigo Duterte, Karlo Nograles, ha affermato che la morte di Malabanan è stata un “tragico omicidio” e ha invitato i testimoni a farsi avanti. La task force presidenziale sulla sicurezza dei media sta esaminando l’incidente, ha detto Nograles, e sta «esplorando tutti gli angoli, inclusa la possibilità che l’omicidio fosse legato al suo lavoro di giornalista». Malabanan ha lavorato per l’ultima volta con Reuters al reportage dell’agenzia sulla guerra alla droga di Duterte, vincendo un Premio Pulitzer per i reportage internazionali nel 2018. Le Filippine sono uno dei luoghi più letali al mondo per i giornalisti, con almeno 187 morti negli ultimi 35 anni, secondo la task force presidenziale, che ha definito “vile” l’uccisione di Malabanan.

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