11 settembre 2025 – Notiziario Mondo
Scritto da Raffaella Quadri in data Settembre 11, 2025
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- Polonia: droni militari russi oltre il confine polacco, la NATO risponde
- Gaza: ancora sangue e fame
- Global Sumud Flotilla: si parte. Oggi alle 14:00 la conferenza stampa
- Messico: impone dazi fino al 50% su merci importate
- Marte: la NASA forse ha trovato le prove della presenza della vita
Questo – e non solo – nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Raffaella Quadri
Polonia e NATO
L’ombra della guerra tra Russia e Ucraina arriva nei cieli della Polonia e la NATO risponde immediatamente.
C’è grande preoccupazione per la Polonia, che sta vivendo ore concitate.
Nella notte tra martedì e mercoledì scorsi uno sciame di droni russi ha violato lo spazio aereo di Varsavia, in quello che il premier polacco Donald Tusk ha definito un “attacco deliberato”.
Secondo il governo polacco, si sono registrate diciannove violazioni tra martedì sera e mercoledì mattina.
La prima violazione – dice Tusk – è stata registrata intorno alle 23:30 di martedì 9 settembre, per poi proseguire nelle ore successive fino all’ultima avvenuta alle 6:30 circa di mercoledì 10 settembre.
I velivoli militari hanno fatto danni ad abitazioni e veicoli, fortunatamente però senza provocare vittime.
Al momento sono stati ritrovati i resti di quindici droni e di un missile, la cui origine però non ancora stata stabilita.
La risposta della Nato
Il governo polacco ha immediatamente attivato l’articolo 4 della NATO, che prevede consultazioni immediate tra i paesi membri in caso di minaccia.
Inoltre, ha richiesto una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
La reazione dell’Alleanza è stata immediata.
Mentre caccia polacchi e olandesi si sono alzati in volo, e i sistemi Patriot tedeschi sono stati messi in stato di massima allerta, anche jet militari da ricognizione italiani hanno preso parte alle operazioni di sorveglianza.
A confermare lo schieramento dell’Italia in prima linea in difesa dei confini polacchi, lo stesso ministro della Difesa Guido Crosetto che ha ricordato l’unità dell’Alleanza.
Il comandante supremo della NATO, il generale americano Alexus Gregory Grynkewich – si legge su Ansa – ha parlato di “risposta rapida e decisa”.
E ha ricordato che è la prima volta che velivoli NATO ingaggiano potenziali minacce nello spazio aereo dell’Alleanza.
Condanna internazionale
Su quanto accaduto in Polonia, la condanna internazionale è stata unanime.
Il segretario generale della NATO Mark Rutte – in foto di copertina – ha definito l’incursione “non un incidente isolato”.
È però ancora da accertare, ha spiegato, l’intenzionalità dell’accaduto.
Tuttavia è e resta “un’azione sconsiderata”, ha aggiunto Rutte.
L’Unione europea e diversi leader occidentali parlano però di “atto intenzionale”.
La difesa russa
La Russia, invece, si difende e respinge ogni accusa, sostenendo che i droni non avrebbero autonomia sufficiente per colpire la Polonia e accusando Varsavia di voler alimentare la tensione.
Secondo il ministero della Difesa russo, i droni sarebbero partiti proprio dall’Ucraina.
Al fianco di Mosca si schiera la Bielorussia che propone una propria versione dei fatti.
Secondo Pavel Muraveiko, capo di stato maggiore delle forze militari bielorusse, i droni si sarebbero semplicemente “persi” durante gli scontri in Ucraina, a causa di interferenze elettroniche.
Alcuni di questi velivoli sarebbero stati abbattuti nello spazio aereo bielorusso e Minsk avrebbe informato Polonia e Lituania dell’accaduto.
Diplomazia in movimento
Varsavia ha convocato intanto l’incaricato d’affari russo e Tusk ha avuto colloqui diretti con i leader dei paesi europei: il francese Macron, il britannico Starmer e l’italiana Meloni.
Tutti gli alleati hanno confermato, in maniera unanime, il proprio sostegno alla Polonia.
Mentre il presidente ucraino Zelensky ha parlato di “precedente pericoloso per l’Europa”, tornando a ribadire la necessità di un sistema di difesa aerea comune.
Le notizie sulla Striscia di Gaza sono di Barbara Schiavulli che scrive da Catania, dove attende di imbarcarsi sulla Global Sumud Flotilla.
Gaza, ancora sangue e fame
Almeno 20 palestinesi sono stati uccisi dagli attacchi israeliani dall’alba di ieri.
Secondo il ministero della Sanità di Gaza, nelle ultime 24 ore le vittime sono state 41, con 184 feriti. Dodici persone sono state colpite mentre cercavano aiuti.
Il bilancio complessivo dal 7 ottobre 2023 sale a 64.656 morti e oltre 163.000 feriti.
Intanto la fame continua a uccidere: cinque persone, tra cui un bambino, sono morte per malnutrizione nelle ultime 24 ore. Le vittime per fame dall’inizio della guerra sono ora 404, tra cui 141 bambini.
Le Nazioni Unite denunciano oltre 110.000 sfollati solo ad agosto. Molti non riescono a lasciare il nord della Striscia, con i costi dei trasporti saliti a 1.000 dollari e rifugi sovraffollati al sud.
Circa 1.500 sfollati vivono in tende sulla costa, a rischio mareggiate.
Cisgiordania e Gerusalemme
Dopo l’attacco armato a Gerusalemme Est, che ha ucciso sei israeliani, l’esercito ha imposto restrizioni durissime in tutta l’area, bloccando centinaia di migliaia di palestinesi ai checkpoint.
A al-Qubeiba, vicino Ramallah, le forze israeliane hanno arrestato il sindaco Nafez Hamouda durante un raid in casa sua.
Israele Qatar
L’attacco israeliano contro la sede di Hamas in Qatar ha ucciso cinque membri del movimento, tra cui il figlio di Khalil al-Hayya, capo negoziatore di Hamas, oltre a tre guardie del corpo e un funzionario del suo ufficio.
È morto anche un caporale qatariota, diversi i feriti.
Un ufficiale israeliano ha riferito che circa dieci aerei hanno sganciato altrettanti missili.
Il premier qatariota, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, ha definito l’operazione “terrorismo di Stato” e un’aggressione “barbara” da parte di Netanyahu, accusando Israele di aver usato armi invisibili ai radar.
Doha annuncia azioni legali e nega di aver ricevuto avvertimenti dagli Stati Uniti, precisando che la prima telefonata da Washington è arrivata dieci minuti dopo le esplosioni.
Donald Trump, invece, ha espresso “rammarico” per l’incidente, definendo il Qatar “un forte alleato” e ordinando al segretario di Stato Marco Rubio di finalizzare un accordo di cooperazione militare.
Netanyahu, parlando all’ambasciata USA a Gerusalemme, ha ribadito che Israele “ha agito in modo totalmente indipendente” e ha rilanciato il cosiddetto “piano Trump” per Gaza: svuotare la Striscia con partenze “volontarie” e trasformarla in una località turistica di lusso, la “Riviera del Medio Oriente”.
In segno di sostegno a Doha, l’emiro di Abu Dhabi, Mohammed bin Zayed, si è recato in Qatar; giovedì sarà la volta del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman.
Oggi la Global Sumud Flotilla sulla quale è a bordo anche Radio Bullets, parte per raggiungere il resto delle barche in arrivo da Tunisi e diretto a Gaza. Conferenza stampa a Siracusa alle 14:00.
Francia
Al grido di “Bloquons Tout” – “Blocchiamo tutto” gruppi di manifestanti hanno trasformato Parigi in un teatro di scontri e disordini.
La protesta, nata sui social e paragonata da molti al movimento dei gilet gialli, ha coinvolto però tutta la Francia.
L’intento era di “bloccare il Paese” e l’appello ha mobilitato centinaia di persone che rivendicano la necessità di avere più giustizia fiscale e sociale, senza una precisa collocazione politica.
Questo, almeno, nelle intenzioni.
In realtà l’appello diffuso sui social a compiere saccheggi ha dato il via ai disordini.
La manifestazione, che ha cercato di bloccare la tangenziale parigina, è presto degenerata in scontri con le forze di polizia che hanno dovuto evacuare un’intera zona di un quartiere parigino.
Durante gli scontri, un petardo lanciato dai manifestanti avrebbe innescato un incendio poi spento dai Vigili del fuoco.
Il ministro dell’Interno Bruno Retailleau ha schierato 80.000 agenti in tutto il paese, di cui 6.000 solo a Parigi.
Alla fine della “giornata del blocco totale” – così era stato ribattezzato il 10 settembre – il bilancio è stato pesante con danneggiamenti, scontri e decine di arresti.
Solo a Parigi sono state arrestate 75 persone.
Stati Uniti
Shock negli Stati Uniti per l’uccisione dell’attivista conservatore Charlie Kirk.
Il 31enne, considerato uno dei volti più influenti del movimento Maga e stretto alleato di Donald Trump, è stato colpito al collo da un proiettile durante un evento alla Utah Valley University di Orem.
Portato via immeditamente dalla sua sicurezza privata, Kirk non è sopravvissuto alle ferite.
La conferma della sua morte è arrivata direttamente dal presidente Trump con un messaggio sul social Truth.
Le indagini sull’accaduto sono tuttora in corso e l’attentatore non sarebbe ancora stato individuato.
Messico
È ancora guerra di dazi, ma questa volta ad affondare il colpo è il Messico.
La presidente Claudia Sheinbaum, con un nuovo decreto, ha introdotto dazi compresi tra il 10% e il 50% su oltre 1.300 prodotti importati.
Si tratta di merci prodotte in paesi con cui il Messico non ha mai stipulato accordi commerciali.
La misura colpisce, in particolare, giganti come Cina, Corea del Sud, India, Russia e Indonesia.
Tra i settori interessati: industria automobilistica, tessile, siderurgica, abbigliamento, plastica, elettrodomestici, giocattoli, arredamento, calzature, carta e vetro.
Il provvedimento, che entrerà in vigore a breve, resterà valido fino al 31 dicembre 2026.
La misura è volta a garantire condizioni di mercato più eque, a proteggere le imprese locali e a sostenere lo sviluppo dell’industria nazionale.
La mossa del governo messicano potrebbe riaccendere le tensioni sul commercio internazionale.
Marte – NASA
La NASA ha annunciato una scoperta che potrebbe cambiare la comprensione del pianeta Marte.
Il rover Perseverance ha individuato una potenziale firma biologica in una roccia raccolta da un antico letto fluviale del cratere Jezero.
Il campione, chiamato Sapphire Canyon, contiene una combinazione di minerali e composti chimici – tra cui carbonio, zolfo e ferro – che sulla Terra sono spesso associati ad ambienti favorevoli alla vita microbica.
Gli strumenti del rover hanno anche rilevato particolari strutture, battezzate “macchie di leopardo”, che potrebbero essere state generate da processi biologici.
Gli scienziati sottolineano che si tratta ancora solo di un’ipotesi, ma la possibilità di avere trovato prove della presenza di vita sul Pianeta Rosso è suggestiva.
La cautela è necessaria. Potrebbero esistere spiegazioni non biologiche per questi fenomeni, e saranno necessari ulteriori studi.
Secondo la NASA, è il segnale più vicino mai ottenuto all’ipotesi di vita su Marte e rafforza l’idea che il Pianeta Rosso sia stato abitabile più a lungo di quanto si pensasse.
Foto di copertina: NATO
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