26 gennaio 2022 – Notiziario

Scritto da in data Gennaio 26, 2022

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  • Messico: in piazza contro l’assassinio di tre giornalisti dall’inizio dell’anno.
  • Afghanistan: nei colloqui di Oslo i talebani si impegnano a riaprire le scuole per le ragazze a marzo.
  • Iran: francese condannato a più di otto anni, secondo il suo avvocato, in un processo farsa.
  • Burkina Faso: torna la calma dopo che la junta militare dichiara di avere il controllo del paese.
  • La Lituana venderà la prigione segreta della Cia.

Questo e molto altro nel notiziario a cura di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli.

Afghanistan

La Norvegia durante i colloqui con i talebani a Oslo, ha detto che presenterà “richieste tangibili” in cambio di aiuti, nell’ultimo giorno della prima visita del gruppo in Europa da quando è tornato al potere in Afghanistan. Le richieste includono la possibilità di fornire aiuti umanitari direttamente al popolo afghano e il rispetto dei diritti umani, ha riferito l’agenzia di stampa norvegese NTB. «Faremo richieste tangibili a cui possiamo dare seguito e vedere se vengono soddisfatte», ha detto a NTB il segretario di stato norvegese Henrik Thune. La Norvegia chiederà in particolare il rispetto dei diritti delle donne afghane, poiché le donne sono ancora in gran parte escluse dal lavoro nel settore pubblico e la maggior parte delle scuole secondarie femminili rimane chiusa. Dal canto loro i talebani hanno affermato che i tre giorni di discussioni dei propri delegati con i diplomatici occidentali in Norvegia sono andati «molto bene».

Pakistan

Uomini armati su una motocicletta hanno sparato e ucciso un giornalista pakistano nella città orientale di Lahore, prima di fuggire dalla scena. Non è chiaro chi ci sia dietro l’uccisione di Husnain Shah, che lavorava per il canale di notizie Capital TV come giornalista. Gli aggressori hanno preso di mira Shah vicino al Lahore Press Club. Il Pakistan è stato a lungo un paese mortale per i giornalisti. Nel 2020 si è classificato al nono posto nell’indice annuale di impunità globale del Comitato per la protezione dei giornalisti, che valuta i paesi in cui i giornalisti vengono regolarmente uccisi e gli assalitori liberati.

Iran

Il francese Benjamin Brière è stato condannato da un tribunale iraniano a 8 anni e 8 mesi di reclusione per “spionaggio”. Lo fa sapere il suo legale, Philippe Valent, che ha definito il processo “una farsa”. Briere, 36 anni, è detenuto in Iran dal maggio 2020, quando è stato arrestato dopo aver pilotato un helicam – un mini elicottero telecomandato utilizzato per scattare immagini aeree o in movimento – nel deserto vicino al confine tra Turkmenistan e Iran. Briere è stato accusato di spionaggio e «propaganda contro la Repubblica islamica». Attraverso i suoi avvocati ha costantemente negato di aver commesso illeciti. «Questa sentenza è il risultato di un processo puramente politico», ha affermato in una nota il suo avvocato Philippe Valent. La famiglia del giovane, in sciopero della fame, «è allarmata per la sua salute fisica e psicologica, in particolare per l’annuncio di questo verdetto», ha detto Valent, esortando le autorità francesi a intervenire.

Reporter senza frontiere (RSF) è allarmata dai trasferimenti di tre giornalisti iraniani in carceri note per il trattamento crudele, disumano e degradante in una pratica spesso utilizzata per spezzare deliberatamente la resistenza dei prigionieri di coscienza. Questi trasferimenti arrivano pochi giorni dopo che un altro giornalista, Baktash Abtin, è morto per non essere stato curato dopo aver contratto il Covid-19 nella prigione di Evin, a Teheran. A RSF è stato detto che il destino di questi tre giornalisti – Alieh MotalebzadehNarges Mohammadi e Kayvan Samimi Behbahani – è controllato da Amin Vaziri, un sostituto procuratore di 28 anni, vicino al capo del sistema giudiziario iraniano, Gholam Hossein Mohseni-Eje. La nomina di Vaziri è stata sostenuta dal presidente Ebrahim Raisi, uno dei membri di spicco della “commissione della morte” che ha giustiziato quasi 4.000 prigionieri politici, inclusi giornalisti, da luglio a settembre 1988.

Israele e Palestina

Le autorità israeliane hanno impedito che apparecchiature mediche e pezzi di ricambio entrassero nella Striscia di Gaza assediata: lo ha affermato il ministero della Salute palestinese a Gaza. Intervenendo in una conferenza stampa tenuta vicino al valico di Beit Hanoun (Erez), a nord di Gaza, il Direttore dell’Unità di imaging medico presso il ministero della Salute, Ibrahim Abbas, ha dichiarato che l’occupazione israeliana impedisce ai palestinesi di accedere a cure adeguate dentro e fuori Gaza. Il valico di Beit Hanoun è il passaggio principale tra l’enclave assediata, Israele e la Cisgiordania. È controllato da Israele che dal 2007 impone un severo assedio a Gaza. Abbas ha affermato che le autorità israeliane hanno impedito l’ingresso di importanti apparecchiature diagnostiche e componenti dell’impianto di generazione di ossigeno, che è urgentemente necessario per la maggior parte dei centri medici nell’enclave.

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Libano

L’ex primo ministro libanese Saad al-Hariri ha dichiarato che si ritirerà dalla vita politica e non si candiderà alle prossime elezioni parlamentari. «Continueremo a servire il nostro popolo, ma la nostra decisione è quella di sospendere qualsiasi ruolo legato al potere, alla politica e al parlamento», ha detto in un discorso televisivo Hariri, la principale figura politica musulmana sunnita. Il tre volte primo ministro ha anche esortato il suo partito politico Movimento Futuro a non partecipare alle elezioni. Hariri aveva 34 anni quando suo padre, Rafik al-Hariri, fu assassinato a Beirut nel 2005 mentre era primo ministro. Durante il suo discorso di lunedì, ha affermato che il suo Movimento Futuro aveva due obiettivi: prevenire la recrudescenza della guerra civile in Libano e ottenere una vita migliore per i libanesi.

Camerun

Il bilancio delle vittime di una fuga precipitosa durante una partita del torneo di calcio della Coppa d’Africa in Camerun è salito a otto vittime, poiché i testimoni hanno accusato i funzionari della sicurezza di aver commesso errori fatali: gli organizzatori della competizione hanno deciso ieri di sospendere tutte le altre partite allo stadio in attesa di un’indagine. Altre sette persone sono in gravi condizioni in ospedale.

Burkina Faso

La giunta militare del Burkina Faso ha dichiarato di aver riaperto ieri sera i confini aerei dopo il colpo di Stato. I confini terrestri rimangono aperti per il trasporto di beni essenziali, forniture umanitarie, attrezzature e altro materiale per le forze di difesa e sicurezza, secondo una dichiarazione firmata dal leader della giunta, il colonnello Paul-Henri Sandaogo Damiba, letta alla TV di Stato Radio Television du Burkina.

Intanto ieri, centinaia di persone in Burkina Faso sono scese nelle strade della capitale Ouagadougou per manifestare il proprio sostegno ai militari, che due giorni fa hanno deposto e arrestato il presidente Roch Marc Christian Kaboré, del quale le Nazioni Unite hanno chiesto il “rilascio immediato” e che non è ben chiaro dove sia. A parte questa manifestazione, a Ouagadougou la vita sembra tornata alla normalità: il grande mercato, i negozi o i distributori di benzina sono aperti, senza una notevole presenza militare, come ha osservato un corrispondente di Afp.

Malawi

Il presidente del Malawi Lazarus Chakwera ha sciolto l’intero gabinetto del paese con accuse di corruzione contro diversi ministri: lo ha annunciato in un discorso alla nazione. Nella tarda serata di lunedì, il presidente Chakwera ha dichiarato di aver deciso di consentire ai tre ministri e ad altri funzionari pubblici accusati di corruzione di affrontare le accuse stesse.

Regno Unito

L’Alta Corte britannica apre le porte ad Assange per l’appello alla Corte Suprema. In precedenza L’Alta Corte aveva rifiutato di concedere ad Assange il permesso di appellarsi alla Corte Suprema, ma alla fine ha lasciato a questa la decisione se esaminare un appello, un risultato abbastanza standard. Assange è detenuto nella prigione di Sua Maestà Belmarsh a Londra, una prigione di massima sicurezza dove è detenuto da quando è stato espulso dall’Ambasciata dell’Ecuador l’11 aprile 2019. Negli Stati Uniti rischia di affrontare 18 accuse, 17 delle quali ai sensi della legge sullo spionaggio. L’Espionage Act è una legge approvata nel 1917 negli Stati Uniti, che il Dipartimento di Giustizia ha sempre più esercitato contro le fonti dei media che condividono documenti “segreti” o parlano di informazioni sensibili con i giornalisti.

Lituania

Un enorme fienile in acciaio fuori dalla capitale lituana, il cui lungo corridoio e le cui stanze senza finestre, con tappeti e porte insonorizzate, un tempo fungevano da centro di detenzione della CIA, sarà presto in vendita. Il cosiddetto “programma di rendition” di Washington, in base al quale sospettati islamisti militanti provenienti dai conflitti in Afghanistan e Iraq sono stati portati in carceri al di fuori della giurisdizione degli Stati Uniti, rimane avvolto nel segreto a più di un decennio dalla sua fine. Ma la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo aveva confermato che l’edificio di 10 stanze, ubicato nella pineta innevata nel villaggio di Antaviliai fuori Vilnius, è stato utilizzato dalla CIA per ospitare sospetti terroristi dal 2005 al 2006. Era conosciuto come “Progetto n. 2” o “Sito di detenzione Violet”.

Polonia

La Polonia ha avviato la costruzione di una nuova recinzione alla frontiera con la Bielorussia, con cui Varsavia intende ostacolare l’ingresso di migranti irregolari dopo la crisi dello scorso anno con Minsk.

Ucraina

Il Canada ha dichiarato martedì che ritirerà temporaneamente le famiglie dei suoi diplomatici in Ucraina a causa della formazione militare russa ai confini del paese dell’Europa orientale. In una dichiarazione, Global Affairs Canada ha affermato che il governo ha deciso di «ritirare temporaneamente» i figli del personale dell’ambasciata che hanno meno di 18 anni, così come i familiari che li accompagnano, riporta CTV News Canada.

«I funzionari di Global Affairs Canada e dell’Ambasciata del Canada in Ucraina a Kiev continueranno a monitorare da vicino la situazione», si legge nella dichiarazione. Il Canada, che ha adottato una linea dura con Mosca dall’annessione della Crimea alla Russia nel 2014, ha dichiarato la scorsa settimana che  offrirà all’Ucraina un prestito  fino a 120 milioni di dollari canadesi (95 milioni di dollari).

Il Pentagono ha dichiarato che il Segretario alla Difesa Lloyd Austin ha messo 8.500 soldati in “allerta intensificata” per prepararsi a un possibile dispiegamento nell’Europa orientale, mentre il presidente Biden riflette sulle opzioni militari nell’intensificarsi delle tensioni con la Russia. Il portavoce del Pentagono John Kirby ha sottolineato che le truppe sono state messe solo in allerta e che «al momento non è stata presa alcuna decisione di schierare forze dagli Stati Uniti. La mossa arriva il giorno dopo che The New York Times ha riferito come Biden stesse pensando di inviare migliaia di truppe nell’Europa orientale e nei Paesi Baltici.

Russia

L’oppositore russo Alexei Navalny è stato incluso nella lista dei “terroristi ed estremisti” redatta dall’ente Rosfinmonitoring, il Servizio federale per il monitoraggio finanziario. Lo riferisce il quotidiano Novaya Gazeta. Nella lista sono stati inseriti anche sei collaboratori di Navalny, dei quali il più conosciuto è Lyubov Sobol.
Navalny, rientrato un anno fa in Russia dalla Germania dove era stato curato per un tentativo di avvelenamento subito in Russia nell’estate del 2020, sta scontando da allora una condanna a quasi due anni e mezzo di reclusione per una controversa accusa di frode.

Stati Uniti

Ieri, la Guardia Costiera ha continuato a cercare 39 persone scomparse da diversi giorni dopo che una barca, che si crede fosse utilizzata per il traffico di esseri umani, si è capovolta al largo della costa della Florida in rotta dalle Bahamas. Un uomo ha chiamato la Guardia Costiera martedì dopo aver salvato un naufrago aggrappato alla barca, a 45 miglia (72 km) a est di Fort Pierce: lo ha riferito l’agenzia di sicurezza marittima su Twitter. L’uomo ha riferito di essere con un gruppo di altre 39 persone che hanno lasciato l’isola di Bimini, alle Bahamas, sabato sera. Ha detto che la barca si è capovolta per il maltempo e che nessuno indossava un giubbotto di salvataggio.

Messico

Ieri centinaia di persone sono scese in piazza in 35 città messicane per condannare l’omicidio di Lourdes Maldonado, Margarito Martinez e Jose Gamboa, tre giornalisti che riferivano di corruzione, bande e violenze. «Queste manifestazione sono un appello urgente alle istituzioni e alla società di non dimenticare questi omicidi, la maggior parte dei quali rimangono impuniti», ha affermato il fotoreporter e organizzatore delle proteste Felix Marquez. Vestiti di nero e con in mano candele e fotografie di giornalisti assassinati, i manifestanti hanno esortato la polizia a rafforzare i meccanismi di protezione per i professionisti e i pubblici ministeri minacciati per il fatto di accelerare le indagini su tali crimini. «I giornalisti che finiscono per essere assassinati spesso combattono contro politici corrotti che sono legati a criminali», ha lamentato l’attivista Alejandro Melendez, ricordando che le strutture criminali non scompariranno finché lo Stato non sosterrà i giornalisti.

Una rivolta tra detenuti scoppiata in una prigione nello stato messicano di Colima, sulla costa del Pacifico, ha provocato la morte di nove detenuti con sette feriti, hanno riferito le autorità. Il Dipartimento di Pubblica Sicurezza ha affermato che la rivolta ha avuto origine durante una rissa tra due gruppi rivali di detenuti, ma non ha detto cosa l’abbia causata. La polizia di Stato, le truppe dell’esercito e il personale della Guardia Nazionale hanno ripreso il controllo del blocco di celle circa un’ora dopo. I funzionari hanno detto che nelle celle sono stati trovati diversi coltelli fatti in casa e una pistola. Tali risse sono spesso avviate da membri incarcerati appartenenti a cartelli della droga rivali. Il porto di Colima è stato a lungo un focolaio di traffico di droga.

Guatemala

Cinque ex soldati paramilitari sono stati giudicati colpevoli di crimini contro l’umanità e condannati a decenni di carcere per aver aggredito sessualmente dozzine di donne indigene achí negli anni Ottanta. La sentenza storica arriva dopo anni di difesa da parte di sopravvissuti e sostenitori. Le donne non sono state in grado di sporgere denuncia penale per le atrocità, fino al 2011. C’è voluto più di un decennio prima che gli ex membri della cosiddetta pattuglia di autodifesa civile venissero processati, all’inizio di questo mese. La pattuglia era composta da diversi gruppi armati, reclutati dall’esercito guatemalteco sostenuto dagli Stati Uniti. I sopravvissuti hanno raccontato che i soldati avevano radunato tutti gli uomini nel loro villaggio e che li fecero sparire prima di violentare e aggredire le donne. Una delle sopravvissute che ha testimoniato al processo aveva solo 12 anni quando è stata violentata.

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