26 maggio 2021 – Notiziario
Scritto da Barbara Schiavulli in data Maggio 26, 2021
Ascolta il podcast
- Mali: ex golpista prende il potere dopo l’arresto del presidente.
- «Per favore salvatelo», supplicano i genitori del blogger arrestato sul volo della Ryanair. Intanto l’Europa sanziona la Bielorussia.
- Israele e Palestina: il Segretario di Stato americano in visita.
- Afghanistan: secondo The New York Times, i soldati americani si ritireranno entro luglio.
- Colombia: tra gas lacrimogeni e pietre, mamme in prima linea nelle proteste.
- Caso Regeni: giudice italiano ha chiesto che 4 funzionari della sicurezza egiziana vengano processati.
Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin
Iran
Sono sette i candidati ammessi alle presidenziali del 18 giugno in Iran dal Consiglio dei Guardiani. È quanto emerge da una lista anticipata dai media. Il nome di maggior spicco rimasto in lizza è quello del capo della magistratura, il fondamentalista Ebrahim Raisi, 60 anni, già sfidante nel 2017 del presidente uscente Hassan Rohani. Dalle candidature risulta invece escluso l’ex presidente del Parlamento Ali Larijani, moderato, considerato il principale antagonista di Raisi: sarebbe stato escluso per la residenza negli Stati Uniti della figlia. Tra gli altri bocciati figurerebbe anche l’ex presidente Mahmud Ahmadinejad.
Israele e Palestina
Il segretario di Stato americano Anthony Blinken ha incontrato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e ha ribadito che gli Stati Uniti «sostengono pienamente il diritto di Israele di difendersi». Blinken ha detto che il presidente Biden aveva un impegno “personale” con Israele. «È stato uno dei sostenitori più incrollabili di Israele negli ultimi 50 anni», ha detto Blinken di Biden. Dopo l’incontro con Blinken, Netanyahu ha avvertito che qualsiasi futuro lancio di razzi da Gaza avrebbe ricevuto una risposta israeliana «molto potente».
Durante una conferenza stampa congiunta con il Segretario di Stato americano Antony Blinken, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che gli Stati Uniti non dovrebbero tornare all’accordo sul nucleare iraniano, noto come JCPOA. «Posso dirvi che spero che gli Stati Uniti non torneranno al vecchio JCPOA, perché crediamo che quell’accordo spiani la strada affinché l’Iran abbia un arsenale di armi nucleari con legittimità internazionale», ha detto Netanyahu a Gerusalemme martedì. Ma con il JCPOA, gli iraniani sarebbero ancora vincolati dal Trattato di non proliferazione, che Israele rifiuta di firmare a causa del suo programma segreto di armi nucleari. Netanyahu ha anche accennato a una possibile azione contro l’Iran con il pretesto di autodifesa. Blinken non ha risposto a Netanyahu e ha detto solo che gli Stati Uniti si stanno «consultando strettamente con Israele» sui negoziati indiretti con l’Iran in corso a Vienna per rilanciare il JCPOA. Mentre i funzionari statunitensi hanno minimizzato i progressi dei colloqui di Vienna, i funzionari iraniani hanno avuto cose positive da dire e credono che presto sarà raggiunto un accordo.
Il Segretario di Stato Blinken, in visita appunto tra Gerusalemme e Ramallah, ha detto ai palestinesi che gli Stati Uniti si oppongono «ad azioni unilaterali che possano minare le prospettive per una giusta e durevole pace» in Medio Oriente. Che queste siano − ha spiegato, citato dai media − «attività di colonie, demolizioni di case, annessioni di territori, istigazione alla violenza o compenso per individui che commettono atti di terrore». Blinken ha detto martedì che gli Stati Uniti forniranno 75 milioni di dollari in assistenza aggiuntiva ai palestinesi dopo gli 11 giorni di bombardamento israeliano di Gaza. Blinken ha annunciato il nuovo aiuto da Ramallah in Cisgiordania durante una conferenza stampa congiunta con il presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas.
E a Gaza, mentre altri quattro corpi sono stati estratti dalle macerie dei palazzi distrutti dai bombardamenti israeliani portando a oltre 240 le vittime nella Striscia, l’assalto di 11 giorni di Israele ha lasciato, dicono le organizzazioni umanitarie, circa 400.000 delle circa due milioni di persone del territorio occupato senza accesso a una fornitura regolare di acqua pulita, un incubo umanitario che sta guidando le richieste di aiuti internazionali immediati e la fine dei 14 anni di blocco israeliano.
Egitto – Italia
Un giudice italiano ha ordinato che quattro alti funzionari della sicurezza egiziana, presumibilmente coinvolti nella morte dello studente Giulio Regeni nel 2016, siano processati a seguito di un’indagine. Una fonte legale ha riferito martedì a Reuters che i pubblici ministeri italiani ritengono che le loro indagini dimostrino la responsabilità di funzionari egiziani nel “rapimento aggravato” di Regeni, uno studente post-laurea presso l’Università di Cambridge, ucciso a Il Cairo nel gennaio 2016. Hanno anche detto che uno dei quattro sarebbe anche coinvolto in una «cospirazione per commettere un omicidio aggravato».
La polizia e gli ufficiali egiziani hanno ripetutamente negato qualsiasi coinvolgimento nella scomparsa e nell’omicidio di Regeni. Presiedendo un’udienza preliminare, il giudice italiano ha convenuto che ci sono prove sufficienti per incriminare i quattro e ha ordinato che il processo cominci il 14 ottobre, ha riferito la fonte legale.
Libia
L’ONG Proactiva Open Arms ha ricevuto alcune delle foto di bambini deceduti sulla riva dall’interno della Libia. Mostrano i corpi parzialmente vestiti di bambini piccoli e di una donna, gonfi e semi sepolti nella sabbia.
Sono almeno 743 migranti morti nel Mediterraneo quest’anno. Secondo i dati pubblicati dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni delle Nazioni Unite, nel solo Mediterraneo centrale sono stati registrati 630 decessi nel 2021, rispetto ai 289 decessi per tutto il 2020. «Siamo sotto shock», ha detto alla BBC Laura Lanuza, responsabile della comunicazione di Open Arms. «Quando le persone cercano di fuggire dalla Libia, non dovrebbero essere riportate indietro o lasciate alla deriva nel Mediterraneo. Ci dovrebbe essere un’operazione di ricerca e soccorso… per proteggere le vite in mare». «Il Mediterraneo è il più grande cimitero del mondo», ha aggiunto. «Non dovrebbe essere così».
Marocco
Le autorità marocchine martedì hanno impedito agli attivisti per i diritti umani di protestare fuori dal parlamento per chiedere il rilascio dei giornalisti dissidenti Soulaimane Raissouni, in sciopero della fame, e Omar Radi. La polizia superava di gran lunga il piccolo gruppo di attivisti che hanno cercato di riunirsi per un sit-in davanti al parlamento, spingendoli fuori dall’area con i loro scudi antisommossa.
Mali
«I capi di Stato riuniti al Consiglio Europeo chiedono l’immediata liberazione del presidente del Mali Bah Ndaw e del primo ministro Moctar Ouane». Lo ha scritto su Twitter l’Alto Rappresentante UE Josep Borrell. «Saranno adottate sanzioni contro coloro che intralciano la transizione», aggiunge il politico spagnolo.
Il vice presidente ad interim del Mali, il colonnello Assimi Goita, ha affermato di aver preso il potere dopo che il presidente di transizione e il primo ministro non lo hanno consultato sulla formazione di un nuovo governo. «Questo tipo di passo testimonia il chiaro desiderio del presidente di transizione e del primo ministro di cercare di violare la carta di transizione», ha detto martedì, descrivendo le azioni della coppia come un «intento dimostrabile di sabotare la transizione». Le elezioni si terranno il prossimo anno come previsto, ha detto.
Il presidente Bah Ndaw e il primo ministro Moctar Ouane sono stati arrestati e portati in una base militare fuori dalla capitale lunedì, provocando una rapida condanna da parte delle potenze internazionali, alcune delle quali lo hanno definito un «tentativo di colpo di Stato».
Mali: i militari arrestano il presidente, il primo ministro e il ministro della Difesa
I due uomini erano a capo di un governo di transizione creato dopo un colpo di Stato militare in agosto che ha rovesciato il presidente Ibrahim Boubacar Keita. Avevano il compito di sorvegliare il ritorno alle elezioni democratiche. Goita, che ha guidato il colpo di Stato di agosto, ha orchestrato gli arresti dei due colleghi leader del golpe e in una dichiarazione letta da un assistente alla televisione nazionale, ha dichiarato che le elezioni del prossimo anno per ripristinare un governo eletto andranno avanti come previsto. «Il vicepresidente della transizione si è visto obbligato ad agire per preservare la carta di transizione e difendere la repubblica», si legge nel comunicato.
Ora, però, si teme che la situazione possa peggiorare l’instabilità nel paese dell’Africa occidentale, dove gruppi armati legati ad al-Qaida e ISIL (ISIS) controllano vaste aree del nord e del centro, e inscenano frequenti attacchi contro l’esercito e i civili. Le Nazioni Unite, l’Unione Europea e i paesi della regione hanno tutti condannato le azioni dei militari e hanno chiesto l’immediato rilascio dei leader arrestati. La Francia ha condannato l’atto “violento” di Goita «con la massima fermezza».
Spagna
Il governo spagnolo e le sue regioni hanno raggiunto un accordo per far sì che i vari territori si prendano carico dell’accoglienza di circa 200 migranti minorenni ospitati nell’enclave di Ceuta. Lo ha annunciato la ministra dei Diritti Sociali, Ione Belarra. Si tratta di bambini e ragazzi già presenti a Ceuta prima dell’emergenza migratoria della settimana scorsa, che ha portato all’arrivo di più di 800 minori in pochi giorni.
Le regioni che accoglieranno un maggior numero di minori migranti sono la Comunità Valenciana (25), Madrid e la Galizia (20 per ciascuna), riporta l’agenzia di stampa Efe.
Bielorussia
La Bielorussia ha annunciato la prossima chiusura della sua ambasciata in Canada, nel giorno in cui il primo ministro canadese Justin Trudeau ha detto che sta valutando la possibilità di rafforzare le sanzioni contro il regime accusato di aver dirottato un aereo europeo per arrestare l’oppositore Roman Protasevich.
«Il comportamento del regime bielorusso è scandaloso, illegale e del tutto inaccettabile», aveva accusato ieri Trudeau durante una conferenza stampa. «Il Canada ha già attuato sanzioni contro la Bielorussia ed esaminerà altre opzioni», aveva aggiunto chiedendo anche il «rilascio immediato» del giornalista.
L’Unione Europea ha adottato sanzioni contro la Bielorussia, tra cui il divieto per le compagnie aeree bielorusse di volare nello spazio europeo, e chiede alle compagnie europee di evitare lo spazio aereo della Bielorussia. Inoltre invita l’Alto Rappresentante a presentare proposte per nuove sanzioni economiche, e chiede il rilascio immediato di Roman Protasevich e della sua fidanzata. Nelle conclusioni adottate dai 27 leader UE si chiede anche un’indagine urgente dell’ICAO, per fare luce sull’incidente «inaccettabile e senza precedenti». Per quanto riguarda le sanzioni, viene chiesto al Consiglio di individuare «il prima possibile» nuove persone ed entità che saranno colpite da misure restrittive anche economiche. Infine, i leader esprimono la loro solidarietà alla Lettonia per l’espulsione «ingiustificata» dei suoi diplomatici.
Air France ha annunciato che non volerà per il momento sulla Bielorussia, dopo il caso Ryanair e le sanzioni decise dall’UE contro Minsk. Intanto il Consiglio di Sicurezza dell’Onu terrà una riunione urgente oggi sulla Bielorussia, dopo il dirottamento. A volere l’incontro, a porte chiuse, sono stati i membri UE del Consiglio.
Natalia Protasevich, la madre del 26enne oppositore, ha detto che non ha dormito per due notti e stringe forte il telefono, sperando in qualche notizia su suo figlio. «Chiedo, supplico, chiedo a tutta la comunità internazionale di salvarlo», ha detto Natalia, scoppiando in lacrime durante un’intervista con AFP vicino alla stazione ferroviaria di Wroclaw, nel sud della Polonia. «È solo un giornalista, è solo un bambino ma per favore, per favore… chiedo aiuto. Per favore salvatelo! Lo uccideranno lì dentro!». Natalia, 46 anni, e suo marito Dmitry, 48 anni, pensano che Roman potrebbe essere in un centro di detenzione gestito dai servizi segreti, ancora noto come KGB. Ma non lo sanno per certo e l’incertezza li sta torturando. «L’avvocato ha cercato di vederlo oggi ma gli è stato rifiutato. Ancora non sappiamo se è lì, quali siano le sue condizioni, come si sente», ha detto Dmitry, un ex soldato. «Uno dei modi in cui le nostre autorità torturano è quello di non dire ai parenti dove sono tenuti i loro cari fino all’ultimo minuto». I genitori di Protasevich sono in stretto contatto con la madre della sua ragazza, anche lei arrestata, Sofia Sapega, una studentessa di legge. Temono che il figlio sia stato picchiato dopo aver visto un videomessaggio diffuso lunedì dalle autorità bielorusse in cui l’attivista avrebbe confessato. Dmitry ha detto che suo figlio sembrava estremamente nervoso, sembrava mancassero alcuni denti e aveva lividi sul lato sinistro del viso e sul collo. «Il video è chiaramente una messa in scena. È stato fatto sotto pressione e non è attendibile». Ma, ha aggiunto, «almeno mostra che è vivo». I genitori di Protasevich si sono trasferiti in Polonia otto mesi fa dopo essere stati perseguitati durante un giro di vite contro le proteste di massa senza precedenti che hanno seguito la contestata elezione presidenziale dell’agosto 2020.
Afghanistan
L’Australia ha annunciato che chiuderà venerdì la sua ambasciata a Kabul, esprimendo timori per «un ambiente sempre più incerto dal punto di vista della sicurezza» dopo il ritiro delle truppe straniere dall’Afghanistan. Il primo ministro australiano Scott Morrison ha definito la misura “provvisoria”, assicurando che l’Australia «rimane impegnata nei rapporti bilaterali», ma l’annuncio a soli tre giorni dalla chiusura ha spiazzato gli osservatori. Tra i militari che stanno lasciando il paese ci sono anche 80 soldati australiani che chiudono così una missione costata miliardi di dollari e che ha visto dispiegare decine di migliaia di truppe.
Secondo un articolo di The New York Times, le truppe statunitensi dovrebbero lasciare l’Afghanistan da inizio a metà luglio, ben prima della scadenza dell’11 settembre fissata dal presidente Biden. Funzionari statunitensi anonimi hanno detto a The New York Times che anche gli alleati di Washington dovrebbero uscire entro luglio, sebbene la Germania stia apparentemente lottando per tenere il passo. Martedì il comando centrale degli Stati Uniti ha affermato che il processo di ritiro dall’Afghanistan è stato completato dal 16 al 25%.
Gli Stati Uniti hanno recentemente consegnato l’aerodromo di Kandahar alle forze afghane. L’articolo di The New York Times afferma che i caccia statunitensi e altre attrezzature militari inizieranno a lasciare la base aerea di Bagram nei prossimi giorni. La scorsa settimana, la gente del posto ha detto a Tolo News che gli Stati Uniti hanno camion carichi di attrezzature rottamate fuori dalla base aerea di Bagram, che è la più grande struttura militare statunitense in Afghanistan. A causa del ritiro più rapido, il Pentagono sta cercando modi per mantenere l’influenza e le risorse in Afghanistan. Sia gli Stati Uniti che la NATO intendono continuare a sostenere finanziariamente il governo afghano. Il rapporto di The New York Times afferma che i circa 17.000 appaltatori del Pentagono in Afghanistan stanno partendo insieme alle truppe statunitensi e straniere. L’esercito afghano dipende quasi interamente da questi appaltatori del Pentagono per mantenere le proprie attrezzature, quindi i funzionari afghani stanno cercando di assumere appaltatori propri, che gli Stati Uniti pagherebbero comunque.
Stati Uniti
Il Texas diventa sempre più terra da far west: il parlamento statale, controllato dai repubblicani, ha approvato una legge che consente di portare un’arma nascosta senza licenza, addestramento e controlli sull’acquirente. Manca solo la firma del governatore Greg Abbott, anche lui del Grand Old Party, che tuttavia si è già detto pronto a promulgare il provvedimento.
Mentre Bridgett Floyd partecipava alla manifestazione di commemorazione di Geoge Floyd a Minneapolis, Minnesota, altri membri della famiglia facevano pressioni su Biden alla Casa Bianca per aiutare a far passare il disegno di legge. Il George Floyd Justice in Policing Act è bloccato a Capitol Hill. Martedì le città negli Stati Uniti e all’estero hanno segnato un anno dalla morte di Floyd. L’ex agente di polizia di Minneapolis, Derek Chauvin, è stato condannato il mese scorso per l’omicidio di Floyd, un uomo di colore di 46 anni, dopo essersi inginocchiato sul suo collo per più di nove minuti. Chauvin rischia fino a 40 anni di carcere, secondo la condanna del 25 giugno. Biden aveva fissato martedì come scadenza per la firma della legislazione di riforma della polizia, esattamente un anno dopo la morte di Floyd. Dopo aver incontrato il presidente e vicepresidente Kamala Harris alla Casa Bianca, il fratello di Floyd, Philonise, ha detto ai giornalisti: «Se puoi fare leggi federali per proteggere l’aquila calva, allora puoi fare leggi federali per proteggere le persone di colore».
Colombia
Vanesa si protegge dalla pioggia di gas lacrimogeni, sassi e flussi d’acqua dalle manichette antincendio che spesso segnano le proteste in Colombia, con solo occhiali di sicurezza, un casco, una bandana sul naso e sulla bocca e un fragile scudo di legno nero. Madre di tre figli, fa parte di un gruppo di dieci donne che si definiscono “mamme in prima linea” e che partecipano alle proteste per proteggere i giovani dalla presunta violenza della polizia. Il paese andino ha visto quasi un mese di manifestazioni e migliaia di blocchi stradali. Sebbene i leader della protesta abbiano raggiunto gli accordi preliminari per i colloqui con il governo lunedì, hanno promesso che le marce contro la disuguaglianza e gli abusi della polizia, tra le altre questioni, continueranno. «Se i nostri figli vanno a combattere, se i nostri figli vanno a marciare, noi madri li sosterremo e insieme a loro lotteremo», ha detto il gruppo durante una recente protesta.
Vanesa, 39 anni, ha perso il lavoro come ballerina di tango a causa della pandemia di coronavirus e ha iniziato a vendere caffè per strada. «Siamo un gruppo di mamme single che ora stanno cercando di lottare per i diritti violati dei giovani», ha detto Vanesa. Il gruppo è apparso in video sui social media, uno dei quali mostra una granata sonora lanciata dalla polizia che esplode vicino a loro durante una manifestazione. Vanesa ha detto che le mamme sono state ispirate ad agire dopo aver partecipato a una protesta in cui la squadra antisommossa nazionale ha sparato gas lacrimogeni a un gruppo di madri e bambini che protestavano. «Questa è stata la scintilla per decidere che avremmo fatto qualcosa di diverso», ha detto. Il governo afferma che solo 17 morti sono direttamente collegati alle marce, mentre i gruppi per i diritti umani ne rivendicano altre dozzine. L’ufficio del procuratore generale afferma di aver registrato 290 persone dichiarate scomparse e ne sta cercando altre 129.
Perù
È salito a sedici morti il bilancio in Perù del massacro compiuto nei giorni scorsi nella provincia di Satipo, nella Valle dei fiumi Apurímac, Jan e Mantaro (Vraem), e attribuito ufficialmente dall’esercito al movimento clandestino Sendero Luminoso, guidato da Victor Quispe Palomino. La ministra della Difesa peruviana Nuria Esparch ha confermato il nuovo bilancio in una intervista alla radio Rpp di Lima, precisando che un’unità militare giunta sul posto ha trovato sei cadaveri carbonizzati e altri dieci crivellati di colpi d’arma da fuoco.
Brasile
La polizia di Rio de Janeiro ha imposto il segreto per i prossimi cinque anni sull’operazione condotta lo scorso 6 maggio nella favela di Jacarezinho, conclusasi con la morte di 27 civili e un agente. Lo rivela il sito G1, che aveva chiesto accesso ai verbali di polizia in base alla legge sulla trasparenza. L’operazione, condotta in piena pandemia da 200 agenti con l’ausilio di mezzi blindati e di elicotteri per combattere le bande di narcotrafficanti, ha causato forti polemiche per le brutalità della polizia. I residenti della favela della zona nord della capitale carioca hanno denunciato violenze ed esecuzioni sommarie da parte dei corpi speciali della polizia.
India
Un altro ciclone tropicale, questo chiamato Yaas, approderà in India in meno di 24 ore, questa volta nella parte nord-orientale del paese. La scorsa settimana il ciclone tropicale Tauktae ha colpito l’India nord-occidentale, portando piogge alluvionali e mareggiate in diverse aree, tra cui Mumbai. Tauktae è stata la tempesta più forte che sia mai caduta sulla costa occidentale dell’India, uccidendo oltre 100 persone. Prima dell’arrivo di Yaas, il Bengala occidentale intende evacuare almeno un milione di persone, ha detto all’inizio di questa settimana in una conferenza stampa il primo ministro del Bengala occidentale, Mamata Banerjee.
Nuova Zelanda
Alcuni hacker, che hanno preso di mira gli ospedali nel distretto di Waikato in Nuova Zelanda, hanno diffuso informazioni private sui pazienti ai media, mentre i sistemi sanitari lottano per tornare online da più di una settimana dopo l’attacco. Il gruppo che rivendica la responsabilità per l’attacco informatico del Waikato District Health Board, che ha avuto luogo la scorsa settimana, ha rilasciato decine di record e documenti dall’aspetto ufficiale contenenti nomi, numeri di telefono e indirizzi di pazienti e personale, secondo quanto riportato da Radio New Zealand e altri media locali. I media hanno deciso di non riferire i dettagli e hanno inviato l’e-mail alla polizia. L’interruzione dei sistemi sanitari a Waikato continua, interrompendo il trattamento dei pazienti e il processo di libro paga dei membri del personale. Gli ospedali sono ora passati a processi manuali per supportare l’arretrato di pazienti, mentre al pubblico è stato chiesto di cercare strade alternative per il trattamento di condizioni non critiche. Il governo si è rifiutato di pagare qualsiasi riscatto agli hacker. Waikato DHB si prende cura di una popolazione di oltre 425.000 persone.
Il Federal Bureau of Investigation ha dichiarato questa settimana che i criminali informatici che hanno colpito il sistema sanitario irlandese hanno utilizzato un software dannoso denominato “Conti”, e che avevano preso di mira almeno 16 reti mediche e di primo intervento statunitensi nell’ultimo anno. Il mercato azionario della Nuova Zelanda è stato colpito da un attacco informatico lo scorso anno e anche i sistemi di dati della banca centrale sono stati violati in un attacco a un servizio di condivisione di file fornito da Accellion, con sede in California.
Ti potrebbe interessare anche:
- Ucraina, parla una madre surrogata
- Mali: i militari arrestano il presidente, il primo ministro e il ministro della Difesa
- Carrelli distanziati
- Pakistan: aggredito il noto giornalista Asad Ali Toor
E se credete in un giornalismo indipendente, serio e che racconta recandosi sul posto, potete darci una mano cliccando su Sostienici