26 ottobre 2023 – Notiziario Africa
Scritto da Giunio Santini in data Ottobre 26, 2023
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- Sahel: oltre 1500 migranti giunti sulle coste delle Isole Canarie in pochi giorni.
- Repubblica democratica del Congo: in un clima di tensione entra nel vivo la campagna elettorale per le presidenziali.
- Niger: il Consiglio dell’Unione europea ha avviato le procedure per imporre sanzioni ai membri della giunta militare al potere.
- Annunciato un progetto per raccogliere materiale genetico da oltre 500.000 persone di origine africana.
Questo e molto altro nel notiziario Africa di Radio Bullets, a cura di Giunio Santini
Repubblica democratica del Congo
Chiusi ufficialmente i termini per le candidature, in Repubblica democratica del Congo entra nel vivo la campagna elettorale verso le presidenziali del 20 dicembre prossimo.
Il presidente uscente Felix Tsishekedi, attualmente favorito nei sondaggi, ha incontrato una delegazione di governatori e parlamentari provinciali per un consulto sul processo elettorale. Nel corso del suo intervento di stampo marcatamente sovranista, il presidente ha ribadito il suo impegno per l’indipendenza economica e politica del paese, minacciata a suo dire dai “pericoli stranieri” e dalla presenza della Missione ONU nelle regioni del Nord e Sud Kivu. In quest’ottica Tsishekedi ha confermato che i caschi blu inizieranno il proprio ritiro dal 31 dicembre 2023, con un anno di anticipo rispetto a quanto previsto inizialmente.
L’opposizione invece al momento non sembra star valutando l’idea di riunirsi in un fronte unico, al fine di ridurre la dispersione dei voti.
Moise Katumbi, ex governatore del Katanga, una delle principali regioni minerarie del paese, secondo i sondaggi potrebbe essere il primo sfidante del presidente. L’ex governatore del Katanga, una delle principali regioni minerarie del paese, ha lanciato il suo partito “Ensemble pour la République” in vista delle elezioni, pur restando per ora ancora parte della coalizione al potere.
Martin Fayulu, terzo nei sondaggi, è alla sua seconda candidatura alle presidenziali dopo quella alle elezioni del 2018, quando fu scelto per rappresentare il fronte dell’opposizione. Proprio il risultato e le polemiche delle ultime elezioni sono al centro della sua campagna elettorale, nella quale Fayulu si batte per chiedere trasparenza del processo di voto e rispetto della democrazia. Su questi temi Fayulu si è nuovamente espresso in occasione della firma contratto sociale proposto dalla rete di ONG “Pona Congo” per avviare una “pace” tra le parti coinvolte nel processo elettorale e allentare le tensioni che potrebbero portare la RDC verso una spirale di violenze post-elettorali.
RDC : Martin Fayulu signe le contrat social du réseau "Pona Congo" et accepte le challenge du débat public entre les candidats Présidents de la République https://t.co/U0GIpBR9rp
— ACTUALITE.CD (@actualitecd) October 25, 2023
Denis Mukwege, alla prima esperienza politica, è il vero oggetto misterioso di queste elezioni. Il premio Nobel per la Pace ha iniziato la sua campagna a Kinshasa con un incontro con i giovani ai quali ha presentato il suo piano in 12 pilastri per “riparare il paese”. Conosciuto come “l’uomo che ripara le donne” per il suo impegno nella cura delle vittime di violenza nel conflitto trentennale all’Est del Congo, Mukwege sta mettendo al centro del suo programma il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. In quest’ottica, il premio Nobel è stato il primo firmatario dei dieci punti per sostenere la libertà di stampa e promuovere la sicurezza dei giornalisti, promossi da Reporters sans frontières. Come priorità, Mukwege ha accettato di sostenere pubblicamente la caduta delle accuse contro i giornalisti detenuti arbitrariamente, tra cui quelle contro Stanis Bujakera arrestato il mese scorso.
https://twitter.com/RSF_inter/status/1716432392099955084
Restiamo in Repubblica democratica del Congo, dove il conflitto nel Nord-Kivu vive una nuova escalation.
Il portavoce del governo Patrick Muyaya ha pubblicato su X alcune immagini di droni che sembrano indicare incursioni delle forze armate ruandesi a supporto dei ribelli dell’M23, nelle città di Tongo e Rutshuru, nell’area dove fu assassinato l’ambasciatore italiano Luca Attanasio.
L’anno scorso, i ribelli dell’M23 hanno conquistato ampie porzioni di territorio che continuano a occupare nella provincia del Nord Kivu, dopo che ne erano stati allontanati nel 2013.
https://twitter.com/PatrickMuyaya/status/1716740524181221692
Questa settimana, in una riunione del Consiglio di Sicurezza ONU è intervenuto sulla questione l’inviato speciale del segretario generale per la regione dei Grandi Laghi, Huang Xia, chiedendo maggiore supporto nella de-escalation di questo conflitto. Xia ha avvertito la comunità internazionale del pericolo di un conflitto diretto tra Kinshasa e Kigali, precisando come il rafforzamento militare dei due paesi, l’assenza di un dialogo diretto ad alto livello e la forte presenza di discorsi di odio siano tutti segnali preoccupanti che non possono essere ignorati,.
Scambi di accuse tra i due governi non sono una novità. Nel mese di maggio era stata presentata richiesta formale alla Corte Penale Internazionale (CPI) per denunciare il presunto saccheggio sistematico delle risorse naturali nel Congo orientale da parte dell’esercito rwandese e dell’M23.
Scienza
Studiosi della Meharry Medical College di Nashville, negli Stati Uniti, hanno annunciato un progetto per raccogliere il materiale genetico di 500.000 persone di origine africana, per creare quello che sarà il più grande database al mondo di informazioni genomiche di una popolazione.
L’obiettivo è creare un nuovo “genoma di riferimento” che aiuti a comprendere meglio le variazioni genetiche che possono avvenire nelle persone nere. Grazie alla rete di partner del progetto, il materiale genetico di 500.000 volontari sarà raccolto nel corso dei prossimi 10 anni.
Ad oggi meno del 2% delle informazioni genetiche studiate provengono da persone di origine africana, andando a complicare la diagnosi o la cura di determinate patologie in questi gruppi di popolazione. I risultati di questo studio potrebbero tradursi nella formulazione di nuovi farmaci e test diagnostici, contribuendo in maniera decisiva a ridurre le disparità sanitarie.
Something big happened a few days ago. Industry leaders in the genomics fields (Regeneron, AstraZeneca, Novo Nordisk and Roche) announced their collaboration with the US's largest black medical school, Meharry Medical College, Nashville, to establish what might become the UK… https://t.co/LO6Cf2wycZ pic.twitter.com/m0xvuSo3ks
— Veera Rajagopal (@doctorveera) October 22, 2023
Migrazione
Oltre 1400 migranti hanno raggiunto le coste delle Isole Canarie nel corso degli ultimi giorni, come hanno fatto sapere le autorità spagnole. Ultimo arrivo in ordine di tempo, un’imbarcazione con a bordo 321 persone che è stata recuperata da una situazione di emergenza domenica scorsa.
Il precedente numero massimo di persone salvate su una singola barca in arrivo alle Canarie era di 280 persone, il 3 ottobre scorso. L’alto numero di arrivi sulle coste dell’arcipelago ha costretto il governo spagnolo a dichiarare lo stato di emergenza migratoria per permettere alle autorità locali di ricevere le adeguate risorse.
Secondo gli ultimi dati del Ministero degli Interni, l’arcipelago ha accolto più di 23mila migranti nel solo 2023, quasi l’80% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Nelle prime due settimane di ottobre sono arrivati 8.561 migranti, una cifra record secondo i media spagnoli. Questo incremento degli arrivi è legato alla “destabilizzazione del Sahel”, ha dichiarato il ministro dell’Interno spagnolo, Fernando Grande-Marlaska, durante una visita alle Canarie questa settimana.
https://twitter.com/InfoMigrants/status/1714280177633829257
Kenya
La Corte Suprema del Kenya ha dichiarato incostituzionale il decreto per il dispiegamento di un contingente di agenti di sicurezza ad Haiti, deciso dal governo una decina di giorni fa. 1.000 agenti di polizia avrebbero dovuto essere inviati come parte di una forza multinazionale con lo scopo di fornire supporto operativo alla polizia nazionale haitiana. Per questa decisione, la leadership del Kenya aveva subito forti critiche in patria.
Più di un anno fa, il Primo Ministro di Haiti ha chiesto l’aiuto internazionale per la forte insicurezza nel paese, legata alle azioni delle gang criminali. Secondo le Nazioni Unite, nella repubblica caraibica sono state uccise più di 2.400 persone solo tra gennaio e agosto di quest’anno.
Niger
Il Consiglio dell’Unione europea ha reso noto di aver avviato le procedure per imporre sanzioni ai membri della giunta militare del Niger, al potere dopo il colpo di stato del 26 luglio scorso.
Il consiglio ha dichiarato che queste sanzioni saranno rivolte a persone che minano l’ordine costituzionale, la democrazia o lo stato di diritto del Niger. Le misure comprenderanno, divieti di viaggio, congelamento dei beni e restrizioni sulle operazioni finanziarie per coloro che saranno sanzionati.
Nella stessa occasione, il rappresentante dell’UE per gli affari esteri Josep Borrell ha ribadito il pieno supporto dell’Unione alla Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (ECOWAS). La dichiarazione arriva dopo le settimane di botta e risposta tra il governo nigerino del generale Tchiani e l’ECOWAS, che aveva minacciato un intervento militare nel paese per ristabilire l’ordine costituzionale e la presidenza di Mohamed Bazoum.
Mali
Forti scontri armati tra milizie legate ad Al-Qaeda e i caschi blu dell’ONU sono scoppiati nella regione del Kidal, nel Nord del Mali, mentre i contingenti ONU si stanno ritirando come richiesto dalla giunta militare al potere dal 2020.
La Missione ONU nel paese, la MINUSMA, ha dichiarato di aver distrutto o messo fuori servizio le proprie attrezzature nel campo di Tessalit, prima di aver diretto il contingente verso la città di Gao. Nel corso delle operazioni, il personale delle Nazioni Unite è stato “costretto più volte a rifugiarsi nei bunker a causa degli spari”, si legge nel comunicato.
L’evacuazione dei campi nella regione di Kidal, un bastione separatista, rimane una sfida importante. I miliziani si oppongono al trasferimento del controllo dei campi all’esercito maliano, affermando che ciò contravverrebbe al cessate il fuoco e agli accordi di pace stipulati con Bamako nel 2014 e nel 2015.
Il ritiro della Missione dopo circa 13 anni ha fatto crescere il timore di un intensificarsi dei combattimenti tra le truppe e le fazioni armate per il controllo del territorio.
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