27 gennaio 2022 – Notiziario
Scritto da Silvia Muletti in data Gennaio 27, 2022
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- Honduras: Xiomara Castro inizia il suo mandato alla presidenza. È la prima donna a ricoprire la carica nel Paese.
- Myanmar: Reporter Senza Frontiere esorta le multinazionali a non sostenere la giunta militare.
- Il senatore dello lo stato delle Hawaii chiede a Biden di far rilasciare Leonard Peltier, l’attivista per i diritti dei nativi americani.
Questo e molto altro su radio Bullets a cura di Silvia Muletti
Honduras
Xiomara Castro presta giuramento oggi come prima presidente donna dell’Honduras, di fronte alle grandi aspettative di capovolgere le sorti di un paese profondamente travagliato dalla crisi legislativa in corso.
Xiomara Castro, a former first lady, will take center stage as Honduras' first female president https://t.co/Vr4EFLjjTM
— CNN International (@cnni) January 27, 2022
Myanmar
«Tutte le multinazionali che ancora mantengono una presenza in Myanmar devono ora adottare misure concrete per porre fine alla propria complicità con la giunta», afferma Reporter Senza Frontiere (RSF). Alla vigilia del primo anniversario del colpo di Stato del primo febbraio 2021 in Myanmar, RSF invita tutte le multinazionali che continuano a fornire sostegno economico diretto o indiretto alle forze armate a chiudere ogni operazione nel Paese. Portando a modello gli esempi della francese TotalEnergies e della statunitense Chevron Corp., due dei più grandi conglomerati energetici del mondo, che hanno dichiarato che interromperanno tutte le loro operazioni in Myanmar. La decisione è arrivata alla luce delle violazioni dei diritti umani e del deterioramento dello stato di diritto nel Paese, da quando le forze armate hanno rovesciato il governo civile di Aung San Suu Kyi il primo febbraio del 2021.
Altre importanti multinazionali continuano a privilegiare i loro interessi commerciali a breve termine a scapito del rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini del Myanmar, a cominciare dal loro diritto a notizie e informazioni liberamente riportate. «Con urgenza, tutti i principali attori economici come Thales, MAN e DHL devono essere guidati dal senso dell’etica e della legge e devono, a loro volta, cessare qualsiasi attività che li renda complici del regime militare», è l’appello di RSF.
USA
Il senatore Brian Schatz, senatore dello stato delle Hawaii, mercoledì ha esortato il presidente Joe Biden a commutare la pena detentiva di Leonard Peltier e lasciare che l’attivista per i diritti dei nativi americani torni finalmente a casa. Sono passati 45 anni da quando l’FBI e l’ufficio del procuratore degli Stati Uniti hanno messo Peltier in prigione senza alcuna prova che avesse commesso un crimine. Ora ha 77 anni, ha seri problemi di salute e dichiara ad Huffington Post di essere «all’inferno» nella condizione detentiva in cui si trova.
Peltier sta scontando due ergastoli per l’omicidio, nel 1975, di due agenti dell’FBI durante una sparatoria in una riserva di nativi americani. Lui non si è mai dichiarato colpevole. Le indagini sono state concluse con la sua condanna senza − a detta dei suoi sostenitori − valide prove: persino il procuratore degli Stati Uniti, che ha contribuito a mettere Peltier in prigione tanto tempo fa, sta ora supplicando Biden di concedergli clemenza perché dice, secondo quanto riporta Huffington Post, i funzionari federali non hanno mai avuto prove che avesse commesso un crimine. La sua prigionia ha suscitato le proteste di un incredibile mix di leader internazionali dei diritti umani, tra cui Papa Francesco, il Dalai Lama, Madre Teresa, Nelson Mandela e Coretta Scott King. I leader tribali eletti e il Congresso nazionale degli indiani d’America hanno approvato risoluzioni che sollecitano la clemenza. Biden è probabilmente l’ultima possibilità di Peltier di tornare a casa prima che la sua situazione di salute si aggravi.
Leonard Peltier nasce nel 1944 nella “Anishinabe Turtle Mountain Indian Reservation” nel Nord Dakota, all’interno della comunità indiana degli Ojibiway. Fa parte del Movimento Indiano Americano (AIM), un movimento non violento che partecipa alla lotta contro l’alcolismo, alla distribuzione del cibo e degli aiuti, alla creazione di programmi per l’autosufficienza, alla difesa della religione tradizionale e delle lingue indigene.
Siria
Human Rights Watch e il Syrian Legal Development Programme hanno affermato che le agenzie delle Nazioni Unite che operano in Siria spesso non effettuano una valutazione del rischio per i diritti umani durante la gestione degli appalti per portare aiuti umanitari. I documenti di gara e di appalto esaminati dai ricercatori non includono gli standard sui diritti umani, che i fornitori dovrebbero rispettare. Le agenzie umanitarie delle Nazioni Unite svolgono un ruolo essenziale nel soddisfare i bisogni primari della popolazione siriana. Ma possono e devono effettuare valutazioni dettagliate dei rischi per i diritti umani per le attività di appalto e rendere tali valutazioni trasparenti, anche attraverso il meccanismo di dialogo regionale. Il nuovo rapporto di Human Rights Watch e SLDP offre una guida pratica su come condurre tali valutazioni dei rischi, in forma di domande e risposte su pratiche di appalti conformi ai diritti umani.
Human Rights Watch ricorda che l’Onu è vincolata dal diritto internazionale dall’obbligo di rispettare i diritti umani e che si impegna a condurre affari solo con quei fornitori che condividono i valori di rispetto dei diritti umani fondamentali, giustizia sociale, dignità umana e rispetto dei diritti uguali di uomini e donne.
Dieci anni di conflitto hanno decimato le infrastrutture della Siria, uccidendo centinaia di migliaia di persone e sfollandone altri milioni. Il conflitto permanente ha avuto anche un impatto negativo sull’economia, con le Nazioni Unite che stimano perdite economiche pari a 442 miliardi di dollari da settembre 2020. Questi costi catastrofici si traducono in una massiccia perdita di mezzi di sussistenza, con 11,7 milioni di persone che dipendono dall’assistenza umanitaria. L’assistenza è fornita principalmente dalle agenzie delle Nazioni Unite, dal Comitato internazionale per la Croce Rossa (CICR) e dalle organizzazioni umanitarie internazionali non governative.
Kenya
Il gruppo di attivisti Survival International avverte che le politiche di conservazione ambientale sfrattano i kenioti dalle loro terre ancestrali. Sono in corso sgomberi, hanno affermato, in cui governi ed enti di beneficenza recintano vaste aree di terra sostenendo che ciò sia necessario per la conservazione dell’ambiente. Secondo Survival International, il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni, le riserve naturali, con l’obiettivo dichiarato di proteggere natura e fauna in via di estinzione, hanno consentito il dislocamento di popoli indigeni dalle loro terre ancestrali. La “conservazione della fortezza”, che mira a preservare condizioni naturali del territorio, si traduce nella creazione di parchi poi accessibili a turisti. «Le terre rubate sono chiamate “Area Protetta” o “Parco Nazionale” e tengono fuori gli abitanti originari, a volte usando un livello scioccante di violenza», ha detto un portavoce di Survival International. La sopravvivenza delle popolazioni locali dipende dalla terra e per sostenere i loro diritti il Movimento ha dato il via alla campagna decolonize conservation, decolonizzare la conservazione. Secondo il report, circa 50 milioni di acri in Africa sono già controllati da queste riserve.
USA
Biden dovrebbe nominare la prima donna di colore alla Corte Suprema. Dopo la notizia che il giudice Stephen Breyer intende ritirarsi, la Casa Bianca ha segnalato che il presidente Joe Biden rimane impegnato a nominare la prima donna di colore alla Corte Suprema. La Corte, scrive Bbc, svolge un ruolo chiave nella vita americana e ha spesso l’ultima parola su leggi altamente dibattute, controversie tra stati e governo federale e appelli finali per sospendere le esecuzioni. Il mandato dei e delle nove giudici è a vita, dopo la nomina della presidenza e l’approvazione del Senato. A oggi solo due afroamericani − entrambi uomini − hanno prestato servizio alla Corte Suprema: il giudice Thurgood Marshall dal 1967 al 1991 e il suo successore, il giudice Clarence Thomas, che diventerà il componente più anziano all’età di 73 anni.
Striscia di Gaza
Gerusalemme e il disagio, testimoniato da Wafa News Agency, delle famiglie di Gaza le cui case sono state distrutte da massivi attacchi aerei israeliani.
Winter and snow aren't always a happy time for the families in #Gaza who lost their homes due to the massive #Israeli airstrikes.#FreePalestine pic.twitter.com/ir69MHb2fN
— Wafa News Agency – English (@WAFANewsEnglish) January 26, 2022
In copertina Wikimedia Commons | Xiomara Castro
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