3 febbraio 2021 – Notiziario
Scritto da Barbara Schiavulli in data Febbraio 3, 2021
Ascolta il notiziario
- Russia: Navalny condannato a 2 anni e cinque mesi, in collegamento Julia Kalashnyk (copertina).
- Afghanistan, talebani: «Un governo islamico sostituirà l’attuale governo», intanto 4 esplosioni a Kabul.
- Twitter limita l’accesso del ministro degli Interni turco per tweet anti Lgbtq.
- Stati Uniti: il ministero degli Interni al primo ispanico.
- I legislatori del Myanmar detenuti in un centro di detenzione «a cielo aperto».
- Pakistan: dal braccio della morte a un rifugio per l’assassino di Daniel Pearl.
- Tigray: i partiti dell’opposizione parlano di cinquantamila morti civili in tre mesi
- Onu: ventimila rifugiati scomparsi.
- I palestinesi riprendono i contatti con gli americani.
Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin
Emirati Arabi Uniti
In una delle sue prime decisioni commerciali, Joe Biden ha reintrodotto per motivi di sicurezza nazionale la tariffa del 10% sulle importazioni di alluminio dagli Emirati Arabi, che il suo predecessore Donald Trump aveva rimosso un giorno prima di lasciare la Casa Bianca in coincidenza con la vendita ad Abu Dhabi di 50 F-35. La decisione gela le speranze europee di una revoca immediata dei dazi posti da Trump su acciaio e alluminio. Revoca chiesta la scorsa settimana dall’ambasciatore europeo a Washington con la promessa in cambio di togliere subito le contro tariffe.
Iran
L’Iran ha deciso «con un atto umanitario» il rilascio dell’equipaggio del cargo sudcoreano MT Hankuk Chemi, fermato il mese scorso nel Golfo Persico con l’accusa di «inquinamento ambientale». I 20 marinai − cittadini di Corea del Sud, Indonesia, Vietnam e Myanmar − potranno ora lasciare la Repubblica islamica.
Turchia
Twitter ha limitato l’accesso al ministro degli Interni turco per un tweet che ha definito gli studenti manifestanti «pervertiti LGBT». Da settimane studenti e personale della prestigiosa Università Bogazici di Istanbul protestano contro la nomina a rettore dell’università, da parte del presidente Recep Tayyip Erdogan, di Melih Bulu, una figura che ha legami con il suo partito al governo. Chiedono le dimissioni di Bulu e che l’università possa eleggere il proprio presidente. Nella tarda serata di lunedì la polizia si è scontrata con i manifestanti che hanno organizzato le proteste chiedendo il rilascio di un gruppo di studenti, arrestati durante il fine settimana con l’accusa di incitamento all’odio e insulto ai valori religiosi per un poster esposto all’Università di Bogazici che raffigurava il luogo più sacro dell’Islam con bandiere LGBT. Le autorità hanno riferito che 159 persone sono state arrestate negli scontri, anche se molte sono state successivamente rilasciate.
Israele, Palestina e Stati Uniti
Il primo ministro dell’Autorità Palestinese Mohammed Shtayyeh ha annunciato la ripresa dei contatti con Washington, ha riferito Al-Quds Al-Araby. Ne ha dato l’annuncio durante la sua riunione di gabinetto settimanale. Shtayyeh ha detto di aver parlato con il vice segretario di Stato aggiunto per gli affari israelo-palestinesi, Hadi Amro.
The Decree for #Palestinian #Elections Symbolizes the #Democratic Farce in #Palestine https://t.co/9QNzqqYrU3 via @PalestineChron pic.twitter.com/sEXi5gjKWN
— The Palestine Chronicle (@PalestineChron) January 27, 2021
Il presidente dell’AP Mahmoud Abbas aveva sospeso i contatti con gli Stati Uniti a seguito della decisione dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele nel dicembre 2017. Shtayyeh ha detto ad Amro che Abbas «è pronto per avviare un processo politico basato sulla legittimità internazionale e sul diritto internazionale, e mediato dal Quartetto internazionale».
In risposta, ha spiegato il primo ministro, Amro ha affermato che l’amministrazione statunitense si sarebbe impegnata «gradualmente» nei suoi obblighi annunciati durante la campagna elettorale.
Il famoso accademico e attivista politico palestinese Abdel Sattar Qassem è morto lunedì all’età di 72 anni di Covid-19: lo ha detto la sua famiglia. Qassem, professore di scienze politiche all’Università Al-Najah di Nablus, era ben noto per il suo attivismo contro l’occupazione militare israeliana in Cisgiordania, così come per le sue critiche al coordinamento della sicurezza dell’Autorità Palestinese e agli accordi di Oslo del 1993, firmati tra Israele e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP). Qassem è stato arrestato numerose volte dalle autorità israeliane. Dopo gli accordi di Oslo del 1993, l’Autorità Palestinese lo ha detenuto per brevi periodi per le sue aspre critiche al coordinamento della sicurezza dell’Autorità Palestinese con Israele. Nell’agosto 2014 è sopravvissuto a un attentato a Nablus: uomini armati hanno tentato di sparargli da un veicolo in movimento, a quasi 200 metri da casa sua, mentre si recava a un’intervista televisiva. È autore di diversi libri sui suoi giorni nella prigione israeliana del Negev, sulla rivolta del leader siriano-palestinese Izz al-Din Al-Qassam contro il mandato britannico negli anni Trenta e sulla caduta dello Scià nella rivoluzione iraniana del 1979.
Proteste di massa sono scoppiate ieri sera in quattro città arabe in Israele dopo che due persone sono state colpite dalla polizia israeliana nella città settentrionale di Tamra. Il canale televisivo statale KAN ha detto che in migliaia hanno manifestato nelle città di Tamra, Nazareth, Umm al-Fahm e Tira, bloccando le strade principali. A Nazareth i parlamentari arabi e i manifestanti hanno cantato slogan contro il governo e la polizia. Due manifestanti sono stati arrestati. Lunedì sera la polizia israeliana aveva aperto il fuoco in una zona residenziale di Tamra in una sparatoria con uomini armati in una delle case. La polizia ha ucciso un sospetto e ne ha ferito un altro. Nello stesso incidente la polizia ha ucciso “per errore” anche uno studente universitario e ferito un medico. Lo studente è stato identificato come il 22enne Ahmed Hijazi; il medico, Muhammad Armoush, 31 anni. Dall’inizio dell’anno, 16 arabi in Israele sono stati uccisi da uomini armati sconosciuti, con i residenti arabi che accusano le autorità israeliane di non indagare gli omicidi.
Libia
Due gruppi di combattenti delle forze di Khalifa Haftar, il comandante dell’Est, si sono scontrati a Sirte ieri dopo che un attacco al quartier generale della 9° brigata (Al-Kaniyat) è stato effettuato dalla brigata Tariq bin Ziyad, gestita dal figlio di Haftar, Saddam, secondo il portavoce della Sirte. Lo riferisce il responsabile della Sala operativa della Jufra, Abdelhadi Drah. Drah ha detto che l’esercito libico, sotto il comando del governo di accordo nazionale, stava monitorando gli scontri a Sirte, ma non ha ricevuto notizie di vittime o ragioni all’origine dei combattimenti. Fonti di Sirte hanno riferito che la brigata Tariq bin Ziyad di Saddam ha attaccato il quartier generale di Al-Kaniyat a sostegno della polizia militare delle forze di Haftar, che stavano cercando di trattenere alcuni membri ricercati di Al-Kaniyat per rapine a mano armata a Sirte.
A Sirte manca la sicurezza e si stanno verificando molti crimini, come rapimenti e rapine a mano armata segnalati da miliziani pro-Haftar, l’ultimo dei quali è stato un attacco lunedì contro due uomini dopo un tentativo di rapina a mano armata da parte di uomini pro-Haftar.
Etiopia – Tigray
Un trio di partiti di opposizione nella tormentata regione del Tigray, in Etiopia, stima che più di 50.000 civili siano stati uccisi nei tre mesi di conflitto e sollecitano la comunità internazionale a intervenire prima che un «disastro umanitario di proporzioni bibliche diventi una realtà raccapricciante». Il comunicato pubblicato martedì non dice da dove provenga la stima e le parti non sono state immediatamente raggiunte, scrive l’AP. I collegamenti di comunicazione rimangono impegnativi in gran parte della regione, rendendo difficile la verifica dei reclami da parte di qualsiasi parte. Nessun bilancio ufficiale delle vittime è emerso dall’inizio dei combattimenti, all’inizio di novembre, tra le forze etiopi e alleate e quelle della regione del Tigray che hanno dominato il governo per quasi tre decenni prima che il primo ministro Abiy Ahmed si insediasse nel 2018. Ciascuna parte ora considera l’altra illegittima.
I partiti di opposizione affermano che la comunità internazionale dovrebbe garantire l’immediato ritiro dei combattenti, compresi i soldati della vicina Eritrea, che secondo i testimoni sostengono le forze etiopi. Le parti sollecitano inoltre un’indagine indipendente sul conflitto, il dialogo, più aiuti umanitari e l’accesso ai media per «coprire ciò che sta accadendo». I civili in tutto il Tigray, una regione di circa 6 milioni di persone, stanno morendo a causa di attacchi mirati, fuoco incrociato, malattie e mancanza di risorse, secondo i testimoni. Persino alcuni dei nuovi amministratori nominati dal governo di Abiy Ahmed hanno avvertito che le persone stanno morendo di fame poiché vaste aree oltre le strade principali e le città non sono ancora raggiungibili.
Ben 20.000 rifugiati sono scomparsi dopo la distruzione di due campi nella regione del Tigray, devastata dalla guerra, hanno detto le Nazioni Unite. I rifugiati, la maggior parte dei quali provengono dalla vicina Eritrea, sono fuggiti dai rifugi di Hitsats e Shimelba, distrutti nei combattimenti scoppiati nel Tigray a novembre. A gennaio, le immagini satellitari hanno mostrato la distruzione dei due campi profughi che ospitano migliaia di eritrei nella regione. Circa 3.000 persone sono arrivate in un altro campo a Mai-Aini, a cui le Nazioni Unite hanno accesso, secondo Filippo Grandi, Alto Commissario dell’Onu per i rifugiati. Molti rifugiati «sono stati presi in mezzo a un fuoco incrociato, rapiti e costretti a tornare in Eritrea sotto costrizione dalle forze eritree», ha detto Grandi, citando le testimonianze presentate in una visita al campo durante un viaggio di quattro giorni per incontri con funzionari in Etiopia.
Russia
Più di 1.050 persone sono state arrestate durante le manifestazioni in Russia a favore dell’oppositore Alexei Navalny, condannato a 2 anni e 8 mesi di carcere: sarebbero 3 anni e 5 mesi, ma un anno lo ha già scontato. «La cosa principale in tutto questo processo non è quello che accade a me. Imprigionarmi non è difficile. Ciò che conta di più è il motivo per cui questo sta accadendo. E sta accadendo per intimidire un gran numero di persone: vogliono imprigionare una persona per spaventarne milioni». Lo ha detto Alexei Navalny in aula. «Chiedo il rilascio immediato per me e per tutti i prigionieri politici: questo teatrino è illegale», ha aggiunto.
снял час назад и все ещё в шоке от этого видео pic.twitter.com/P05bEQfi3p
— Feldman (@EvgenyFeldman) February 2, 2021
Julia Kalashnyk da Kiev:
«Il caso di Alexei Navalny, a cui ieri il tribunale di Simonovsky ha sostituito la condanna a pena sospesa di 3 anni e 5 mesi a quella reale, riguarda il controverso caso di Yves Rocher. Il caso è stato avviato contro l’oppositore e suo fratello Oleg ancora nel dicembre 2012 con l’accusa di frode. All’epoca Navalny aveva ricevuto una condanna di 3 anni e 6 mesi, pena sospesa con un periodo di prova di 5 anni, conclusasi solo il 29 dicembre 2020.
E così ieri la pena sospesa è stata convertita in quella reale, a causa della presunta violazione dei termini della libertà vigilata da parte dell’oppositore. C’è da dire che Navalny passerà nella colonia penale circa 2 anni e 8 mesi, avendo già scontato 10 mesi in precedenza agli arresti domiciliari.
Secondo il FSIN, Servizio penitenziario federale della Russia, Navalny avrebbe violato la libertà vigilata più volte sia prima che dopo il suo ricovero a Berlino, dove, come sappiamo, era in cura dopo aver ingerito il veleno Novichok.
Il 29 dicembre dell’anno scorso il politico è stato inserito nella lista dei ricercati, mentre si trovava ancora in Germania. Tornato in Russia il 17 gennaio è stato subito arrestato in aeroporto e, dopo un processo lampo nella stazione della polizia, è stato trasferito per 30 giorni nel centro di custodia cautelare Matrosskaya Tishina a Mosca.
Subito dopo la condanna, a Mosca ma anche a San Pietroburgo, la gente è scesa per le strade a sostegno del dissidente. Non si è fatta attendere la risposta della polizia antisommossa, numerosa e sempre molto violenta. Sono state arrestate circa mille persone durante la giornata del processo di Navalny, colpiti anche i giornalisti».
This is a journalist. Doing his work. pic.twitter.com/N2Rp0QnjV7
— Christo Grozev (@christogrozev) February 2, 2021
Afghanistan
I talebani hanno affermato che un governo islamico sostituirà in Afghanistan l’attuale governo sotto il presidente in carica Ashraf Ghani, a seguito dei negoziati di pace.
In una conferenza stampa dopo il loro incontro nella capitale iraniana Teheran di questa settimana, la delegazione dei talebani ha affermato che se le forze statunitensi e della NATO continueranno a rimanere in Afghanistan dopo maggio, i talebani avranno il diritto di difendere il loro paese.
L’Ufficio del Consiglio di sicurezza nazionale (ONSC) ha affermato che è prematuro parlare del sistema politico in Afghanistan.
L’ONSC ha suggerito che i talebani dovrebbero smetterla di spargere sangue invece di parlare del governo. A questo proposito, ieri mattina 4 esplosioni hanno colpito diverse zone di Kabul, uccidendo tre persone e ferendone sei. Mohammad Atif, capo del consiglio di Jamiat Eslah, un’organizzazione con sede a Kabul, è stato ucciso nell’esplosione nell’area di Salim Karwan, confermano fonti dell’organizzazione.
Secondo il rapporto dell’ispettore generale degli Stati Uniti per la ricostruzione dell’Afghanistan (SIGAR), Resolute Support, la missione a guida NATO in Afghanistan, ha riportato 2.586 vittime civili dal primo ottobre al 31 dicembre dello scorso anno, di cui 810 uccisi e 1.776 feriti.
Il rapporto SIGAR afferma che la percentuale di vittime causate da IED è aumentata di quasi il 17% in questo trimestre, correlandosi con un aumento degli IED attaccati magneticamente o degli attacchi di “bombe adesive”, afferma il rapporto. Nonostante la violenza in corso, le vittime in Afghanistan nell’ultimo trimestre del 2020 sono diminuite del 14% rispetto al trimestre precedente, afferma il rapporto, aggiungendo che il trimestre ha visto un numero eccezionalmente alto di vittime per i mesi invernali, tuttavia, rispetto a quando si combatteva normalmente.
Pakistan
Martedì la Corte Suprema del Pakistan ha ordinato che il pakistano-britannico, assolto dopo una condanna a morte per la decapitazione nel 2002 del giornalista americano Daniel Pearl, fosse trasferito in un cosiddetto “rifugio” del governo.
Ahmad Saeed Omar Sheikh, che è stato nel braccio della morte per 18 anni, sarà sotto sorveglianza e non potrà lasciare il rifugio, anche se potrà ricevere la moglie e i figli. «Non è completa libertà. È un passo verso la libertà», ha detto il padre dello sceicco, Ahmad Saeed Sheikh, che ha assistito all’udienza.
Nel tentativo finale di ribaltare l’assoluzione, il governo del Pakistan e la famiglia Pearl hanno presentato ricorso alla Corte Suprema, chiedendo di rivedere la decisione. L’avvocato della famiglia, Faisal Siddiqi, ha tuttavia affermato che tale revisione ha scarse possibilità di successo perché gli stessi giudici della Corte Suprema che hanno ordinato l’assoluzione di Sheikh siedono nel comitato di revisione. Il governo degli Stati Uniti ha detto che chiederà l’estradizione di Sheikh se la sua assoluzione sarà confermata. Lo sceicco è stato incriminato negli Stati Uniti per l’omicidio di Pearl e per il rapimento di un cittadino americano nel 1994 nel settore governato dagli indiani della regione divisa del Kashmir.
Stati Uniti
Una task force che riunirà le famiglie di immigrati separati dall’amministrazione Trump al confine con il Messico: è uno degli obiettivi dei tre ordini esecutivi che Joe Biden firmerà oggi per rottamare le politiche migratorie del suo predecessore, che hanno causato «caos, crudeltà e confusione»: lo ha annunciato la Casa Bianca. La separazione di centinaia di bambini dai loro genitori immigrati era stata una delle decisioni più controverse dell’era Trump, suscitando un’ondata di indignazione internazionale.
E ancora per quanto riguarda l’immigrazione, Biden vuole “snellire” la procedura per la naturalizzazione di nove milioni di migranti. Ieri ha firmato una serie di ordini esecutivi con l’obiettivo di annullare le politiche migratorie “fallite” del suo predecessore Donald Trump.
Alejandro Mayorkas diventa il primo ministro degli Interni ispanico degli Stati Uniti: il Senato lo ha confermato con 57 sì (43 i no). Nato a L’Avana da genitori diventati poi rifugiati cubani in Usa, 61 anni, Mayorkas sarà incaricato in particolare di supervisionare la politica migratoria.
India
Twitter lunedì ha bloccato temporaneamente dozzine di account e tweet in India su richiesta del governo nazionalista indù, compresi quelli di un’importante rivista di notizie e degli agricoltori che organizzano proteste di massa nella capitale. Una fonte del ministero dell’Information Technology ha detto all’agenzia di stampa AFP che il governo aveva ordinato al gigante dei social media di agire contro circa 250 account Twitter e tweet che rappresentavano una «grave minaccia per l’ordine pubblico». Decine di migliaia di contadini protestano dal 26 novembre nei campi alla periferia di Nuova Delhi contro la deregolamentazione del settore agricolo indiano. Una manifestazione, la scorsa settimana, si è trasformata in uno scontro con le forze dell’ordine. Da allora la polizia ha arrestato dozzine di agricoltori e un giornalista che scrive per la rivista Caravan. La rivista, alcuni attivisti e sindacati contadini, alcuni leader dell’opposizione, un attore e un economista sono tra coloro i cui account Twitter sono stati bloccati.
Muslim and Sikh activists in #India are being stifled by Twitter https://t.co/LA6JZM5qch
— Khaled Beydoun (@KhaledBeydoun) February 2, 2021
Myanmar
L’amministrazione Biden ha accusato l’esercito del Myanmar di colpo di Stato ed è pronta a un drastico taglio degli aiuti al paese, ha detto il Dipartimento di Stato americano. La Cina ha dichiarato che il mondo dovrebbe contribuire alla stabilità del paese, mentre il Giappone mette in guardia dal rischio il colpo di Stato aumenti l’influenza della Cina nella regione. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non riesce, bloccato dalla Cina, a mettersi d’accordo su una dichiarazione di condanna del colpo di Stato.
Facebook ha bloccato la pagina della rete televisiva militare nazionale del Myanmar. La pagina di Myawaddy è stata bandita lunedì dopo che The Wall Street Journal ha contattato Facebook e ha chiesto perché la pagina fosse operativa dopo essere stata bandita nel 2018. Poco dopo la pagina è stata rimossa La pagina aveva più di 33.000 “like” quando Facebook l’ha rimossa. È stata originariamente vietata nel 2018 perché Facebook affermava che promuovesse violenza e odio, ma è stata creata subito dopo una nuova pagina.
Centinaia di membri del parlamento del Myanmar ancora confinati in «un centro di detenzione a cielo aperto» nella capitale del paese, 24 ore dopo che i militari hanno preso il potere e arrestato politici di alto livello, tra cui la leader eletta Aung San Suu Kyi. Uno dei legislatori ha detto all’agenzia di stampa Associated Press che lui e circa 400 altri membri del parlamento sono stati in grado di parlare tra loro all’interno del complesso residenziale governativo e di comunicare con i loro collegi elettorali per telefono, ma non gli è stato permesso di lasciare il complesso di Naypyidaw. Ha detto che la polizia era all’interno del complesso e i soldati erano fuori. Il legislatore ha detto che i politici, composti da membri della Lega nazionale per la democrazia (NLD) di Aung San Suu Kyi e vari partiti minori, hanno trascorso una notte insonne preoccupati che potessero essere portati via.
Il video di una donna in Myanmar, che fa aerobica mentre dietro ha veicoli militari che si avvicinano al Parlamento durante il colpo di Stato, è stato visto più di 16 milioni di volte da quando è stato pubblicato lunedì. Khing Hnin Wai, insegnante di educazione fisica, inizialmente ha condiviso il video sulla sua pagina Facebook, ma successivamente è stato condiviso su Twitter dove ha accumulato milioni di visualizzazioni. Il giornalista Aditya Raj Kaul ha condiviso il video su Twitter ieri e ha detto: «Una donna ha fatto la sua regolare lezione di aerobica all’aperto senza rendersi conto che era in corso un colpo di Stato in Myanmar. Un convoglio militare che raggiunge il Parlamento si vede dietro alla donna. Incredibile». Naturalmente sul nostro sito radiobullets.com troverete il video.
A woman did her regular aerobics class out in open without realizing that a coup was taking place in #Myanmar. A Military convoy reaching the parliament can be seen behind the woman as she performs aerobics. Incredible! pic.twitter.com/gRnQkMshDe
— Aditya Raj Kaul (@AdityaRajKaul) February 1, 2021
Cina
Gli esperti hanno affermato che probabilmente ci vorranno anni per confermare l’origine del virus. Gli investigatori dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) hanno visitato il centro di ricerca nella città cinese di Wuhan che è stato oggetto di speculazioni sulle origini del coronavirus. La visita del team dell’OMS all’Istituto di virologia di Wuhan è un punto culminante della missione volta a raccogliere dati e cercare indizi su dove abbia avuto origine il virus e su come si sia diffuso. I giornalisti hanno seguito la squadra alla struttura di massima sicurezza, ma come per le visite precedenti, non hanno accesso diretto ai membri del team che hanno fornito scarsi dettagli delle loro discussioni e visite, finora. Guardie di sicurezza in uniforme e in borghese sono di guardia in mezzo alla fitta nebbia mattutina, ma non c’è traccia delle tute protettive che i membri del team avevano indossato ieri durante una visita a un centro di ricerca sulle malattie degli animali.
Giappone
Le Olimpiadi di Tokyo ci saranno «a prescindere da come si evolverà la situazione coronavirus». Lo ha dichiarato Yoshiro Mori, presidente dei Giochi che si sarebbero dovuti svolgere lo scorso anno. «Dobbiamo andare oltre la discussione se terremo le Olimpiadi o no. Parliamo di come le terremo. Pensiamo a un nuovo tipo di Olimpiadi», ha detto intervenendo a un incontro con gli organizzatori dei Giochi.
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