8 gennaio 2021 – Notiziario
Scritto da Barbara Schiavulli in data Gennaio 8, 2021
Ascolta il podcast
- Stati Uniti: niente Twitter per Trump fino alla fine del suo mandato. Intanto l’FBI chiede aiuto alla gente per identificare i rivoltosi di Capitol Hill (copertina).
- Iraq: emesso mandato di cattura nei confronti di Trump per l’uccisione del comandante delle milizie.
- Guatemala: ex capo della sicurezza di una miniera condannato per l’omicidio di un leader indigeno.
- Siria: giornalista sopravvive a un tentato omicidio ad Al Bab.
- Indonesia: condannato nel 2011, torna libero il pianificatore degli attentati di Bali.
- 60 studenti israeliani rifiutano di arruolarsi.
- Tokyo furiosa dopo che un tribunale della Corea del Sud ordina di risarcire le “signore di conforto”.
Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin
Iran
Il procuratore militare di Teheran, Gholamabbas Torki, a un anno dall’abbattimento del Boeing ucraino nei cieli di Teheran da parte delle Guardie della Rivoluzione, ha annunciato di avere concluso l’inchiesta ribadendo che si è trattato di “un errore umano”. Nel disastro morirono 176 persone, la maggior parte iraniane ma anche molti canadesi, svedesi, britannici, ucraini e afghani. «Tra le persone accusate di imprudenza e violazione delle regole − ha aggiunto il procuratore − solo una è in carcere, mentre le altre sono state rilasciate su cauzione in attesa di processo davanti a un tribunale militare e sono state licenziate o degradate». Ieri alcuni familiari iraniani delle vittime hanno tenuto una cerimonia di commemorazione nel sito dove è precipitato il Boeing 737 alle 06:19 locali, l’ora esatta in cui l’aereo venne distrutto lo scorso 8 gennaio (per il calendario iraniano solare, cadeva ieri).
Iraq
L’Iraq ha emesso un mandato di arresto per il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ieri, nell’ambito delle indagini di un tribunale di Baghdad sull’uccisione di un alto comandante paramilitare iracheno. Abu Mahdi al-Muhandis, il vice capo della rete paramilitare iraniana Hashed al-Shaabi, è morto nello stesso attacco di droni statunitensi che ha ucciso il leggendario generale iraniano Qasem Soleimani all’aeroporto di Baghdad il 3 gennaio dello scorso anno. L’attacco era stato ordinato da Trump, che in seguito aveva dichiarato di aver eliminato «due (uomini) al prezzo di uno».
Siria
Un giornalista siriano è rimasto ferito mentre cercavano di ucciderlo mercoledì sera nella provincia di Aleppo. Bahaa Al-Halabi è stato preso di mira da uomini mascherati dopo aver lasciato la sua casa nel centro di Al-Bab, nel nord-ovest della Siria: lo ha detto in un comunicato il suo datore di lavoro Syria TV, emittente affiliata a The New Arab.
Halabi è in ospedale, ma in condizioni stabili, dopo aver subito ferite da arma da fuoco alla mano, alla spalla e al torace. Dovrebbe subire un intervento. Questa è la seconda volta che tentano di ucciderlo, ha raccontato il fratello Mahmoud a Syria TV. La prima volta venne ferito vicino al cuore. Ieri Halabi ha pubblicato una foto mentre si trova in ospedale sul suo account Twitter. «Grazie a Dio. Grazie a Dio. Grazie a Dio», ha detto Halabi nel tweet, ringraziando i suoi amici e sperando che l’intervento vada bene.
Syria TV ha rilasciato una dichiarazione: «Noi di Syria TV condanniamo questo atto criminale, in base al quale un collega leale e onesto che cerca sempre di adempiere ai suoi doveri di giornalista è stato preso di mira. Questo atto significa prendere di mira direttamente i media e i giornalisti che lavorano per riportare notizie innovative e coprire gli aggiornamenti all’interno della Siria». Al-Bab, situata vicino al confine turco, è sotto il controllo delle fazioni ribelli siriane sostenute dalla Turchia dal 2017. L’apparente attentato alla vita di Halabi arriva poche settimane dopo che è stato ucciso l’attivista Hussein Khattab, sempre ad Al-Bab. Anche Khattab aveva affrontato precedenti tentativi di ucciderlo. Nel 2020 in Siria sono stati uccisi 4 giornalisti.
Israele e Palestina
Almeno tre palestinesi sono stati feriti in un attacco da parte di coloni ebrei nel villaggio di Kafr Malik, a est della città di Ramallah in Cisgiordania, secondo l’agenzia di stampa palestinese WAFA. Coloni, protetti da un’unità dell’esercito israeliano, hanno attaccato con pietre e picchiato i contadini palestinesi che stavano arando un terreno nel villaggio, ferendone tre. I tre sono stati trasferiti in un vicino ospedale per cure mediche.
https://twitter.com/NoorObaid11/status/1347131152453300231
La terra in cui è avvenuto l’attacco sta affrontando l’imminente minaccia di confisca da parte delle autorità israeliane a beneficio dei coloni. La violenza dei coloni contro i palestinesi e le loro proprietà è routine in Cisgiordania ed è raramente perseguita dalle autorità israeliane.
Suha ‘Umran: "We stood and watched what the settlers and the soldiers were doing on our land. After they left, we came back to the plot. Nothing was left intact. They destroyed everything. I found some of Rimal’s clothes in a nearby thorn field"https://t.co/LrhaP9VVst pic.twitter.com/jqwe35fZzM
— B'Tselem בצלם بتسيلم (@btselem) January 3, 2021
Siamo un gruppo di diciottenni israeliani a un bivio. Lo stato israeliano chiede la nostra coscrizione nell’esercito. Presumibilmente, una forza di difesa che dovrebbe salvaguardare l’esistenza dello Stato di Israele. In realtà, l’obiettivo dell’esercito israeliano non è difendersi da forze armate ostili ma esercitare il controllo su una popolazione civile. In altre parole, la nostra coscrizione all’esercito israeliano ha un contesto politico e implicazioni. Ha implicazioni, in primo luogo, sulla vita del popolo palestinese che ha vissuto sotto l’occupazione violenta per 72 anni. In effetti la politica sionista di brutale violenza ed espulsione dei palestinesi dalle loro case e dalle loro terre è iniziata nel 1948 e da allora non si è fermata. L’occupazione sta anche avvelenando la società israeliana: è violenta, militarista, oppressiva e sciovinista. È nostro dovere opporci a questa realtà distruttiva unendo le nostre lotte e rifiutandoci di servire questi sistemi violenti, primo fra tutti i militari. Il nostro rifiuto di arruolarci nell’esercito non è un atto per voltare le spalle alla società israeliana. Al contrario, il nostro rifiuto è un atto per assumersi la responsabilità delle nostre azioni e delle loro ripercussioni.
Una lettera è stata firmata da 60 studenti delle superiori israeliane in cui rifiutano l’arruolamento obbligatorio nell’esercito israeliano. Una lettera forte e determinata. Non è la prima volta che una lettera di questo tipo è stata scritta, ma è storica e nuova in quanto non parla solo dell’occupazione del 1967, ma anche alla Nakba del 1948, la “Nakba continua”, una “occupazione violenta” di “72 anni” si legge nel testo. I ragazzi vedono e inquadrano l’occupazione del 1967 come parte dell’intero sforzo israeliano sin dal suo inizio.
Libia
Human Rights Watch ha esortato il governo libico, quello riconosciuto a livello internazionale, a indagare sulla scomparsa di centinaia di persone dalla città di Tarhuna, in seguito alla scoperta di diverse fosse comuni la scorsa estate. Il gruppo per i diritti con sede a New York, in una dichiarazione rilasciata giovedì, ha citato funzionari libici che affermano che almeno 338 residenti sono stati dichiarati dispersi dopo che le forze fedeli al comandante orientale Khalifa Haftar si sono ritirate dall’area a giugno. «Le famiglie a Tarhuna i cui cari sono scomparsi affrontano un momento difficile per andare avanti con le loro vite», ha detto Hanan Salah, ricercatore senior in Libia presso HRW. «Le autorità dovrebbero agire sulla scoperta di fosse comuni adottando misure adeguate per identificare i corpi e assicurare alla giustizia i responsabili degli abusi».
Tarhuna, 60 km a sud-est di Tripoli, è stata la rampa di lancio per il fallito tentativo di Haftar di prendere il controllo della capitale. I residenti hanno detto che le sue forze, sostenute dalla milizia Kaniyat, «hanno rapito, detenuto, torturato, ucciso e spesso fatto sparire persone che si opponevano o erano sospettate di farlo». «Quando catturavano e uccidevano qualcuno, si assicuravano anche di uccidere il resto [degli uomini nella] sua famiglia in modo che non si vendicassero», ha detto un residente a HRW. «Dopo aver ucciso le persone, sequestravano i loro soldi e le loro proprietà». Kamal al-Siwi, capo dell’autorità per le persone scomparse per il governo di accordo nazionale (GNA) con sede a Tripoli, ha detto che la maggior parte delle persone scomparse sono scomparse tra aprile 2019 e giugno 2020, durante l’assalto a Tripoli. Alcuni dei corpi sono stati trovati ammanettati e la maggior parte si trovava in uno «stato di degrado avanzato», il che ha reso difficile per i parenti identificarli.
Uganda
Durante un briefing con la stampa online, dove chiedeva indagini sugli abusi contro i diritti umani nel suo paese, il candidato presidenziale Bobi Wine è stato trascinato dalla polizia fuori dalla macchina mentre diceva «non è neanche più permesso parcheggiare sul ciglio della strada».
Wine ha detto che la polizia ha sparato proiettili vivi e gas lacrimogeni e ha arrestato la sua squadra elettorale in quello che è solo l’ultimo episodio di una crescente repressione nei suoi confronti e la sua squadra da parte delle forze di sicurezza dello stato prima delle elezioni. In una dichiarazione provocatoria pubblicata su Twitter, Wine ha detto che la sua battaglia per spodestare il presidente dell’Uganda, Yoweri Museveni, continuerà. «Oggi hanno arrestato tutti i 23 membri della nostra nuova squadra di campagna e sequestrato le auto. Pensano di averci rotto la schiena», ha scritto. «L’onda è inarrestabile! #WeAreRemovingADictator».
Stati Uniti
Il Congresso degli Stati Uniti, dopo i tumulti che hanno visto sotto l’assedio di un manipolo di fanatici di Trump il Campidoglio, ha proclamato la vittoria di Biden e della vicepresidente Harris. Respinte le contestazioni avanzate dagli esponenti repubblicani.
Intanto sono due donne − una era Ashley Babbit, 35 anni veterana dell’Air Force − e due uomini le persone morte durante le proteste, ha rivelato il capo della polizia di Washington.
GRAPHIC FOOTAGE: Police fatally shoot a Trump supporter inside the Capitol building. This is a sickening crime that should be prosecuted as such. pic.twitter.com/X8JK7HplJ7
— Dan Cohen (@dancohen3000) January 7, 2021
Tra le vittime si aggiunge ieri un agente di polizia, Brian Sicknick, che era rimasto ferito durante la rivolta. È deceduto in ospedale.
Trump ha rimosso tre tweet per riprendere il controllo dell’account, temendo di vederselo chiudere per le affermazioni non vere sulle elezioni. Ma non è servito. In una lunga dichiarazione pubblicata su entrambi i siti di social media, gli amministratori delegati sia di Facebook che di Twitter hanno affermato che per lui e il suo staff i rischi associati alla possibilità di continuare a utilizzare i loro servizi sono «semplicemente troppo grandi». Erano trascorse meno di 24 ore da quando i violenti sostenitori di Trump avevano preso d’assalto il Campidoglio a Washington DC durante una sessione congiunta del Congresso, costringendo senatori e rappresentanti degli Stati Uniti a essere evacuati per la loro sicurezza. Ore prima, il presidente Trump si era rivolto a una folla di migliaia di suoi sostenitori fuori dalla Casa Bianca, rifiutandosi di ammettere la sconfitta con ripetute affermazioni infondate di diffuse frodi.
L’Fbi ha chiesto aiuto al pubblico per identificare i rivoltosi e gli insorti che hanno preso d’assalto il Campidoglio. L’FBI accetta suggerimenti, foto, video e altri media digitali che mostrano il caos e la distruzione che si sono verificati il 6 gennaio. Ai testimoni viene chiesto di inviare suggerimenti online o chiamare la linea di segnalazione dell’FBI al numero 1-800-CALL-FBI (1-800-225-5324) per fornire tutte le informazioni utili alle indagini, secondo il sito web dell’agenzia. «Il nostro obiettivo è preservare il diritto costituzionale del pubblico di protestare proteggendo tutti dalla violenza e da altre attività criminali», ha detto l’FBI.
The FBI is seeking to identify individuals instigating violence in Washington, D.C. We are accepting tips and digital media depicting rioting or violence in and around the U.S. Capitol on January 6. If you have information, visit https://t.co/buMd8vYXzH.
— FBI (@FBI) January 7, 2021
Le conseguenze delle rivolte al Campidoglio di Washington continuano: l’ex capo dello staff della Casa Bianca Mick Mulvaney, che serviva come inviato speciale per l’Irlanda del Nord, ha detto alla CNBC che si è dimesso. «Ho chiamato Mike Pompeo ieri sera per fargli sapere che mi stavo dimettendo. Non posso farlo. Non posso restare», ha detto Mulvaney durante l’intervista. Mulvaney si unisce a Matthew Pottinger, vice consigliere per la sicurezza nazionale; Stephanie Grisham, capo del personale della First Lady Melania Trump; Sarah Matthews, vice segretaria stampa della Casa Bianca e Anna Cristina “Rickie” Niceta Lloyd, segretaria social della Casa Bianca, che si sono dimesse all’indomani dell’assalto al Campidoglio da parte dei sostenitori di Trump. Poco dopo un’altra dimissione eccellente: la Segretaria all’Istruzione Betsy DeVos, che ha attribuito alla retorica di Trump il caos di Capitol Hill ricordando che «i giovani ci guardano». Nota interessante è che DeVos era stata nominata nonostante non avesse alcuna esperienza nella politica dell’Istruzione: ma è la sorella di Erik Prince, il fondatore della Blackwater, agenzia di sicurezza e appaltatore militare, stretto alleato di Trump.
Per la prima volta dalla guerra del 1812 contro gli inglesi, il Campidoglio è stato violato. Il vicepresidente Mike Pence, con cui Trump ha rotto negli ultimi tempi per il suo rifiuto di ribaltare i risultati delle elezioni, ha rilasciato una dichiarazione forte ai rivoltosi: «Non avete vinto. La violenza non vince mai», ha detto in un discorso dove ha definito il 6 gennaio «un giorno buio nella storia del Campidoglio degli Stati Uniti». Mulvaney era stato licenziato come capo dello staff di Trump a marzo. Ha svolto un ruolo cruciale durante le indagini sul presunto tentativo di Trump di influenzare l’Ucraina sulla politica degli Stati Uniti, rilasciando una serie di e-mail che mostravano come l’Ufficio di gestione e bilancio ha lavorato per congelare i fondi in Ucraina a meno che il paese non capitolasse alle richieste di Trump.
Ieri Trump, in un video, si è detto scandalizzato della violenza avvenuta al congresso e ha lanciato un appello per la riconciliazione, e per la prima volta ha riconosciuto il fatto che il 20 gennaio si insedierà una nuova amministrazione senza però mai nominare Biden. Secondo fonti della Cnn, Biden non ha desiderio di aprire una nuova procedura di impeachment nei confronti di Trump né di ricorso al 25° emendamento, temendo che un atto di forza non aiuterebbe a unificare il paese.
Guatemala
Un giudice del Guatemala ha accettato una dichiarazione di colpevolezza dell’ex capo della sicurezza nella più grande miniera di nichel dell’America centrale, sotto processo per l’omicidio di un leader indigeno, in una rara condanna per violazioni dei diritti umani presumibilmente legata a società minerarie di proprietà canadese nella regione. Mynor Padilla è stato dichiarato colpevole di omicidio mercoledì scorso per la sparatoria mortale nel 2009 di Adolfo Ich, insegnante e leader della comunità di Maya Q’eqchi che si opponeva alla miniera di Fenix fuori dalla città di El Estor. Le società minerarie transnazionali, la maggior parte canadesi, con il loro personale e le forze di sicurezza dello stato sono state accusate da gruppi per i diritti umani per una serie di abusi in America Centrale, comprese le uccisioni di oppositori delle miniere.
I procedimenti penali sono rari e le condanne del personale di una compagnia mineraria sono quasi inaudite nella regione. Patricia Quinto, che rappresentava Alngelica Choc, moglie della vittima, ha affermato che il verdetto ha stabilito un precedente importante nel paese.
Coronavirus
Brasile: a gennaio iniziano le vaccinazioni, anche se secondo il presidente Bolsonaro, la maggior parte dei brasiliani non lo vuole. In Germania sono 417 mila le persone già vaccinate. La Corea del Sud proroga lo stop dei voli dal Regno Unito. In Israele da mezzanotte sono in lockdown totale. L’India promette il vaccino allo Sri Lanka. Proteste in Senegal per l’imposizione del coprifuoco.
Israele si è vantato di aver superato le altre nazioni con la sua campagna di vaccinazione contro il virus Covid-19, con oltre il 12% della sua popolazione che ha ricevuto la prima delle due dosi di vaccino da dicembre. Il paese sta cercando di essere il primo al mondo a riuscire a sbarazzarsi del Covid-19, pagando un prezzo molto più alto per ottenere l’accesso prioritario al vaccino. Come si legge sui giornali, Israele ha pagato $ 62 per dose, mentre il costo negli Stati Uniti non supera i $ 20. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha pubblicizzato il “risultato”, attribuendolo al suo rapporto privilegiato con il produttore di vaccini Pfizer.
Ma il virus continua a rivendicare un numero elevato di infezioni nella Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. A partire da mercoledì, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha registrato un totale di oltre 162.000 casi nei territori occupati, di cui 1.663 morti. Israele è stato criticato dalle organizzazioni per i diritti umani per essersi sottratto alle proprie responsabilità di potenza occupante − come definito dal diritto internazionale − non solo non avendo fornito vaccini ai cinque milioni di palestinesi che vivono nei territori occupati, ma ignorando anche i rischi per la vita dei detenuti palestinesi. Per i palestinesi, il tanto pubblicizzato “successo” della campagna di vaccinazione di Israele è diventato un altro pungente promemoria del vasto divario tra israeliani e palestinesi sotto occupazione.
Indonesia
Considerato l’ideologo del gruppo di militanti islamici che organizzò l’attentato di Bali del 2002, Abu Bakar Bashir è tornato in libertà. Bashir, 82 anni, tra i più noti estremisti dell’Indonesia, è considerato il leader spirituale della rete Jemaah Islamiah legata ad Al Qaeda. È stato condannato nel 2011 per i suoi legami con i campi di addestramento dei militanti nella provincia di Aceh. Il gruppo Jemaah Islamiah è accusato di aver pianificato diversi grandi attacchi in Indonesia e include militanti addestrati in Afghanistan, Pakistan e Filippine meridionali. Sono accusati di aver orchestrato gli attentati del 2002 ai nightclub di Bali dove morirono più di 200 persone, tra cui decine di australiani, e un attacco all’hotel JW Marriott di Giacarta che uccise 12 persone nel 2003.
Corea del Sud vs Giappone
Un tribunale sudcoreano ha ordinato oggi al Giappone di risarcire 12 donne costrette a lavorare nei suoi bordelli in tempo di guerra, una sentenza che ha suscitato un forte rimprovero da Tokyo e minaccia di riaccendere una faida diplomatica tra i due paesi.
I fatti del dominio coloniale giapponese del 1910-45 sulla penisola coreana sono controversi da entrambe le parti, con molte “signore di conforto” sopravvissute − un eufemismo giapponese per le vittime di abusi sessuali − che chiedono scuse formali e risarcimento da Tokyo. Il Giappone afferma che la questione è stata risolta in base a un trattato del 1965 che normalizzava i rapporti diplomatici, e i due paesi hanno deciso di porre fine “irreversibilmente” alla controversia in un accordo del 2015. Ma il tribunale distrettuale centrale di Seoul, un tribunale di livello inferiore, ha ordinato al Giappone di pagare a ciascuna delle donne 100 milioni di won (91.000 dollari), dicendo che nessuno dei patti può coprire il loro diritto di chiedere un risarcimento.
Il segretario capo del governo giapponese Katsunobu Kato ha definito il verdetto “inaccettabile”, esortando Seoul a prendere “misure appropriate”. Il vice ministro degli Esteri Takeo Akiba ha convocato l’ambasciatore sudcoreano Nam Gwan-pyo per presentare una “protesta estremamente forte”. Il ministero degli Esteri della Corea del Sud non ha avuto commenti immediati, ma l’ambasciatore Nam ha detto a Tokyo che si adopererà per evitare che la sentenza abbia un “impatto indesiderato” sui legami. «Ho sottolineato che era molto importante per entrambe le parti rispondere in modo calmo e moderato per risolvere il problema», ha detto Nam ai giornalisti.
Cina
La sorella maggiore del famoso avvocato per i diritti umani Gao Zhisheng si è suicidata nel maggio 2020, dopo aver affrontato anni di pressioni da parte del regime cinese. Gao rappresentava gruppi vulnerabili in Cina, inclusi bambini disabili, lavoratori licenziati, vittime di demolizioni forzate, aderenti al Falun Gong, cristiani locali. È stato arrestato più volte dalle autorità a causa del suo lavoro. È scomparso nell’agosto 2017 è si sospetta sia detenuto, anche se non si sa dove si trovi.
La notizia è stata resa nota il 1° gennaio dalla moglie di Gao, Geng He, tramite il suo account Twitter. Geng è fuggita dalla Cina continentale, con la figlia di allora 16 anni e il figlio di 5 anni, in Thailandia con l’aiuto di amici il 9 gennaio 2009. La famiglia è arrivata con successo negli Stati Uniti a marzo e in seguito è stata accettata come rifugiata. Geng ha detto in un’intervista a The Epoch Times che la sorella di Gao si era presa cura di suo marito ed era costantemente preoccupata per la sua sicurezza dopo la sua scomparsa. Per costringere Gao a rinunciare alla sua difesa legale, le autorità cinesi hanno esercitato un’enorme pressione sulla sua famiglia e su sua sorella maggiore. Secondo Geng, la casa della sorella di Gao nella città di Dongying, provincia di Shandong, è stata a lungo tenuta sotto controllo dalla polizia locale.
Hong Kong
L’attivista pro-democrazia Joshua Wong, già condannato a 13 mesi e mezzo e attualmente in carcere per il suo ruolo nelle proteste per le riforme democratiche che misero a soqquadro Hong Kong nel 2019, è stato “arrestato” oggi nel penitenziario di Shek Pik con l’accusa di “sovversione”.
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