10 settembre 2021 – Notiziario

Scritto da in data Settembre 10, 2021

Ascolta il podcast

  • Afghanistan: talebani a caccia di giornalisti locali.
  • Palestina: oggi in piazza nella giornata della collera.
  • Marocco: i liberali sconfiggono i filo islamisti al potere.

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli

Afghanistan

«I talebani rastrellano i giornalisti afghani casa per casa, seguendo una lista nera su cui sono segante tutte le persone con sospetti legami con la precedente amministrazione o con le forze guidate dagli Stati Uniti». Questo quanto riportato dal rapporto dell’Easo, l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo, sull’evoluzione della situazione in Afghanistan, sulla base di un insieme di testimonianze di giornalisti e operatori delle organizzazioni internazionali presenti sul campo. «La situazione dell’informazione è drammatica, oltre 100 media hanno smesso di funzionare lo scorso mese e decine di televisioni e radio hanno interrotto le loro trasmissioni o sono state sequestrate dai talebani costringendo diverse centinaia di giornalisti afghani a lasciare il paese», spiega il rapporto.

Il collegamento a internet è stato interrotto in diverse zone di Kabul. Lo riferisce la Bbc, citando media locali. Il giornalista afghano Bilal Sawary ha riferito su Twitter che diverse fonti nel settore delle telecomunicazioni gli hanno confermato che i talebani hanno ordinato un blocco temporaneo della connessione via cellulare in vari quartieri della capitale, in concomitanza con le nuove proteste di ieri.

Anaamullah Samangani, membro della Commissione culturale dei talebani, ha dichiarato giovedì che i talebani hanno chiuso alcuni conti bancari di funzionari che hanno lavorato nel governo precedente, ma non ha fatto i nomi.

I talebani hanno accusato gli Stati Uniti di aver violato l’accordo di pace firmato dalle due parti nel febbraio 2020 mantenendo sanzioni contro i funzionari talebani. In base all’accordo di Doha, Washington aveva promesso che avrebbe lavorato per rimuovere le sanzioni sia degli Stati Uniti che delle Nazioni Unite sui talebani, dopo l’inizio dei negoziati intra-afghani.
Alcuni membri del nuovo governo ad interim dei talebani sono sotto sanzioni, incluso il primo ministro ad interim, il mullah Mohammad Hassan Akhund, che è nella lista nera delle Nazioni Unite. Il ministro dell’Interno Sirrajudin Haqqani è ricercato dall’FBI con una taglia di 5 milioni di dollari ed era il leader della rete Haqqani, che gli Stati Uniti hanno designato come organizzazione terroristica.
L’accordo di Doha afferma che, dopo l’inizio dei colloqui intra-afghani, gli Stati Uniti «avrebbero dato vita a una revisione amministrativa delle attuali sanzioni statunitensi e dell’elenco delle ricompense contro i membri dell’Emirato islamico dell’Afghanistan… con l’obiettivo di rimuovere queste sanzioni entro il 27 agosto 2020».
L’accordo afferma anche che gli Stati Uniti «avvieranno un impegno diplomatico con altri membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e l’Afghanistan per rimuovere i membri dell’Emirato islamico dell’Afghanistan… dall’elenco delle sanzioni con l’obiettivo di raggiungere questo obiettivo entro il 29 maggio 2020».

Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, si dice a favore di un “dialogo” continuo con i talebani in Afghanistan. «Il nostro dovere è di estendere la nostra solidarietà a un popolo che soffre molto, dove milioni e milioni di persone rischiano di morire di fame», ha insistito il capo delle Nazioni Unite. Secondo lui, dobbiamo a tutti i costi evitare un “crollo economico” in Afghanistan.

L’Iran ha sottolineato le sue richieste per la formazione di un governo “inclusivo” nel vicino Afghanistan, poco dopo che i talebani hanno formato quello che ha definito un governo ad interim. Mercoledì, un giorno dopo che i talebani hanno annunciato la formazione del nuovo governo afghano, dominato dalla sua vecchia guardia e che non include alcuna rappresentanza per le donne o i membri della comunità sciita, i ministri degli esteri dei paesi vicini all’Afghanistan – tra cui Iran, Cina, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan e Pakistan – hanno tenuto un incontro virtuale durante il quale la Cina ha annunciato di aver offerto all’Afghanistan almeno 31 milioni di dollari di aiuti di emergenza, compresi i vaccini contro il coronavirus.

Il primo volo per l’evacuazione di stranieri dopo il ritiro delle truppe americane è decollato da Kabul, mentre oggi è previsto il decollo di un secondo. A bordo dell’aereo della Qatar Airways con destinazione Doha, decollato nel pomeriggio di ieri, c’erano 200 persone, tra le quali un gruppo di americani.

Canale di Suez

Nuovo incidente nel Canale di Suez dove una nave battente bandiera panamense ha bloccato per alcune ore il passaggio. La nave Coral Crystal in viaggio per il Sudan, lunga 225 metri e larga 32, si è insabbiata causando il ritardo del transito di almeno altre quattro imbarcazioni. Poi il traffico è ripreso.

Libano

Il Libano ha lanciato ieri carte bancomat a sostegno di oltre 500.000 famiglie che hanno bisogno di aiuto nel corso dell’attuale crisi finanziaria ed economica, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa nazionale. Il ministro degli Affari sociali libanese, Ramzi Musharrafieh, ha dichiarato durante una conferenza stampa che il bancomat darà a ciascun membro della famiglia idoneo 25 dollari statunitensi al mese, o l’equivalente in sterline libanesi al tasso di cambio del mercato parallelo. Il lancio delle carte bancomat mira a frenare il programma di sussidi che costa 6 miliardi di dollari l’anno, contribuendo all’esaurimento delle riserve estere del paese. Musharrafieh ha affermato che il governo ha stanziato un budget di 556 milioni di dollari per questo piano, mentre sta lavorando per ottenere finanziamenti da un prestito della Banca Mondiale destinato a infrastrutture e lavoro, e anche dai diritti speciali di prelievo del FMI noti come DSP. Secondo la Commissione economica e sociale delle Nazioni Unite per l’Asia occidentale (ESCWA), il Libano ha sofferto di una crisi finanziaria senza precedenti, che ha fatto precipitare il 74% della popolazione nella povertà.

Israele e Palestina

Le fazioni di Gaza, Hamas e Jihad islamica comprese, hanno annunciato una “Giornata di collera” per oggi, per protestare contro la decisione di trasferire detenuti palestinesi a seguito della fuga di 6 di loro dal carcere di Gilboa tre giorni fa. «Alla luce del frenetico attacco contro i nostri prigionieri − ha annunciato Hamas in un comunicato ripreso dai media − facciamo appello al popolo palestinese per fare di venerdì una “Giornata di collera” a fronte dell’arroganza dell’occupazione nella sua aggressione ai prigionieri: andate nei punti di contatto e scontratevi con l’esercito nemico».

Una detenuta palestinese recentemente rilasciata, Anhar Al-Deek, ha dato alla luce Alaa. Anhar è stata rilasciata il 2 settembre dopo una campagna di massa sui social media che ne chiedeva il scarcerazione da una prigione israeliana per permetterle di partorire. Alla fine Israele ha ceduto e l’ha rilasciata a condizione che rimanesse agli arresti domiciliari e pagasse una cauzione di 40.000 shekel (12.500 dollari).

La venticinquenne Al-Deek viene dalla città di Kafr Ni’ma, a ovest di Ramallah, ed è stata detenuta per cinque mesi con l’accusa di aver tentato di eseguire un attacco con accoltellamento vicino a un avamposto di un insediamento illegale; tuttavia, non è stato ancora pronunciato alcun verdetto contro di lei.

Marocco

Il Partito − filo-islamista − della giustizia e dello sviluppo (PJD), al governo in Marocco, ha subito una bruciante sconfitta da parte dei partiti liberali alle legislative di due giorni fa: è quanto emerge dai risultati preliminari del voto resi noti dal ministro dell’Interno Abdelouafi Laftit. Il PJD ha perso 113 seggi, passando da 125 a 12, risultando di gran lunga dietro i rivali liberali: il Raggruppamento nazionale degli indipendenti (NRI) del miliardario Aziz Akhannouch con 97 seggi, il Partito Autenticità e Modernità (PAM) con 82 e il Partito dell’Indipendenza (centrodestra) con 78. L’affluenza alle urne è stata del 50,35% rispetto al 43% delle precedenti elezioni legislative tenute del 2016, ma inferiore al 53% delle elezioni locali del 2015.

Nigeria

Le truppe nigeriane hanno sequestrato 14 tonnellate di fertilizzante che il gruppo jidahista di Boko Haram aveva pianificato di trasformare in bombe, ha riferito giovedì l’esercito.
Boko Haram è responsabile della morte di centinaia di persone in bombardamenti durante i 12 anni di guerra contro le forze armate nel nord-est della Nigeria, un conflitto che si è esteso ai vicini Niger, Ciad e Camerun e ha causato circa 350.000 morti.

Cipro

La rimozione di un libro dalle classi delle scuole superiori di Cipro su un controverso riferimento al fondatore della moderna Turchia, Mustafa Kemal Ataturk, giovedì ha innescato una guerra di parole tra la Turchia e il ministero dell’Istruzione di Cipro.
Questa settimana, il ministero dell’Istruzione ha ritirato il libro usato per insegnare l’inglese di grado 11 perché diceva che era troppo espansivo nell’elogiare Ataturk, dicendo che la sua eredità era stata segnata da «crimini contro interi popoli». Il libro è stato formalmente ritirato dopo che agli insegnanti di inglese era stato detto di “strappare la pagina” riguardante Ataturk dal libro. Ciò ha provocato una raffica di denunce sui social media e altrove accusando il ministero di censura. Il ministero ha difeso la sua decisione, insistendo sul fatto che il libro è disponibile gratuitamente a Cipro, ma ciò non significa che debba essere usato per insegnare l’inglese.

Francia

Salah Abdeslam, l’unico attentatore sopravvissuto degli attacchi a Parigi del 13 novembre 2015, ha nuovamente preso la parola durante il maxi-processo iniziato due giorni fa nella capitale francese per scagionare altri tre imputati alla sbarra per quella notte di sangue.
«Mi hanno reso dei servizi, ma non sapevano assolutamente nulla» circa gli attentati che si stavano preparando a Parigi, ha dichiarato Abdeslam. «Sono in carcere e non hanno fatto nulla», ha aggiunto, prima che il suo microfono venisse silenziato dal presidente della corte speciale, che ha poi sospeso la seduta.

Cina

La polizia di sicurezza nazionale di Hong Kong ha fatto irruzione  nel museo dedicato alla “memoria delle vittime” della sanguinosa repressione di Piazza Tienanmen avvenuta a Pechino il 4 giugno del 1989. L’iniziativa è maturata all’indomani dell’arresto per «non aver fornito informazioni», secondo la legge sulla sicurezza nazionale, di quattro attivisti di primo piano dell’Alleanza di Hong Kong, il gruppo che oltre a curare il museo ha promosso e organizzato per circa 30 anni la veglia in memoria dei fatti di Tienanmen. Tra questi anche la vicepresidente Chow Hang-tung. Decine di agenti sono stati dispiegati per perquisire il museo, ora chiuso, dopo aver isolato l’intero edificio.

Stasera al Festival del giornalismo dalle 21.30 si tratta della situazione dei giornalisti freelance in Italia. 

Seconda comunicazione di servizio, la prossima settimana partirò per l’Afghanistan per continuare a parlare di un paese che ho raccontato per 20 anni. Se volete sostenere il giornalismo indipendente e la nostra serie di reportage, potete andare su www.radiobullets.com/sostienici

Ascolta/leggi anche:


[There are no radio stations in the database]