11 ottobre 2022 – Notiziario in genere

Scritto da in data Ottobre 11, 2022

Stati Uniti: costi altissimi per ottenere un aborto se si proviene da stati in cui sia diventato illegale. California: lo stato americano accoglierà persone trans in fuga dagli stati transfobici. Groenlandia: donne inuit sterilizzate per la politica di contenimento delle nascite voluta dal governo danese.

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Stati Uniti

Dopo che la Corte Suprema ha ribaltato la sentenza Roe vs Wade, in quattordici stati degli USA è stato messo fuori legge l’aborto. Un’inchiesta di The New York Times ha stimato i costi che deve sostenere una donna che abiti in uno di questi stati per riuscire a ottenere una interruzione volontaria di gravidanza. Le spese possono arrivare fino a quattromilaottocento dollari per abortire nello stato di Washington dall’Idaho, e comunque le stime più ottimistiche calcolano milletrecento dollari per spostarsi da Texas al Minnesota. Le spese includono non solo l’operazione, ma anche i costi di spostamento e alloggio. Tuttavia, circa la metà delle donne che decidono di interrompere una gravidanza vivono sotto la soglia di povertà, e l’assenza di assistenza medica gratuita (quasi mai garantita per questo tipo di prestazione) potrebbe rendere loro impossibile farlo in condizioni di sicurezza. Già da decenni ci sono fondi privati che sopperiscono al bisogno, ma sono ora letteralmente inondati da chiamate che cercano assistenza e aiuto finanziario.

California

Scott Wiener/Twitter

Le persone trans e le proprie famiglie, che vengano da stati che li criminalizzano (come fanno Alabama e Texas) saranno accolte dalla California, qualora dovesse passare una legge recentemente proposta dal senatore democratico Scott Wiener. Il testo prevede la protezione delle persone trans e delle loro famiglie sul piano giuridico, il divieto di citazioni in giudizio provenienti da altri stati, in particolare riguardo misure contro cure e percorsi sulla transessualità a persone minori. I tribunali avranno anche il diritto di decidere sulla custodia e l’affidamento di adolescenti che si trovino nelle condizioni di ricevere le cure ma siano ostacolati dalle loro famiglie.

Groenlandia

Donne Inuit/Wikipedia

Le donne di etnia inuit della Groenlandia sono state spesso oggetto di sterilizzazione forzata da parte della Danimarca. Le pratiche di questo tipo sono ora sotto inchiesta per violazione dei diritti umani e della privacy da parte del Consiglio dei diritti umani della Groenlandia, e l’intenzione è quella di “andare a fondo” della faccenda. Negli anni Novanta, il personale medico si accorse delle problematiche di molte donne che risentivano delle conseguenze dovute all’impianto di spirali del modello a S, particolarmente invasivo, usato negli anni Settanta. A molte donne inuit l’impianto era stato fatto da giovanissime e senza consultarle. Molte di loro non sapevano che l’intervento fosse stato eseguito in massa, credendo di essere le uniche ad aver subito la sterilizzazione forzata: il risultato è stato quello di dimezzare il tasso di fecondità della Groenlandia in pochi anni. Ora, il Consiglio dei diritti umani vuole indagare sulla possibilità che tutto questo possa essere considerato un vero e proprio genocidio.
Alle donne che subirono gli interventi, per il momento, è stata fornita solo assistenza, ma si spera possa essere previsto anche un risarcimento.
Il processo di inchiesta fa seguito alla decisione del Parlamento della Groenlandia di istituire una commissione che esamini il processo di colonizzazione dalla Danimarca dal 1953 (quando fu annessa al regno danese).

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