13 novembre 2023 – Notiziario Mondo

Scritto da in data Novembre 13, 2023

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  • Palestina: ospedali di Gaza allo stremo e appello di Nazioni Unite e OMS per proteggere l’assistenza sanitaria
  • Ucraina: riprendono dopo 52 giorni i bombardamenti su Kiev
  • Spagna: manifestazioni su larga scala del Pp contro Sánchez
  • India: operai bloccati in un tunnel crollato durante i lavori di realizzazione
  • Brasile: la siccità fa riemergere antiche testimonianze rupestri

Questo nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Raffaella Quadri

Palestina

Situazione ormai allo stremo negli ospedali di Gaza dove energia elettrica e scorte mancano in tutte le strutture. Sono proseguiti incessantemente nel fine settimana i bombardamenti su Gaza City da parte di Israele e i combattimenti via terra. Al collasso gli ospedali della città posti sotto assedio, tra cui quello di Al-Shifa dove le interruzioni di corrente e la mancanza di acqua e forniture mediche di base avrebbero già provocato la morte di alcuni neonati e stanno mettendo a rischio la vita di tutti i pazienti. Le forze israeliane ritengono gli ospedali covi dei combattenti di Hamas e, nonostante sia stato garantito un corridoio sicuro per l’evacuazione dei civili dalle strutture, chi vi è rifugiato – non solo personale ospedaliero e pazienti, ma anche sfollati che vi avevano trovato ricovero a seguito degli attacchi – hanno affermato di avere paura di uscire.
La situazione si ripete identica anche in altri ospedali della città, che ora non può più garantire le cure di emergenza.

UNICEF, UNFPA e OMS: proteggere l’assistenza sanitaria

Proprio a fronte dell’attacco all’ospedale di Al-Shifa, i direttori regionali di UNICEF (Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia), UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione) e OMS (Organizzazione mondiale della sanità) hanno emesso un comunicato congiunto in cui chiedono un’azione immediata per fermare gli attacchi all’assistenza sanitaria a Gaza.
Gli attacchi contro e nelle vicinanze di diversi ospedali delle città – vi si legge – “hanno causato molte vittime, tra cui bambini. Le intense ostilità che circondano diversi ospedali nel nord di Gaza impediscono un accesso sicuro al personale sanitario, ai feriti e agli altri pazienti”.
Dall’inizio del conflitto, l’OMS ha registrato almeno 137 attacchi all’assistenza sanitaria a Gaza, che hanno causato 521 morti e 686 feriti, anche tra gli operatori sanitari in servizio.
“Gli attacchi alle strutture mediche e ai civili sono inaccettabili – recita il comunicato – e costituiscono una violazione del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani e delle Convenzioni. Non possono essere tollerati. Il diritto di richiedere assistenza medica, soprattutto in tempi di crisi, non dovrebbe mai essere negato”.
Nell’appello si chiede quindi “un’azione internazionale decisa per garantire un immediato cessate il fuoco umanitario”. Si richiede, inoltre, che siano assicurati i servizi salvavita, garantendo un accesso sicuro alle fornire di carburante, a quelle mediche e all’acqua.

I numeri della guerra e il destino di Gaza

Intanto sul fronte politico si distanziano le posizioni di Israele e Stati Uniti sul possibile destino di Gaza e della Palestina. Mentre l’amministrazione Biden propende per la creazione di uno Stato palestinese che riunisca i territori della Striscia di Gaza e della Cisgiordania sotto un unico governo controllato dall’Autorità Palestinese, Netanyahu ribadisce il suo netto no – una posizione che, per altro, aveva sempre sostenuto, anche prima della guerra iniziata lo scorso 7 ottobre. Nei piani del primo ministro israeliano c’è piuttosto una Gaza smilitarizzata e nella quale Israele possa entrare liberamente allo scopo – sostiene il premier – di dare la caccia ai militanti di Hamas.
I numeri della guerra in corso intanto continuano a crescere. I dati del Ministero della Sanità di Gaza parlano di oltre 11.000 palestinesi uccisi dall’inizio della guerra, 2.700 dispersi – probabilmente rimasti intrappolati sotto le macerie dei bombardamenti. Sono invece 1.200 gli israeliani uccisi, quasi tutti durante l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre, 46 militari morti dall’inizio dell’offensiva di terra su Gaza e circa 250.000 sfollati dalle comunità israeliane situate nel pressi di Gaza. Mentre gli sfollati palestinesi, costretti a lasciare le proprie abitazioni per sfuggire ai bombardamenti di Israele, superano i due terzi del totale della popolazione della Striscia, costituta da 2,2 milioni di abitanti.

Ucraina

Riprendono gli attacchi missilistici su Kiev da parte di Mosca. Dopo ben 52 giorni di tregua, i russi tornano a bombardare la capitale dell’Ucraina.
Nessun missile è riuscito a raggiungere la città, la contraerea di Zelenskyj ha fatto ricorso ai missili terra-aria Patriot forniti dagli Stati Uniti per intercettare e fermare l’attacco, mentre – come da protocollo in questi frangenti – i cittadini riparavano nei rifugi antiaerei e nelle stazioni della metropolitana della città.
Intanto la Russia ha intensificato gli attacchi aerei anche nelle regioni meridionali e orientali del Paese, riuscendo a danneggiare alcune strutture portuali nella zona di Odessa. Dopo una serie di attacchi falliti, nella parte orientale del Paese si attende ora una nuova offensiva, pare che l’esercito russo si stia riorganizzando proprio a tale scopo.

Germania

Sempre in merito alla guerra russo-ucraina, la Germania per il prossimo anno potrebbe raddoppiare il sostegno dato sino ad oggi all’Ucraina. Lo riporta l’agenzia Reuters citando una fonte politica di Berlino, secondo la quale la coalizione di governo, guidata dal cancelliere Olaf Scholz, vorrebbe proporre lo stanziamento per il 2024 di 8 miliardi di euro per gli aiuti militari all’Ucraina.

Corea del Nord

La Corea del Nord mette i puntini sulle “i” e prende una decisa posizione rispetto ai suoi rapporti con la Russia di Putin e all’intromissione, in merito, degli Stati Uniti.
Il governo coreano non nasconde il disappunto per le critiche mosse dal segretario di Stato americano Antony Blinken che aveva definito “crescenti e pericolosi” i rapporti tra i due Stati, esortando la Cina, principale alleato di Pyongyang, a frenarne “le azioni pericolose”.
Il governo coreano ha sottolineato in merito come gli Stati Uniti debbano “abituarsi alla nuova realtà delle relazioni tra la Corea del Nord e la Russia” sottolineando, ancora una volta, la vicinanza dei due Paesi.
Nel frattempo i ministri della difesa di Corea del Sud, Giappone e Stati Uniti hanno stretto un accordo per condividere in tempo reale i dati sugli allarmi missilistici nordcoreani. C’è preoccupazione per la sicurezza nella penisola e i tre ministri avrebbero discusso anche del rafforzamento della loro cooperazione in tal senso. E il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha chiesto alle forze militari sudcoreane e statunitensi di essere pronte in caso di una “qualsiasi provocazione” da parte della Corea del Nord. Si teme che quanto accaduto in Palestina il 7 ottobre scorso possa accadere anche nella penisola coreana.

Spagna

Il Partito popolare (Pp) spagnolo scende in piazza in manifestazioni congiunte tenutesi in 52 capoluoghi spagnoli e a cui, secondo il partito, hanno partecipato circa 2 milioni di persone. Una mobilitazione su larga scala contro l’amnistia concessa da Pedro Sánchez, il leader del Partito socialista, agli indipendentisti catalani in cambio – lo si accusa – dei loro voti. Sánchez deve riuscire trovare i numeri per rimanere al governo, in caso contrario il Paese tornerà al voto a gennaio. Alle manifestazioni di protesta del Pp si è unito anche Vox, il partito di estrema destra spagnolo.

India

Un incidente in India ha intrappolato in un tunnel una trentina di operai. È avvenuto nella mattinata di domenica nello stato himalayano dell’Uttarakhand, durante un cambio turno in un cantiere per i lavori di realizzazione di una galleria.
Il tunnel, che dovrebbe essere lungo 4,5 chilometri, è stato progettato per collegare due importanti santuari indù nel nord del Paese. A franare, intrappolando i lavoratori al suo interno, sono state le pareti della galleria a circa 200 metri dall’ingresso. Immediati i soccorsi che hanno fornito ossigeno agli operai attraverso i detriti e iniziato le operazioni per rimuovere le macerie. Un intervento lungo e delicato, reso ancor più difficoltoso dai continui crolli.

Brasile

Non tutta la siccità vien per nuocere. Proprio la mancanza di piogge in Amazzonia ha contribuito a riportare alla luce alcune incisioni rupestri. La scoperta è avvenuta nel sito archeologico di Lajes sulle rive del Rio Negro, nella città brasiliana di Manaus, dove sono state ritrovate incisioni a forma di volti umani che, secondo gli esperti, potrebbero avere tra i 1.000 e i 2.000 anni. Il sito è stato posto immediatamente sotto sorveglianza, per evitare che i preziosi reperti possano essere saccheggiati o vandalizzati.

Foto in copertina: OMS – Organizzazione mondiale della sanità

 

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