20 ottobre 2023 – Notiziario Mondo

Scritto da in data Ottobre 20, 2023

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  • Stati Uniti: Joe Biden ha dichiarato che non lascerà vincere Hamas e Putin e chiede miliardi di dollari in assistenza militare per entrambi i Paesi
  • India: il Canada rimuove 41 diplomatici dal Paese mentre si aggrava la disputa sull’assassinio dell’attivista sikh
  • Francia: emessi quattro mandati di arresto contro i massimi comandanti dell’esercito siriano

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Ambra Visentin

Stati Uniti

Il Presidente Joe Biden ha dichiarato che è “vitale per la sicurezza nazionale dell’America” che Israele e l’Ucraina riescano a portare a termine le loro guerre, sostenendo la necessità di un maggiore coinvolgimento degli Stati Uniti in un raro discorso nello Studio Ovale, mentre si preparava a chiedere miliardi di dollari in assistenza militare per entrambi i Paesi.

“Se si permette che l’aggressione internazionale continui – ha detto Biden – il conflitto e il caos potrebbero diffondersi in altre parti del mondo. Hamas e Putin rappresentano minacce diverse. Ma hanno questo in comune. Entrambi vogliono annientare completamente una democrazia vicina”.

Ha dichiarato che invierà al Congresso una richiesta di finanziamento urgente, che dovrebbe essere di circa 100 miliardi di dollari per il prossimo anno. La proposta, che sarà presentata oggi, include fondi per l’Ucraina, Israele, Taiwan, aiuti umanitari e gestione dei confini.

Biden spera che l’unione di tutti questi temi in un unico testo legislativo possa creare la coalizione politica necessaria per l’approvazione del Congresso. Il suo discorso arriva all’indomani del suo viaggio ad alto rischio in Israele, dove ha mostrato solidarietà al Paese nella sua battaglia contro Hamas e ha spinto per una maggiore assistenza umanitaria ai palestinesi della Striscia di Gaza.

Israele – Palestina

Ieri il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha chiesto ai soldati di fanteria lungo il confine con la Striscia di Gaza di prepararsi per entrare nell’enclave palestinese, senza specificare il momento dell’offensiva.

Gallant ha visitato il comando meridionale israeliano vicino a Gaza, dove Israele ha raccolto le forze in seguito ai mortali attacchi a sorpresa lanciati dai militanti di Hamas il 7 ottobre.

Durante la visita, trasmessa da diversi canali di notizie israeliani, Gallant ha detto alle truppe di “organizzarsi, essere pronte” per l’ordine di iniziare l’operazione di terra.
In serata, i militari hanno dichiarato in un comunicato che, nell’ambito del “completamento della preparazione per la continuazione dei combattimenti, si sta proseguendo con l’approvazione dei piani operativi e lo spiegamento delle forze sul campo”.
Il comandante del Comando meridionale Yaron Finkelman ha visitato diverse unità attualmente di stanza nella zona meridionale e ha approvato i piani di attacco, secondo la dichiarazione.

E cresce l’instabilità nell’intera regione. Droni e razzi hanno preso di mira ieri sera la base aerea di Ain al-Asad, in Iraq occidentale, che ospita le forze statunitensi e altre forze internazionali. All’interno della base sono state udite numerose esplosioni, hanno detto due fonti della sicurezza. L’esercito iracheno ha dichiarato di aver chiuso l’area intorno alla base e di aver avviato un’operazione di ricerca. Non è ancora chiaro se gli attacchi abbiano causato vittime o danni, dicono le fonti.

Razzi hanno colpito un’altra base militare che ospita forze americane vicino all’aeroporto internazionale di Baghdad, ha riferito ieri la polizia irachena, senza fornire ulteriori dettagli. La settimana scorsa, gruppi armati iracheni allineati con l’Iran hanno minacciato di prendere di mira basi statunitensi con missili e droni se Washington fosse intervenuta per sostenere Israele contro Hamas a Gaza.

Gli Stati Uniti hanno 2.500 soldati in Iraq e altri 900 nella vicina Siria, in missione per consigliare e assistere le forze locali nella lotta allo Stato islamico, che nel 2014 ha conquistato aree di territorio in entrambi i paesi.

E intanto il Libano ha approvato un piano globale per contrastare le possibili ripercussioni sulle sue infrastrutture e strutture pubbliche derivanti da un’escalation delle tensioni al confine con Israele.

Il piano è stato approvato durante una sessione del gabinetto presieduta dal primo ministro ad interim Najib Mikati.

India

Il Canada ha ritirato 41 diplomatici e le loro famiglie dall’India dopo che Nuova Delhi ha minacciato di revocare la loro immunità diplomatica nel contesto di una disputa sempre più profonda sull’assassinio di un attivista sikh.

La mossa segue una serie di espulsioni diplomatiche tra i due paesi in seguito all’uccisione a giugno del cittadino canadese e importante leader sikh Hardeep Singh Nijjar, ucciso da due aggressori mascherati nella Columbia Britannica.

Secondo l’Organizzazione Mondiale Sikh del Canada, Nijjar ha spesso guidato proteste pacifiche contro quella che il gruppo di difesa ha definito “la violazione dei diritti umani attivamente in atto in India e a sostegno del Khalistan”.

Una spaccatura tra i paesi si è aperta dopo che il leader canadese Justin Trudeau ha affermato che i suoi servizi di intelligence stavano perseguendo “accuse credibili” secondo cui l’omicidio era potenzialmente collegato ad agenti del governo indiano. L’India ha negato con veemenza qualsiasi coinvolgimento nella morte di Nijjar e ha definito le affermazioni “assurde e immotivate”.

Oltre alle espulsioni diplomatiche, l’India ha sospeso i servizi di visto per i cittadini canadesi a causa di quelle che definisce “minacce alla sicurezza” contro i diplomatici in Canada.

Il mese scorso l’India ha dichiarato che avrebbe chiesto a diversi diplomatici canadesi di lasciare il paese, nel tentativo di stabilire la “parità” diplomatica.
Commentando il ritiro dei 41 diplomatici, il ministro degli Esteri canadese Mélanie Joly ha affermato che le recenti azioni dell’India sono state “irragionevoli”.

Francia

Con una mossa senza precedenti, mercoledì 18 ottobre i tribunali francesi hanno emesso quattro mandati di arresto internazionali per alti funzionari del regime siriano per “complicità nel lancio di un attacco deliberato contro la popolazione civile, in quanto tale, o contro civili che non prendono parte diretta alle ostilità, costituendo un crimine di guerra” e “complicità nel mettere deliberatamente in pericolo la vita, costituendo un crimine di guerra” per l’omicidio di un cittadino franco-siriano, Salah Abou Nabout, un insegnante francese.

Il 7 giugno 2017, la casa del signor Abu Nabout è stata colpita da barili bomba a Deraa, nel sud della Siria. La casa ospitava anche una scuola associativa progettata per consentire ai bambini di continuare le lezioni nonostante la distruzione delle scuole a causa degli attacchi. Decine di civili sono stati uccisi durante la campagna di bombardamenti.

Con l’avvio di questo procedimento, i tribunali francesi perseguono per la prima volta ufficiali dell’esercito siriano per crimini di guerra commessi nell’ambito di un’operazione militare.

Venezuela

Il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha rilasciato cinque prigionieri politici mercoledì sera, poche ore dopo che il governo statunitense ha annunciato la revoca parziale delle sanzioni contro il regime socialista del Paese, ha dichiarato il capo negoziatore dell’opposizione Gerardo Blyde. Secondo versioni non confermate, giovedì mattina sarebbe stato liberato anche un sesto oppositore e nel corso della giornata potrebbero verificarsi nuovi rilasci.

La revoca parziale, da parte dell’Amministrazione Biden, delle sanzioni mantenute contro Caracas, è avvenuta in seguito all’accordo raggiunto il giorno prima dai rappresentanti del regime di Maduro e dell’opposizione venezuelana che avrebbe portato a elezioni presidenziali più libere da tenersi nella seconda metà del prossimo anno. Tuttavia, il governo statunitense ha avvertito che sarà pronto a ripristinare le sanzioni se in qualsiasi momento il regime venezuelano non rispetterà gli impegni presi.

Tra i prigionieri liberati dalle carceri venezuelane mercoledì sera c’erano il deputato dell’opposizione Juan Requesens, che ora sarà posto agli arresti domiciliari, e il giornalista Roland Carreño, stretto collaboratore dell’ex leader dell’opposizione Juan Guaido. Sono stati rilasciati anche Marco Garcés, che era stato detenuto insieme all’ex marine americano Matthew Heath, Eurinel Rincón, ex segretario del Ministero della Difesa accusato di tradimento, e Mariana Barreto, imprigionata per aver protestato contro le irregolarità nella fornitura di benzina nello Stato di Trujillo.

Ucraina

L’esercito ucraino sembra aver confermato le notizie secondo cui le sue truppe hanno attraversato la riva sinistra (orientale) del fiume Dnipro, occupata dai russi.
Lo stato maggiore delle forze armate ha indicato che il villaggio di Pishchanivka, nella regione meridionale di Kherson, a 3 km a est del fiume, è stato bombardato dalla Russia.

L’Institute for the Study of War (ISW), con sede negli Stati Uniti, ha dichiarato che le truppe ucraine sono avanzate fino a 4 km a est del fiume. La Russia di Vladimir Putin ha insistito sul fallimento dell’operazione ucraina.

L’Ucraina ha lanciato la sua controffensiva nel sud a giugno, cercando di interrompere il corridoio terrestre della Russia verso la penisola di Crimea, che Mosca ha annesso illegalmente nel 2014. Kiev mira a raggiungere la costa del Mar d’Azov, dividendo in due le truppe russe nella regione e rendendo più complicate le linee di rifornimento del Cremlino.

La controffensiva è stata finora lenta e ha portato solo a limitati guadagni territoriali.

Corea del Nord

Il leader nordcoreano Kim Jong Un ha espresso la sua determinazione a rispettare gli accordi presi al vertice del mese scorso con il presidente russo Vladimir Putin durante l’incontro con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, secondo quanto riferito dai media statali.

Kim è stao in viaggio in Russia il mese scorso durante il quale ha invitato Putin a Pyongyang e ha discusso della cooperazione militare, compreso il programma satellitare della Corea del Nord, e della guerra in Ucraina.

Kim e Lavrov hanno discusso le modalità per intensificare la cooperazione per rispondere attivamente alle questioni regionali e globali sulla base di “solide relazioni di fiducia politiche e strategiche”, e Lavrov ha trasmesso i saluti di Putin a Kim.

Kim si è impegnato a “elaborare un piano stabile, lungimirante e di vasta portata per le relazioni Corea del Nord-Russia nella nuova era, attuando fedelmente gli accordi… e portando avanti la causa della costruzione di uno Stato potente”.

Papua Nuova Guinea

L’Unione europea (UE) ha trasferito 4,25 milioni di euro (circa 17 milioni di Kina) al governo della PNG per sostenere le politiche nazionali chiave in materia di buon governo e lotta alla corruzione nel settore sociale, legale e dell’ordine (SLOS). Con questa sovvenzione, l’UE riconosce e sostiene l’impegno del Governo nella promozione del buon governo e nell’eliminazione della corruzione, insieme all’impegno per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

L’UE ha già erogato 3 milioni di euro nel dicembre 2021 e questo è il secondo esborso nell’ambito del sostegno al bilancio settoriale dell’UE “Partenariato UE-PNG per la buona governance”.

Il programma di sostegno alle riforme del buon governo intende fornire un totale di 26,9 milioni di euro. Oltre al sostegno al bilancio, legato a indicatori di performance concordati congiuntamente, l’UE ha mobilitato anche l’assistenza tecnica nell’ambito del “Progetto anticorruzione PNG” e dall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC)) e un’assistenza complementare al Segretariato SLOS per sostenerne il ruolo di coordinamento, fondamentale per sostenere la crescita economica e rafforzare la sicurezza nazionale.

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