28 marzo 2023 – Notiziario in genere
Scritto da Alice Corte in data Marzo 28, 2023
Spagna. La denuncia delle donne migranti, non protette dallo Stato in caso di violenza. Inghilterra. Le detenute continuano ad avere più problemi nel portare a termine la gravidanza e dopo il parto rispetto alle donne libere. Atletica. Donne trans escluse dalle competizioni femminili.
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Spagna
La denuncia viene dalle organizzazioni di donne migranti che, spesso non regolarizzate, non si sentono in grado di denunciare la violenza maschile. La campagna “muri invisibili” è stata lanciata ieri, il 27 marzo, dalla Rete delle donne latinoamericane e caraibiche (Red Latinas) e dall’Associazione per la ricerca e la specializzazione sulle questioni iberoamericane (AIETI). In totale, un gruppo di oltre 30 organizzazioni provenienti da tutto il paese si sono unite per dare “un campanello d’allarme urgente” ai diversi ministeri responsabili della protezione delle vittime della violenza sessista.
Durante un Forum, le associazioni hanno condiviso le “molteplici barriere” che le donne migranti, specialmente quelle prive di documenti, devono superare per uscire dall’inferno degli abusi con il sostegno istituzionale. I dati sono per altro allarmanti: anche se rappresentano il 6% della popolazione, le donne vittime di femminicidio in Spagna sono per il 33% straniere. Ma hanno anche lanciato una lista di 22 cambiamenti urgenti che mettono l’attenzione prima di tutto sulla legge sull’immigrazione. Infatti, le donne irregolari che subiscono violenza non possono denunciarla senza aver paura di essere respinte dallo stato spagnolo.
Le organizzazioni hanno individuato come prioritaria una modifica della legge sulle persone straniere in modo che il permesso di soggiorno e di lavoro per motivi eccezionali sia condizionato a una segnalazione dei servizi sociali o dei servizi specializzati della Pubblica Amministrazione, invece dei più complicati requisiti attuali. “Se le donne sono irregolari, lo sono anche i loro figli. È violenza strutturale”, hanno detto le associazioni. Ma chiedono anche cambiamenti per proteggere i figli e le figlie delle vittime, e questo significa “regolarizzare immediatamente la loro situazione” per evitare preventivamente l’esclusione educativa e sociale. Le associazioni specificano inoltre che è importante che alla violenza sessista non si sommi quella razzista, soprattutto se perpetrata direttamente dallo Stato con leggi discriminatorie.
Inghilterra
Nelle prigioni inglesi, dopo due anni dalla ricerca condotta dall’Observer, la situazione per le detenute incinte è peggiorata. La percentuale di nati morti, infatti, che era cinque volte più alta della media è ora arrivata a sette volte e l’accesso ai reparti neonatali avviene per il 25% dei nuovi nati, rispetto al 14% nella popolazione generale. In media, durante il 2021 e il 2022 ci sono state 29 donne incinte in carcere e 50 nascite da donne che hanno trascorso tempo in custodia, secondo i dati del ministero della Giustizia. Di questi parti, il 94% (47) ha avuto luogo in un ospedale mentre tre si sono verificati in transito verso l’ospedale o all’interno di una prigione.
Birte Harlev-Lam, direttrice esecutiva del Royal College of Midwives (RCM), ha affermato che le statistiche “scioccanti” dovrebbero scuotere il servizio carcerario e il governo e che “è uno scandalo nazionale che le donne partoriscano ancora in prigione”. L’anno scorso, l’RCM è stato tra coloro che hanno firmato una lettera aperta al Consiglio delle sentenze chiedendo una revisione delle pratiche di condanna per le donne incinte. Harlev-Lam ha detto che “l’impatto potenzialmente fatale” di una pena detentiva dovrebbe essere preso in considerazione. Alle donne incinte o neomadri detenute mancano spesso condizioni igieniche adeguate e figlie e figli le fanno sentire sotto il ricatto psicologico di vederseli togliere. Inoltre, alcune di loro hanno dovuto partorire in cella perché rimaste inascoltate dal personale carcerario.
Per parte governativa, un portavoce ha dichiarato: “Sappiamo che il 60% delle donne che finiscono in custodia hanno subito abusi domestici e il 50% ha dipendenze da droghe, motivo per cui la custodia è sempre l’ultima risorsa per le donne. È anche il motivo per cui abbiamo intrapreso azioni decisive per migliorare il supporto disponibile, compresi gli ufficiali di collegamento specializzati in maternità e infanzia in ogni carcere femminile, per fornire ulteriori osservazioni sul benessere e un migliore screening e supporto dei servizi sociali in modo che le detenute incinte ricevano le cure di cui hanno bisogno”.
Atletica
Le donne trans saranno escluse dalle competizioni femminili internazionali. Così ha stabilito il World Athletics Council in una decisione che avrà effetto dal 31 marzo. Le nuove norme si rivolgono, come già preannunciato alcuni mesi fa, alle atlete che abbiano avuto una pubertà maschile. Saranno inoltre rafforzate le regole per le atlete con disturbi dello sviluppo sessuale, dimezzando il livello di testosterone che le atlete possono avere per competere negli eventi femminili. La motivazione sarebbe nel dare priorità “all’equità e all’integrità” della competizione femminile rispetto all’inclusione.
Sebbene il consiglio affermi che non ci sono atleti/e transgender attualmente nelle competizioni internazionali di atletica leggera, la sentenza potrebbe portare alla revisione di diverse medaglie olimpiche vinte in passato. “Le decisioni sono sempre difficili quando coinvolgono esigenze e diritti contrastanti tra diversi gruppi, ma continuiamo a ritenere che dobbiamo mantenere l’equità per le atlete al di sopra di tutte le altre considerazioni”, ha scritto Sebastian Coe, presidente del consiglio, in un comunicato stampa.
La replica delle associazioni per i diritti è stata subito volta a denunciare il pesante clima discriminatorio e contro i diritti umani in genere che la decisione ha creato.
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