3 gennaio 2022 – Notiziario

Scritto da in data Gennaio 3, 2022

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  • Egitto: scarcerata dopo quattro anni in custodia cautelare Ola al-Qaradawi, la figlia del leader spirituale dei Fratelli Musulmani in esilio.
  • L’Iran dice no al riconoscimento del governo talebano se non è inclusivo.
  • Sudan: il premier annuncia le dimissioni.
  • Olanda: un governo di donne, 14 su 29, tra ministre e sottosegretarie.
  • Haiti: spari contro il convoglio del premier.
  • Cina: dopo 33 anni dal suo rapimento ritrova la madre disegnando a memoria la mappa del suo villaggio.

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli

Afghanistan

L’iran ieri ha detto che non riconoscerà l’attuale governo talebano a meno che non sia inclusivo. L’ambasciatore Bahadur Aminian lo ha affermato durante un’intervista con Tolo Tv a Kabul. Ha aggiunto che Teheran potrebbe persuadere altri paesi a riconoscere il governo se l’Emirato Islamico apportasse riforme alla sua struttura di governo. Per i talebani è solo un altro tentativo di interferire negli affari afghani. «Il governo iraniano si basa sulla definizione di inclusività di altre persone?», ha detto Inamullah Samangani, vice portavoce dell’Emirato. «Ogni paese ha la propria definizione di governo inclusivo basata sui propri interessi nazionali», ha aggiunto. I talebani hanno un disperato bisogno di riconoscimento internazionale perché hanno necessitano dei soldi che i paesi donatori hanno congelato dopo la loro presa del potere nel paese.

I talebani hanno ordinato di decapitare i manichini dei negozi di abbigliamento perché sono considerati “idoli”. Niente di nuovo e inatteso. Già qualche settimana fa lo avevamo visto accadere in qualche centro commerciale nella capitale. Ed è un’usanza messa in pratica anche in Iran, dove l’obiettivo è quello di cancellare il genere femminile.

Yemen

La guerra nello Yemen continua nel nuovo anno con gli stessi altissimi bilanci di vittime. Da sabato sono quasi 200 gli houthi uccisi nella provincia di Maarib.
I soldati yemeniti hanno combattuto gli houthi a sud di Maarib, riportano 37 morti. Hanno anche affermato di aver conquistato posizioni chiave per loro. Inoltre i sauditi hanno riferito di 23 attacchi aerei nella stessa area, con la morte di 160 houthi e la distruzione di 17 veicoli. Gli houthi hanno iniziato la conquista di Maarib a febbraio. Ora, quasi un anno dopo, gli houthi ne controllano la maggior parte, ma i combattimenti e gli attacchi aerei continuano con gravi perdite.

Emirati Arabi Uniti

L’arrivo del 2022 negli Emirati Arabi Uniti porta con sé la nuova settimana lavorativa corta − di quattro giorni e mezzo − e lo spostamento del weekend dal venerdì e sabato verso l’occidentale sabato e domenica, scegliendo la competitività internazionale invece della tradizione religiosa, visto che il venerdì è il tradizionale giorno di riposo per i musulmani. Dal primo gennaio il paese è diventato il primo al mondo a introdurre la settimana lavorativa breve, e il primo nella regione del Golfo a non avere un fine settimana di venerdì e sabato. Le nuove regole valgono per il settore pubblico e per le scuole del paese, ma portano con sé alcune difficoltà nell’armonizzazione con le aziende private. Restiamo negli Emirati, perché in tre giorni è caduta la pioggia di 18 mesi, e per i prossimi giorni continuerà il maltempo.

Iraq

I segnali stradali nella contesa provincia di Kirkuk non hanno più scritte in lingua curda, poiché le autorità locali hanno recentemente rimosso il curdo come lingua ufficiale nella provincia. Il dipartimento di ingegneria del traffico della città di Kirkuk ha completato l’installazione dei nuovi segnali che non offrono il curdo: lo hanno riferito fonti informate di Kurdistan 24 domenica scorsa.

Israele e Palestina

Si legge sul quotidiano israeliano Haaretz che una fonte a conoscenza delle indagini dietro l’incidente d’auto di Raed Harez, palestinese residente a Nablus, rivela che un colono israeliano è stato arrestato la scorsa settimana con l’accusa di essere coinvolto nel lancio di pietre che ha portato all’incidente. Finora nessun sospetto è stato arrestato. Il colono, non identificato, è stato rilasciato dopo essere stato interrogato, secondo la fonte. La fonte ha aggiunto che il veicolo da cui sono state lanciate le pietre che hanno colpito Harez non è stato localizzato. La moglie di Harez, Manal, ha riferito che suo marito ha ripreso conoscenza sabato, ma che non può camminare o parlare. Le è stato detto che avrà bisogno di riabilitazione fisica e psicologica. Ha aggiunto che ha perso un occhio nell’incidente e che i medici dell’ospedale Hadassah di Gerusalemme stanno cercando di salvare l’altro occhio. Raed ha subito un intervento chirurgico alla mascella e al cranio e probabilmente avrà bisogno di un ulteriore intervento chirurgico al viso dopo la riabilitazione. Il figlio di 10 anni, che era in macchina al momento dell’incidente, ha subito ferite lievi ma ha attacchi di panico e scoppi di rabbia.

L’esercito israeliano ha dichiarato domenica di aver lanciato attacchi contro obiettivi militanti nella Striscia di Gaza, il giorno dopo il lancio di razzi dal territorio governato da Hamas. Un video girato a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, mostra tre enormi esplosioni e si sentono i caccia volare sopra di loro. Nessuna conferma immediata su possibili vittime. L’esercito israeliano ha affermato che gli attacchi hanno preso di mira un impianto di produzione di razzi e una postazione militare di Hamas. Ha anche accusato il gruppo militante islamico di qualsiasi violenza proveniente dal territorio che controlla. Gli attacchi aerei sono una rappresaglia per due razzi lanciati sabato da Gaza e caduti nel Mar Mediterraneo, al largo di Israele.

Hacker hanno preso di mira il sito e gli account twitter di due quotidiani israeliani stamattina, sostituendone il contenuto con un’immagine che minaccia un sito associato al programma di armi nucleari non dichiarato di Israele, nell’anniversario dell’uccisione di un importante generale iraniano. Sebbene nessun gruppo abbia immediatamente rivendicato la responsabilità, l’immagine pubblicata sul sito web di The Jerusalem PostMaariv include un missile che scende da un pugno con un anello a lungo associato a Qassem Soleimani, il generale iraniano ucciso da un attacco di droni statunitensi in Iraq due anni fa proprio oggi. L’immagine include un obiettivo esplosivo di una recente esercitazione militare iraniana progettata per assomigliare al Centro di ricerca nucleare Shimon Peres Negev vicino alla città di Dimona.

Egitto

Venerdì le autorità egiziane hanno rilasciato Ola al-Qaradawi, figlia del predicatore con sede in Qatar e leader spirituale dei Fratelli Musulmani Yousef al-Qaradawi, dopo quattro anni di detenzione preventiva. Al-Qaradawi venne arrestata con il marito Hosam Khalaf il 30 giugno 2017, poco dopo che Egitto, Emirati Arabi Uniti (EAU) e Bahrain si unirono all’Arabia Saudita in un blocco diplomatico ed economico del Qatar. Khalaf e al-Qaradawi sono stati accusati di legami con i Fratelli Musulmani, che l’Egitto ha bandito e bollato come “organizzazione terroristica” nel 2013, mesi dopo che il defunto presidente Mohamed Morsi è stato estromesso dal potere dai militari. Al-Qaradawi, 60 anni, ha negato di avere legami politici e ha affermato di essere stata arrestata perché figlia di Yousef al-Qaradawi, figura della Fratellanza in esilio. Al-Qaradawi ha trascorso più di quattro anni in custodia cautelare, misura che consente alle autorità di imprigionare i sospetti fino a due anni senza accuse ufficiali o indagini in corso. La pratica è stata fortemente condannata da gruppi per i diritti umani, che stimano come in Egitto siano detenuti più di 60.000 prigionieri politici. Sebbene un tribunale egiziano avesse concesso ad al-Qaradawi la libertà condizionale dopo due anni di reclusione prima del processo, le autorità hanno poi emesso un’altra sentenza di due anni prima del processo, nell’estate del 2019. Al-Qaradawi è stata tenuta in isolamento in condizioni terribili per gran parte della sua detenzione. Giovedì scorso Hisham al-Qadi Hanafi, ex deputato egiziano dei Fratelli Musulmani, è morto nella famigerata prigione di massima sicurezza Scorpion de Il Cairo, a causa di negligenza medica.

Tunisia

Il politico tunisino Noureddine Bhiri, detenuto, è stato portato d’urgenza in ospedale in «condizioni critiche», hanno detto domenica attivisti e legislatori. Bhiri, ex ministro della giustizia di 63 anni e vicepresidente del partito di ispirazione islamista Ennahdha, oppositore del presidente Kais Saied, è stato arrestato venerdì. Ennahdha è il più grande partito del parlamento sospeso da Saied dopo la presa di potere nel luglio dello scorso anno. Bhiri «è in condizioni critiche, è in terapia intensiva» in un ospedale nella città settentrionale di Biserta, ha detto ad AFP l’avvocato e legislatore Samir Dilou.

Sudan

Il primo ministro sudanese Abdallah Hamdok, che guida il fronte civile della transizione nel paese nel pieno dello stallo politico e delle diffuse proteste, ha annunciato ieri sera alla televisione di Stato le sue dimissioni, due mesi dopo il colpo di Stato seguito da una repressione che ha provocato 56 morti. Il Sudan, ha detto, «è a una svolta pericolosa, che mette a rischio la sua stessa sopravvivenza». Hamdok, un ex funzionario delle Nazioni Unite visto come il volto civile del governo di transizione del Sudan, era stato reintegrato come primo ministro a novembre come parte di un accordo con i militari dopo il colpo di Stato di ottobre. In quel periodo non era riuscito a nominare un governo e le sue dimissioni gettano il Sudan nell’incertezza politica, tra insicurezza in salita e sfide economiche.

Sudafrica

L’incendio divampato ieri mattina nella sede del Parlamento sudafricano a Città del Capo «è sotto controllo»: lo ha reso noto l’ex sindaca della capitale e attuale ministra dei Lavori pubblici e delle infrastrutture, Patricia de Lille. L’incendio è divampato nelle prime ore del mattino e le autorità hanno affermato che il sistema di irrigazione sembra essere stato manomesso e quindi non funzionante. Una persona sulla cinquantina è stata arrestata all’interno del parlamento, ha riferito ai giornalisti il ​​ministro dei Lavori pubblici e delle Infrastrutture Patricia De Lille, aggiungendo che il caso è stato assegnato a un’unità di polizia d’élite chiamata Hawks.

Olanda

Tante le donne nel governo olandese che si appresta a giurare: saranno 14 su 29, fra ministri e sottosegretari nell’esecutivo di coalizione, stando alla lista appena pubblicata. Il 50% esatto dei ministri, ovvero 10 su 20 sarà donna. Il nuovo governo, basato su una coalizione di quattro partiti, si insedierà il prossimo 10 gennaio dopo un lunghissimo periodo di tentativi, con negoziati che si sono prolungati per ben 271 giorni dalle elezioni a marzo. Il primo ministro Mark Rutte guiderà l’esecutivo per il suo quarto mandato a capo del governo, mentre l’ex ministro delle finanze e leader del centro-destra Wopke Hoekstra sarà ministro degli Esteri, scambiandosi di ruolo con l’ex capa della diplomazia olandese Sigrid Kaag, che guiderà invece il dicastero delle Finanze.

Danimarca

Il governo danese punta a eliminare i combustibili fossili per i voli nazionali entro il 2030: lo si legge su BBC. Lo ha affermato durante il suo discorso di Capodanno la premier Mette Frederiksen, riconoscendo però che le soluzioni per raggiungere questo obiettivo non sono ancora disponibili.

Stati Uniti

Joe Biden ha telefonato ieri al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dopo il colloquio con Vladimir Putin, «mettendo in chiaro che gli Stati Uniti e i loro alleati e partner risponderanno risolutamente se la Russia dovesse ulteriormente invadere l’Ucraina». Lo riferisce la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki. I due leader, si legge nella nota, «hanno espresso sostegno per gli sforzi diplomatici, a cominciare dalla prossima settimana con il dialogo bilaterale (Usa-Russia) per la stabilità strategica, il Consiglio Nato-Russia e l’Osce».

Haiti

Il convoglio del primo ministro di Haiti, Ariel Henry, è stato al centro di una sparatoria, il cui bilancio è di un morto e un ferito, al termine di un “Te Deum” celebrato ieri nella Cattedrale di les Gonaives, città storica dell’indipendenza haitiana dalla Francia dichiarata nel 1804. Henry, illeso, aveva deciso di prendere parte insieme ad alcuni ministri alla cerimonia religiosa cui negli ultimi quattro anni non era intervenuta nessuna alta autorità governativa proprio a causa delle minacce delle bande criminali che controllano la regione.

Malesia

Altre migliaia di persone sono fuggite dalle case allagate, mentre le forti piogge hanno provocato inondazioni in sette stati, con oltre 125.000 persone evacuate in totale da metà dicembre. La National Disaster Management Agency ha dichiarato che il maltempo, che dura già da una settimana, dovrebbe continuare fino a martedì. Livelli pericolosi dell’acqua sono stati rilevati nei fiumi di almeno cinque stati: lo ha mostrato domenica un sito web di monitoraggio del governo, con livelli in aumento registrati in molte altre aree.

Corea del Sud

Un sudcoreano ha attraversato il confine pesantemente fortificato in quella che rappresenta una rara defezione verso la Corea del Nord: lo hanno riferito domenica i militari sudcoreani. Il Joint Chiefs of Staff (JCS) ha affermato di aver effettuato un’operazione di ricerca dopo aver rilevato la persona intorno alle 21:20 (1220 GMT) di sabato sul lato orientale della Zona Demilitarizzata (DMZ) che separa le due Coree. «Abbiamo confermato che la persona ha attraversato il confine della linea di demarcazione militare verso le 22:40 (1340 GMT) e ha disertato verso nord», ha detto il JCS. Lo stesso ha affermato di non poter confermare se la persona sia viva, ma ha inviato un avviso alla Corea del Nord tramite una hotline militare, chiedendo protezione.

Cina

Un uomo cinese si è riunito con sua madre 33 anni dopo essere stato rapito, con l’aiuto di una mappa del suo villaggio ridisegnata a memoria. Li Jingwei aveva quattro anni quando è stato rapito da un vicino nella provincia dello Yunnan, nel sud-ovest della Cina, e trafficato a 1.600 km di distanza. Lì è stato venduto a una famiglia che ha continuato a crescerlo, ma ha detto di non aver mai dimenticato il suo rapimento. Crescendo mappava spesso il suo vecchio villaggio con un bastone per terra in modo da poterlo ricordare. A metà dicembre, Li (37 anni) ha pubblicato online un disegno del villaggio che aveva abbozzato e ha chiesto aiuto al pubblico per identificarlo. Credeva di dover aspettare anni per avere notizie, ma è stato sorpreso di ottenere quasi immediatamente informazioni che hanno portato all’identificazione del villaggio e di sua madre, dopo che anche la polizia ha iniziato a indagare. Un video della madre e del figlio che si incontrano nel fine settimana per la prima volta dopo decenni è stato pubblicato dal sito di notizie di Shanghai The Paper, in una riunione organizzata dalla polizia. Lei è caduta a terra in lacrime. «Finalmente ho trovato il mio bambino».  Li ha mangiato con lei e i suoi parenti, mostrando loro la mappa delle foreste di bambù e delle risaie che aveva disegnato. Dopo il rapimento, senza saperlo, la madre si era inconsapevolmente trasferita nella stessa provincia della Cina centrale dove nel frattempo cresceva il figlio rapito, e le loro nuove case erano a soli 100 km di distanza. Li ha detto che sarebbe tornato nello Yunnan per rendere omaggio a suo padre, che era morto. Ha aggiunto di essere stato ispirato a pubblicare la mappa online dalle recenti riunioni di altri genitori e figli dopo anni di separazione. Il rapimento e la tratta di minori sono un problema cronico in Cina.

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