5 agosto 2019 – Notiziario in Genere
Scritto da Radio Bullets in data Agosto 5, 2019
Il governo armeno prova a ratificare la convenzione contro la violenza sulle donne. Ma la Chiesa si oppone. 78 ore di musica composta da donne dal Medioevo a oggi: ecco la playlist. Qual è il paese più pericoloso per una donna che viaggia da sola? E quello meno? (in copertina) E infine: sono sempre di più gli stati americani che prevedono un terzo genere sui documenti d’identità. Questo e molto altro nel webnotiziario in Genere del Lunedì di Radio Bullets, a cura di Lena Maggiaro, con Barbara Schiavulli al microfono
Colonna sonora: Cesare Cremonini – Buon Viaggio / Ishuna – Protect Yourself / Fanny Mendelsshon – Notturno in G minore / Nick Minaj – Feeling Myself
Io viaggio da sola
Due blogger di viaggio hanno realizzato la classifica dei paesi più pericolosi per donne viaggiano da sole.
La classifica ha utilizzato otto fattori, tra cui tassi di omicidio, discriminazione legale, punteggi di disuguaglianza di genere e tassi di violenza sessuale per determinare la sicurezza delle 50 destinazioni turistiche più popolari.
Il Sudafrica, si legge su Insider, è il paese più pericoloso per una donna che viaggia da sola, seguito da vicino da Brasile e Russia. La Spagna è il paese più sicuro in cui le donne possono viaggiare da sole, secondo la classifica, seguita da Singapore e l’Irlanda, mentre gli Stati Uniti si collocano tra i primi 20 posti delle destinazioni più pericolose al mondo – al 19esimo per la precisione.
La classifica è stata realizzata utilizzando fonti come il sondaggio mondiale Gallup, i dati di UN Women, dell’Istituto Georgetown e del forum economico mondiale al fine di determinare dove è sicuro per le donne viaggiare da sole.
L’indice utilizza otto fattori – sicurezza se si cammina da sola di notte, omicidio intenzionale delle donne, violenza sessuale non dal partner, violenza da partner intimi, discriminazione legale, divario di genere globale, disuguaglianza di genere e violenza contro gli atteggiamenti delle donne – per valutare la sicurezza di ciascuno di i 50 paesi più popolari per i turisti da visitare in tutto il mondo.
“Il viaggio da sola, per una donna, è diventato una tendenza estremamente popolare e molte volte le donne possono recarsi in un posto un po’ a casaccio sulla base di cose che hanno sentito da amici o visto attraverso foto patinate di Instagram”, dice Lyric Fergusson a INSIDER. “Volevamo creare una risorsa per chi viaggia sulla base di dati reali da fonti internazionali affidabili piuttosto che fare affidamento sul sentito dire e su aneddoti. Non stiamo cercando di dissuadere le persone dal viaggiare in nessuno di questi paesi, ma piuttosto vogliamo portare consapevolezza sugli eventuali problemi di sicurezza”.
Curiosità: l’Italia è al 36esimo posto su 50 paesi (la classifica va dalla località più pericolosa a quella con meno problematiche di sicurezza – la Spagna appunto. Il nostro paese si colloca tra la Repubblica Ceca e la Danimarca
Armenia
In Armenia è dibattito sulla ratifica di una convenzione contro la violenza di genere. Gli sforzi del governo armeno si scontrano con l’opposizione dei conservatori nel paese, inclusa l’influente Chiesa. In questione è la Convenzione di Istanbul, un documento del Consiglio d’Europa che richiede agli Stati firmatari di attuare misure specifiche per proteggere le donne dalla violenza. Contiene inoltre disposizioni che vietano la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale e specifica che il genere è un costrutto sociale piuttosto che un fatto biologico.
L’Armenia, si legge su Eurasianet, ha firmato la convenzione nel gennaio 2018, con il precedente governo, ma non l’ha ancora ratificata. Le nuove autorità, tuttavia, hanno dichiarato la loro intenzione di finalizzare il processo. L’8 maggio, la ministra del Lavoro e degli affari sociali, Zaruhi Batoyan, in un incontro con un funzionario del Consiglio d’Europa, ha dichiarato che l’Armenia intende ratificare la convenzione. Otto giorni dopo il parlamento ha approvato un piano d’azione governativo quinquennale che ha formalizzato ufficialmente questa intenzione.
Da allora si è avviato un dibattito nazionale sulla convenzione, con molte voci conservatrici che lamentano che i tentativi di regolare la violenza domestica rappresentano un’imposizione di valori stranieri sul tradizionale modello familiare armeno. Il dibattito è stato intensificato da un movimento in stile #metoo con cui le donne armene per la prima volta – e in gran numero – hanno condiviso le loro esperienze di violenza. Alcuni conservatori affermano che il movimento è una cortina di fumo per facilitare la ratifica della Convenzione di Istanbul.
Il 26 luglio, a queste posizioni si è unita quella della Chiesa apostolica armena, che raramente interviene in questioni politiche ma che ha fatto un’eccezione per criticare la convenzione. “Indipendentemente dalle differenze biologiche create da Dio, tutte le persone godono della stessa cura di Dio”, ha affermato la leadership della chiesa in un comunicato. La Chiesa ha anche affermato che la convenzione “definisce un terzo sesso, a parte quello femminile e quello maschile”. Non è così, naturalmente. “Ci sono punti estremamente preoccupanti nella Convenzione dal punto di vista della nostra identità e sicurezza nazionale-spirituale”, dice la Chiesa apostolica armena. “Esortiamo le nostre autorità ad astenersi dal ratificare il documento”.
Il Ministero della giustizia ha successivamente rilasciato una lunga dichiarazione in cui spiegava la sua posizione e si lamentava delle informazioni “manipolative” sulla convenzione avanzate dagli oppositori.
“Il Ministero della Giustizia vuole assicurare tutti che la Convenzione non contraddice in alcun modo il concetto di famiglia o di sesso sancito dalla Costituzione. La Convenzione non regola la vita familiare o la composizione della famiglia, e nessuno stato è obbligato a cambiare la sua visione tradizionale della famiglia “, afferma in un comunicato del 30 luglio. “La Convenzione non mette in alcun modo in pericolo le tradizioni e i valori nazionali”.
Il ministero ha anche annunciato di aver richiesto la guida della Commissione di Venezia, un organo del Consiglio d’Europa che fornisce consulenza su questioni legali e costituzionali, sulle “implicazioni costituzionali” della ratifica della convenzione. Posto che la Commissione di Venezia si esprima favorevolmente, la ratifica appare inevitabile, dato che la stragrande maggioranza dei componenti del parlamento della coalizione al potere “My Step” la sostiene.
Tra gli oppositori della ratifica della Convenzione di Istanbul ci sono esponenti del Partito repubblicano, sotto la cui gestione il documento è stato firmato. Eduard Sharmazanov, un portavoce repubblicano, ha annunciato su Facebook di aver firmato una petizione contro la convenzione, scrivendo: “No alla perversione”.
La petizione è stata creata dal presidente della Camera degli avvocati dell’Armenia, Ara Zohrabyan, ma è stata successivamente ritirata dal web perché si riteneva che includesse discorsi di odio.
Donne in musica
Le donne compongono musica, è ovvio. Questo modo di pensare è naturale se si fa riferimento alla musica pop, rock o cantautoriale contemporanea. Ma chi ascolta molta musica classica potrebbe sentirsi un po’ in imbarazzo per la predominanza di uomini nelle playlist, almeno per quanto riguarda i compositori. Apparentemente, il canone classico è un mondo maschile, si legge su che-fare.com.
Eppure le compositrici sono esistite fin dal Medioevo: la playlist di Spotify “1200 Years of Women Composers: From Hildegard To Higdon,” dimostra che le donne hanno iniziato a dare forma a quella che oggi conosciamo come musica classica da molto più tempo di quanto comunemente si immagina. Trovate il link alla fonte OpenCulture e nella playlist
Stati Uniti e il terzo genere
Negli Stati Uniti, lo stato di Washington e quello della Pennsylvania offriranno una terza opzione di genere sulle patenti di guida: le persone che non si identificano come donne o uomini potranno scegliere l’opzione X, riporta la Cnn.
Le modifiche porteranno il numero di stati che offrono una terza opzione ad almeno 14: accade anche a Washington, DC e New York City. “L’identità è un diritto umano fondamentale”, spiega Teresa Berntsen, direttrice del dipartimento delle patenti dello Stato di Washington, in un comunicato diffuso dal governatore democratico Jay Inslee.
E anche le compagnie aeree aggiungeranno nuove opzioni di genere per i passeggeri non binari. “La patente di guida o le carte d’identità rilasciate dallo stato sono i tuoi principali documenti di identificazione. Pertanto, riconoscendo che esistono più di due forme di genere, stiamo riconoscendo i diritti umani fondamentali”, aggiunge Berntsen. La terza opzione per il genere potrebbe essere disponibile già da ottobre, ha affermato Inslee.
In Pennsylvania, la terza opzione di genere è “qualcosa che è stato nel nostro radar e la gente ci ha chiesto”, ha detto alla CNN la portavoce del Dipartimento dei Trasporti dello stato Erin Waters-Trasatt. I funzionari della Pennsylvania stanno ancora analizzando ciò che sarebbe richiesto ai residenti che vogliono identificarsi come X e mirano a offrire l’opzione entro il 2020, ha detto Waters-Trasatt. Le licenze sarebbero anche conformi a Real ID, ha aggiunto.
Il distretto di Columbia e Oregon a metà 2017 sono stati tra i primi ad aggiungere una terza opzione per il genere sulle patenti di guida. Da allora, la tendenza è cresciuta, dice ancora la Cnn. “In tre anni, c’è stato un movimento ad un ritmo vertiginoso in quest’ambito“, spiega alla CNN Gillian Branstetter, portavoce del National Center for Transgender Equality. “Queste politiche sono state adottate in così tanti stati così rapidamente perché sono di buon senso”.
Dover presentare un documento d’identità non conforme al genere con cui si presenta una persona può anche causare casi di maltrattamenti, ha affermato Branstetter. Le persone possono essere allontanate o addirittura cacciate perché la loro patente non “rappresenta” chi sono. “Questo è un grande passo verso il riconoscimento dei diritti e della dignità delle persone transgender”, ha affermato riguardo alle iniziative dello stato di Washington e della Pennsylvania.
Lo Stato di Washington nel 2018 ha iniziato a consentire una terza opzione di genere sui certificati di nascita e gli adulti che cercano di cambiare un certificato di nascita non hanno più bisogno della lettera di un medico per farlo. Da quando la regola è entrata in vigore, 59 persone hanno richiesto una designazione di genere X sul loro certificato di nascita, secondo la dichiarazione di Inslee.
Ascolta anche:
- Se vi interessano le ultime notizie dal Venezuela o gli editoriali di Barbara Schiavulli, non vi resta che andare su Parole Scompigliate
- Gli approfondimenti di Sportcast ma anche sulle serie televisive con Giuliano Terenzi
- La rubrica Technomondo, con le più curiose e interessanti novità di scienza e tecnologie, raccontate con passione da Raffaella Quadri
- Canada: il governo patteggia quasi 700 milioni di dollari per chiudere con le azioni legali per violenze sessuali e discriminazioni di genere nell’esercito
- Inizia la missione Beyond
- Venezuela: torna la malaria
- Marighella. Mariangela Matonte racconta il biopic sugli ultimi anni di vita e di guerriglia politica di Carlos Marighella, simbolo della resistenza armata alla dittatura militare che ha oppresso il Brasile per oltre vent’anni
- Palestina, Amnesty contro Israele: “Sistematici sgomberi forzati”
- La Tunisia è in difficoltà per trovare luoghi di sepoltura per le decine di migranti annegati che vengono recuperati dal mare
E se credete in un giornalismo indipendente, serio e che racconta dai posti, potete sostenerci andando su Sostienici