6 settembre 2021 – Notiziario
Scritto da Barbara Schiavulli in data Settembre 6, 2021
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- Afghanistan: ucciso Fahim Dashti, portavoce della resistenza del Panjshhir ed eminente difensore dei giornalisti. A Ghor, uccisa dai talebani poliziotta incinta.
- Libia: rilasciato il figlio di Gheddafi.
- Colpo di Stato in Guinea, dissolto il governo.
- Stati Uniti: veterano in Florida spara a una famiglia, “me lo ha detto Dio”.
Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli.
Afghanistan
Il portavoce della resistenza in Afghanistan e noto giornalista, Fahim Dashti, è stato ucciso in uno scontro con i talebani nel Panjshhir. Dashti è stato ucciso insieme al generale Abdul Wadud Zareh, uno dei comandanti del Fronte di Resistenza. Il generale era nipote di Ahmad Shah Massud, il capo dell’Alleanza del Nord, eroe nazionale ucciso il 9 settembre 2001 durante un attacco suicida dove rimase ferito anche Dashti che ha trascorso gli ultimi vent’anni a promuovere il giornalismo e la libertà di espressione in Afghanistan.
Il leader delle forze di resistenza del Panjshhir, Ahmad Massoud, si è detto pronto a parlare con i talebani. In precedenza, le forze talebane avevano affermato di essersi fatte strada nella capitale provinciale del Panjshir dopo aver messo al sicuro i distretti circostanti.
Il direttore della potente agenzia di intelligence pakistana ha compiuto sabato una visita a sorpresa nella capitale afghana Kabul, nel tentativo di mediare tra le fazioni rivali dei talebani. Il tenente generale Faiz Hameed, direttore della direzione Inter-Services Intelligence (ISI), è stato accidentalmente avvistato da una troupe televisiva britannica in un hotel di Kabul, sabato. Alla domanda sullo scopo della sua visita, Hameed ha detto che aveva in programma di tenere un incontro con l’ambasciatore del Pakistan in Afghanistan.
Domenica, tuttavia, è emerso che Hameed aveva incontrato Gulbuddin Hekmatyar, il leader pashtun sostenuto dal Pakistan e fondatore del partito afghano Hezb-e-Islami Gulbuddin. Si dice che a Hekmatyar, che ha servito due volte come primo ministro dell’Afghanistan negli anni Novanta, i talebani chiederanno di entrare a far parte di un governo di coalizione. Si dice anche che Islamabad stia facendo pressioni sui talebani affinché includano figure non talebane nel loro gabinetto, formando una partnership di governo con elementi non talebani.
Inoltre, numerosi rapporti affermano che sono emerse gravi differenze tra le due fazioni più forti dei talebani, sulla nomina dei funzionari di gabinetto. Una fazione è guidata dal cofondatore del gruppo, il mullah Abdul Ghani Baradar, l’altra dal vice leader talebano, Anas Haqqani. Quest’ultimo è il fratello di Sirajuddin Haqqani, che guida la potente rete Haqqani, un gruppo militante che lavora a stretto contatto con i talebani ma ha mantenuto la sua indipendenza operativa. Ci sono state anche segnalazioni che i membri della milizia Haqqani hanno scambiato colpi di arma da fuoco con unità talebane a Kabul lo scorso venerdì, anche se queste sono state respinte come false dai talebani.
Venerdì, un funzionario talebano ha affermato che il gruppo non ha bisogno dell’aiuto degli Stati Uniti o di altri paesi per combattere il terrorismo in Afghanistan. «Siamo pienamente pronti a garantire la sicurezza del paese da soli», ha affermato Anaamullah Samangani, membro della commissione culturale dei talebani, secondo TOLO News. «Non abbiamo bisogno del sostegno degli Stati Uniti o di altri paesi in questo senso».
I commenti di Samangani sono arrivati dopo che il presidente dei capi di stato maggiore congiunto, il generale Mark Milley, ha affermato che è «possibile» che gli Stati Uniti possano cooperare con i talebani in futuro contro l’affiliato dell’ISIS dell’Afghanistan, noto come ISIS-K. Gli Stati Uniti hanno precedentemente fornito supporto aereo ai talebani contro l’ISIS-K.
Dopo l’attentato suicida all’aeroporto di Kabul, gli Stati Uniti hanno effettuato due attacchi aerei in Afghanistan contro obiettivi che sostenevano essere ISIS-K, ma uno degli attacchi ha ucciso 10 civili. Gli Stati Uniti affermano che l’altro attacco ha ucciso i «pianificatori dell’ISIS-K», ma non sono stati rilasciati nomi o altri dettagli.
I talebani, in un incontro con il capo delle azioni umanitarie delle Nazioni Unite a Kabul, si sono impegnati a garantire la sicurezza degli operatori umanitari e l’accesso agli aiuti in Afghanistan: lo ha detto una portavoce delle Nazioni Unite. Martin Griffiths è giunto ieri nella capitale afghana per diversi giorni di incontri con la leadership talebana.
I talebani hanno dichiarato di aver arrestato quattro uomini che hanno aggredito manifestanti e tenuto sotto tiro i giornalisti per interrompere una manifestazione per i diritti delle donne a Kabul sabato: lo ha detto il portavoce Zabihullah Mujahid.
Banu Nigara, una poliziotta incinta di sei mesi e attivista, invece è stata uccisa a colpi di arma da fuoco nella sua casa nella provincia centrale di Ghor, in un omicidio mirato di fronte ai parenti, che incolpano i talebani, ha riferito la BBC. È l’ultimo di numerosi resoconti di apparenti omicidi di rappresaglia in tutto il paese, nonostante i talebani promettano che non cercheranno vendetta sugli ex nemici.
“Nigara a police officer was shot dead infront of her kids and husband last night at 10PM in Ghor province. Nigara was 6 months pregnant, she was shot dead by the Taliban.” Her family members says. pic.twitter.com/w5vs1Eahsq
— BILAL SARWARY (@bsarwary) September 5, 2021
Gli sforzi dei talebani per liberarsi della loro immagine storica di brutalità e oppressione, già gravemente minata dall’ordine che tutte le donne, tranne le operatrici sanitarie, dovrebbero rimanere a casa dal loro lavoro, sono stati ulteriormente intaccati dalla gestione violenta della protesta di sabato.
Le donne che frequentano le università private afghane devono indossare un abito abaya e un niqab che copra la maggior parte del viso, hanno ordinato i talebani, e le classi devono essere segregate per sesso o almeno divise da una tenda. In un lungo documento emesso dall’autorità educativa talebana, hanno anche ordinato che le studentesse dovrebbero avere insegnanti solo donne, ma se ciò non fosse possibile, potrebbero subentrare “vecchietti” di buon carattere.
Un deputato repubblicano, Michael McCaul, il rappresentante più alto del Grand Old Party nella commissione Affari esteri, ha accusato su Fox News i talebani di non lasciar partire afghani e americani dall’aeroporto della città di Mazar-e-Sharif, contrariamente alle loro promesse. Ha detto che ci sono aerei che hanno tentato di decollare dallo scalo «negli ultimi due giorni».
Qatar
Il segretario di Stato americano Antony Blinken si è recato domenica in Qatar per il suo primo viaggio dopo la conquista dell’Afghanistan da parte dei talebani, alla ricerca di un fronte unito con alleati scossi dal caos. Il Qatar, una delle principali basi militari statunitensi, è stata la porta d’ingresso per 55.000 persone trasportate in aereo fuori dall’Afghanistan, quasi la metà del totale evacuate dalle forze guidate dagli Stati Uniti dopo la vittoria straordinariamente rapida dei talebani in mezzo al ritiro degli Stati Uniti. Blinken si dirigerà quindi mercoledì alla base aerea statunitense di Ramstein in Germania, una casa temporanea per migliaia di afghani che si trasferiscono negli Stati Uniti, da cui terrà una riunione ministeriale virtuale di 20 nazioni sulla crisi insieme al ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas.
Iraq
Almeno 13 agenti di polizia sono stati uccisi due notti fa in Iraq in un attacco dell’Isis. L’attacco è stato compiuto contro un posto di blocco vicino a Kirkuk, nel nord del paese. Nonostante le autorità irachene abbiano dichiarato la vittoria contro lo Stato islamico nel dicembre del 2017, cellule dell’ISIS rimangono attive nel paese, specie in questa regione.
Israele e Palestina
Il secondo numero più alto di demolizioni israeliane di infrastrutture di proprietà palestinese è stato registrato a luglio, ha affermato l’ONU nel suo rapporto mensile sulle demolizioni e gli sfollamenti in Cisgiordania. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) nei territori palestinesi occupati, le forze israeliane hanno demolito, sequestrato o costretto i palestinesi a demolire 126 strutture nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est. Le demolizioni hanno portato allo sfollamento di 181 palestinesi, tra cui 105 bambini, afferma il rapporto. Anche i mezzi di sussistenza e l’accesso ai servizi di quasi 2.000 palestinesi sono stati colpiti, aggiunge il rapporto.
Febbraio ha visto finora il maggior numero di strutture palestinesi distrutte quest’anno, con 153 demolizioni. Tutte le strutture, tranne una, erano situate nell’Area C Cisgiordania o Gerusalemme Est, e sono state prese di mira per la mancanza di permessi di costruzione, quasi impossibili da ottenere. La restante struttura demolita si trovava nell’Area A ed è stata distrutta perché apparteneva alla famiglia di un palestinese che il 2 maggio ha ucciso un colono israeliano. Le strutture si riferiscono a case, scuole, edifici o persino tende che sono state costruite da palestinesi resi senzatetto dopo che le loro case sono state demolite.
Il presidente israeliano Isaac Herzog si è recato la scorsa settimana in Giordania per colloqui con il re Abdullah II, ha rivelato il presidente sabato sera, nell’ultimo segnale di riscaldamento dei legami tra i paesi. Ha trascorso una serata molto positiva e importante con il re nel suo palazzo, ha detto Herzog a Channel 12 e 13 in prima serata. «La Giordania è un paese molto importante. Ho un immenso rispetto per il re Abdullah, un grande leader e un attore regionale altamente significativo», ha dichiarato Herzog. «Nel nostro incontro, tra le cose che abbiamo discusso ci sono questioni centrali nel dialogo tra i nostri stati».
Libia
Saadi Gheddafi, figlio dell’ex leader libico Muammar Gheddafi, detenuto in una prigione nella capitale Tripoli dal 2014, è stato scarcerato in esecuzione di un ordine del tribunale. Molti media locali riferiscono che Saadi Gheddafi avrebbe già lasciato il territorio libico con un volo diretto in Turchia. Estradato dal Niger il 6 marzo 2014, Saadi Gheddafi, oggi 47 anni, è stato processato e assolto nell’aprile 2018 dalla Corte d’Appello di Tripoli per l’omicidio nel 2005 di un ex allenatore della squadra di calcio Al-Ittihad di Tripoli, Bachir Rayani, ma è rimasto in carcere. Doveva anche essere processato per il suo presunto coinvolgimento nella repressione della rivolta che ha posto fine al regime di suo padre Muammar Gheddafi nel 2011. Sembra sia stato rilasciato in un apparente sforzo di riconciliazione nazionale in vista delle elezioni di dicembre.
Nell’agosto del 2015 venne diffuso un video in cui Saadi veniva torturato dalle milizie islamiche. Il 19 dicembre 2017 la famiglia denunciò di aver perso ogni contatto con lui, detenuto in isolamento senza la possibilità di vedere neanche il suo avvocato.
Algeria
Il secondo classificato alle elezioni presidenziali tunisine del 2019, Nabil Karoui, è stato posto in custodia cautelare nella vicina Algeria , accusato di «entrare illegalmente nel paese», hanno riferito i media locali domenica.
Karoui e suo fratello Ghazi, deputato, avevano affrontato un’udienza davanti a un magistrato nella città algerina nord-orientale di Constantine, ha scritto il quotidiano Ennahar, citando “fonti giudiziarie”.
A luglio, l’ex avversario di Karoui, il presidente Kais Saied, ha sospeso il parlamento e si è concesso ampi poteri, colpendo giudici, parlamentari e uomini d’affari con arresti e divieti di viaggio in una presunta epurazione anti-corruzione. Karoui è stato arrestato alla fine di agosto dalla polizia di frontiera algerina, con la Tunisia che ha emesso un mandato di arresto il giorno successivo. Algeria e Tunisia sono vincolate da un accordo che prevede l’estradizione da parte di uno dei due paesi «di qualsiasi persona perseguita o condannata» nell’altro.
Guinea
Le forze speciali capeggiate del tenente colonnello Doumbouya, che hanno preso il potere in Guinea arrestando il presidente Alpha Condè, hanno annunciato un coprifuoco nazionale «fino a nuovo avviso» e la sostituzione dei governatori con i militari. Dissolto il governo. La giunta ha anche affermato in una dichiarazione letta alla televisione di Stato che convocherà i ministri del gabinetto di Condè e altri alti funzionari alle 11 questa mattina, ora locale (le 13 in Italia), nella capitale Conakry.
La squadra nazionale di calcio del Marocco, che era rimasta bloccata in un albergo di Conakry durante il colpo di Stato, è riuscita a lasciare la Guinea in serata. Il Marocco avrebbe dovuto affrontare oggi la Guinea nelle qualificazioni per la Coppa del Mondo 2022. La partita è stata rinviata.
Sudafrica
L’ex presidente sudafricano Jacob Zuma, in prigione dall’8 luglio per oltraggio alla giustizia, ha ottenuto la libertà vigilata per motivi di salute. Zuma, 79 anni, sta scontando una pena di 15 mesi per essersi rifiutato di comparire davanti a una commissione d’inchiesta sulla corruzione dello Stato durante la sua presidenza dal 2009 al 2018. Ad agosto era uscito per essere ricoverato in ospedale per ragioni che non sono state rese pubbliche.
Montenegro
Sono 60 le persone, tra poliziotti e manifestanti, che durante il fine settimana, hanno fatto ricorso alle cure dei medici in conseguenza delle proteste antiserbe e degli scontri avvenuti a Cetinje, in Montenegro. Gli arrestati sono otto, fra i quali un consigliere del presidente montenegrino Milo Djukanovic, ritenuto fra gli ispiratori delle proteste. Condanne degli incidenti sono giunte dall’ambasciata Usa a Podgorica, dalla rappresentanza UE e dalle ambasciate di vari paesi, fra cui l’Italia, con appelli alla calma e alla convivenza pacifica fra le varie componenti etniche.
Stati Uniti
È stato identificato l’uomo accusato della sparatoria in Florida, a Lakeland, in cui sono morte quattro persone, tra cui un bambino tra le braccia della madre e una ragazzina di 11 anni. Si tratta di Brian Riley, 33 anni, un ex marine che vive a Brandon, a circa 30 km dal luogo della strage autodefinitosi survivalista. Dopo uno scontro a fuoco, è stato ferito e si è arreso. Lo sceriffo Grady Judd ha riferito che non è emersa finora alcuna connessione tra il sospetto e le vittime e non ha saputo fornire alcuna spiegazione sul perché il killer abbia scelto proprio quella famiglia.
Messico
La polizia messicana ha disperso una carovana di circa 400 migranti, principalmente centroamericani, che speravano di raggiungere a piedi il confine con gli Stati Uniti.
Gli agenti hanno intercettato il gruppo quando stavano per lasciare la città di Huixtla, nello Stato meridionale del Chiapas, bloccando le strade e l’autostrada e arrestando alcune persone. Le persone che componevano la carovana erano quasi tutte di El Salvador, Honduras, Guatemala, Haiti e Venezuela. Attivisti e funzionari delle Nazioni Unite che viaggiavano con loro hanno denunciato l’uso eccessivo della forza. Due agenti sono stati sospesi per aver investito uno dei migranti.
Cina
L’ambasciatore tedesco in Cina, Jan Hecker, è morto: lo ha annunciato il ministero degli Esteri tedesco. In una breve dichiarazione il ministero degli Esteri ha affermato che Hecker, l’ex consigliere per la politica estera della Merkel, è morto appena pochi giorni dopo aver assunto il suo nuovo incarico. Il ministero non ha fornito ulteriori dettagli su quando Hecker, 54 anni, sia morto né dove. Hecker, che è diventato ambasciatore ad agosto, era sposato e aveva tre figli, secondo la biografia riportata sul sito del ministero degli Esteri.
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