7 dicembre 2021 – Notiziario in genere
Scritto da Alice Corte in data Dicembre 7, 2021
Regno Unito: drammatica statistica riporta che le donne incarcerate partoriscono cinque volte più frequentemente bambini morti. Tigray: esperti di diritti umani chiedono che finisca la violenza sulle donne nei territori del conflitto. Costa d’Avorio: ancora proteste contro la violenza sulle donne, in centinaia in piazza ad Abidjan sabato. Calcio: cento anni dalla proibizione alle donne inglesi di giocare su campi federali. Una squadra femminile popolare lo ricorda.
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Regno Unito
Cinque volte più frequenti i parti di bambine e bambini morti e il doppio delle possibilità di dare alla luce prematuramente bambine e bambini che abbiano bisogno di cure speciali. Questo il drammatico dato rilevato da The Observer. La raccolta di dati segue la morte di due neonati nel 2019, che ha portato maggior attenzione al tema della maternità dietro le sbarre nel Regno Unito. Le statistiche potrebbero influire sul voto della Camera dei Lord proprio sulla proposta di incrementare i diritti delle donne gravide detenute. Molte di loro, per altro, finiscono col partorire in carcere o nel viaggio per raggiungere una struttura ospedaliera. I problemi non si concludono dopo il parto: bambine e bambini loro malgrado detenuti con le madri diventano semplicemente “invisibili”, e la presenza di personale maschile può rendere complicato, per esempio, l’allattamento al seno. Inoltre molte delle donne che si trovano per poco tempo in carcere riportano condanne per l’uso di sostanze stupefacenti o hanno problemi psichici, rendendo ancora più difficile un’infanzia serena ai propri figli. Per queste ragioni la proposta è quella di cambiare la possibilità di uscita su cauzione per le donne incinte e le neomadri, cercando di tutelarne maggiormente la prole.
Tigray
In una dichiarazione di venerdì scorso, esperte ed esperti in diritti umani delle Nazioni Unite hanno espresso la propria preoccupazione per l’uso diffuso della violenza sessuale in Tigray, utilizzata come vera e propria arma contro le minoranze. Solo tra il novembre del 2020 e giugno di quest’anno sono state più di 2.200 le violenze riportate dalle donne alle strutture sanitarie in Tigray, e molte delle persone coinvolte erano ragazze minorenni. Inoltre i dati sono ampiamente sottostimati per la difficoltà nel raggiungimento di strutture preposte all’aiuto, ma anche per la paura o per lo stigma sociale che la violenza sessuale comporta. Le donne sono state spesso “doppiamente vittimizzate” e usate per cercare e ottenere informazioni sui propri parenti maschi. Molte di loro, oltre a essere state violentate, hanno perso membri della propria famiglia. Gli esperti dell’Onu si raccomandano con le parti in conflitto di prevenire ogni tipo di violenza sui civili e di assicurare la possibilità di accedere a servizi medici specializzati, nonché di garantire rilevazioni imparziali sulle violazioni di diritti umani, in particolare quelli legati al genere.
Costa d’Avorio
Sono scese in piazza in centinaia, con lo slogan “Orange the World” (rendi arancione il pianeta), per protestare contro la violenza sulle donne e chiedere che gli stupratori vengano puniti. La manifestazione, che è stata partecipata da diplomatici e diplomatiche di diversi paesi, fa parte delle iniziative nate in seno alla campagna Onu sui 16 giorni di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, iniziati il 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Inghilterra
Cento anni fa, il 5 dicembre 1921, alle donne fu proibito il gioco sui campi federali. Una squadra femminile popolare e gender inclusiva ricorda il bando che ha impedito alle donne di calcare i campi per cinquanta anni. Nel 1921 la federazione inglese dichiarò che il «calcio non era cosa da donne e doveva essere scoraggiato». Visto che tali dichiarazioni non sono estranee al pensiero contemporaneo, la squadra delle Goal Diggers ha per questo promosso un kit per educare all’amore del calcio anche “al femminile”. Nel kit si riportano le parole della capitana delle Dick, Kerr’s Ladies, Alice Kell, che disse: «Giochiamo per amore dello sport e siamo determinate ad andare avanti». Le Dick, Kerr’s Ladies furono una squadra di calcio nata nel 1917 tra le operaie che si occupavano di fornire munizioni durante la Prima Guerra Mondiale, e sono considerate tra le pioniere del calcio femminile nel mondo. Si sciolsero nel 1965.
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