Maltrattamento in famiglia: cosa dice la legge

Scritto da in data Dicembre 29, 2021

«Il maltrattamento in famiglia ricorre quando il maltrattante tiene nei confronti del coniuge, del convivente o del familiare un comportamento che è abitualmente improntato alla violenza, sia essa psicologica, sia morale. Possono essere anche soltanto atti di violenza psicologica, verbale, umiliazioni e vessazioni a crearlo e non necessariamente atti di violenza fisica. Si parla di maltrattamento quando il comportamento violento si sviluppa abitualmente nel tempo in modo da rendere dolorosa la vita della vittima».

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Una testimonianza che diventa prova

Il maltrattamento in famiglia è un reato punito dalla legge con il carcere dai tre ai sette anni, con aumento di pena in caso di aggravante.
La denuncia o la segnalazione può partire anche da terzi, per esempio da una maestra che ascolta i racconti di un bambino che assiste alla violenza o dai vicini di casa che sentono le urla. Una volta raccolte tutte le prove, il pubblico ministero procede con la valutazione per verificare se ci sono gli estremi per intervenire: messaggi, testimonianze, materiale sanitario. Tutto può diventare prova.
Il Centro Antiviolenza Mascherona assiste in maniera totalmente gratuita anche dal punto di vista legale le donne che si trovano in una situazione di maltrattamento.

Intervista 7 – Nadia Calafato

Quali sono gli estremi per denunciare il maltrattamento in famiglia? Cosa fare quando un coniuge, un familiare o un convivente ha un comportamento fisico, psicologico o morale violento? Nadia Calafato, avvocata penalista presso il Centro Antiviolenza Mascherona, risponde a queste e altre domande sul reato di maltrattamento in famiglia.

Il podcast

Io sono Alice” è un progetto di Noemi Cenero, Elena Ferrando, Ilaria Gherardi e Caterina Valletta. In collaborazione con il Centro Antiviolenza Mascherona di Genova e l’associazione URKA.
“Io sono Alice” è raccontato da Carla Signoris.

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