Le catene dell’anima

Scritto da in data Dicembre 21, 2021

«Spero che un giorno mia figlia possa capire che ho fatto tutto questo per lei. Perché la libertà di essere sé stesse, di essere forti, di indossare una gonna corta, di sorridere, di abbracciare gli amici, di rispondere a tono, se si sente il bisogno di farlo, è una delle cose più preziose che la vita possa offrirci. Noi abbiamo la libertà di essere libere».

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La libertà di essere libere

«Io e la bambina eravamo sul divano. Lui venne verso di me, mi scaraventò a terra e, con gli occhi pieni di rabbia, iniziò a picchiarmi. Non potevo difendermi perché con una mano cercavo di sorreggere la bambina che sarebbe potuta cadere: aveva solo cinque mesi. Lei piangeva strozzata, e io mi misi a urlare in cerca di aiuto mentre lui mi ripeteva sprezzante di stare zitta. Poi mi tirò di nuovo sul divano come un oggetto e, indicando la bambina, mi disse che se io avessi insinuato un’altra volta il suo tradimento, me l’avrebbe fatta pagare ancora più cara. […] Lui avrebbe ammazzato me e lei».

Non c’è molto altro da aggiungere. Questa storia parla da sé ed esprime tutta la violenza del patriarcato che considera, ancora troppo spesso, le donne come oggetti di proprietà, da sottomettere. Dalle molestie sui mezzi pubblici alla violenza domestica, la cultura dello stupro pervade la nostra società.

Ecco perché nasce “Io sono Alice”: attraverso le storie delle altre donne possiamo capire che, forse, quella volta che ci hanno fischiato per strada o ci hanno dato della puttana non eravamo noi a doverci sentire sporche o indifese.
Come accadrebbe in una sorta di maieutica, l’ascolto delle storie di violenza ci porta ad alzare la testa e unirci nella lotta contro la violenza di genere.

Puntata 7 – Le catene dell’anima

Alice ha 24 anni quando incontra il ragazzo sbagliato. Solo l’amore per sua figlia le farà spezzare quelle catene che le imprigionano l’anima.

Il podcast

Io sono Alice” è un progetto di Noemi Cenero, Elena Ferrando, Ilaria Gherardi e Caterina Valletta. In collaborazione con il Centro Antiviolenza Mascherona di Genova e l’associazione URKA.
“Io sono Alice” è raccontato da Carla Signoris.

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