26 gennaio 2021 – Notiziario in genere

Scritto da in data Gennaio 26, 2021

Olanda: ecco le carte da gioco senza disuguaglianze di genere. Migliora la parità in Europa, ma solo il 6% delle società ha una leadership femminile. Giappone: per la prima volta in 11 anni aumentano i suicidi, soprattutto tra le donne. Honduras: inasprito divieto di aborto, tra più severi al mondo. Guatemala: femminicidi, cinque cadaveri di donne in 24 ore. Zimbabwe: la first lady invita a preghiere e digiuno contro il Coronavirus.

Ascolta il podcast

Olanda

Perché un re vale più di una regina?

Si chiama Indy Mellink, ha 23 anni, è laureata in psicologia forense e ama giocare a carte. Peccato che un giorno, nello spiegare le regole del gioco ai suoi cugini, si sia posta una semplice quanto rivoluzionaria domanda: perché il re dovrebbe valere più di una regina? E allora, racconta Reuters, incoraggiata anche da suo papà, ha deciso che era tempo di rompere con la tradizione secolare della disuguaglianza sessuale nei mazzi di carte da gioco che vedono gli uomini al di sopra delle donne. «Se abbiamo questa gerarchia secondo cui il re vale più della regina, questa sottile disuguaglianza influenza le persone nella loro vita quotidiana perché è solo un altro modo di dire “ehi, sei meno importante”», spiega la 23enne in un’intervista. «Anche le disuguaglianze sottili come questa giocano un ruolo».

Indy ha deciso allora di realizzare la sua versione di un mazzo di carte: senza genere, con le immagini di re, regina e fante sostituite con oro, argento e bronzo. Amici e familiari hanno acquistato i primi 50 mazzi di carte GSB (Gold, Silver, Bronze) che hanno immagini di lingotti d’oro, monete d’argento e uno scudo di bronzo. Mellink ha poi iniziato a vendere online gli altri e in pochi mesi, scrive ancora Reuters, si è ritrovata ad aver spedito circa 1.500 pacchi anche in Belgio, Germania, Francia e Stati Uniti. Perfino i negozi di giochi hanno mostrato interesse, ha detto.

Mellink ha testato le carte sui giocatori, che hanno affermato di non essere mai stati consapevoli prima della disuguaglianza sessuale presente nei mazzi di carte. Il passaggio richiede un po’ di tempo per abituarsi.

«È positivo riflettere sulla neutralità di genere», ha detto Berit van Dobbenburgh, capo della Dutch Bridge Association, giocando con le nuove carte. Certo un passaggio formale sarebbe complesso, aggiunge, perché ciò richiederebbe l’aggiornamento delle regole. «Mi chiedo se ne valga la pena. Ma sulla neutralità di genere, sono d’accordo! È fantastico che qualcuno di questa età l’abbia notato. È la nuova generazione».

Europa

Forum Transregionale Studien under CC BY-NC-SA 4.0/Sascha Bachmann

Gender Diversity Index, Italia al sesto posto per uguaglianza

L’ultimo indice di Gender Diversity in Europa racconta che forse qualcosa sta finalmente cambiando. Anche se la strada resta certamente lunga: sono appena 42, solo il 6%, le società dell’indice di borsa STOXX Europe 600 con a capo una donna e solamente in 130 (19%) c’è una donna a ricoprire almeno una delle cariche di CEO, COO − amministratrice delegata o direttrice operativa. Lo sottolinea un’analisi dell’associazione no profit European Women on Boards, di cui Valore D è parte, che ogni anno analizza la rappresentanza di genere nei consigli di amministrazione e nei vertici aziendali delle più grandi realtà europee, prendendo in esame 668 società europee.

Norvegia, Francia, Gran Bretagna, Finlandia, Svezia sono in testa alla classifica. Al sesto posto c’è l’Italia con il 37% di donne nei Cda (board of directors), il 22% di donne a capo di un cda e il 45% delle donne a capo dei comitati di controllo − un punto su cui il nostro paese è addirittura in testa alla classifica. Allo stesso tempo, fuori dei consigli di amministrazione, il nostro paese è ancora lontano dall’essere bilanciato: infatti la percentuale di donne nei livelli esecutivi è solo del 17% contro il 33% della Norvegia e il 25% degli UK; inoltre in Italia solo il 4% delle donne sono CEO contro il 21% della Norvegia o il 15% dell’Irlanda.

Le prime cinque aziende in classifica sono inglesi e svedesi, e le prime tre sono accomunate da una leadership perfettamente equilibrata (Gender diversity index = 1): al top l’inglese Assura, seconda la svedese Wihlborgs Fastigheter, terza l’inglese Grainger, quarte e quinte le svedesi Kinnevic B e Sweco B.

Giappone

Wikipedia

Coronavirus e aumento di suicidi (soprattutto tra le donne)

Per la prima volta da 11 anni a questa parte aumentano i suicidi in Giappone: un fenomeno che sta coinvolgendo in particolare le donne e le persone più giovani. Il quadro è quello di una sempre più grande precarietà causata dall’emergenza sanitaria del Coronavirus. L’Agenzia nazionale di polizia (Npa) dice che nel 2020 il dato delle persone che si sono suicidate è aumentato del 3,7% raggiungendo quota 20.919: è il primo incremento dal 2009, ovvero quel momento storico in cui l’economia era stata travolta dalla crisi finanziaria, con un gran numero di casi di bancarotta e un’importante emorragia in termini di occupazione. In particolare, i suicidi che hanno coinvolto gli uomini sono diminuiti dell’1% (anche se restano comunque il campione più alto a quota 13.943). Tra le donne l’aumento è addirittura del 14,5%, a quota 6.976, ovvero il numero più elevato degli ultimi 5 anni. A pesare sono il clima di incertezza soprattutto in termini lavorativi, la cura di figli e figlie sempre più onerosa, il disagio portato dalla coabitazione familiare a tutti i costi e lo stress correlato, che pesa più sulle donne che sugli uomini. Tra studenti e studentesse sono stati registrati l’anno scorso 440 casi: anche qui un numero più elevato di quello del 2009. Per il ministero del Welfare e della Salute la situazione è «a dir poco preoccupante».

Honduras

Facebook / Somos Muchas

Inasprito il divieto di aborto

Inasprito (ancora di più) il divieto di aborto in Honduras. Il Parlamento, a maggioranza conservatrice, ha infatti nei giorni scorsi approvato una riforma costituzionale che rende ancor più restrittiva la legge honduregna sull’interruzione di gravidanza, già tra le più dure in tutto il mondo − l’aborto dal 1982 è costituzionalmente vietato in Honduras. Secondo l’articolo 67 della Costituzione, qualsiasi interruzione di gravidanza «da parte della madre o di terzi» è «proibita e illegale». Un passaggio che, si mette nero su bianco, «può essere riformato solo dalla maggioranza dei tre quarti dei membri del Parlamento». La deputata dell’opposizione Doris Gutierrez spiega che «questo nuovo articolo è stato praticamente scolpito: non sarà più possibile riformarlo, perché servirebbero 96 voti», sui 128 parlamentari.

Facebook / Somos Muchas

Gruppi di attivisti e attiviste per i diritti delle donne avevano chiesto al parlamento di consentire l’interruzione di gravidanza in casi come lo stupro, senza successo. Il paese è infatti tra i pochissimi al mondo a proibire l’aborto anche nei casi di incesto e di violenza sessuale, di gravi malformazioni del feto o quando la vita o la salute della madre è minacciata: in America Latina, la proibizione totale dell’interruzione della gravidanza è prevista anche in El Salvador, Nicaragua, Repubblica Dominicana e Haiti. “Somos Muchas”, collettivo di donne honduregne, denuncia che «la decisione del Parlamento di penalizzare in ogni caso le donne che abortiscono calpesta le norme internazionali sui diritti umani».

Guatemala

È allarme in Guatemana, dove in sole 24 ore, nei giorni scorsi, sono stati trovati i corpi di ben cinque donne: il numero dei femminicidi dall’inizio del 2021 − in meno di un mese − sale così a quota 28. A sottolineare l’emergenza sono le associazioni femministe e i difensori e le difensore dei diritti umani. Tra le vittime, scrive il quotidiano Prensa Libre, è Luz María del Rocío López, 25 anni, dipendente dell’Ufficio del Pubblico ministero di Città del Guatemala, apparentemente strangolata dal marito. Come parte del suo lavoro López, di cui era stata denunciata la scomparsa il 20 gennaio, era in relazione con la Direzione delle indagini criminali (Dicri) e con un organismo di assistenza ai bambini e agli adolescenti (Maina). Oltre la capitale, dove sono state uccise tre donne, la giornata di violenza ha riguardato anche i dipartimenti di Sacatepéquez e Escuintla, dove la polizia ha rinvenuto altri due cadaveri. L’Osservatorio delle Donne del Pubblico ministero della capitale guatemalteca ha ricordato per l’occasione che nel 2020, 455 donne hanno perso la vita in modo violento, e che 120 aggressori, in termini generali, sono stati arrestati.

Zimbabwe

Facebook / Auxillia Mnangagwa

Appello alle donne contro la pandemia

La moglie del presidente dello Zimbabwe ha invitato le donne del Paese a unirsi a lei per tre giorni di preghiera e digiuno contro la pandemia da Covid-19. Auxillia Mnangagwa, citata dalla Bbc, ha detto che avrebbe digiunato e pregato per tre giorni affinché lo Zimbabwe sia «risparmiato da ulteriori calamità».  La first lady ha anche invitato le donne del suo paese a far rispettare le linee guida di sicurezza anti-Covid alle loro famiglie, in modo da provare a evitare l’ulteriore diffusione di Sars-Cov2 grazie a una maggiore e regolare igiene delle abitazioni, l’utilizzo adeguato delle mascherine e l’organizzazione di commissioni sicure. Di Covid-19, nel paese, è morto anche il ministro dell’Agricoltura, Perrance Shiri, a luglio e, nei giorni scorsi, il ministro degli Esteri, Sibusiso Moyo, 60 anni. «La pandemia è tra noi e ci sta mettendo a dura prova a prescindere dalla posizione, dall’appartenenza politica, dallo stato sociale, dalla razza, dalla tribù, dal sesso o dall’età», scrive la first lady su Facebook al termine della tre giorni di preghiera, ribadendo che «la soluzione per vincere contro la pandemia è unirsi dietro le misure che sono state fissate dal governo».

Ti potrebbe interessare anche:

E se credete in un giornalismo indipendente, serio e che racconta recandosi sul posto, potete supportarci andando su Sostienici


[There are no radio stations in the database]