Usa 2020, Carole Beebe Tarantelli: la ragione dei movimenti

Scritto da in data Novembre 8, 2020

di Loretta Bondì, Funambole Radioattive

Il mondo è rimasto con il fiato sospeso per quattro giorni di fila. Il 7 novembre poi si è sentito un palpabile sospiro di sollievo a molte latitudini: Joe Biden l’ha spuntata, seppure faticando molto, e con lui la prima vicepresidente donna e nera della storia degli USA, Kamala Harris: una pietra miliare per una democrazia in affanno.

Il panorama rimane incerto dopo il cupio dissolvi degli ultimi 4 anni. Di sicuro c’è che l’ira funesta dello sconfitto Donald Trump si farà ancora sentire e potrà ancora causare danni in un’America profondamente polarizzata, falcidiata dal male nuovo della pandemia e attanagliata da quelli vecchi dell’ineguaglianza economica e sociale e della discriminazione.

Di questi scenari e dei loro possibili esiti parliamo con Carole Beebe Tarantelli, femminista, psicanalista, già docente associata all’Università La Sapienza,  parlamentare per tre legislature e americana di origine che verso il suo Paese natio ha mantenuto un occhio costante e attento.

In primo luogo cerchiamo di capire  come e se l’attivismo pre-elettorale e le agende dei movimenti progressisti (femminista, ambientalista e anti-discriminazione), che sono stati determinanti nel mobilitare il voto, potranno trovare eco nel programma del nuovo governo e nella selezione dei suoi rappresentanti nelle istituzioni.

Esaminiamo, inoltre, gli effetti a lungo temine della presidenza Trump. In particolare ci soffermiamo sulla composizione sbilanciata a favore dei conservatori della Corte Suprema, composizione che oggi getta, per esempio, una lunga incognita  sulla tenuta della cosiddetta “Obama Care”, ovvero la riforma  che ha esteso l’assicurazione sanitaria e, quindi, le cure a milioni di americani che non le avevano, o sulla sostenibilità del diritto di libera scelta sull’interruzione di gravidanza delle donne.

Concludiamo con una valutazione sulla fattibilità della riconciliazione nazionale tra le due Americhe che il voto di novembre ha evidenziato e su cui Biden e Harris hanno promesso di lavorare sodo.

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