9 novembre 2020 – Notiziario

Scritto da in data Novembre 9, 2020

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  • Elezioni Usa: due i leader mondiali che non si congratulano con Biden, mentre tutti gli altri pronti a lavorare con lui.
  • Iran: liberata temporaneamente per motivi di salute l’avvocata per i diritti delle donne Nasrin Sotoudeh
  • Il parlamento etiope dissolve la leadership del Tigray.
  • Dal coronavirus, ai brogli elettorali alle vignette di Maometto, migliaia di persone scendono in piazza contro i governi, dalla Germania, alla Bielorussia, al Senegal e alla Guinea.
  • Afghanistan: un’altra esplosione nel sud.

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin
Foto di copertina: Markus Spiske on Unsplash

Iran

Foto: center for Human Rights

L’avvocata per i diritti umani imprigionata, Nasrin Sotoudeh, è stata rilasciata sabato in congedo temporaneo dalla prigione di Gharchak nella città iraniana di Varamin, a sud di Teheran: lo ha detto suo marito Reza Khandan al Center for Human Rights in Iran (CHRI). «Sotoudeh non avrebbe mai dovuto essere imprigionata, per cominciare, e ha subito gravi danni a causa della mancanza di cure mediche», ha dichiarato Ghaemi, direttore esecutivo del CHRI. Sotoudeh, incarcerata più volte per il suo lavoro pacifico sui diritti umani come avvocata difensore in Iran, era in prigione da quando è stata arrestata nel giugno 2018 per “incoraggiamento alla prostituzione” dopo essersi ribellata contro l’hijab obbligatorio. L’11 agosto 2020, aveva iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la situazione dei prigionieri politici iraniani, in particolare la loro esclusione dai programmi di rilascio dei prigionieri volti ad arginare l’ondata di Covid-19 nelle carceri sovraffollate e antigieniche del paese. È stata ricoverata in ospedale il 19 settembre a causa del peggioramento delle sue condizioni mediche, solo per essere rimandata nella prigione di Evin il 23 settembre, nonostante le sue condizioni peggiorassero.
Sotoudeh, che soffre di problemi cardiaci, è stata esposta al contatto con guardie che in seguito sono risultate positive al Covid-19. Sotoudeh sta scontando una condanna a 38 anni (12 anni dei quali deve scontare prima di poter essere rilasciata) per aver difeso le libertà civili e politiche fondamentali in Iran.

Iraq

Un attacco firmato Isis a ovest di Baghdad, in un punto presidiato da una forza tribale sponsorizzata dal governo iracheno, ha provocato la morte di 11 persone domenica scorsa, riferiscono fonti di sicurezza e medici all’AFP. I jihadisti hanno lanciato granate e sparato contro le forze tribali Hashed di stanza ad Al-Radwaniyah, alla periferia sud della capitale irachena, vicino all’aeroporto di Baghdad.

Israele e Palestina

Il governo israeliano ha approvato i piani per la costruzione di una nuova cittadina ai confini con Gaza. La cittadina − che secondo i media per ora ha il nome temporaneo di Hanun − sorgerà a sud di Sderot, non lontano dal kibbutz Saad.

Etiopia

Il premier etiope, Abiy Ahmed, ha sostituito il capo dell’esercito appena quattro giorni dopo il suo ordine di avviare operazioni militari nella regione del Tigray, nel nord del Paese, contro le forze del territorio tigrino. Non sono stati forniti dettagli sulla decisione anche se fa parte di un rimpasto più ampio che sembra essere finalizzato a portare in primo piano i sostenitori più accesi dell’operazione Tigray. Al suo posto è stato nominato Berhanu Jula, vicecapo dell’esercito. Intanto proseguono gli scontri. Sono state riportate pesanti perdite. Almeno 6 persone sono state uccise e 60 ferite solo lungo il confine del Tigray, hanno riferito sabato fonti di Medici Senza Frontiere, e un funzionario medico ha detto che quasi 100 soldati governativi sono stati curati per ferite da arma da fuoco in un ospedale nella regione settentrionale dell’Amhara. Il primo ministro etiope, vincitore del premio Nobel per la pace dello scorso anno, Abiy Ahmed, mercoledì ha inviato truppe federali e aerei nel Tigray in una grave escalation di una faida di lunga data. Intanto il parlamento etiope ha votato per lo scioglimento del governo della regione settentrionale del Tigray: in una sessione di emergenza ha dichiarato illegale l’amministrazione del Tigray e ha votato per sostituirla. I leader del Tigray hanno dominato l’Etiopia per molti anni fino a quando Ahmed è salito al potere nel 2018 sulla scia delle proteste antigovernative e ne ha frenato l’influenza. Intanto il Sudan ha parzialmente chiuso i confini con l’Etiopia a causa dell’escalation della violenza.

Guinea

La Corte Costituzionale della Guinea ha confermato la vittoria del presidente Alpha Conde nelle controverse elezioni del mese scorso, respingendo le accuse di frode e consegnandogli un terzo mandato che i suoi oppositori ritengono incostituzionale. La campagna dell’82enne Conde per cambiare la costituzione all’inizio di quest’anno, al fine di aggirare un limite di due mandati, e la successiva candidatura nelle elezioni del 18 ottobre ha scatenato proteste violente che hanno visto morire decine di persone. È previsto per oggi uno sciopero generale nella capitale invocato dal principale oppositore del presidente, Dalein Diallo.

Senegal: migliaia di persone hanno protestato sabato contro le vignette del profeta Maometto e il presidente Macron.

Turchia

Il ministro del Tesoro e delle finanze, Berat Albayrak, genero del presidente Recep Tayyip Erdogan, si è dimesso ieri per “ragioni di salute”. L’annuncio segue la decisione, presa ieri dal presidente Erdogan, di sostituire il governatore della Banca centrale.

Spagna

Oltre 1.600 migrati africani hanno raggiunto le isole Canarie nelle ultime 48 ore, il livello più alto mai registrato da 10 anni a questa parte: lo hanno reso noto i servizi d’emergenza spagnoli. Oltre 1.000 di loro sono arrivati a bordo di una ventina di imbarcazioni di fortuna, nella sola giornata di ieri, nelle isole di Gran Canaria, Tenerife ed El Hierro, dove è stato rinvenuto un cadavere. Le Canarie distano solo 100 chilometri dalle coste nordafricane e hanno visto una vera e propria impennata di arrivi negli ultimi mesi, dopo gli accordi sui controlli ai confini raggiunti tra l’Unione Europea e la Libia, il Marocco e la Turchia.

Germania

Più di 20.000 persone, la maggior parte delle quali senza mascherina, si sono radunate ieri nel centro di Lipsia per dimostrare la loro rabbia per le restrizioni legate all’epidemia di Covid-19. Ne sono seguiti scontri con la polizia culminati nell’arresto di 31 persone. «Niente può giustificare quello che abbiamo visto a Lipsia», ha dichiarato il ministro della Giustizia, Christine Lambrecht. «L’affronto alla scienza, l’incitamento all’odio dell’estrema destra che abbiamo visto è spaventoso», ha aggiunto, condannando fermamente gli attacchi alla polizia e alla stampa.

Nagorno-Karabakh

Il presidente dell’Azerbaijan, Ilham Aliyev, ha annunciato ieri in un messaggio televisivo alla nazione che le forze del Paese hanno preso il controllo della città strategica di Shusha, nel Nagorno-Karabakh, ma è stato subito smentito dal governo armeno, secondo cui invece la battaglia continua. La conquista della città rappresenterebbe un’importante vittoria strategica per l’Azerbaijan sui separatisti armeni della regione.

Bielorussia

500 persone sono state arrestate durante le settimanali proteste contro la rielezione di Alexander Lukashenko. Lo ha denunciato il gruppo di attivisti Viasna, riferendo di almeno 340 persone fermate nella capitale Minsk e in altre città, inclusi giornalisti dei media locali e atleti olimpici.

Georgia

Una protesta per chiedere le dimissioni della Commissione Elettorale Centrale (CEC) della Georgia e nuove elezioni parlamentari si è conclusa a Tbilisi dopo che la polizia ha utilizzato più volte cannoni ad acqua per disperdere la folla. Le organizzazioni per i diritti umani avevano chiesto alla polizia di non usare la forza contro i manifestanti, ma il partito Georgian Dream al governo ha affermato che era giustificato perché, hanno detto, l’opposizione aveva cercato di assaltare l’edificio della CEC. L’opposizione ha promesso di continuare le proteste oggi nonostante il coprifuoco messo in atto per combattere il numero crescente di infezioni da Covid-19 nel Paese. Lo United National Movement (ENM), il più grande partito di opposizione del Paese, ha respinto i risultati delle elezioni, che hanno consegnato al partito Georgian Dream al governo la sua terza vittoria elettorale consecutiva.

Afghanistan: almeno 23 persone, tra le quali 10 civili, sono rimaste ferite ieri quando una macchina, carica di esplosivo, è esplosa vicino a un posto di blocco militare nella turbolenta provincia di Kandahar.

Elezioni, Biden e resto del mondo

I leader mondiali si sono congratulati per la vittoria di Biden e della vicepresidente Harris. Il presidente francese Macron su Twitter si è detto pronto a lavorare insieme, soprattutto sull’emergenza climatica. Il premier indiano Modi ha sottolineato la stretta relazione tra i due paesi, accennando anche alle origini della vicepresidente, la cui madre è arrivata dall’India. Il premier pakistano Imrank Khan ha enfatizzato sulla democrazia e sulla necessità di lavorare per la pace. Anche i leader arabi si sono congratulati. Il presidente iraniano Rohani si è detto contento e spera si possa tornare al dialogo e, a proposito dell’accordo sul nucleare, il suo ministro degli Esteri ha detto che gli Stati Uniti devono fermare la guerra economica contro l’Iran. Pronto a parlare anche il presidente Maduro del Venezuela che ha detto che è ancora troppo presto per congratularsi. I palestinesi contenti ma cauti: il presidente palestinese Mahmoud Abbas si è congratulato dicendo di essere pronto ad abbandonare il suo boicottaggio verso la Casa Bianca, durato 3 anni. Abbas ha messo fine a ogni rapporto politico con l’amministrazione Trump dopo la decisione nel 2017 di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele e di trasferirvi l’ambasciata. Biden ha già detto che ripristinerà i finanziamenti alla Cisgiordania che Trump aveva tagliato ma è improbabile che ribalti accordi come il riavvicinamento degli Emirati. Il capo di Hamas ha esortato Biden ad abbandonare “l’accordo del secolo”. Il premier israeliano Netanyahu ci ha messo ore prima di inviare un messaggio: si è congratulato dicendo che gli Stati Uniti sono grandi amici di Israele e poi ha ringraziato Trump, con il quale aveva un rapporto di estrema vicinanza. Riguardo alla Russia, l’oppositore e nemico acerrimo di Putin, Alexi Navalny, avvelenato ad agosto, si è subito congratulato.

Ci sono stati due notevoli resistenze rispetto ai leader mondiali che si sono affrettati a congratularsi con Joe Biden per la sua vittoria alle elezioni statunitensi: i leader dei due paesi più grandi dell’America Latina, entrambi considerati amici del presidente Donald Trump, Brasile e Messico. Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro, a volte soprannominato “il Trump dei Tropici” per il suo stile populista e disinvolto, ha taciuto. Il presidente messicano Obrador, ha detto di preferire aspettare che la situazione legale si risolva prima di congratularsi.
In Afghanistan sia il governo che i talebani hanno forti speranze in Biden. I talebani hanno detto ieri che si aspettano che il prossimo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, si attenga all’accordo firmato con l’amministrazione del suo predecessore Donald Trump che ha aperto la strada al ritiro delle forze americane dall’Afghanistan. A febbraio, l’amministrazione Trump ha firmato un accordo con i talebani per disimpegnarsi completamente dall’Afghanistan in cambio di diverse garanzie di sicurezza e un impegno, da parte degli insorti, a fermare i gruppi islamici transnazionali come Al-Qaeda e lo Stato islamico in Iraq e Siria dall’operare nel Paese.
Tuttavia, la vittoria di Biden alle elezioni statunitensi ha suscitato la speranza nei cittadini comuni che venga rallentato quello che alcuni vedono come un ritiro troppo frettoloso delle truppe statunitensi dall’Afghanistan.
I talebani hanno affermato di aspettarsi che il governo di Biden si attenga all’accordo firmato il 29 febbraio. L’accordo tra Stati Uniti e talebani ha concordato di ritirare tutte le forze americane dall’Afghanistan entro maggio 2021.

Restiamo negli Stati Uniti perché la tempesta tropicale Eta, che ha già fatto danni e vittime in America Centrale, si è mossa attraverso la Florida meridionale e centrale domenica notte in direzione nord-ovest, attraverso le Keys, secondo il National Hurricane Center.

Bolivia

Luis Arce Catacora, vincitore delle elezioni svoltesi in Bolivia il 18 ottobre per il Movimento al socialismo (Mas), ha giurato a La Paz come nuovo presidente del Paese per i prossimi cinque anni. Nato nella capitale boliviana il 28 settembre 1963, ‘Lucho’ Arce è un economista e ha svolto per due volte le funzioni di ministro dell’Economia durante la presidenza di Evo Morales. il Mas è tornato al potere dopo un anno di governo transitorio della presidente Jeanine Añez.

Thailandia

Scontri con la polizia che ha tentato di disperdere una manifestazione pro-democrazia a Bangkok. Le autorità avevano già dichiarato off-limits un’area entro un raggio di 150 metri dal Palazzo Reale e avevano mobilitato circa 9.000 agenti.
Questa è la seconda volta che la polizia usa gli idranti contro i manifestanti da quando sono cominciate le proteste pro-democrazia nel Paese lo scorso luglio.

Myanmar

La Birmania ha votato ieri per le legislative che dovrebbero permettere al partito di Aung San Suu Kyi − la Lega nazionale per la democrazia (Nld), molto criticato all’estero per la sua gestione della crisi dei Rohingya − di restare al potere. Si tratta delle seconde elezioni generali dalla dissoluzione nel 2011 della giunta militare che ha guidato il Paese per mezzo secolo.

Giappone

Il principe ereditario del Giappone, Fumihito, è stato ufficialmente dichiarato il prossimo in lista per il Trono del Crisantemo. Fumihito, riporta l’agenzia di stampa Kyodo News, ha promesso di adempiere ai suoi doveri nel corso di una cerimonia tenuta a Tokyo che era stata rinviata di sette mesi a causa della pandemia di coronavirus. Per questo stesso motivo, la cerimonia si è tenuta in formato ridotto ed è durata solo circa 15 minuti.

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