9 febbraio 2021 – Notiziario in genere
Scritto da Angela Gennaro in data Febbraio 9, 2021
Amsterdam, la zona a luci rosse spostata fuori città per “decoro” e per avere un “turismo d’elite”. In Francia diminuiscono i femminicidi, ma sono comunque 90 le donne uccise da partner ed ex nel 2020. In Argentina nel solo mese di gennaio sono state uccise 26 donne. Zimbabwe: arrestate due attiviste e una parlamentare dell’opposizione. Usa: Pete Buttiegieg è il primo ministro dichiaratamente gay. Arrestata una coppia omosessuale sfuggita alle persecuzioni in Cecenia: ora sono accusati di terrorismo.
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Olanda

Wikimedia Commons | De Wallen, Amsterdam
Il “decoro” arriva ad Amsterdam. È di qualche giorno fa la decisione di spostare il quartiere a luci rosse fuori dal centro città. La ragione: cercare di favorire, pandemia permettendo, un turismo di più alto livello e meno a buon mercato. Prima di questa decisione, nelle scorse settimane l’amministrazione ha cominciato ad applicare limitazioni anche per le caffetterie alla cannabis. Quella di abbassare in centro città le vetrine delle lavoratrici del sesso, tenendole lontano dagli occhi in periferia invece che negli stretti vicoli intorno al porto nel quartiere a luci rosse di De Wallen, è una proposta che ha visto il sostegno di un largo fronte di partiti politici. Risultato: un “erotic centre” sorgerà lontano dal cuore della città, anche se non è stato deciso ancora esattamente dove. A fare pressioni per ottenere questo risultato erano stati inizialmente partiti di ispirazione cristiana come Cda e Christen Unie, cui poi si sono uniti il Vvd − ovvero il partito del premier olandese, Mark Rutte − insieme al partito laburista e ai Verdi. Secondo Femke Halsema, sindaca della città − la prima donna a capo dell’amministrazione, dal 2018 − non si tratta solo di “decoro”: ha spiegato la decisione con il fatto che rendere le donne un’attrazione turistica susciti ormai oggigiorno sdegno e favorisca abusi.
Secondo The Guardian però, quando l’ipotesi è stata avanzata per la prima volta, una lobby chiamata Red Light United sosteneva che la stragrande maggioranza − il 90% − delle 170 prostitute di Singel e De Wallen interpellate avrebbe piuttosto scelto di rimanere in centro città. Avanzando anche la domanda sarcastica: la sindaca organizzerà delle navette per permettere ai clienti di raggiungere il nuovo quartiere? La proposta d’altro canto era già stata rispedita al mittente. Ora una seconda proposta, che mira a vietare ai turisti di acquistare cannabis dai caffè, sta avendo vita più difficile per il timore diffuso che la decisione possa avere come effetto quello di favorire il commercio illegale nelle strade.
"I think they just meet with sex workers just so they can say they met with sex workers"
Jade kwam Onder Mijn Rode Paraplu en vertelt ons waarom zij met plezier op de Wallen werkt en hoe zij aankijkt tegen de mogelijke sluiting van de ramen. https://t.co/9QeoFOjCuP
— OMRP podcast (@OMRPpodcast) February 8, 2021
Francia
Diminuisce il numero dei femminicidi in Francia nel 2020. Ma in modo limitato: l’emergenza resta. A “dare i numeri” del fenomeno Oltralpe è stato nei giorni scorsi il ministro francese della Giustizia, Eric Dupont-Moretti: l’anno scorso sono state 90 le donne uccise dai loro partner o ex. L’anno prima erano state 146. «Abbiamo ottenuto questi risultati, sono ancora troppo modesti ma suscitano speranza», ha spiegato il ministro in un video pubblicato su Facebook.
Argentina

Facebook/Mumalá-Mujeres de la Matria Latinoamericana
Sono 26 i femminicidi compiuti in Argentina solo a gennaio 2021, insieme ad altri 36 tentati assassini di donne. Sono questi i dati diffusi nei giorni scorso dalla ong “Mumalá-Mujeres de la Matria Latinoamericana”. Secondo quanto riportato dalle responsabili dell’Osservatorio della ong, fra l’1 e il 31 gennaio è stato commesso un femminicidio ogni 27 ore, mentre altre cinque donne sono decedute in modo violento per questioni legate a narcotraffico, vendetta o debiti. E ci sono altri 7 casi di donne assassinate, ancora sotto inchiesta: si aspettano i risultati delle autopsie o analisi aggiuntive che permettano alla giustizia di determinare il contesto in cui sono avvenuti gli assassini. Non solo: 27 bambini, bambine e adolescenti hanno perso le loro madri come conseguenza di questa ondata di delitti.
Il 59% dei femminicidi sono stati commessi da partner, ex partner o familiari. Il 29% è stato commesso da uomini conosciuti dalle vittime o appartenenti alla cerchia ristretta delle amicizie. Il 63% delle morti sono avvenute nelle case delle donne, dove vivevano sole o con un compagno, il 17% in strada, l’8% sul posto di lavoro e per il 4% nella residenza degli assassini.
La organización Mumalá-Mujeres de la Matria Latinoamericana exigió "la implementación urgente de todas las medidas económicas anunciadas por el Gobierno para víctimas de violencia de género", tras relevar 26 femicidios entre ellos seis vinculados, y 36 intentos durante enero. pic.twitter.com/qCjyDmt3w4
— Data Judicial (@datajudicial) February 3, 2021
Zimbabwe

Due attiviste e una parlamentare dell’opposizione dello Zimbabwe sono state arrestate, secondo quanto ricostruisce la BBC, per “linguaggio offensivo e osceno” contro gli agenti di polizia dopo una manifestazione davanti a un edificio governativo della capitale, Harare. «La polizia della Repubblica dello Zimbabwe conferma l’arresto di Joanna Mamombe (parlamentare), Netsai Marova e Cecilia Chimbiri ad Harare dopo una manifestazione lampo fuori dal New Government Complex», si legge in una nota della polizia. «Il trio, a bordo di una Toyota senza targa, ha seguito un veicolo della polizia con agenti che avevano assistito alla scena e ha usato un linguaggio offensivo contro i poliziotti, portando così al loro arresto». Le tre donne sono rappresentanti del Movimento per il cambiamento democratico (Mdc), ed erano già state arrestate a giugno con l’accusa di aver mentito sulle torture ricevute quando erano in custodia della polizia. Secondo le tre donne, infatti, erano state rapite, picchiate, aggredite sessualmente e costrette a bere l’una l’urina dell’altra da parte della polizia. Le forze dell’ordine negano le accuse, ma esperti del Consiglio per i diritti umani dell’Onu hanno chiesto il perseguimento degli «autori di questo oltraggioso crimine». Il partito Mdc ha dichiarato via Twitter che gli ultimi arresti rappresentano un’escalation della «guerra di logoramento contro gli attivisti dell’opposizione» da parte del governo.
Lets not forget that @JoanaMamombe is an elected MP of the Republic of Zimbabwe, a fine young lady. How she together with @ceechimbiri2 and @MarovaNetsai were abducted, tortured and abused coz they opposition activists. We must not forget they are human beings, they are children pic.twitter.com/XJ1Zw0OObU
— Pedzisai Ruhanya (@PedzisaiRuhanya) January 24, 2021
Stati Uniti

Flickr/Gage Skidmore | Pete Buttigieg
Pete Buttigieg è stato confermato nei giorni scorsi dal Senato segretario ai Trasporti: diventa così il primo ministro dichiaratamente gay di un governo americano. Con i suoi 39 anni è anche il più giovane. L’ex sindaco di South Bend, Indiana, ed ex candidato presidenziale ha ricevuto 86 sì (13 i no). La sua mission principale sarà quella di promuovere l’ambizioso piano infrastrutturale di Joe Biden.
Cecenia

Wikimedia Commons
Due giovani omosessuali ceceni sono stati arrestati in Russia e rispediti in Cecenia, lì dove le autorità sono accusate di detenzioni illegali, torture e a volte uccisioni di persone della comunità Lgbtq. I due ragazzi, di 20 e 17 anni, gestivano un canale Telegram di opposizione. In Cecenia è stata aperta una alquanto controversa inchiesta per “terrorismo” contro i due, spiega The Guardian. La coppia aveva abbandonato la regione l’anno scorso, ma alcuni giorni fa i due sono stati tratti in arresto da parte delle forza dell’ordine in Russia, a Nizhny Novgorod, e sono stati costretti con la forza a tornare in Cecenia. Secondo la testata online Meduza, uno dei più stretti collaboratori del leader ceceno vicino al Cremlino, Ramzan Kadyrov, accusato di gravissime violazioni dei diritti umani, ha annunciato che i due giovani sono sospettati di «sostegno al terrorismo»: un reato punito con la reclusione fino a 15 anni. Secondo il giornale online Kavkazky Uzel, nell’aprile del 2020 i due giovani sarebbero stati fermati per presunte offese sul loro canale Telegram e, aggiunge The Guardian, potrebbero essere stati torturati. «Dopo sono apparsi online dei video in cui i due si scusavano per il canale Telegram», scrive il quotidiano. «Non sono un uomo, sono uno spazio vuoto», diceva uno dei due in un filmato.
A luglio l’associazione Rete Lgbt ha aiutato entrambi ad abbandonare la Cecenia e a trasferirsi a Nizhny Novgorod, ma il 4 febbraio gli agenti delle forze speciali russe li hanno fermati e portati in Cecenia come testimoni di una causa penale. Secondo The Guardian, uno dei due è riuscito a chiamare il servizio di emergenza dell’associazione: l’operatore avrebbe sentito al telefono delle grida. Un legale che ha visitato l’appartamento dove vivevano i due giovani racconta di avere trovato segni riconducibili a una lotta. Nel corso dell’interrogatorio, al legale non sarebbe stato permesso di essere presente e quando i due sono usciti sono stati fermati di nuovo. Il legale di Rete Lgbt − dice Meduza − denuncia che i due giovani omosessuali sono vittime di rapimento, privazione illegale della libertà e abuso di potere.
Giovedì 4 febbraio Salekh Magamadov e Ismail Isayev, due giovani gay che in luglio erano riusciti a fuggire dalla Cecenia dopo detenzione e torture e a riparare a Nižnij Novgorod a est di Mosca grazie a Russian Lgbt Network, sono stati arrestati da agenti del Servizio federale
— Da' Voce Al Rispetto (@davocearispetto) February 8, 2021
In copertina Wikimedia Commons | De Wallen, Amsterdam
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