Biden e le speranze afghane

Scritto da in data Novembre 9, 2020

Il cambio di amministrazione americana pone nuove domande su quella che sarà la linea percorsa dal neo presidente Biden. Ha già manifestato durante la campagna elettorale di essere pronto a rientrare nell’accordo climatico, cosa dalla quale Trump era uscito. Così come l’accordo sul nucleare firmato da Obama e cancellato da Trump. Questa shakerata della politica americana per quanto non cambierà in modo radicale la politica estera − resteranno sempre alleati dei sauditi, continueranno a vendere armi in giro − comunque lascia nell’incertezza almeno due popoli, quello palestinese e afghano dove, per ragioni diverse, il presidente Trump si è insinuato in situazioni decennali a gamba testa.

Parliamo dell’Afghanistan, dove l’amministrazione di Donald Trump ha firmato un accordo con i talebani per disimpegnarsi completamente dal Paese. L’obiettivo di Trump era di ritirarsi dalla guerra più lunga che abbiano mai combattuto gli Stati Uniti, tra l’altro costosa, e riportare le poche migliaia di soldati a casa. A discapito di quanto il Paese fosse pronto a essere lasciato solo.

I talebani hanno detto domenica che si aspettano che Joe Biden si attenga all’accordo firmato con Trump. A febbraio, l’amministrazione Trump ha firmato un accordo con i talebani per disimpegnarsi completamente dall’Afghanistan in cambio di diverse garanzie di sicurezza e un impegno da parte dei militanti (che oggi controllano il 55% del Paese) a impedire che i gruppi islamici transnazionali, come Al-Qaeda e Stato islamico in Iraq e Siria, facciano i loro comodi nel Paese.

Allo stesso tempo la vittoria di Biden alle elezioni statunitensi ha suscitato la speranza tra i cittadini comuni che rallenti quello che alcuni vedono come un ritiro troppo frettoloso delle truppe statunitensi dall’Afghanistan. La gente, i civili, sono quotidianamente sotto attacco dai talebani e dall’Isis. Perfino scuole e università sono nel mirino.

I talebani hanno affermato di aspettarsi che il governo di Biden si attenga all’accordo firmato il 29 febbraio. «Abbiamo firmato l’accordo con il governo americano, non con una persona», ha detto all’Afp Mohammad Naeem, portavoce dei talebani. «Ci auguriamo che il processo avviato non venga indebolito, ma piuttosto rafforzato».

L’accordo tra Stati Uniti e talebani prevede il ritiro di tutte le forze americane dall’Afghanistan entro maggio 2021. Dalla firma dell’accordo, l’esercito americano ha già chiuso diverse basi e ritirato migliaia di truppe come concordato. Un accordo che però ha escluso il governo afghano dai negoziati e ha anche permesso il rilascio di quasi 6.000 prigionieri talebani, con grande dispiacere delle autorità. A pochi giorni dal rilascio dei prigionieri, nella capitale del Qatar, Doha, sono stati avviati i colloqui di pace tra il governo talebano e quello afghano per porre fine alla guerra. I colloqui, iniziati il ​​12 settembre, finora non sono riusciti a fare progressi significativi. «I colloqui intra-afghani in corso fanno parte dell’accordo (con gli Stati Uniti) e continueranno inalterati», ha detto Naeem. E gli attacchi talebani continuano senza sosta.

Il presidente afghano Ashraf Ghani congratulandosi ieri con Biden, ha dichiarato che i legami tra Kabul e Washington dovrebbero intensificarsi nelle aree dell’antiterrorismo e della costruzione della pace, ma sotto sotto spera in un ritiro che si ritagli più sulle esigenze afghane che su quelle americane, visto che ormai la campagna elettorale è finita.

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