7 marzo 2023 – Notiziario in genere
Scritto da Alice Corte in data Marzo 7, 2023
8 marzo. Domani torna lo sciopero transfemminista, in Italia è indetto da Nonunadimeno. Ucraina. La fondatrice di un rifugio per persone lgbtq+ a Kiev, Olena Shevchenko, tra le donne dell’anno scelte dal Time. Spagna. Una legge per la ricerca dei bambini “rubati” durante il franchismo potrebbe costruire una nuova storia di genere della dittatura.
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8 marzo
Per il settimo anno lo sciopero transfemminista porterà in tutto il mondo il tema della violenza maschile e patriarcale. In Italia, l’appello nato dalle assemblee di Nonunadimeno chiede di scioperare “dal lavoro dentro e fuori casa, dai ruoli di genere e da tutti i ruoli che ci vengono imposti, dai consumi” perché “la violenza di genere, la pandemia, la guerra, il disastro ecologico, l’inflazione” segnalano un “mondo di crisi continue che non sono emergenze ma segnali evidenti di un sistema che si sta sgretolando, un sistema ingiusto che ci costringe a vivere vite insostenibili e che vorrebbe chiuderci nell’isolamento e nell’impotenza. In questa solitudine non vogliamo starci e insieme troviamo la forza di ribellarci, lottare e rifiutare tutto questo.”
Oltre all’appello generale ci si rivolge in particolare al mondo della scuola (da sempre particolarmente femminilizzato) per uno sciopero “indisciplinato” che si rivolge in particolare alla critica dell’autonomia differenziata, della scuola del merito, ma anche al contrasto di dispersione scolastica, diseguaglianze e povertà educativa. Il corteo romano terminerà proprio di fronte alla sede del ministero dell’Istruzione e del Merito.
Infine anche quest’anno lo sciopero porta in piazza il tema della lotta alla guerra quale “espressione più organizzata della violenza patriarcale” e senza scordare le numerose guerre nel mondo, spesso oscurate dalla retorica che guarda solo al conflitto ucraino.
Ucraina
Olena Shevchenko è un’attivista che dal 2017 aiuta persone LGBTQI+ a Kiev, tramite l’associazione Insight, e da allora ha operato in numerose città dell’Ucraina, ricevendo spesso attacchi, anche fisici, in quanto ritenuta “pervertita”. L’associazione ha aperto anche un rifugio per persone LGBTQI+, che durante la guerra sono diventate ancor più facilmente bersaglio, perché viste come poco utili alla causa della difesa del paese. Proprio in questo momento, invece, è stato necessario ampliare la risposta alle richieste di aiuto, non più solo per persone che avessero specificatamente problemi legati, ad esempio, al cambiamento di genere, ma anche per chi avesse bisogno di altri tipi di sostegno.
Nel rifugio si cerca di dare protezione a chi ne abbia bisogno e specifica Olena all’Ansa: “per noi dare protezione significa fornire un riparo e cibo e beni di prima necessità, ma anche fornire informazioni per orientarsi e trovare uno spazio e un aiuto ‘sicuro’, dove sentirsi seguiti nel giusto modo lontani dal pericolo di abusi. Per esempio, ci siamo resi conto che dovevamo aprire una casa di accoglienza per le persone Lgbt, perché nei rifugi ‘generici’ e negli spazi collettivi aperti a tutti si trovavano di fronte a episodi di violenza, discriminazione e odio. E queste ferite non si chiudono mai, come se fossero ancora lì a creare dolore oltre la guerra. Ecco perché questi luoghi separati sono così necessari per tutti noi”. Olena è stata scelta dal Time tra le dodici donne dell’anno impegnate per la difesa dei diritti umani.
Spagna
Qualche mese fa è stata approvata una legge sulla memoria democratica e in questi giorni è stata finalmente sbloccata la discussione sulla proposta di legge sui bambini rapiti durante il franchismo. Questo accende la speranza delle donne sopravvissute ai crimini fascisti e di genere compiuti durante la dittatura. Tra questi, El Salto ricorda le storie di Faustina López, che fu fatta spogliare e sfilare per la città prima di essere fucilata, o di Carmen Delgado che fu stata derubata del suo bambino Francisco nel reparto maternità di O’Donnell. O ancora di Rosa García che fu torturata da “Billy El Nino” al grido di “Zorra”, “Guarra”, “Puta”.
Con l’approvazione della nuova legge democratica sulla memoria, il governo spera di riesumare i resti di quasi 25mila vittime entro sei anni. Tuttavia, per quanto riguarda la legge sui bambini e le bambine rubati, il PSOE ha presentato alcuni emendamenti, diversi da quelli di Unidas Podemos, che cambiano lo spirito della legge, denunciano le vittime, non considerando il crimine come legato al franchismo, quindi non includibile nei crimini contro l’umanità e prescrittibile. L’altro grosso problema che presenta la legge come emendata è che non si richiede l’apertura degli archivi ecclesiastici, in virtù di presunti accordi con la Chiesa.
Una delle bambine “rubate”, Soledad Luque, parla inoltre della necessità di una costruzione di una memoria democratica femminista. Per questo è necessario influenzare la riparazione di questo crimine, che è stato “un crimine di genere”. “La donna non era un soggetto di legge ed era soggetta alla volontà dell’uomo. La donna non poteva nemmeno disporre del proprio corpo. Tutto ciò che era era un vaso contenente vita. Non era nemmeno in grado di decidere di crescere i suoi figli. Le donne repubblicane nelle carceri, le donne nei settori più vulnerabili hanno visto come lo Stato o i suoi tentacoli al potere hanno strappato via le loro creature con assoluta impunità”.
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