Mondiali di calcio: la prima volta di un fischietto femminile
Scritto da Raffaella Quadri in data Dicembre 1, 2022
Primo dicembre 2022. Finalmente ci si è arrivati.
Una donna, per la prima volta nella storia del gioco del calcio, arbitrerà una partita della Coppa del Mondo FIFA maschile.
Accade solo ora, nel 2022, ma finalmente accade.
Per la cronaca, la partita del campionato mondiale di cui si parla è quella del Gruppo E, che vede affrontarsi sul campo verde le nazionali del Costa Rica e della Germania, e che sarà arbitrata dalla francese Stéphanie Frappart, coadiuvata da una terna, tutta al femminile, completata da Neuza Inês Back (Brasile) e Karen Diaz Medina (Messico).
Un curriculum di rispetto, il suo: classe 1983, si è dedicata al calcio già da adolescente, approdando appena maggiorenne all’arbitraggio e alle prime partite della nazionale francese Under 19. Da lì, la scalata è stata costante fino ad arrivare all’iscrizione negli elenchi della FIFA nel 2009, dirigendo nel frattempo anche gare in Supercoppa europea ed Europa League; oltre ad avere totalizzato sei presenze nella ultime due edizioni della Coppa del Mondo femminile FIFA, Canada 2015 e Francia 2019.
A Frappart non sono mancati i primati. Una prima volta di particolare rilevanza l’aveva già avuta nel 2020 in UEFA Champions League, quando fu chiamata a dirigere Juventus – Dinamo Kiev, fino a rientrare nell’elenco degli arbitri dei Campionati Mondiali di Qatar 2022, insieme ad altre due colleghe: la ruandese Salima Rhadia Mukansanga e la messicana Karen Diaz Medina.
Prima di oggi, proprio nel campionato del mondo in corso, aveva già preso parte alla gara del primo turno del Gruppo C tra Messico e Polonia, ricoprendo il ruolo di quarto ufficiale; anche questa, una prima volta al femminile.
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Donne e calcio: un binomio, per molti, improponibile
Il risultato raggiunto da Stéphanie Frappart è importante, per quanto avvenga solo ora. Ma tant’è, purché avvenga va bene sempre. Resta però il rammarico che si faccia fatica a superare una mentalità tanto banale come quella, ancora così ben radicata, che decreta per le femmine un posto a parte.
Perché c’è chi dice, o pensa senza avere il coraggio di dirlo: “una donna no”. Personalmente vorrei capire perché non dovrebbe essere così. Perché non dovrebbe diventare la normalità. Perché, ancora, ci sia chi considera il campo da calcio un luogo che dovrebbe essere frequentato solo da maschi o che ritiene che le donne non possano giocare a questo splendido sport, che non lo sappiano fare, che non ne siano capaci, che di calcio non dovrebbero neanche parlare… figurarsi, poi, arbitrare una partita.
Senza andare fino in Qatar, è bene ricordare che, in un paese occidentale, solo da luglio di quest’anno – e sì, stiamo sempre parlando del 2022 – il calcio femminile è diventato uno sport “professionistico”. Quel paese è l’Italia.
Mi si spieghi dunque. Perché temo di non essere in grado di capire… forse perché sono femmina?!
Se qualcuno mi saprà dare delle motivazioni valide, vere, inappuntabili, cambierò idea. Forse.
Per ora mi godo il momento e sono orgogliosa che a fischiare il calcio di inizio di Costa Rica – Germania ci sia una persona, professionista, che si chiama Stéphanie.
E sottoscrivo le parole di Pierluigi Collina, il presidente della Commissione arbitri della FIFA, quando afferma che ciò che conta è la qualità, non il genere.
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