Cisgiordania: 40 mila sfollati

Scritto da in data Febbraio 24, 2025

Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha dichiarato domenica che l’esercito israeliano ha sfollato con la forza 40.000 palestinesi della Cisgiordania settentrionale occupata, tutte queste persone non potranno fare ritorno a casa – ha aggiunto il ministro – dato l’IDF opererà nella zona per tutto il prossimo anno, alimentando il timore di una nuova campagna di pulizia etnica.

Operazione “Muro di ferro”

L’esercito israeliano ha lanciato il 21 gennaio l’operazione in Cisgiordania, denominata “Muro di ferro”. Si è concentrata sulle città settentrionali di Jenin e Tulkarm, ma si è estesa ora anche in altri posti del territorio occupato.

In una nuova escalation, i carri armati israeliani sono entrati in Cisgiordania domenica per la prima volta dal 2002.

Katz ha affermato in una dichiarazione di aver ordinato all’esercito israeliano “di prepararsi a una permanenza prolungata nei campi che sono stati sgomberati per il prossimo anno e di non consentire ai residenti di tornare”.

“Operazioni ripetute e distruttive hanno reso inabitabili i campi profughi del nord, intrappolando i residenti in ciclici spostamenti”, ha sottolineato l’agenzia delle Nazioni Unite Unwra.

Lo scorso anno oltre il 60 per cento degli sfollati è stato causato dalle operazioni delle Forze di difesa israeliane. L’UNRWA ha affermato che gli sfollamenti forzati nella Cisgiordania occupata sono il risultato di un ambiente sempre più pericoloso e coercitivo.

“L’uso di attacchi aerei, bulldozer blindati, detonazioni controllate e armamenti avanzati da parte delle forze armate israeliane è diventato comune, una conseguenza della guerra a Gaza”, ha osservato l’agenzia.

Resteremo, dice il ministro della Difesa

“Non torneremo alla realtà che esisteva in passato. Continueremo a sgomberare i campi profughi e altri centri terroristici per smantellare i battaglioni [militanti] e le infrastrutture terroristiche dell’Islam estremista che sono state costruite”, ha aggiunto Katz.

Arrestati due ebrei israeliani per gli ordigni in bus vuoti vicino a Tel Aviv

L’impiego dei carri armati in Cisgiordania è avvenuto dopo che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato un’escalation nei territori occupati in seguito al bombardamento di autobus vuoti nella città israeliana di Bat Yam vicino a Tel Aviv.

I funzionari israeliani hanno incolpato i gruppi di resistenza della Cisgiordania per l’attacco, e hanno lasciato una nota che diceva “vendetta da Tulkarm”. Tuttavia, due ebrei israeliani sono stati arrestati per il loro presunto coinvolgimento nell’attentato.

50 morti in Cisgiordania

Secondo l’ONU, più di 50 palestinesi sono stati uccisi dalle forze israeliane in Cisgiordania da quando è stata lanciata la nuova operazione il mese scorso. Tra i morti ci sono molti civili e bambini, mentre l’esercito israeliano ha esteso un “ordine di aprire il fuoco” nel territorio occupato.

Venerdì, due minori palestinesi sono stati uccisi dalle truppe israeliane in Cisgiordania. Rimas al-Amouri, una ragazza di 13 anni, è stata colpita alla schiena mentre si trovava nel cortile della casa della sua famiglia a Jenin.

Ayman Nassar Taysir al-Hemouni, un ragazzo di 12 anni, è stato anch’egli colpito alla schiena mentre si trovava vicino alla casa di un membro della famiglia nella città di Hebron, nella Cisgiordania meridionale. Sia al-Hemouni che al-Amouri sono stati colpiti dalle truppe israeliane che si trovavano all’interno di veicoli blindati.

Da Gaza alla Cisgiordania

Le escalation di Israele in Cisgiordania hanno anche comportato la distruzione di infrastrutture, tra cui strade e case, rispecchiando le strategie dell’IDF a Gaza. Quando “Iron Wall” è stato lanciato per la prima volta, Katz ha detto che l’esercito israeliano stava applicando le “lezioni” che aveva imparato a Gaza.

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