Il dottor Hussam Abu Safiya, torturato e isolato

Scritto da in data Luglio 15, 2025

La salute del dottor Hussam Abu Safiya, direttore dell’ospedale Kamal Adwan nel nord di Gaza, continua a peggiorare da quando è stato sequestrato dalle forze israeliane il 27 dicembre 2024. Lo ha denunciato la sua avvocata, Ghaida Qassem, il 14 luglio.

Secondo la legale, Abu Safiya ha perso circa 40 chili durante la detenzione, passando da circa 100 a soli 60 chili. Le autorità israeliane gli impediscono l’accesso ai medicinali necessari, in particolare per trattare un’aritmia cardiaca da cui è affetto.

Isolamento, torture e condizioni disumane

“È costretto a indossare abiti invernali sotto condizioni estreme di fame, tortura e isolamento completo”, ha dichiarato Qassem. Attualmente, si trova in una cella sotterranea, senza alcuna esposizione alla luce del sole.

Il medico è detenuto nel centro di Sde Teiman, struttura già segnalata da diverse ONG per gravi violazioni dei diritti umani: omicidi extragiudiziali, torture sistematiche e violenze sessuali ai danni di prigionieri palestinesi.

Il raid all’ospedale: accuse e testimonianze

Abu Safiya è stato arrestato insieme a decine di altre persone durante un raid all’ospedale Kamal Adwan. Secondo l’Euro-Mediterranean Human Rights Monitor, nel corso di quell’operazione militare sono state giustiziate diverse persone, tra cui medici e civili sfollati che si erano rifugiati nella struttura.

Israele sostiene che Abu Safiya sia affiliato ad Hamas, giustificando così il suo arresto. Tuttavia, a mesi di distanza, non sono emerse prove credibili a sostegno di queste accuse.

Denunce di torture e speranze di scambio

Nel febbraio 2025, la famiglia di Abu Safia ha denunciato pubblicamente le condizioni di detenzione: un solo pasto al giorno, maltrattamenti continui, isolamento e assenza di cure. Hanno anche dichiarato che il caso legale stava crollando per mancanza di prove, e hanno espresso la speranza che il medico potesse essere incluso in un eventuale accordo di scambio di prigionieri.

Attacchi agli ospedali e arresti del personale sanitario

Dall’inizio della guerra, Israele ha distrutto o gravemente danneggiato almeno 36 ospedali nella Striscia di Gaza, spesso con attacchi diretti o incursioni via terra.

Il Ministero della Salute di Gaza ha denunciato che 360 operatori sanitari sono stati arrestati dall’inizio del conflitto. In una dichiarazione del 14 luglio, ha chiesto un’azione urgente per “criminalizzare le pratiche dell’occupazione contro il personale medico detenuto” e per esercitare pressione internazionale affinché vengano rilasciati.

“Il personale medico imprigionato sta vivendo condizioni tragiche e insostenibili”, conclude il comunicato.

Il caso del dottor Hussam Abu Safia è emblematico non solo per la sua gravità individuale, ma per ciò che rivela sulla sistematicità delle violazioni del diritto internazionale umanitario in corso a Gaza.

In un conflitto dove ospedali vengono trasformati in bersagli e i medici in prigionieri, si disintegra il principio stesso di neutralità del personale sanitario, sancito dalle Convenzioni di Ginevra.

Il silenzio di buona parte della comunità internazionale su detenzioni arbitrarie, torture, e distruzione di infrastrutture sanitarie è assordante. Si chiede alla medicina di curare, anche sotto le bombe, ma si permette che chi cura venga incarcerato, denutrito, torturato.

È un ribaltamento dei valori fondamentali dell’etica umana e del diritto internazionale.

Israele giustifica molte delle sue azioni parlando di “sicurezza” e “lotta al terrorismo”, ma la mancata produzione di prove credibili, i metodi di detenzione extragiudiziale e le condizioni inumane denunciate mettono seriamente in discussione la legittimità e la legalità di tali operazioni.

Non si può combattere il terrore legittimando la tortura. Non si può invocare il diritto alla difesa distruggendo la sanità. E non si può restare in silenzio quando un medico, simbolo di vita, viene ridotto a un’ombra dietro le sbarre, in un sistema che calpesta i più basilari diritti umani nel nome dell’impunità.

Ti potrebbe interessare anche:

E se credi in un giornalismo indipendente, serio e che racconta il mondo recandosi sul posto, puoi darci una mano cliccando su Sostienici


[There are no radio stations in the database]