La geopolitica delle stelle
Scritto da Raffaella Quadri in data Maggio 5, 2022
Passaggio di consegne tra Stati Uniti e Russia sulla ISS – la Stazione Spaziale Internazionale.
Una consuetudine, per la stazione orbitante, che si carica di significati in un periodo di forti tensioni internazionali dovute al conflitto in Ucraina. Tensioni che non hanno risparmiato il mondo della scienza e della ricerca, e la casa di tutti, a quattrocento chilometri sopra le nostre teste, non fa eccezioni.
ISS: al via il comando russo
Il 4 maggio 2022 è avvenuto il passaggio di consegne per il comando della ISS tra il comandante uscente, l’americano Thomas Mashburn della Nasa, e il russo Oleg Artemyev dell’agenzia spaziale Roscosmos. Mashburn torna sulla Terra con i colleghi della Crew-3 – Raya Chari e Kayla Barrow della Nasa, e Mathias Maurer dell’Esa – mentre Artemyev guiderà la ISS per i prossimi cinque mesi.

Il passaggio del comando della ISS tra Thomas Mashburn (Nasa) e Oleg Artemyev (Roscosmos) – fonte Nasa
Nessun problema né tensione anche nei giorni precedenti, come dichiarano gli stessi cosmonauti presenti ora sulla stazione, compresa Samantha Cristoforetti dell’Esa – l’agenzia spaziale europea – che ha sottolineato piuttosto la complessità dell’ambiente incontrato a bordo. Dopo sette anni da “Futura”, la sua prima missione avvenuta tra il 2014 e il 2015, la cosmonauta italiana ha riscontrato come le attività che si conducono sulla stazione orbitante siano cresciute molto. La Crew-4, di cui fa parte, proseguirà il lavoro di Mashburn e colleghi della Crew-3.
È stato proprio uno di loro, il tedesco Matthias Maurer, a ricordare come la ISS sia un esempio di vera collaborazione tra i popoli. La stazione orbitante, ha affermato, «è sempre stata un posto meraviglioso per la pacifica cooperazione internazionale, dove le nazioni si uniscono per fare qualcosa di buono per tutta l’umanità: vorrei che questo simbolo si riflettesse anche sulla Terra e che i leader e i decision maker facessero tornare la nostra bellissima Europa e il nostro bellissimo pianeta a essere un posto pacifico dove le persone cooperano per il bene dell’umanità» (fonte Ansa).
ISS: addio della Russia? Dipende dal conflitto
A mettere in allarme sono state piuttosto le dichiarazioni del direttore generale di Roscosmos, Dmitry Rogozin, sul possibile abbandono della stazione da parte della Russia. Come riporta l’agenzia di stampa russa Tass, Rogozin a fine aprile aveva affermato che non si sarebbero affrettati a dichiarare la loro posizione in merito e che avrebbero proseguito il proprio lavoro fino al 2024, termine stabilito dal governo per la partecipazione russa al progetto della Stazione Spaziale Internazionale. «Una decisione sul futuro della ISS» aveva aggiunto il direttore «dipenderà in larga misura dall’evoluzione della situazione sia in Russia che intorno a essa». Di ritiro anticipato dal progetto al momento, quindi, non si parla, inoltre in caso di una decisione in tal senso – sempre stando a quanto dichiarato da Rogozin – i partner sarebbero avvisati con un anno di anticipo.
Un fatto è certo: la Russia in tema di spazio conferma di voler concentrare le proprie energie sulla difesa. «Oggi le nostre priorità sono garantire l’adempimento del piano di approvvigionamento della difesa, rifornire i materiali di consumo utilizzati nell’operazione militare speciale. Ora tutte le nostre azioni e pensieri sono concentrati in questa direzione».
Il futuro russo nello spazio si chiama ROSS
Intanto procedono i lavori per la creazione di un’altra stazione orbitale. La Tass ha reso noto che il Centro Khrunichev di Roscosmos, che già in passato aveva partecipato alla realizzazione dei moduli per le stazioni orbitali sovietiche e successivamente per la ISS, è pronto a prendere parte alla creazione di una nuova stazione di servizio orbitale russa: ROSS – Russian orbital service station. Un progetto di cui già un anno fa aveva parlato lo stesso vice primo ministro russo Yury Borisov. Il primo modulo base per il nuovo avamposto russo nello spazio dovrebbe essere pronto nel 2025. Sarà costituito da un’unità di ricerca e alimentazione che, in precedenza, era prevista per la Stazione Spaziale Internazionale.
L’ormai ventiquattrenne ISS è destinata, del resto, ad andare in pensione. Non manca poi molto, la Nasa proietta la sua dismissione in un arco temporale tra il 2028 e il 2030.
Foto in copertina: La Stazione Spaziale Internazionale (ISS) – Nasa
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