Scacco alla scienza
Scritto da Raffaella Quadri in data Marzo 17, 2022
Tra gli infiniti e nefasti risvolti della guerra in Ucraina ci sono anche quelli che vanno a influire sui progetti e sulla ricerca scientifica.
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Guerra: il no del mondo scientifico
Se è vero che la scienza dovrebbe essere al di sopra delle parti, sempre e comunque, nella realtà dei fatti non è così. Le sanzioni e contro-sanzioni finiscono per coinvolgerla e danneggiarla.
Il Consiglio del Cern (European Organization for Nuclear Research), in una sessione straordinaria tenutasi l’8 marzo, ha preso posizione contro l’aggressione russa. Ha deciso in sostanza di promuovere iniziative a sostegno dei collaboratori e dell’attività scientifica ucraina e, nel contempo, di sospendere momentaneamente la Federazione Russa dallo status di “osservatore” e di non intraprendere con la stessa nuove collaborazioni.
La motivazione, come spiega l’organizzazione in una nota, risiede nella natura stessa del Cern, che è nato subito dopo la Seconda Guerra Mondiale e con lo scopo di riunire nella ricerca scientifica in tempo di pace scienziati e nazioni diverse.
Il Cern tuttavia non è l’unica istituzione che ha preso provvedimenti.
Dall’inizio dell’invasione della Russia in territorio ucraino le prese di posizione contro la guerra, anche da parte del mondo scientifico, si sono levate alte al cielo. Ed è proprio lì, in cielo, che rischiano di esserci risvolti capaci di portarci indietro persino di decenni.
ISS e la collaborazione tra i paesi
La ISS – Stazione spaziale internazionale – è da sempre un simbolo di collaborazione tra i popoli. Un luogo, sospeso tra cielo e Terra, dove scienziati di diversi paesi lavorano fianco a fianco e da anni si danno il cambio in un susseguirsi continuo di missioni, durante le quali sono stati condotti importanti esperimenti scientifici di vario tipo.
Ora la guerra e le sue conseguenze potrebbero imporre una svolta a tutto questo. E qualcosa pare stia già cambiando.
È di qualche giorno la fa la notizia che la Russia ha deciso di sospendere la propria collaborazione sulla stazione orbitante agli esperimenti scientifici tedeschi, sui quali, peraltro, era stata la stessa agenzia spaziale tedesca DLR (Deutsches Zentrum für Luft- und Raumfahrt e.V.) a fare un passo indietro.
Non solo, le sanzioni che Europa e Stati Uniti hanno imposto alla Russia potrebbero anche creare tensioni in merito alle diverse competenze che i paesi hanno nella gestione della ISS. Mentre l’agenzia spaziale russa Roscosmos gestisce l’invio periodico delle navette cargo Soyuz che portano gli astronauti e i rifornimenti alla ISS, e ne gestiscono il riallineamento in orbita, dalla NASA dipendono invece comunicazioni satellitari, controllo dell’orientamento della ISS ed energia elettrica.
In merito agli spostamenti con la navetta russa Soyuz, pare che non ci siano problemi per il prossimo imminente rientro dei cosmonauti attualmente in orbita. Tra loro vi è anche lo statunitense Mark Vande Hei, cosmonauta della NASA, e qualche giorno fa si era messa in dubbio la possibilità che, come previsto, tornasse sulla Terra insieme ai suoi due compagni, il russo Pëtr Valer’evič Dubrov, che con lui fa parte dell’equipaggio dell’Expedition 65, e il russo Anton Nikolaevič Škaplerov dell’Expedition 66.
Da Houston hanno assicurato che tutto resterà come stabilito. Una volta atterrato, come da programma in Kazakistan, Vande Hei farà rientro negli Stati Uniti.
Decenni di collaborazioni scientifiche a rischio
Quello che sta accadendo a livello geopolitico non riguarda semplicemente esperimenti interrotti, bensì progetti, spesso della durata di anni, che richiedono molto tempo e molte risorse in termini tecnologici, di impiego di risorse umane e persino economici. Progetti di ricerca nei quali si è investito molto e che potrebbero arrestarsi.
Sono collaborazioni addirittura lunghe decenni. Si pensi che la missione congiunta Apollo-Soyuz, che decretava l’inizio della collaborazione tra gli Stati Uniti e l’allora Unione Sovietica, risale all’estate del 1975.
Da allora di strada se n’è fatta tantissima e si è guardato tutti insieme anche alle nuove sfide.
Persino la conquista dello spazio ora rischia di rallentare. Le missioni in programma − tra cui il progetto più ambizioso, ovvero quello di giungere sino a Marte − vedono spesso la collaborazione tra le maggiori agenzie spaziali del mondo: la statunitense NASA, l’europea ESA e la russa Roscosmos.
Proprio la seconda parte della missione ExoMars, che prevede il lancio di un rover a settembre di quest’anno, è fatta in collaborazione tra ESA e Roscosmos.
Settore spaziale e potere
Il settore spaziale è senza dubbio strategico anche in termini politici, sia per il controllo e la protezione territoriale – a questo proposito la Russia ha anche dichiarato che ora il suo programma spaziale sarà rivolto innanzitutto alla difesa – che per la fondamentale gestione della comunicazione. Ricordiamo – lo abbiamo raccontato anche a Technomondo – di come Elon Musk abbia messo a disposizione degli ucraini i satelliti Starlink di SpaceX per poter garantire loro di continuare ad accedere a Internet.
Ma tant’è, la situazione è in itinere e sullo scacchiere internazionale si muovono le pedine in tutte le direzioni, quindi anche verso il cielo.
Musica: “Give peace a chance” – John Lennon
Foto in copertina: Noupload – Pixabay
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