Guerra di parole

Scritto da in data Marzo 2, 2022

La guerra, da qualsiasi punto di vista la si prenda in considerazione, non è mai un argomento facile da trattare. Si combatte su diversi fronti. Uno di questi riguarda la comunicazione.

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Guerra: l’arma della comunicazione

Se si ripercorre la storia dell’uomo leggendola attraverso le guerre che l’hanno caratterizzata, si può ritrovare una tanto ovvia quanto sconfortante costante: la crudeltà, che sa essere così tristemente tipica del genere umano.
Le armi che si mettono in campo in guerra sono di volta in volta differenti, a seconda delle epoche. Non mi riferisco, però, esclusivamente alle armi vere proprie, quelle che feriscono, uccidono e distruggono – da quel punto di vista, lo sappiamo bene, la tecnologia che viene utilizzata è cresciuta fino a livelli che vorremmo non si ripetessero mai più –, bensì a tecniche difensive che fanno da corollario all’azione di guerra.
Una di queste riguarda, appunto, la comunicazione.

I satelliti di Musk attivi in Ucraina

Nell’era di internet e dei social network, la guerra si combatte anche attraverso questo mezzo, manipolandolo a proprio vantaggio e, contemporaneamente, cercando di isolare la parte avversa impedendole di attivare la propria comunicazione, per esempio distruggendo le infrastrutture che la consentono.
Ma siamo anche nell’era dei satelliti e questo ha cambiato, almeno da questo punto di vista, le carte in gioco.

La tecnologia satellitare garantisce la comunicazione anche in luoghi sperduti e in scenari difficili e drammatici come quelli di guerra.
Un esempio di quanto sto dicendo è accaduto proprio in occasione della guerra che si sta combattendo oggi in Ucraina. L’invasione da parte della Russia ha creato, tra gli altri problemi, anche difficoltà di utilizzo della rete web.
È così che la richiesta via Twitter diretta a Elon Musk da parte di Mykhailo Fedorov, ministro della Trasformazione digitale dell’Ucraina, ha sortito l’effetto sperato.
Il giovane ministro ha chiesto a Musk di attivare sopra il suo paese la nuova rete di satelliti Starlink, sviluppata da SpaceX. E Musk si è subito attivato.

Internet ovunque, oltre la rete cablata

Il sistema Starlink è formato da una rete di satelliti che sono posizionati in orbita bassa, a circa 550 km dalla Terra, in una posizione relativamente vicina al pianeta.

Si supera così la limitatezza della rete cablata e, qualsiasi condizione ci sia sulla Terra – persino quella di uno scenario di combattimento –, è possibile continuare a usare internet, effettuare video chiamate, utilizzare servizi in streaming. Tutte attività che in guerra possono diventare, letteralmente, di vitale importanza.
La velocità di connessione di Starlink è elevata – tra 100 Mb/s e 200 Mb/s – e il tempo di trasmissione dei dati tra la Terra e il satellite, definito come tempo di latenza, è inferiore rispetto a quello garantito dalla maggioranza degli altri satelliti. Si parla per Starlink di latenza bassa. I satelliti che erogano servizi internet sono in genere in orbita a una distanza maggiore dalla superficie del pianeta e questo allunga i tempi di trasmissione dei dati.

Al termine della propria vita utile i satelliti di Starlink sono anche programmati per la deorbitazione, evitando così che diventino gli ennesimi rifiuti spaziali.
I sistemi di propulsione li condurranno fuori dalla loro orbita consentendone il processo di rientro verso l’atmosfera terrestre nell’arco di alcuni mesi. È prevista anche una deorbitazione entro un massimo di 5 anni, in caso non funzionassero i propulsori.

I terminali di Starlink

Il satellite di per sé, però, non basta. Starlink si avvale di un kit che è fornito già pre-connesso, con tutto il necessario per accedere subito a internet, quindi parabola con la propria base, router wi-fi e cavi.

Non a caso, il fondatore di SpaceX ha inviato in Ucraina anche i terminali che servono, appunto, per connettersi ai satelliti. Con tanto di ringraziamenti, sempre via Twitter, da parte di Fedorov.

Al di là dei terribili avvenimenti di questi giorni, l’idea di Musk e dei suoi è di fornire una tecnologia che possa essere utilizzabile in aree isolate del pianeta, non connesse a internet o in cui la connessione è problematica. Oltre, naturalmente, a garantire un accesso alla rete anche in caso di disastri naturali o di scellerate decisioni umane.

Musica: “Wonderful World” – Louis Armstrong
Foto in copertina: Republica – Pixabay

 

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