7 marzo 2022 – Notiziario

Scritto da in data Marzo 7, 2022

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  • Ucraina: si intensificano i bombardamenti russi durante la notte. Zelensky promette di punire le forze russe. Un milione e mezzo di sfollati.
  • Afghanistan: comica afghana, presa dai talebani, scomparsa da 25 giorni.
  • Siria: attacco aereo israeliano. Trovato morto in ufficio l’inviato indiano in Palestina.
  • Yemen: rapiti due operatori di MSF.

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli.

Ucraina

Le forze russe hanno intensificato i bombardamenti notturni nelle città ucraine del centro, del nord e del sud del paese: lo ha affermato il consigliere della presidenza di Kiev, Oleksiy Arestovich. La situazione nei sobborghi di Bucha, Hostomel e Irpin della capitale ucraina Kiev è «catastrofica», ha precisato all’emittente locale Belsat TV il consigliere della presidenza ucraina. Gli sforzi per evacuare i residenti di queste località sono falliti e il funzionario ha sottolineato che il governo stava facendo tutto il possibile per riprendere le evacuazioni.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha confermato “diversi” attacchi a strutture sanitarie in Ucraina che hanno provocato morti e feriti.

È arrivato a 100.000 il numero di volontari ucraini che si sono arruolati nelle Forze di Difesa Territoriale dall’inizio dell’attacco russo al paese: lo rende noto la Guardia Nazionale ucraina citata dal Kyiv IndependentIl ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha affermato che più di 20.000 persone, provenienti da 52 paesi, si sono già offerte volontarie per combattere in Ucraina, dove serviranno in una legione internazionale di recente creazione. Non ha specificato quanti dei volontari stranieri siano già arrivati ​​in Ucraina.

Mosca invece sta reclutando siriani esperti in combattimenti urbani per combattere in Ucraina, mentre l’invasione russa è pronta a espandersi più in profondità nelle città, hanno detto domenica funzionari statunitensi a The Wall Street Journal. Una valutazione americana indica che la Russia, che opera in Siria dal 2015, negli ultimi giorni ha reclutato combattenti siriani sperando che la loro esperienza nel combattimento urbano possa aiutare a prendere Kiev e infliggere un colpo devastante al governo ucraino, hanno affermato quattro funzionari americani citati nella relazione.

La Russia ha lanciato 600 missili dall’inizio della sua invasione in Ucraina: lo riferisce un alto dirigente del Pentagono, secondo il quale Mosca ha mobilitato circa il 95% delle sue forze dentro il paese confinante. Intanto un alto ufficiale del Pentagono ha riferito che gli Usa non hanno osservato finora un assalto anfibio alla città portuale di Odessa e non valutano che sia imminente. Secondo le forze armate ucraine 10.000 soldati russi sono stati uccisi dall’inizio dei combattimenti. L’Onu parla di circa 1.000 vittime civili. Di 1.058 vittime civili in Ucraina, ha dichiarato che 351 sono state uccise, inclusi 10 minori.

Il ministero della Difesa russo sostiene che «praticamente tutte le forze aeree del regime di Kiev pronte alla battaglia sono state distrutte».

Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelenskiy ha pronunciato uno stridente discorso alla nazione domenica notte, avvertendo le truppe russe che punirà coloro che hanno commesso atrocità in Ucraina, dicendo che «l’unico posto tranquillo» che li attende è la tomba. «Non perdoneremo. Non dimenticheremo. Puniremo tutti coloro che hanno commesso atrocità in questa guerra sulla nostra terra».

Zelenskiy ha parlato della morte di una famiglia che stava tentando di fuggire dalla città ucraina di Irpin, vicino a Kiev, nel nord dell’Ucraina, in un commosso appello a onorare i corridoi umanitari che le forze russe sembrano aver ignorato. Otto civili sono stati uccisi in città mentre erano in corso le evacuazioni, secondo il sindaco Oleksandr Markushyn.

Zelenskiy è tornato a chiedere, come ogni giorno, la noflyzone: «se non ce la date, almeno forniteci aerei per proteggerci. Se non ci date neanche questi, rimane una sola soluzione: anche voi volete che ci uccidano lentamente. Questa sarà anche responsabilità della politica mondiale, dei leader occidentali. Oggi e per sempre», ha detto nell’ultimo appello il presidente ucraino ai leader occidentali attraverso un video.

Washington ha fornito al presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy apparecchiature di comunicazione crittografate che gli permettono anche di avere una linea diretta con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden: lo riporta The New York Times spiegando che grazie a queste apparecchiature il leader ucraino è riuscito ad avere, sabato notte, il colloquio telefonico con Biden durato 35 minuti. Il quotidiano scrive inoltre che Stati Uniti e Germania inviano alle unità militari ucraine immagini satellitari e intercettazioni elettroniche di unità militari russe.

L’Ucraina chiederà oggi alla Corte Suprema delle Nazioni Unite di emettere una sentenza di emergenza che richiede alla Russia di fermare la sua invasione, sostenendo che la giustificazione di Mosca per l’attacco si basa su un’interpretazione errata della legge sul genocidio, riferisce Reuters.

Il ministero della Difesa russo, citato da Interfax, avverte che qualunque paese ospiti aerei militari ucraini «sarà coinvolto nel conflitto». «Sappiamo che ci sono alcuni aerei da combattimento in Romania e in altri paesi confinanti».

Dopo il colloquio dal vivo con il presidente Vladimir Putin, il premier Naftali Bennett ha parlato anche con il tedesco Olaf Scholz e con il presidente francese Emmanuel Macron. Bennet ha anche di nuovo parlato con Zelenskiy, il terzo colloquio in 24 ore.

Un altro round di colloqui tra Ucraina e Russia è previsto oggi, secondo i funzionari ucraini. Tuttavia in una conversazione telefonica con il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, Putin ha affermato che il conflitto si fermerà solo se l’Ucraina smetterà di combattere e le richieste della Russia saranno soddisfatte. Il presidente russo ha anche affermato che i negoziatori ucraini dovrebbero adottare un approccio più “costruttivo” nei colloqui con Mosca, per tenere conto della realtà sul campo. L’Ucraina ha affermato di non essere disposta a scendere a compromessi sulla sua integrità territoriale.

Intanto un negoziatore ucraino per la pace, Denis Kireev di 45 anni, ex banchiere, è stato ucciso. Il governo lo ha definito un eroe, ma diversi parlamentari hanno affermato che era sospettato di tradimento, riferendo che è stato ucciso dai servizi di sicurezza ucraini mentre resisteva all’arresto.

Secondo i media statali russi, la Russia ha incaricato tutti i siti Web e i servizi statali di passare al russian domain system dall’11 marzo. Molti temono che la mossa sia un segno che la Russia stia iniziando i preparativi attivi per la disconnessione da Internet globale. Nel frattempo il collettivo di hacker Anonymous ha affermato di aver violato i servizi di streaming russi Wink e Ivi e i canali TV in diretta Russia 24, Channel One e Moscow 24 trasmettendo filmati dall’Ucraina.

Almeno 2.500 russi che manifestavano contro l’intervento militare in Ucraina sono stati arrestati domenica in circa 50 città della Russia. Dal 24 febbraio, data di inizio delle operazioni militari, nel paese sono stati arrestati quasi 11.000 manifestanti.

Il primo ministro britannico Boris Johnson si è impegnato a inviare più equipaggiamento difensivo e 100 milioni di dollari in Ucraina per tenere a bada le truppe russe e mitigare le pressioni finanziarie che deve affrontare il paese, ma è stato accusato di essersi mosso troppo lentamente e timidamente per bloccare il denaro sporco degli oligarchi nel Regno Unito.

Il direttore del Teatro Bolshoi di Mosca, Tugan Sokhiev, ha annunciato le proprie dimissioni. Lo riporta Interfax sottolineando che Sokhiev ha rilasciato una dichiarazione in cui annuncia che si dimetterà anche dalla carica di direttore musicale dell’Orchestre National du Capitole de Toulouse.

Il ginnasta russo Ivan Kuliak, che ha sfoggiato un’insegna legata all’invasione dell’Ucraina sul podio delle medaglie insieme a un concorrente ucraino, è stato criticato dalla Russia per il suo «comportamento scioccante».

Sono più di 1,5 milioni i rifugiati fuggiti dall’Ucraina in 10 giorni, secondo quanto riferisce l’Onu.

La ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock e il suo collega alle Finanze, Christian Lindner, si sono detti contrari, ieri, a un divieto delle importazioni di gas, petrolio e carbone dalla Russia nell’ambito di nuove sanzioni legate all’invasione dell’Ucraina.

Netflix ha sospeso il suo servizio in Russia in segno di protesta contro l’invasione russa dell’Ucraina. Così ha fatto anche Paypal e TikTok.

Afghanistan

Nadima, nota come Patingara Kakai, una comica afghana, è scomparsa 25 giorni fa a Kabul, ha rivelato ieri un parente. A giugno avevamo pranzato insieme fuori Kabul e a ottobre ci eravamo incontrate e abbracciate a Kabul. Una delle persone più gioiose e coinvolte nel rendere l’Afghanistan «il posto migliore che abbia mai conosciuto». Anche se aveva un passaporto canadese, aveva scelto di restare.

Nadima è una famosa comica molto conosciuta dagli afghani. Realizza video divertenti e li pubblica su TikTok, Facebook e Instagram. «Nadima è stata trattenuta dai talebani. Chiediamo all’Emirato Islamico di porre fine a queste azioni», ha affermato Moanisa Mubar, attivista per i diritti delle donne.  I talebani non hanno ancora rilasciato commenti. Nel frattempo Sayed Omid Kazimi, membro della famiglia di Sayed Baqir Mohsini, un professore afghano scomparso venerdì, ha detto a TOLOnews che Mohsini è stato rilasciato oggi. La scomparsa di queste due figure di alto profilo ha dovuto misurarsi con una reazione diffusa da parte delle organizzazioni internazionali e degli afghani sui social media. «Continuano le sparizioni e le detenzioni di critici, giornalisti e attivisti. Sayed Baqir Mohsini e Nadima vengono presi dai talebani e non ci sono informazioni su dove siano. Questo è un gruppo di dittatori e repressori che non dovranno mai essere riconosciuti e sostenuti», ha affermato Samira Hamidi di Amnesty International.

Uno dei leader talebani più riservati, la cui unica foto nelle liste dei “più ricercati” statunitensi è un profilo sgranato semi-coperto, è stato fotografato apertamente per la prima volta sabato, durante una parata per le nuove reclute della polizia afghana. Il ministro dell’Interno Sirajuddin Haqqani, che dirige anche la temuta rete Haqqani, in precedenza era stato fotografato chiaramente solo da dietro, da quando gli islamisti intransigenti hanno preso il potere lo scorso agosto. «Per la vostra soddisfazione e per costruire la fiducia… apparirò sui media in un incontro pubblico», ha detto in un discorso alla parata. Prima del ritorno dei talebani, Haqqani era il più anziano dei tre vice del leader Hibatullah Akhundzada. Lo stesso Akhundzada non si vede in pubblico da anni e molti analisti afghani ritengono che potrebbe anche essere morto. Haqqani è a capo di un potente sottogruppo dei talebani accusato di alcune delle peggiori violenze degli ultimi 20 anni. Gli Stati Uniti hanno offerto una ricompensa fino a 10 milioni di dollari per le informazioni che avessero portato al suo arresto, affermando che è responsabile di una serie di attacchi terroristici. Le immagini di Haqqani sono state ampiamente condivise sui social media, sabato, da funzionari talebani che in precedenza avevano pubblicato solo fotografie che non mostravano il suo volto o erano state sfocate digitalmente.

Yemen

Uomini armati hanno rapito due dipendenti stranieri di Medici Senza Frontiere nel governatorato orientale di Hadramout, hanno riferito a Reuters una fonte della sicurezza e altre due fonti locali. MSF ha detto a Reuters di aver perso i contatti con parte del suo personale in Yemen e di non poter condividere maggiori dettagli in questo momento per la preoccupazione per la loro sicurezza. La fonte della sicurezza ha affermato che i dipendenti sono tedeschi e messicani e sono stati prelevati dalla loro auto da uomini armati che le forze di sicurezza ritenevano fossero collegati ad al-Qaida nella penisola arabica. A febbraio, cinque membri del personale delle Nazioni Unite, tra cui quattro yemeniti, sono stati rapiti nel governatorato di Abyan da uomini armati ritenuti anch’essi collegati ad al-Qaida. Al-Qaida ha approfittato del caos della Primavera Araba del 2011 in Yemen e della cacciata di un governo di transizione dalla capitale, Sanaa, da parte degli houthi nel 2014 per creare mini-stati, ma è stata respinta in seguito all’intervento di una coalizione a guida saudita nella guerra contro gli houthi.

Arabia Saudita

Amnesty International ha chiesto il rilascio del blogger saudita Raif Badawi dopo che ha terminato quella che ha descritto come la sua “ingiusta” pena detentiva di 10 anni, questa settimana. Creatore del blog “Liberi sauditi liberali”, Badawi, condannato a 1.000 frustate, è stato «detenuto arbitrariamente solo per aver espresso liberamente le sue opinioni», si legge in una dichiarazione del gruppo per i diritti umani. Badawi, 38 anni, che aveva sostenuto la fine dell’influenza religiosa sulla vita pubblica saudita, ha ricevuto il suo primo pestaggio di 50 frustate, ma il resto è stato sospeso dopo la condanna internazionale. «Raif Badawi ha trascorso un decennio dietro le sbarre, esclusivamente per aver esercitato il suo diritto alla libertà di espressione», ha affermato Heba Morayef, direttore regionale di Amnesty per il Medio Oriente e il Nord Africa. «Le autorità dell’Arabia Saudita devono garantire il suo rilascio immediato e incondizionato, e revocare l’illegale divieto di viaggio impostogli, in modo che possa finalmente riunirsi alla sua famiglia».

Siria

Sono almeno quindici i soldati governativi siriani rimasti uccisi in un agguato dell’Isis nella zona desertica attorno a Palmira, nel centro del paese. Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani che fa base a Londra. Anche l’agenzia di Stato Sana conferma l’attacco. Le fonti riferiscono che i miliziani dell’Isis hanno preso d’assalto il bus militare su cui viaggiavano i soldati. Il bilancio delle vittime potrebbe aggravarsi.

I media siriani hanno riferito lunedì mattina presto che Israele ha effettuato un attacco aereo nell’area di Damasco. Nella zona sono state segnalate anche esplosioni. La televisione di Stato ha riferito che i sistemi di difesa aerea del paese sono stati attivati ​​in risposta all’«aggressione israeliana».

Nella zona sono state segnalate forti esplosioni. Una fonte dell’esercito siriano ha affermato che tre soldati sono stati uccisi nell’attacco aereo e che molte proprietà sono state danneggiate. I sistemi di difesa aerea siriani hanno intercettato la maggior parte dei missili.

Israele e Palestina

Le forze di sicurezza israeliane hanno ucciso un palestinese che ha tentato di accoltellare alcuni poliziotti nella parte orientale della Città Vecchia di Gerusalemme, secondo quanto riferito dalla polizia. L’aggressore, un palestinese di 19 anni di Gerusalemme Est, ha ferito con un coltello uno dei poliziotti prima di essere colpito da colpi di arma da fuoco. I due agenti sono rimasti feriti, uno da una coltellata, l’altro, pare, da spari accidentali e sono stati entrambi ricoverati in ospedale. Un altro ragazzino palestinese di 14 anni è stato ucciso ieri dai soldati israeliani ad Abu Dis, a sud di Gerusalemme. Secondo testimoni, Yaman Jaffal era stato gravemente ferito dai soldati durante scontri scoppiati quando l’esercito israeliano ha tentato di arrestare alcuni attivisti. Alle autoambulanze è poi stato impedito di raggiungere il ragazzo arrestato in condizioni critiche, che poco dopo è deceduto.

Il rappresentante dell’India in Palestina, Mukul Arya, è stato trovato morto domenica all’interno della missione indiana a Ramallah. Il ministro degli Esteri indiano S Jaishankar ha espresso shock per la morte improvvisa di Arya, che aveva 36 anni. «Era brillante e di talento. Il mio cuore va alla sua famiglia e ai suoi cari», ha detto Jaishankar in un tweet. La causa della sua morte non è stata ancora resa nota.

Cresciuto e istruitosi nella capitale indiana di Nuova Delhi, Arya è entrato nel servizio estero nel 2008, all’età di 23 anni. Era un diplomatico di carriera che aveva precedentemente prestato servizio nelle ambasciate indiane a Kabul e Mosca. È stato inviato presso la Delegazione Permanente dell’India presso l’UNESCO a Parigi e presso il Ministero degli Esteri a Nuova Delhi. Ha preso in carico la missione a Ramallah l’anno scorso. L’India, uno dei 138 membri delle Nazioni Unite a riconoscere lo Stato di Palestina, mantiene la sua presenza diplomatica a Ramallah attraverso il suo Ufficio di Rappresentanza.

Burkina Fasu

Il presidente ad interim, Paul-Henri Damiba, ha approvato un nuovo governo che include lo stesso ministro della Difesa dell’ex presidente Roch Kabore, prima della sua cacciata con un colpo di Stato militare. Damiba ha giurato mercoledì come presidente di transizione per tre anni, dopo aver guidato un gruppo di ufficiali nella cacciata di Kabore a gennaio. Dissero di essere stati motivati ​​dalla frustrazione per la crescente violenza da parte dei militanti islamici. Il nuovo governo, composto da 25 ministri, include il ministro della Difesa, il generale Barthelemy Simpore, che ha mantenuto la carica che ricopriva sotto Kabore, secondo il decreto. Giovedì era stata annunciata la nomina dell’economista Albert Ouedraogo a primo ministro di transizione della nazione dell’Africa occidentale.

Danimarca

La Danimarca terrà un referendum a giugno, sull’opportunità di aderire al patto di difesa dell’Unione Europea, ed eliminare l’opt-out trentennale del paese nordico dalle politiche di sicurezza e difesa comuni del blocco. La prima ministra danese Mette Frederiksen ha affermato domenica in tarda serata che «i tempi storici richiedono decisioni storiche». Il presidente russo Vladimir Putin «ha annunciato un nuovo tempo, una nuova realtà. La lotta dell’Ucraina non è solo quella dell’Ucraina. Siamo uniti in Europa», ha detto Frederiksen in una conferenza stampa a Copenaghen. Il primo giugno si svolgerà il referendum sull’adesione alla politica di sicurezza e di difesa comune della UE, o PSDC. «È ora che tutti nel mondo occidentale prendano una decisione», ha detto Frederiksen quando i giornalisti le hanno chiesto perché un cambiamento così drastico nelle politiche di sicurezza della Danimarca nei confronti della UE fosse necessario in questo momento. «L’Ucraina fa la differenza. Un paese libero e democratico è sotto attacco della Russia», ha detto, aggiungendo che i partiti rappresentati nel suo governo stanno tutti sostenendo il referendum e le relative misure.

Myanmar

Il consiglio militare al governo del Myanmar ha annunciato la revoca della cittadinanza per i vertici del principale gruppo di coordinamento della resistenza al governo dell’esercito. L’annuncio, trasmesso venerdì dalla televisione statale MRTV, affermava che a undici leader dell’opposizione al governo militare era stata revocata la cittadinanza perché presumibilmente fuggiti dal paese danneggiando l’interesse nazionale. Ha preso di mira otto membri del “governo ombra” di unità nazionale, che si considera la legittima autorità di governo del paese, e tre eminenti attivisti. Il NUG è stato istituito da legislatori eletti a cui è stato impedito di prendere il proprio posto quando i militari hanno preso il potere nel febbraio dello scorso anno, estromettendo il governo civile di Aung San Suu Kyi. La resistenza all’acquisizione ha ora portato a quella che alcuni esperti delle Nazioni Unite hanno definito una guerra civile.

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